mercoledì 20 novembre 2019

Stereotipi di genere

Ci sono cose che, per natura, per indole, per poca voglia non si impareranno mai.
La pallavolo, per esempio.
Quando ero alle superiori, durante l'ora di educazione fisica, i due capi squadra sceglievano i compagni e io restavo sempre per ultima.
Ero negata e lo sono rimasta.
Oppure i lavoretti manuali: ci sono mamme che passano i pomeriggi di pioggia in divertentissimi art-attack in compagnia dei figli. Io mi annoio, non sono capace.
Il mio vero tallone d'Achille però è il parcheggio.
Ma lì mi impegno, ci credo, ci provo ogni volta...con immutata fede ed entusiasmo.
Ricordo ancora le lunghissime lezioni di scuola guida, in cui tra le lacrime e i rimbrotti dell'istruttore tentavo queste manovre che, viste da fuori, sembravano così banali.
Niente.
Non so ancora per quale intervento divino io sia riuscita a parcheggiare il giorno dell'esame.
Comunque in questi due mesi di nuovi orari e spostamenti tra calcio e danza ho dovuto  barcamenarmi più volte in quest'arte.
Un pomeriggio, alla fine di 20 minuti di ricerca, ecco il famigerato parcheggio: stretto e in curva. Dopo innumerevoli manovre esco trionfante ad ammirare l'opera tra i complimenti delle bambine...
"Brava mamma, hai visto che ce l'hai fatta?
Secondo me se qualcuno passa e vede come l'hai messa bene non può immaginarsi che è stata una donna a parcheggiare così!"
Anni di lotta femminista buttati al vento.

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