A Gennaio nuotavamo nella disoccupazione alternando speranze e disillusioni e cercando di tenerci comunque a galla
Febbraio ci ha sorpresi a contare dieci anni passati da quel primo appuntamento che mi aveva portato -ignara- a "gustare" (...) più di un'ora di -ehm- appassionante battaglia del film "Le due Torri"
Marzo, mese intenso e pieno di riflessioni su quel che di buono siamo riusciti a trovare in una situazione un po' buia; Il lavoro ritovato, il mio corso di pasticceria che è stato un sogno diventato realtà, piogge quasi quotidiane che però hanno reso ancora più preziosi i rari raggi del sole primaverile
Ad Aprile Margherita iniziava a farci apprezzare le sue doti di pagliaccetta
Maggio si apriva con un bello spavento ma si concludeva con una giornata di sole e con una foto delle mie bimbe che si coccolano su una panchina
A Giugno la mia trasferta-vacanza in piemonte, un matrimonio che ha portato il Brasile in Italia, l'arrivo di un nipotino a lungo aspettato; le riflessioni su alcune inconfutabili evidenze sulla validità della legge di Murphy
Luglio ci ha portati in vacanza in posti bellissimi e ci ha liberati dalla schiavitù del ciuccio, ci ha fatto gioire per lo stupore di un'altra piccola, insperata, incredibile vita che si sta preparando nella pancia di una grande mamma
Ad agosto abbiamo girato dalla montagna alla campagna in mezzo ai nonni e abbiamo anche avuto una lezione dalle nostre sagge bambine
Settembre ci ha emozionti con il matrimonio del mio fratello riccioluto
A Ottobre riflettevo di come certi ricordi sembrino lontani e vaghi dopo appena pochi mesi che sei uscita dal tunnel e di come sia invece utile non dimenticarli: Non vorrei certo diventare una di quelle donne che guardano le neomamme e bofonchiano "a me certe cose non sono MAI capitate"; Iniziavo a sviluppare una forte intolleranza verso l'università e si materializzava insistente il mio conto alla rovescia per scappare; Ad ottobre un nonno andava in cielo e qualche volta una nipotina, alzando gli occhi, afferma di vederlo volare...
A Novembre, dopo 2 anni e mezzo di blog, decidevo che era giunta l'ora di dedicare un post al mio gigante
A Dicembre Marta ci regalava le sue perle di teologia e Marghe dava interpretazioni molto personali sul "tempo di qualità" trascorso insieme a me
ma anche come Marta, Margherita e Matilde, i miei tre fiorellini e come Marco, il mio gigante buono!
martedì 31 dicembre 2013
martedì 24 dicembre 2013
Suini in libreria
Dopo una intera mattinata passata con le bimbe al reparto libri per l'infanzia di Feltrinelli torniamo a casa felici e soddisfatte.
Mamma: "Raccontate un po' a papà cosa abbiamo fatto stamattina"
Marta: "Siamo andate in libreria!
Marghe: "Si! abbiamo schiacciato i maiali!"
NdA: i maiali in questione erano quelli di gomma che fanno il verso se schiacciati...e loro ci hanno giocato 2 minuti prima di uscire...dopo più di un'ora di letture "dotte"!
Che soddisfazioni!
Mamma: "Raccontate un po' a papà cosa abbiamo fatto stamattina"
Marta: "Siamo andate in libreria!
Marghe: "Si! abbiamo schiacciato i maiali!"
NdA: i maiali in questione erano quelli di gomma che fanno il verso se schiacciati...e loro ci hanno giocato 2 minuti prima di uscire...dopo più di un'ora di letture "dotte"!
Che soddisfazioni!
venerdì 20 dicembre 2013
Attesa
Attesa è riempire biglietti con i nomi di amici e parenti a cui fare il regalo, è contare i giorni che ti separano dal riabbracciare i tuoi parigini preferiti, è svegliarsi ogni mattina con una bimba grande che tiene esattamente in testa il conto alla rovescia e rimboccare le coperte tutte le sere a quella piccola che chiede "è domani che alliva Babbo Natale?"
Attesa è avere gli armadi pieni di pacchetti nascosti, infornare pandolci, riempire vassoi di biscotti e cucinare con la mamma, camminare con la sciarpa tirata fin sul naso e perdersi nelle vetrine natalizie canticchiando le canzoncine che ti hanno insegnato le tue bimbe.
Attesa è sorprendersi a guardare con gioia l'albero alto più di 2 metri, emozionarsi davanti ad un presepe, stare in silenzio alla finestra in una stanza buia e guardare tutte le luci che si rincorrono giù per la valle, quasi una per ogni casa.
Attesa è scrivere dediche sulle copertine dei libri come fossero testamenti, girare per il dipartimento e consegnare pensierini a tutti..ma proprio tutti, sperando che l'atmosfera del Natale smorzi certi caratteri induriti; è aspettare di vedere zii e cugini lontani, ricevere abbracci inaspettati e scorgere lacrime di commozione
Attesa vuol dire riassaporare ogni anno musiche, odori, sapori che tornano, sempre uguali e così amati, vuol dire inaugurare tradizioni nuove che segneranno i Natali della nostra famiglia...
Attesa è fermarsi. E ascoltare. E ringraziare per tutte le cose che la stanno rendendo così bella, anche quest'anno.
Attesa è avere gli armadi pieni di pacchetti nascosti, infornare pandolci, riempire vassoi di biscotti e cucinare con la mamma, camminare con la sciarpa tirata fin sul naso e perdersi nelle vetrine natalizie canticchiando le canzoncine che ti hanno insegnato le tue bimbe.
Attesa è sorprendersi a guardare con gioia l'albero alto più di 2 metri, emozionarsi davanti ad un presepe, stare in silenzio alla finestra in una stanza buia e guardare tutte le luci che si rincorrono giù per la valle, quasi una per ogni casa.
Attesa è scrivere dediche sulle copertine dei libri come fossero testamenti, girare per il dipartimento e consegnare pensierini a tutti..ma proprio tutti, sperando che l'atmosfera del Natale smorzi certi caratteri induriti; è aspettare di vedere zii e cugini lontani, ricevere abbracci inaspettati e scorgere lacrime di commozione
Attesa vuol dire riassaporare ogni anno musiche, odori, sapori che tornano, sempre uguali e così amati, vuol dire inaugurare tradizioni nuove che segneranno i Natali della nostra famiglia...
Attesa è fermarsi. E ascoltare. E ringraziare per tutte le cose che la stanno rendendo così bella, anche quest'anno.
martedì 17 dicembre 2013
Ombra di natale
Piccola ombra dietro un telo bianco, teso e illuminato come un grande sipario (che però non si è mai aperto anzi, aprito, come diresti tu)
Ti ho riconosciuta subito: il nasino buffo, il tuo modo di sculettare al tempo della musica che racconta della renna Rudolph, il ciuffetto storto sulla testa
Eri li, vicino ad un abete di cartone di cui distinguevamo solo l'ombra, come la tua. Anche lui irrequieto oscillava sotto i colpi di manine poco delicate che si muovevano poi sulle note di "Signor Pino di Natale"
Hai cantato e ballato, hai fatto il girotondo con altri cinque tuoi amici mentre i piccoli e gli altri compagni erano fuori, al di là di quel telo, faccia a faccia con le proprie mamme e papà, a farsi fotografare e applaudire.
Voi invece no, sei piccole sagome nascoste e aggraziate. Voi siete rimaste là dietro, a completare la coreografia, ad abbellire l'ombra dell'albero con i vostri profili panciuti.
Ti immagino impegnata e felice, cantare con il sorriso la tua canzone di Natale, incurante dei pianti, del mormorio dei genitori, degli applausi, della musica che incalzava...
Hai fatto il tuo dovere da piccola artista e poi sei uscita con lo sguardo sorpreso, la bocca aperta e le braccia già un po' allargate per prenderti tutto il mio abbraccio.
Mi hai chiesto se ti avevo vista anche se stavi li dietro e mi guardavi incredula quando ti ho detto che "si, ti ho vista: hai fatto delle ombre bellissime".
Eri felice e inconsapevole della magia che ci hai mostrato da dietro quel telo...ma io, che di spettacoli me ne intendo, so che tutte le parti sono importanti, anche quelle di sfondo agli altri bambini...
...perchè anche lo sfondo, se fatto con amore, può diventare protagonista!
Ti ho riconosciuta subito: il nasino buffo, il tuo modo di sculettare al tempo della musica che racconta della renna Rudolph, il ciuffetto storto sulla testa
Eri li, vicino ad un abete di cartone di cui distinguevamo solo l'ombra, come la tua. Anche lui irrequieto oscillava sotto i colpi di manine poco delicate che si muovevano poi sulle note di "Signor Pino di Natale"
Hai cantato e ballato, hai fatto il girotondo con altri cinque tuoi amici mentre i piccoli e gli altri compagni erano fuori, al di là di quel telo, faccia a faccia con le proprie mamme e papà, a farsi fotografare e applaudire.
Voi invece no, sei piccole sagome nascoste e aggraziate. Voi siete rimaste là dietro, a completare la coreografia, ad abbellire l'ombra dell'albero con i vostri profili panciuti.
Ti immagino impegnata e felice, cantare con il sorriso la tua canzone di Natale, incurante dei pianti, del mormorio dei genitori, degli applausi, della musica che incalzava...
Hai fatto il tuo dovere da piccola artista e poi sei uscita con lo sguardo sorpreso, la bocca aperta e le braccia già un po' allargate per prenderti tutto il mio abbraccio.
Mi hai chiesto se ti avevo vista anche se stavi li dietro e mi guardavi incredula quando ti ho detto che "si, ti ho vista: hai fatto delle ombre bellissime".
Eri felice e inconsapevole della magia che ci hai mostrato da dietro quel telo...ma io, che di spettacoli me ne intendo, so che tutte le parti sono importanti, anche quelle di sfondo agli altri bambini...
...perchè anche lo sfondo, se fatto con amore, può diventare protagonista!
martedì 10 dicembre 2013
E all'improvviso quel silenzio tra noi...
Il tema di questo mese su genitori crescono è "comunichiamo".
Appena l'ho letto ho avuto subito ben chiaro quale aspetto trattare...la comunicazione tra lui, silenzioso e riflessivo e me, impulsiva e decisamente logorroica.
Sarà che io vengo da una famiglia in cui ogni problema, questione, dubbio veniva sviscerato e analizzato con dovizia di particolari, mentre in casa sua (forse anche per la netta prevalenza di uomini) si parla lo stretto indispensabile, anzi a volte anche meno!
Si capisce quindi come questo sia uno dei motivi che ci ha portato da sempre a litigare: Se lui è preoccupato, pensieroso, arrabbiato diventa silenzioso, limitando al minimo le occasioni di farsi sfuggire una parola di troppo, cosa che potrebbe scatenare una mia reazione (negativa, ovviamente!)
Se invece sono io quella preoccupata, divento un fiume di parole impossibile da trattenere...e questo scatena -prima o poi- una sua reazione negativa.
Per me è un modo non solo per sfogarmi ma anche per dare forma a certi pensieri che solo rimuginati (silenziosamente) tra me e me non appaiono così chiari come diventano una volta esternati; Inoltre i suoi consigli sono sempre abbastanza razionali e tranquillizzanti quindi per me è proprio un modo per chiedere e ottenere aiuto.
Nel caso in cui io sia arrabbiata invece l'istinto è quello di "mettere su il muso". Il problema è che lui spesso neanche se ne accorge quindi io passo ore intere a cercare di mandare un qualche disperato segnale per fargli capire senza parole che sono arrabbiata...ma senza successo. L'unico indizio del mio stato d'animo cupo viene blandamente percepito dopo svariato tempo quando, insospettito dal prolungato silenzio, inizia a capire che qualcosa non va.
La convivenza ci ha costretti a rivedere entrambi le modalità di comunicazione del "disagio" tra noi perchè ovviamente, vivendo insieme, non si può pensare di stare zitti, offesi o immersi ognuno nei propri pensieri giorni interi; D'altra parte, sopratutto con le bimbe presenti, non possiamo neanche dare sfogo a tutto quello che ci passa per la testa.
Con il tempo ci siamo allenati a comunicarci di essere arrabbiati ma preferendo (quando riusciamo!) parlarne in un secondo momento, quando la rabbia iniziale è sbollita ed evitando così di dirci cattiverie gratuite; magari dopo averci pensato ancora meglio (e aver fatto anche un po' di mea culpa) in modo da arrivare al momento dello "scontro" sempre carichi ma più obiettivi. In questo modo riusciamo a dirci quello che ci ha ferito eliminando, per quanto possibile, quelle parole e atteggiamenti che vengono ingigantiti dal "fervore" iniziale.
Per me è stata ed è ancora adesso, in certe occasioni, una grossa fatica il cercare di frenarmi e rispettare i suoi tempi e i suoi silenzi; ho visto però che quando riusciamo a mettere in atto questo trucco il litigio diventa veramente costruttivo...(Dico "riusciamo" perchè anche a lui a volte viene l'istinto di svuotare il sacco subito).
Credo che il modo migliore per porre fine ad un litigio l'abbia però trovato lui: Quando, dopo aver enunciato tutte le mie ragioni, con aria di sfida gli chiedo: "Allora? Cosa mi rispondi?" con la speranza che dalla sua bocca esca qualche appiglio per la mia seconda e più prolissa arringa lui risponde, con faccia serafica: "Hai ragione."
Ecco...dopo uno sproloquio di un' ora sentirsi dire "Hai-ragione-punto" ti suscita due reazioni:
1. Rispondere, per partito preso:"Come ho ragione? NO, NON HO RAGIONE!!!" (ma questo non depone a mio favore, quindi bisogna scartarlo)
2. Tacere.
E io taccio.
Questo post partecipa al blogstorming
Appena l'ho letto ho avuto subito ben chiaro quale aspetto trattare...la comunicazione tra lui, silenzioso e riflessivo e me, impulsiva e decisamente logorroica.
Sarà che io vengo da una famiglia in cui ogni problema, questione, dubbio veniva sviscerato e analizzato con dovizia di particolari, mentre in casa sua (forse anche per la netta prevalenza di uomini) si parla lo stretto indispensabile, anzi a volte anche meno!
Si capisce quindi come questo sia uno dei motivi che ci ha portato da sempre a litigare: Se lui è preoccupato, pensieroso, arrabbiato diventa silenzioso, limitando al minimo le occasioni di farsi sfuggire una parola di troppo, cosa che potrebbe scatenare una mia reazione (negativa, ovviamente!)
Se invece sono io quella preoccupata, divento un fiume di parole impossibile da trattenere...e questo scatena -prima o poi- una sua reazione negativa.
Per me è un modo non solo per sfogarmi ma anche per dare forma a certi pensieri che solo rimuginati (silenziosamente) tra me e me non appaiono così chiari come diventano una volta esternati; Inoltre i suoi consigli sono sempre abbastanza razionali e tranquillizzanti quindi per me è proprio un modo per chiedere e ottenere aiuto.
Nel caso in cui io sia arrabbiata invece l'istinto è quello di "mettere su il muso". Il problema è che lui spesso neanche se ne accorge quindi io passo ore intere a cercare di mandare un qualche disperato segnale per fargli capire senza parole che sono arrabbiata...ma senza successo. L'unico indizio del mio stato d'animo cupo viene blandamente percepito dopo svariato tempo quando, insospettito dal prolungato silenzio, inizia a capire che qualcosa non va.
La convivenza ci ha costretti a rivedere entrambi le modalità di comunicazione del "disagio" tra noi perchè ovviamente, vivendo insieme, non si può pensare di stare zitti, offesi o immersi ognuno nei propri pensieri giorni interi; D'altra parte, sopratutto con le bimbe presenti, non possiamo neanche dare sfogo a tutto quello che ci passa per la testa.
Con il tempo ci siamo allenati a comunicarci di essere arrabbiati ma preferendo (quando riusciamo!) parlarne in un secondo momento, quando la rabbia iniziale è sbollita ed evitando così di dirci cattiverie gratuite; magari dopo averci pensato ancora meglio (e aver fatto anche un po' di mea culpa) in modo da arrivare al momento dello "scontro" sempre carichi ma più obiettivi. In questo modo riusciamo a dirci quello che ci ha ferito eliminando, per quanto possibile, quelle parole e atteggiamenti che vengono ingigantiti dal "fervore" iniziale.
Per me è stata ed è ancora adesso, in certe occasioni, una grossa fatica il cercare di frenarmi e rispettare i suoi tempi e i suoi silenzi; ho visto però che quando riusciamo a mettere in atto questo trucco il litigio diventa veramente costruttivo...(Dico "riusciamo" perchè anche a lui a volte viene l'istinto di svuotare il sacco subito).
Credo che il modo migliore per porre fine ad un litigio l'abbia però trovato lui: Quando, dopo aver enunciato tutte le mie ragioni, con aria di sfida gli chiedo: "Allora? Cosa mi rispondi?" con la speranza che dalla sua bocca esca qualche appiglio per la mia seconda e più prolissa arringa lui risponde, con faccia serafica: "Hai ragione."
Ecco...dopo uno sproloquio di un' ora sentirsi dire "Hai-ragione-punto" ti suscita due reazioni:
1. Rispondere, per partito preso:"Come ho ragione? NO, NON HO RAGIONE!!!" (ma questo non depone a mio favore, quindi bisogna scartarlo)
2. Tacere.
E io taccio.
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venerdì 6 dicembre 2013
Angeli
"Mamma, cosa sono gli angeli?"
"Immagina dei bimbi con le ali, Marta...gli angeli sono così!"
"Ah, ho capito: un angelo è una specie di Winx!"
"Immagina dei bimbi con le ali, Marta...gli angeli sono così!"
"Ah, ho capito: un angelo è una specie di Winx!"
domenica 1 dicembre 2013
Hic et nunc
Eccomi all'inizio dell'ultimo mese di quest'anno, un mese che mi godo giorno dopo giorno nell'attesa delle feste, che non voglio anticipare troppo (odio le vetrine già addobate a metà novembre) per non farci l'abitudine che ti fa perdere un po' quella magia...
Sono al primo dicembre e mi trovo come sospesa, ogni giorno nell'attesa di avere un punto fermo in più per quel che riguarda il lavoro: in verità un paracadute -che non mi dispiacerebbe affatto- ce l'ho ma della durata di soli sei mesi...nel frattempo sto aspettando altre due riposte per un lavoro uguale ma un po' più stabile...Mi sento comunque tranquilla e molto curiosa di scoprire come sarà cambiare totalmente ambienti e esperienze da febbraio in poi.
Certo, da neolaureata questo sarebbe stato un "accontentarsi" e non mi sarei mai immaginata felice in quei panni...ma per fortuna crescendo le prospettive cambiano, le priorità si rimescolano e ora credo che troverò comunque soddisfazione in questo, non fosse altro che si tratta almeno di un lavoro utile!
All'università altaleno tra la nostalgia di quello che mi mancherà e il conto alla rovescia dei giorni che mancano all'ultima volta che varcherò quella soglia. Prevale sempre la voglia di fuggire quindi...tutto bene.
Da due mesi a questa parte poi stiamo seriamente cercando di vendere casa: il momento non è certo dei migliori ma qui stiamo stretti e io non vedo l'ora di potermi stravaccare sul divano e guardarmi un film invece che stare appollaiata come una cocorita sulla sedia della cucina fissando lo schermo del computer; Vorrei avere il piacere di invitare più di due persone alla volta a pranzo ed evitare di giocare a tetris per prendere un piatto; Sopratutto sogno un'immensa dispensa in cui sistemare i miei orpelli per preparare i dolci, tortiere di ogni forma e diametro, uno sterminato numero di utensili per decorare torte...sogno un forno gigante che arrivi a 300°, una piazza d'armi come tavolo per lavorare in tutta comodità!
..chiedo poco, no?
In questo periodo mi sono fatta invischiare nel vortice delle marmellate: ormai sbuccio chili e chili di frutta e rimescolo nel pentolone fino a notte fonda, in compagnia di "Downton Abbey", serie drogosa che mi guardo in lingua originale capendo la metà di quel che sento ma assolutamente convinta di arrivare all'ultima puntata perfettamente in grado di coglierne tutti i dettagli!!!
Le bimbe crescono e sono ogni giorno più indipendenti e signorine, passiamo tanto tempo a chiacchierare e mi stupiscono i ragionamenti che fanno, come colgano ormai tutti i nostri discorsi, anche il significato di quello che non diciamo chiaramente...
Sono in un periodo di cambiamento e di sospensione ma non ho paura di quello che verrà, sono solo impaziente di sistemare tutti questi punti interrogativi che popolano la mia vita...
...in fondo, sono molto felice!
Sono al primo dicembre e mi trovo come sospesa, ogni giorno nell'attesa di avere un punto fermo in più per quel che riguarda il lavoro: in verità un paracadute -che non mi dispiacerebbe affatto- ce l'ho ma della durata di soli sei mesi...nel frattempo sto aspettando altre due riposte per un lavoro uguale ma un po' più stabile...Mi sento comunque tranquilla e molto curiosa di scoprire come sarà cambiare totalmente ambienti e esperienze da febbraio in poi.
Certo, da neolaureata questo sarebbe stato un "accontentarsi" e non mi sarei mai immaginata felice in quei panni...ma per fortuna crescendo le prospettive cambiano, le priorità si rimescolano e ora credo che troverò comunque soddisfazione in questo, non fosse altro che si tratta almeno di un lavoro utile!
All'università altaleno tra la nostalgia di quello che mi mancherà e il conto alla rovescia dei giorni che mancano all'ultima volta che varcherò quella soglia. Prevale sempre la voglia di fuggire quindi...tutto bene.
Da due mesi a questa parte poi stiamo seriamente cercando di vendere casa: il momento non è certo dei migliori ma qui stiamo stretti e io non vedo l'ora di potermi stravaccare sul divano e guardarmi un film invece che stare appollaiata come una cocorita sulla sedia della cucina fissando lo schermo del computer; Vorrei avere il piacere di invitare più di due persone alla volta a pranzo ed evitare di giocare a tetris per prendere un piatto; Sopratutto sogno un'immensa dispensa in cui sistemare i miei orpelli per preparare i dolci, tortiere di ogni forma e diametro, uno sterminato numero di utensili per decorare torte...sogno un forno gigante che arrivi a 300°, una piazza d'armi come tavolo per lavorare in tutta comodità!
..chiedo poco, no?
In questo periodo mi sono fatta invischiare nel vortice delle marmellate: ormai sbuccio chili e chili di frutta e rimescolo nel pentolone fino a notte fonda, in compagnia di "Downton Abbey", serie drogosa che mi guardo in lingua originale capendo la metà di quel che sento ma assolutamente convinta di arrivare all'ultima puntata perfettamente in grado di coglierne tutti i dettagli!!!
Le bimbe crescono e sono ogni giorno più indipendenti e signorine, passiamo tanto tempo a chiacchierare e mi stupiscono i ragionamenti che fanno, come colgano ormai tutti i nostri discorsi, anche il significato di quello che non diciamo chiaramente...
Sono in un periodo di cambiamento e di sospensione ma non ho paura di quello che verrà, sono solo impaziente di sistemare tutti questi punti interrogativi che popolano la mia vita...
...in fondo, sono molto felice!