A Gennaio nuotavamo nella disoccupazione alternando speranze e disillusioni e cercando di tenerci comunque a galla
Febbraio ci ha sorpresi a contare dieci anni passati da quel primo appuntamento che mi aveva portato -ignara- a "gustare" (...) più di un'ora di -ehm- appassionante battaglia del film "Le due Torri"
Marzo, mese intenso e pieno di riflessioni su quel che di buono siamo riusciti a trovare in una situazione un po' buia; Il lavoro ritovato, il mio corso di pasticceria che è stato un sogno diventato realtà, piogge quasi quotidiane che però hanno reso ancora più preziosi i rari raggi del sole primaverile
Ad Aprile Margherita iniziava a farci apprezzare le sue doti di pagliaccetta
Maggio si apriva con un bello spavento ma si concludeva con una giornata di sole e con una foto delle mie bimbe che si coccolano su una panchina
A Giugno la mia trasferta-vacanza in piemonte, un matrimonio che ha portato il Brasile in Italia, l'arrivo di un nipotino a lungo aspettato; le riflessioni su alcune inconfutabili evidenze sulla validità della legge di Murphy
Luglio ci ha portati in vacanza in posti bellissimi e ci ha liberati dalla schiavitù del ciuccio, ci ha fatto gioire per lo stupore di un'altra piccola, insperata, incredibile vita che si sta preparando nella pancia di una grande mamma
Ad agosto abbiamo girato dalla montagna alla campagna in mezzo ai nonni e abbiamo anche avuto una lezione dalle nostre sagge bambine
Settembre ci ha emozionti con il matrimonio del mio fratello riccioluto
A Ottobre riflettevo di come certi ricordi sembrino lontani e vaghi dopo appena pochi mesi che sei uscita dal tunnel e di come sia invece utile non dimenticarli: Non vorrei certo diventare una di quelle donne che guardano le neomamme e bofonchiano "a me certe cose non sono MAI capitate"; Iniziavo a sviluppare una forte intolleranza verso l'università e si materializzava insistente il mio conto alla rovescia per scappare; Ad ottobre un nonno andava in cielo e qualche volta una nipotina, alzando gli occhi, afferma di vederlo volare...
A Novembre, dopo 2 anni e mezzo di blog, decidevo che era giunta l'ora di dedicare un post al mio gigante
A Dicembre Marta ci regalava le sue perle di teologia e Marghe dava interpretazioni molto personali sul "tempo di qualità" trascorso insieme a me
ma anche come Marta, Margherita e Matilde, i miei tre fiorellini e come Marco, il mio gigante buono!
martedì 31 dicembre 2013
martedì 24 dicembre 2013
Suini in libreria
Dopo una intera mattinata passata con le bimbe al reparto libri per l'infanzia di Feltrinelli torniamo a casa felici e soddisfatte.
Mamma: "Raccontate un po' a papà cosa abbiamo fatto stamattina"
Marta: "Siamo andate in libreria!
Marghe: "Si! abbiamo schiacciato i maiali!"
NdA: i maiali in questione erano quelli di gomma che fanno il verso se schiacciati...e loro ci hanno giocato 2 minuti prima di uscire...dopo più di un'ora di letture "dotte"!
Che soddisfazioni!
Mamma: "Raccontate un po' a papà cosa abbiamo fatto stamattina"
Marta: "Siamo andate in libreria!
Marghe: "Si! abbiamo schiacciato i maiali!"
NdA: i maiali in questione erano quelli di gomma che fanno il verso se schiacciati...e loro ci hanno giocato 2 minuti prima di uscire...dopo più di un'ora di letture "dotte"!
Che soddisfazioni!
venerdì 20 dicembre 2013
Attesa
Attesa è riempire biglietti con i nomi di amici e parenti a cui fare il regalo, è contare i giorni che ti separano dal riabbracciare i tuoi parigini preferiti, è svegliarsi ogni mattina con una bimba grande che tiene esattamente in testa il conto alla rovescia e rimboccare le coperte tutte le sere a quella piccola che chiede "è domani che alliva Babbo Natale?"
Attesa è avere gli armadi pieni di pacchetti nascosti, infornare pandolci, riempire vassoi di biscotti e cucinare con la mamma, camminare con la sciarpa tirata fin sul naso e perdersi nelle vetrine natalizie canticchiando le canzoncine che ti hanno insegnato le tue bimbe.
Attesa è sorprendersi a guardare con gioia l'albero alto più di 2 metri, emozionarsi davanti ad un presepe, stare in silenzio alla finestra in una stanza buia e guardare tutte le luci che si rincorrono giù per la valle, quasi una per ogni casa.
Attesa è scrivere dediche sulle copertine dei libri come fossero testamenti, girare per il dipartimento e consegnare pensierini a tutti..ma proprio tutti, sperando che l'atmosfera del Natale smorzi certi caratteri induriti; è aspettare di vedere zii e cugini lontani, ricevere abbracci inaspettati e scorgere lacrime di commozione
Attesa vuol dire riassaporare ogni anno musiche, odori, sapori che tornano, sempre uguali e così amati, vuol dire inaugurare tradizioni nuove che segneranno i Natali della nostra famiglia...
Attesa è fermarsi. E ascoltare. E ringraziare per tutte le cose che la stanno rendendo così bella, anche quest'anno.
Attesa è avere gli armadi pieni di pacchetti nascosti, infornare pandolci, riempire vassoi di biscotti e cucinare con la mamma, camminare con la sciarpa tirata fin sul naso e perdersi nelle vetrine natalizie canticchiando le canzoncine che ti hanno insegnato le tue bimbe.
Attesa è sorprendersi a guardare con gioia l'albero alto più di 2 metri, emozionarsi davanti ad un presepe, stare in silenzio alla finestra in una stanza buia e guardare tutte le luci che si rincorrono giù per la valle, quasi una per ogni casa.
Attesa è scrivere dediche sulle copertine dei libri come fossero testamenti, girare per il dipartimento e consegnare pensierini a tutti..ma proprio tutti, sperando che l'atmosfera del Natale smorzi certi caratteri induriti; è aspettare di vedere zii e cugini lontani, ricevere abbracci inaspettati e scorgere lacrime di commozione
Attesa vuol dire riassaporare ogni anno musiche, odori, sapori che tornano, sempre uguali e così amati, vuol dire inaugurare tradizioni nuove che segneranno i Natali della nostra famiglia...
Attesa è fermarsi. E ascoltare. E ringraziare per tutte le cose che la stanno rendendo così bella, anche quest'anno.
martedì 17 dicembre 2013
Ombra di natale
Piccola ombra dietro un telo bianco, teso e illuminato come un grande sipario (che però non si è mai aperto anzi, aprito, come diresti tu)
Ti ho riconosciuta subito: il nasino buffo, il tuo modo di sculettare al tempo della musica che racconta della renna Rudolph, il ciuffetto storto sulla testa
Eri li, vicino ad un abete di cartone di cui distinguevamo solo l'ombra, come la tua. Anche lui irrequieto oscillava sotto i colpi di manine poco delicate che si muovevano poi sulle note di "Signor Pino di Natale"
Hai cantato e ballato, hai fatto il girotondo con altri cinque tuoi amici mentre i piccoli e gli altri compagni erano fuori, al di là di quel telo, faccia a faccia con le proprie mamme e papà, a farsi fotografare e applaudire.
Voi invece no, sei piccole sagome nascoste e aggraziate. Voi siete rimaste là dietro, a completare la coreografia, ad abbellire l'ombra dell'albero con i vostri profili panciuti.
Ti immagino impegnata e felice, cantare con il sorriso la tua canzone di Natale, incurante dei pianti, del mormorio dei genitori, degli applausi, della musica che incalzava...
Hai fatto il tuo dovere da piccola artista e poi sei uscita con lo sguardo sorpreso, la bocca aperta e le braccia già un po' allargate per prenderti tutto il mio abbraccio.
Mi hai chiesto se ti avevo vista anche se stavi li dietro e mi guardavi incredula quando ti ho detto che "si, ti ho vista: hai fatto delle ombre bellissime".
Eri felice e inconsapevole della magia che ci hai mostrato da dietro quel telo...ma io, che di spettacoli me ne intendo, so che tutte le parti sono importanti, anche quelle di sfondo agli altri bambini...
...perchè anche lo sfondo, se fatto con amore, può diventare protagonista!
Ti ho riconosciuta subito: il nasino buffo, il tuo modo di sculettare al tempo della musica che racconta della renna Rudolph, il ciuffetto storto sulla testa
Eri li, vicino ad un abete di cartone di cui distinguevamo solo l'ombra, come la tua. Anche lui irrequieto oscillava sotto i colpi di manine poco delicate che si muovevano poi sulle note di "Signor Pino di Natale"
Hai cantato e ballato, hai fatto il girotondo con altri cinque tuoi amici mentre i piccoli e gli altri compagni erano fuori, al di là di quel telo, faccia a faccia con le proprie mamme e papà, a farsi fotografare e applaudire.
Voi invece no, sei piccole sagome nascoste e aggraziate. Voi siete rimaste là dietro, a completare la coreografia, ad abbellire l'ombra dell'albero con i vostri profili panciuti.
Ti immagino impegnata e felice, cantare con il sorriso la tua canzone di Natale, incurante dei pianti, del mormorio dei genitori, degli applausi, della musica che incalzava...
Hai fatto il tuo dovere da piccola artista e poi sei uscita con lo sguardo sorpreso, la bocca aperta e le braccia già un po' allargate per prenderti tutto il mio abbraccio.
Mi hai chiesto se ti avevo vista anche se stavi li dietro e mi guardavi incredula quando ti ho detto che "si, ti ho vista: hai fatto delle ombre bellissime".
Eri felice e inconsapevole della magia che ci hai mostrato da dietro quel telo...ma io, che di spettacoli me ne intendo, so che tutte le parti sono importanti, anche quelle di sfondo agli altri bambini...
...perchè anche lo sfondo, se fatto con amore, può diventare protagonista!
martedì 10 dicembre 2013
E all'improvviso quel silenzio tra noi...
Il tema di questo mese su genitori crescono è "comunichiamo".
Appena l'ho letto ho avuto subito ben chiaro quale aspetto trattare...la comunicazione tra lui, silenzioso e riflessivo e me, impulsiva e decisamente logorroica.
Sarà che io vengo da una famiglia in cui ogni problema, questione, dubbio veniva sviscerato e analizzato con dovizia di particolari, mentre in casa sua (forse anche per la netta prevalenza di uomini) si parla lo stretto indispensabile, anzi a volte anche meno!
Si capisce quindi come questo sia uno dei motivi che ci ha portato da sempre a litigare: Se lui è preoccupato, pensieroso, arrabbiato diventa silenzioso, limitando al minimo le occasioni di farsi sfuggire una parola di troppo, cosa che potrebbe scatenare una mia reazione (negativa, ovviamente!)
Se invece sono io quella preoccupata, divento un fiume di parole impossibile da trattenere...e questo scatena -prima o poi- una sua reazione negativa.
Per me è un modo non solo per sfogarmi ma anche per dare forma a certi pensieri che solo rimuginati (silenziosamente) tra me e me non appaiono così chiari come diventano una volta esternati; Inoltre i suoi consigli sono sempre abbastanza razionali e tranquillizzanti quindi per me è proprio un modo per chiedere e ottenere aiuto.
Nel caso in cui io sia arrabbiata invece l'istinto è quello di "mettere su il muso". Il problema è che lui spesso neanche se ne accorge quindi io passo ore intere a cercare di mandare un qualche disperato segnale per fargli capire senza parole che sono arrabbiata...ma senza successo. L'unico indizio del mio stato d'animo cupo viene blandamente percepito dopo svariato tempo quando, insospettito dal prolungato silenzio, inizia a capire che qualcosa non va.
La convivenza ci ha costretti a rivedere entrambi le modalità di comunicazione del "disagio" tra noi perchè ovviamente, vivendo insieme, non si può pensare di stare zitti, offesi o immersi ognuno nei propri pensieri giorni interi; D'altra parte, sopratutto con le bimbe presenti, non possiamo neanche dare sfogo a tutto quello che ci passa per la testa.
Con il tempo ci siamo allenati a comunicarci di essere arrabbiati ma preferendo (quando riusciamo!) parlarne in un secondo momento, quando la rabbia iniziale è sbollita ed evitando così di dirci cattiverie gratuite; magari dopo averci pensato ancora meglio (e aver fatto anche un po' di mea culpa) in modo da arrivare al momento dello "scontro" sempre carichi ma più obiettivi. In questo modo riusciamo a dirci quello che ci ha ferito eliminando, per quanto possibile, quelle parole e atteggiamenti che vengono ingigantiti dal "fervore" iniziale.
Per me è stata ed è ancora adesso, in certe occasioni, una grossa fatica il cercare di frenarmi e rispettare i suoi tempi e i suoi silenzi; ho visto però che quando riusciamo a mettere in atto questo trucco il litigio diventa veramente costruttivo...(Dico "riusciamo" perchè anche a lui a volte viene l'istinto di svuotare il sacco subito).
Credo che il modo migliore per porre fine ad un litigio l'abbia però trovato lui: Quando, dopo aver enunciato tutte le mie ragioni, con aria di sfida gli chiedo: "Allora? Cosa mi rispondi?" con la speranza che dalla sua bocca esca qualche appiglio per la mia seconda e più prolissa arringa lui risponde, con faccia serafica: "Hai ragione."
Ecco...dopo uno sproloquio di un' ora sentirsi dire "Hai-ragione-punto" ti suscita due reazioni:
1. Rispondere, per partito preso:"Come ho ragione? NO, NON HO RAGIONE!!!" (ma questo non depone a mio favore, quindi bisogna scartarlo)
2. Tacere.
E io taccio.
Questo post partecipa al blogstorming
Appena l'ho letto ho avuto subito ben chiaro quale aspetto trattare...la comunicazione tra lui, silenzioso e riflessivo e me, impulsiva e decisamente logorroica.
Sarà che io vengo da una famiglia in cui ogni problema, questione, dubbio veniva sviscerato e analizzato con dovizia di particolari, mentre in casa sua (forse anche per la netta prevalenza di uomini) si parla lo stretto indispensabile, anzi a volte anche meno!
Si capisce quindi come questo sia uno dei motivi che ci ha portato da sempre a litigare: Se lui è preoccupato, pensieroso, arrabbiato diventa silenzioso, limitando al minimo le occasioni di farsi sfuggire una parola di troppo, cosa che potrebbe scatenare una mia reazione (negativa, ovviamente!)
Se invece sono io quella preoccupata, divento un fiume di parole impossibile da trattenere...e questo scatena -prima o poi- una sua reazione negativa.
Per me è un modo non solo per sfogarmi ma anche per dare forma a certi pensieri che solo rimuginati (silenziosamente) tra me e me non appaiono così chiari come diventano una volta esternati; Inoltre i suoi consigli sono sempre abbastanza razionali e tranquillizzanti quindi per me è proprio un modo per chiedere e ottenere aiuto.
Nel caso in cui io sia arrabbiata invece l'istinto è quello di "mettere su il muso". Il problema è che lui spesso neanche se ne accorge quindi io passo ore intere a cercare di mandare un qualche disperato segnale per fargli capire senza parole che sono arrabbiata...ma senza successo. L'unico indizio del mio stato d'animo cupo viene blandamente percepito dopo svariato tempo quando, insospettito dal prolungato silenzio, inizia a capire che qualcosa non va.
La convivenza ci ha costretti a rivedere entrambi le modalità di comunicazione del "disagio" tra noi perchè ovviamente, vivendo insieme, non si può pensare di stare zitti, offesi o immersi ognuno nei propri pensieri giorni interi; D'altra parte, sopratutto con le bimbe presenti, non possiamo neanche dare sfogo a tutto quello che ci passa per la testa.
Con il tempo ci siamo allenati a comunicarci di essere arrabbiati ma preferendo (quando riusciamo!) parlarne in un secondo momento, quando la rabbia iniziale è sbollita ed evitando così di dirci cattiverie gratuite; magari dopo averci pensato ancora meglio (e aver fatto anche un po' di mea culpa) in modo da arrivare al momento dello "scontro" sempre carichi ma più obiettivi. In questo modo riusciamo a dirci quello che ci ha ferito eliminando, per quanto possibile, quelle parole e atteggiamenti che vengono ingigantiti dal "fervore" iniziale.
Per me è stata ed è ancora adesso, in certe occasioni, una grossa fatica il cercare di frenarmi e rispettare i suoi tempi e i suoi silenzi; ho visto però che quando riusciamo a mettere in atto questo trucco il litigio diventa veramente costruttivo...(Dico "riusciamo" perchè anche a lui a volte viene l'istinto di svuotare il sacco subito).
Credo che il modo migliore per porre fine ad un litigio l'abbia però trovato lui: Quando, dopo aver enunciato tutte le mie ragioni, con aria di sfida gli chiedo: "Allora? Cosa mi rispondi?" con la speranza che dalla sua bocca esca qualche appiglio per la mia seconda e più prolissa arringa lui risponde, con faccia serafica: "Hai ragione."
Ecco...dopo uno sproloquio di un' ora sentirsi dire "Hai-ragione-punto" ti suscita due reazioni:
1. Rispondere, per partito preso:"Come ho ragione? NO, NON HO RAGIONE!!!" (ma questo non depone a mio favore, quindi bisogna scartarlo)
2. Tacere.
E io taccio.
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venerdì 6 dicembre 2013
Angeli
"Mamma, cosa sono gli angeli?"
"Immagina dei bimbi con le ali, Marta...gli angeli sono così!"
"Ah, ho capito: un angelo è una specie di Winx!"
"Immagina dei bimbi con le ali, Marta...gli angeli sono così!"
"Ah, ho capito: un angelo è una specie di Winx!"
domenica 1 dicembre 2013
Hic et nunc
Eccomi all'inizio dell'ultimo mese di quest'anno, un mese che mi godo giorno dopo giorno nell'attesa delle feste, che non voglio anticipare troppo (odio le vetrine già addobate a metà novembre) per non farci l'abitudine che ti fa perdere un po' quella magia...
Sono al primo dicembre e mi trovo come sospesa, ogni giorno nell'attesa di avere un punto fermo in più per quel che riguarda il lavoro: in verità un paracadute -che non mi dispiacerebbe affatto- ce l'ho ma della durata di soli sei mesi...nel frattempo sto aspettando altre due riposte per un lavoro uguale ma un po' più stabile...Mi sento comunque tranquilla e molto curiosa di scoprire come sarà cambiare totalmente ambienti e esperienze da febbraio in poi.
Certo, da neolaureata questo sarebbe stato un "accontentarsi" e non mi sarei mai immaginata felice in quei panni...ma per fortuna crescendo le prospettive cambiano, le priorità si rimescolano e ora credo che troverò comunque soddisfazione in questo, non fosse altro che si tratta almeno di un lavoro utile!
All'università altaleno tra la nostalgia di quello che mi mancherà e il conto alla rovescia dei giorni che mancano all'ultima volta che varcherò quella soglia. Prevale sempre la voglia di fuggire quindi...tutto bene.
Da due mesi a questa parte poi stiamo seriamente cercando di vendere casa: il momento non è certo dei migliori ma qui stiamo stretti e io non vedo l'ora di potermi stravaccare sul divano e guardarmi un film invece che stare appollaiata come una cocorita sulla sedia della cucina fissando lo schermo del computer; Vorrei avere il piacere di invitare più di due persone alla volta a pranzo ed evitare di giocare a tetris per prendere un piatto; Sopratutto sogno un'immensa dispensa in cui sistemare i miei orpelli per preparare i dolci, tortiere di ogni forma e diametro, uno sterminato numero di utensili per decorare torte...sogno un forno gigante che arrivi a 300°, una piazza d'armi come tavolo per lavorare in tutta comodità!
..chiedo poco, no?
In questo periodo mi sono fatta invischiare nel vortice delle marmellate: ormai sbuccio chili e chili di frutta e rimescolo nel pentolone fino a notte fonda, in compagnia di "Downton Abbey", serie drogosa che mi guardo in lingua originale capendo la metà di quel che sento ma assolutamente convinta di arrivare all'ultima puntata perfettamente in grado di coglierne tutti i dettagli!!!
Le bimbe crescono e sono ogni giorno più indipendenti e signorine, passiamo tanto tempo a chiacchierare e mi stupiscono i ragionamenti che fanno, come colgano ormai tutti i nostri discorsi, anche il significato di quello che non diciamo chiaramente...
Sono in un periodo di cambiamento e di sospensione ma non ho paura di quello che verrà, sono solo impaziente di sistemare tutti questi punti interrogativi che popolano la mia vita...
...in fondo, sono molto felice!
Sono al primo dicembre e mi trovo come sospesa, ogni giorno nell'attesa di avere un punto fermo in più per quel che riguarda il lavoro: in verità un paracadute -che non mi dispiacerebbe affatto- ce l'ho ma della durata di soli sei mesi...nel frattempo sto aspettando altre due riposte per un lavoro uguale ma un po' più stabile...Mi sento comunque tranquilla e molto curiosa di scoprire come sarà cambiare totalmente ambienti e esperienze da febbraio in poi.
Certo, da neolaureata questo sarebbe stato un "accontentarsi" e non mi sarei mai immaginata felice in quei panni...ma per fortuna crescendo le prospettive cambiano, le priorità si rimescolano e ora credo che troverò comunque soddisfazione in questo, non fosse altro che si tratta almeno di un lavoro utile!
All'università altaleno tra la nostalgia di quello che mi mancherà e il conto alla rovescia dei giorni che mancano all'ultima volta che varcherò quella soglia. Prevale sempre la voglia di fuggire quindi...tutto bene.
Da due mesi a questa parte poi stiamo seriamente cercando di vendere casa: il momento non è certo dei migliori ma qui stiamo stretti e io non vedo l'ora di potermi stravaccare sul divano e guardarmi un film invece che stare appollaiata come una cocorita sulla sedia della cucina fissando lo schermo del computer; Vorrei avere il piacere di invitare più di due persone alla volta a pranzo ed evitare di giocare a tetris per prendere un piatto; Sopratutto sogno un'immensa dispensa in cui sistemare i miei orpelli per preparare i dolci, tortiere di ogni forma e diametro, uno sterminato numero di utensili per decorare torte...sogno un forno gigante che arrivi a 300°, una piazza d'armi come tavolo per lavorare in tutta comodità!
..chiedo poco, no?
In questo periodo mi sono fatta invischiare nel vortice delle marmellate: ormai sbuccio chili e chili di frutta e rimescolo nel pentolone fino a notte fonda, in compagnia di "Downton Abbey", serie drogosa che mi guardo in lingua originale capendo la metà di quel che sento ma assolutamente convinta di arrivare all'ultima puntata perfettamente in grado di coglierne tutti i dettagli!!!
Le bimbe crescono e sono ogni giorno più indipendenti e signorine, passiamo tanto tempo a chiacchierare e mi stupiscono i ragionamenti che fanno, come colgano ormai tutti i nostri discorsi, anche il significato di quello che non diciamo chiaramente...
Sono in un periodo di cambiamento e di sospensione ma non ho paura di quello che verrà, sono solo impaziente di sistemare tutti questi punti interrogativi che popolano la mia vita...
...in fondo, sono molto felice!
lunedì 25 novembre 2013
Gigante buono
1. Tuffi i biscotti nel latte, facendoli scivolare sul cucchiaino e guardandoli affondare lentamente
2. Fischietti e canti, canti e fischietti
3. Leggi solo libri Fantasy e sei in grado di rileggere lo stesso una decina di volte senza stufarti
4. Stai aspettando il secondo film de "Lo Hobbit" con la stessa trepidazione con cui i bimbi aspettano Babbo Natale
5. Sei unico custode del segreto del pesto e della pizza
6. Quando ti ho conosciuto eri pessimista e ipercritico; ora, dopo 10 anni, caschi ancora qualche volta nel tuo gorgo di negatività ma sei nettamente migliorato
7. Ti diverti a giocare con le tue creaturine ritornando veramente bambino
8. Sei un massaio provetto, ti manca solo saper stirare e poi potrò spaparanzarmi in poltrona
9. Ami spiegare tutto alle tue bimbe e in quei momenti secondo me assomigli al tuo nonno
10. Hai costruito le tre mensoline della nostra cucina che quando spacciamo come originali nessuno stenta a crederci
11. Sopporti con pazienza i miei effluvi di parole, le ansie, e i ragionamenti contorti; incoraggi i miei progetti irrealizzabili e le idee strampalate; Taci con rassegnazione davanti all'ennesima novità di cui ti parlo euforica...non capendo perchè mi devo sempre imbarcare in stranezze continue ma approvando con pazienza.
12. Sei il mio Gigante Buono ed è giunta l'ora di dedicarti un post!
2. Fischietti e canti, canti e fischietti
3. Leggi solo libri Fantasy e sei in grado di rileggere lo stesso una decina di volte senza stufarti
4. Stai aspettando il secondo film de "Lo Hobbit" con la stessa trepidazione con cui i bimbi aspettano Babbo Natale
5. Sei unico custode del segreto del pesto e della pizza
6. Quando ti ho conosciuto eri pessimista e ipercritico; ora, dopo 10 anni, caschi ancora qualche volta nel tuo gorgo di negatività ma sei nettamente migliorato
7. Ti diverti a giocare con le tue creaturine ritornando veramente bambino
8. Sei un massaio provetto, ti manca solo saper stirare e poi potrò spaparanzarmi in poltrona
9. Ami spiegare tutto alle tue bimbe e in quei momenti secondo me assomigli al tuo nonno
10. Hai costruito le tre mensoline della nostra cucina che quando spacciamo come originali nessuno stenta a crederci
11. Sopporti con pazienza i miei effluvi di parole, le ansie, e i ragionamenti contorti; incoraggi i miei progetti irrealizzabili e le idee strampalate; Taci con rassegnazione davanti all'ennesima novità di cui ti parlo euforica...non capendo perchè mi devo sempre imbarcare in stranezze continue ma approvando con pazienza.
12. Sei il mio Gigante Buono ed è giunta l'ora di dedicarti un post!
martedì 19 novembre 2013
In esclusiva
E stasera penso a te, piccoletta di casa, con cui oggi pomeriggio, complice uno sciopero degli autobus e una visita ai tuoi piedini, ho passeggiato su e giù per la città: Mano nella mano, mi hai stordita con il tuo ininterrotto cinguettare, con i tuoi racconti, le domande, le osservazioni, le espressioni di gioia e stupore davanti alle prime luci natalizie, alle vetrine piene di oggetti buffi, ai camiolle grandi che trascinavano un autobus.
Penso ai tuoi codini che facevano capolino dal cappuccio della giacca, alle tue scarpe che facevano lo slalom tra le puffanghere, ai tuoi occhietti furbi che strappavano sorrisi a tutte le vecchiette in coda per pagare il ticket, alla tua vocina squillante che urlava in mezzo alla strada: "io vado all'ospedale!" come se fosse un evento da celebrare!
Ripenso a come sei stata seria e diligente con quel dottore un po' burbero e al tuo dispiacere una volta terminata così velocemente la visita, a come hai canticchiato per tutto il tragitto di ritorno senza mai lamentarti per tutta la strada che stavamo facendo a piedi, ripenso alla gioia di scegliere una caramella per te come premio e all'orgoglio di portarne una anche alla tua sorellona...
Ripenso a queste due ore in cui hai fatto la figlia unica e io mi sono ritrovata quasi stranita ma felice di poter dedicare la mia attenzione, le orecchie, le risate e gli abbracci in esclusiva a te.
Penso ai tuoi codini che facevano capolino dal cappuccio della giacca, alle tue scarpe che facevano lo slalom tra le puffanghere, ai tuoi occhietti furbi che strappavano sorrisi a tutte le vecchiette in coda per pagare il ticket, alla tua vocina squillante che urlava in mezzo alla strada: "io vado all'ospedale!" come se fosse un evento da celebrare!
Ripenso a come sei stata seria e diligente con quel dottore un po' burbero e al tuo dispiacere una volta terminata così velocemente la visita, a come hai canticchiato per tutto il tragitto di ritorno senza mai lamentarti per tutta la strada che stavamo facendo a piedi, ripenso alla gioia di scegliere una caramella per te come premio e all'orgoglio di portarne una anche alla tua sorellona...
Ripenso a queste due ore in cui hai fatto la figlia unica e io mi sono ritrovata quasi stranita ma felice di poter dedicare la mia attenzione, le orecchie, le risate e gli abbracci in esclusiva a te.
venerdì 15 novembre 2013
Anatomia/2
Le sorelle in bagno, si spogliano per il bagnetto.
Marghe si gira e nota Marta di spalle:
"UHH! Ma che culetto graaaande che hai!!!"
Marta: "Perchè quel bimbo beveva dal biberon il latte?"
Mamma: "Perchè ormai ha quasi due anni, è grande e la sua mamma gli dà il latte con i biscotti sbriciolati dentro"
Marta: "Ma non dovrebbe bevere il latte dalla mammella?"
-Mamma interdetta...ma dove li sente questi termini?!?-
Marghe: "Come si chiama quella cosa piccola, lunga e che si muove da sola?"
Mamma: "Non so, Marghe...cosa sarebbe questa cosa?"
Marta: "Ma si! Quella cosa che hanno i maschetti: il pisellino!!!"
-Mamma interdetta e con la mascella fino a terra-
Marghe si gira e nota Marta di spalle:
"UHH! Ma che culetto graaaande che hai!!!"
Marta: "Perchè quel bimbo beveva dal biberon il latte?"
Mamma: "Perchè ormai ha quasi due anni, è grande e la sua mamma gli dà il latte con i biscotti sbriciolati dentro"
Marta: "Ma non dovrebbe bevere il latte dalla mammella?"
-Mamma interdetta...ma dove li sente questi termini?!?-
Marghe: "Come si chiama quella cosa piccola, lunga e che si muove da sola?"
Mamma: "Non so, Marghe...cosa sarebbe questa cosa?"
Marta: "Ma si! Quella cosa che hanno i maschetti: il pisellino!!!"
-Mamma interdetta e con la mascella fino a terra-
martedì 12 novembre 2013
Caiomyx
C-A-I-O-M-Y-X queste le lettere che hai lasciato scritte sulla lavagna magica qui in cucina.
Non so cosa volessi esprimere, ma in questi ultimi giorni ci stai sorprendendo con la tua voglia di scrivere, così lasci le tue tracce su tutti i pezzi di carta che trovi in giro.
Non hai ancora 5 anni e ti sei già mangiata un dentino poi, riflessiva e previdente come sei, hai pensato che con i due euro lasciati dal topo fosse meglio comprare un pacco di caramelle invece che un solo dolcino grande ("così ce ne sono tante e le posso dare anche a Lalla!")
Hai capito come funziona lo scorrere della settimana e delle stagioni ed ogni sera hai l'impegno di cambiare i numeri sul calendario di feltro regalato dagli zii Parigini.
All'asilo hai grandi responsabilità come badare ai piccoli più monelli e riordinare la cucinetta, tenere d'occhio tua sorella e assicurarti che al mattino si sia scelta qualche gioco adatto a lei.
Porti fiera i tuoi stivali da bimba grande e hai deciso che appena avrai 10 anni potrai andare a scuola con i tacchi (...ecco, pariamone...)
Ti preoccupi della salute del nonno ("oggi stai bene?") e approvi il fatto che adesso "si riposa perchè ha lavorato tanto, poverino!"
Canti a squarciagola in continuazione e costruisci "spettacoli" con i Lego, hai deciso di chiedere i dragonball a Babbo Natale ma solo per fare la scuola e non per farli combattere
Colori dentro i bordi anche se fai le principesse con i capelli grigi
Chiedi : "cara-mammina-vorrei-l'acqua-per-favore", hai decretato che da grande farai a maestra e non c'è ruolo più calzante che tu potessi scegliere
Ora dormi nelle tue lenzuola piene di mucche e domani mattina ti alzerai zitta zitta per dare il primo bacino a papà.
Buonanotte mia grande Martoletta.
Il tempo passa davvero veloce...
Non so cosa volessi esprimere, ma in questi ultimi giorni ci stai sorprendendo con la tua voglia di scrivere, così lasci le tue tracce su tutti i pezzi di carta che trovi in giro.
Non hai ancora 5 anni e ti sei già mangiata un dentino poi, riflessiva e previdente come sei, hai pensato che con i due euro lasciati dal topo fosse meglio comprare un pacco di caramelle invece che un solo dolcino grande ("così ce ne sono tante e le posso dare anche a Lalla!")
Hai capito come funziona lo scorrere della settimana e delle stagioni ed ogni sera hai l'impegno di cambiare i numeri sul calendario di feltro regalato dagli zii Parigini.
All'asilo hai grandi responsabilità come badare ai piccoli più monelli e riordinare la cucinetta, tenere d'occhio tua sorella e assicurarti che al mattino si sia scelta qualche gioco adatto a lei.
Porti fiera i tuoi stivali da bimba grande e hai deciso che appena avrai 10 anni potrai andare a scuola con i tacchi (...ecco, pariamone...)
Ti preoccupi della salute del nonno ("oggi stai bene?") e approvi il fatto che adesso "si riposa perchè ha lavorato tanto, poverino!"
Canti a squarciagola in continuazione e costruisci "spettacoli" con i Lego, hai deciso di chiedere i dragonball a Babbo Natale ma solo per fare la scuola e non per farli combattere
Colori dentro i bordi anche se fai le principesse con i capelli grigi
Chiedi : "cara-mammina-vorrei-l'acqua-per-favore", hai decretato che da grande farai a maestra e non c'è ruolo più calzante che tu potessi scegliere
Ora dormi nelle tue lenzuola piene di mucche e domani mattina ti alzerai zitta zitta per dare il primo bacino a papà.
Buonanotte mia grande Martoletta.
Il tempo passa davvero veloce...
giovedì 7 novembre 2013
Cosa resterà....di questi sei anni!
Poichè non mi piace proprio essere negativa e pessimista voglio anche fare l'elenco di tutte quelle cose che sicuramente mi mancheranno una volta uscita da questo posto...
1. La mia ora di camminata quotidiana (mezz'ora per andare e altrettanto al ritorno) che mi porta lungo lo stesso percorso tutti i giorni, che mi ha permesso di conoscere le abitudini di tante persone che incrocio, che mi ha fatto scoprire scorci nuovi della mia città e seguire i cambiamenti con le stagioni; Che mi ha fatto osservare da lontano una mamma coraggiosissima che aveva 3 figli e adesso porta il sesto in pancia; che mi ha sorpreso quasi con il naso schiacciato sulle vetrine di due o tre pasticcerie e confetterie
2. I pranzi con i miei due "fedelissimi" colleghi: le chiacchiere, i gossip ma anche i discorsi seri e i consigli....ce ne sono voluti tanti, sopratutto in alcuni periodi!
3. I momenti luculliani di festa proprio come a scuola: compleanni e ricorrenze varie festeggiate sempre nello stesso stanzino, con la tovaglia rossa di riciclo, le candeline sempre più consumate, le torte fatte da me per tutto il dipartimento, gli esperimenti culinari da assaggiare.
4. Le tesiste, tutte. Ognuna diversa per carattere e determinazione. In ognuna di loro ho rivisto le mie paure e il mio entusiasmo e le ho "adottate". Con tutte abbiamo condiviso un pezzetto di vita più che il semplice lavoro in laboratorio e credo che questo sia il risultato più importante che io abbia ottenuto in questi anni.
5. Smanettare sotto cappa, fare intrugli e polverine come dice Marco....avere (pochissime volte, ahimè) la soddisfazione di trovarsi tra le mani una molecola proprio come l'avevi disegnata sul foglio
6. Un mese intero di vacanza ad Agosto. (Questo mi mancherà moltissimo!)
Ecco, sono ferma a sei punti...e non riesco a trovare altro. Sono tutte cose importanti che forse non troverò da nessun'altra parte; Nonostante ciò non rimpiangerò di essermene andata.
Stamattina sono entrata in dipartimento facendomi largo tra un nugolo di nuovi aspiranti dottorandi che aspettavano il proprio turno per la prova orale. Quattro di loro stasera staranno festeggiando per aver passato il concorso.
Io ho provato solo un po' di pena perchè so che tra un anno, a quest'ora, le motivazioni e l'intraprendenza si saranno già spente, così come è successo a tutti i loro predecessori..almeno da sei anni a questa parte.
1. La mia ora di camminata quotidiana (mezz'ora per andare e altrettanto al ritorno) che mi porta lungo lo stesso percorso tutti i giorni, che mi ha permesso di conoscere le abitudini di tante persone che incrocio, che mi ha fatto scoprire scorci nuovi della mia città e seguire i cambiamenti con le stagioni; Che mi ha fatto osservare da lontano una mamma coraggiosissima che aveva 3 figli e adesso porta il sesto in pancia; che mi ha sorpreso quasi con il naso schiacciato sulle vetrine di due o tre pasticcerie e confetterie
2. I pranzi con i miei due "fedelissimi" colleghi: le chiacchiere, i gossip ma anche i discorsi seri e i consigli....ce ne sono voluti tanti, sopratutto in alcuni periodi!
3. I momenti luculliani di festa proprio come a scuola: compleanni e ricorrenze varie festeggiate sempre nello stesso stanzino, con la tovaglia rossa di riciclo, le candeline sempre più consumate, le torte fatte da me per tutto il dipartimento, gli esperimenti culinari da assaggiare.
4. Le tesiste, tutte. Ognuna diversa per carattere e determinazione. In ognuna di loro ho rivisto le mie paure e il mio entusiasmo e le ho "adottate". Con tutte abbiamo condiviso un pezzetto di vita più che il semplice lavoro in laboratorio e credo che questo sia il risultato più importante che io abbia ottenuto in questi anni.
5. Smanettare sotto cappa, fare intrugli e polverine come dice Marco....avere (pochissime volte, ahimè) la soddisfazione di trovarsi tra le mani una molecola proprio come l'avevi disegnata sul foglio
6. Un mese intero di vacanza ad Agosto. (Questo mi mancherà moltissimo!)
Ecco, sono ferma a sei punti...e non riesco a trovare altro. Sono tutte cose importanti che forse non troverò da nessun'altra parte; Nonostante ciò non rimpiangerò di essermene andata.
Stamattina sono entrata in dipartimento facendomi largo tra un nugolo di nuovi aspiranti dottorandi che aspettavano il proprio turno per la prova orale. Quattro di loro stasera staranno festeggiando per aver passato il concorso.
Io ho provato solo un po' di pena perchè so che tra un anno, a quest'ora, le motivazioni e l'intraprendenza si saranno già spente, così come è successo a tutti i loro predecessori..almeno da sei anni a questa parte.
lunedì 28 ottobre 2013
Quasi agli sgoccioli
Ormai ho davanti solo tre mesi. Poi, dopo sei anni, la mia vita lavorativa cambierà.
Non so ancora dove finirò e come sarà pensarsi fuori da lì dentro...però ci sono certe cose che non rimpiangerò davvero:
1. Il freddo d'inverno (15°) e il caldo d'estate, senza condizionatore e con tanti bei solventi che evaporano (un gran toccasana!)
2. Sorbirsi scene isteriche ogni giorno per i motivi più banali
3. Eseguire solamente quello che viene detto di fare con la certezza che comunque sarà fatto non andrà bene
4. Venire rimproverati se si prova a mettere un po' di "inventiva" (cervello?) in quel che si fa
5. Venire rimproverati perchè "vi limitate a fare quello che vi diciamo e lo fate anche male!"
6. Toccare con mano la rovina dell'università e scoprire che purtoppo o ti adegui o devi scappare (e io scappo)
7. Scoprire che tutte le voci e gli stereotipi sono veri...e anche peggio
8. Lavorare in condizioni che neanche 60 anni fa erano tollerabili
9. Cercare di impegnarti nell'illusione che un po' di buona volontà possa venire premiata...e alla fine arrenderti
10. Renderti conto con amarezza che la persona non conta ma è considerata solo forza lavoro...
Non so ancora dove finirò e come sarà pensarsi fuori da lì dentro...però ci sono certe cose che non rimpiangerò davvero:
1. Il freddo d'inverno (15°) e il caldo d'estate, senza condizionatore e con tanti bei solventi che evaporano (un gran toccasana!)
2. Sorbirsi scene isteriche ogni giorno per i motivi più banali
3. Eseguire solamente quello che viene detto di fare con la certezza che comunque sarà fatto non andrà bene
4. Venire rimproverati se si prova a mettere un po' di "inventiva" (cervello?) in quel che si fa
5. Venire rimproverati perchè "vi limitate a fare quello che vi diciamo e lo fate anche male!"
6. Toccare con mano la rovina dell'università e scoprire che purtoppo o ti adegui o devi scappare (e io scappo)
7. Scoprire che tutte le voci e gli stereotipi sono veri...e anche peggio
8. Lavorare in condizioni che neanche 60 anni fa erano tollerabili
9. Cercare di impegnarti nell'illusione che un po' di buona volontà possa venire premiata...e alla fine arrenderti
10. Renderti conto con amarezza che la persona non conta ma è considerata solo forza lavoro...
domenica 20 ottobre 2013
Questo matrimonio non s'ha da fare
Cenerentola moderna
"Mamma, mi compri le scarpe con le lucine? Il mio compagno I. mi ha detto che se ho quelle scarpe sono più bella!"
"Ma secondo te sei bella solo con quelle scarpe o lo sei sempre?"
"Io sono bella anche senza, ma lui mi ha detto che se ho le scarpe con le lucine poi mi sposa!"
Tre civette sul comò
"Oggi dopo pranzo F. e C. mi volevano sposare e mi tiravano dalle braccia; poi, visto che io non dicevo chi volevo, hanno fatto ambarabà-ci-ci-cocò!"
"Ma Marta! Non puoi mica scegliere il tuo sposo con la conta!"
"No, infatti! Anche la maestra mi ha detto che dovevo pensarci bene e scegliere!"
"E allora chi hai scelto?"
"Ho scelto F. perchè C. mangia troppe caramelle!"
Hai voluto la bicicletta...
"Allora, Marta, oggi all'asilo ti hanno affidato quei piccolini che ti fanno sempre disperare?"
"No, mamma, altro che piccolini, molto peggio!"
"Cos'è successo di molto peggio?"
"F. mi dava sempre un sacco di bacini e mi stava anche strozzando! Va bene che dobbiamo sposarci però mi faceva fastidio!"
Quando si dice... portarsi avanti
"Marta ti vedo pensierosa...cosa c'è?"
"Stavo pensando chi invitare"
"Invitare? E dove?"
"Al matrimonio!"
"..."
" Bhe, tu e papà sicuramente! Poi anche Lalli e le mie amiche C. e G."
"Mamma, mi compri le scarpe con le lucine? Il mio compagno I. mi ha detto che se ho quelle scarpe sono più bella!"
"Ma secondo te sei bella solo con quelle scarpe o lo sei sempre?"
"Io sono bella anche senza, ma lui mi ha detto che se ho le scarpe con le lucine poi mi sposa!"
Tre civette sul comò
"Oggi dopo pranzo F. e C. mi volevano sposare e mi tiravano dalle braccia; poi, visto che io non dicevo chi volevo, hanno fatto ambarabà-ci-ci-cocò!"
"Ma Marta! Non puoi mica scegliere il tuo sposo con la conta!"
"No, infatti! Anche la maestra mi ha detto che dovevo pensarci bene e scegliere!"
"E allora chi hai scelto?"
"Ho scelto F. perchè C. mangia troppe caramelle!"
Hai voluto la bicicletta...
"Allora, Marta, oggi all'asilo ti hanno affidato quei piccolini che ti fanno sempre disperare?"
"No, mamma, altro che piccolini, molto peggio!"
"Cos'è successo di molto peggio?"
"F. mi dava sempre un sacco di bacini e mi stava anche strozzando! Va bene che dobbiamo sposarci però mi faceva fastidio!"
Quando si dice... portarsi avanti
"Marta ti vedo pensierosa...cosa c'è?"
"Stavo pensando chi invitare"
"Invitare? E dove?"
"Al matrimonio!"
"..."
" Bhe, tu e papà sicuramente! Poi anche Lalli e le mie amiche C. e G."
mercoledì 16 ottobre 2013
Sciolta
Mi prende la mano e se l'avvicina alla guancia.
Me la stringe tra le sue.
Mi guarda, con quegli occhi teneri e l'epressione appassionata.
"Io voglio folo te...tu fei la mamma che io ho scelto"
Ok. Ora raccogliete il mio cuore che si è spappolato d'ammmore.
Me la stringe tra le sue.
Mi guarda, con quegli occhi teneri e l'epressione appassionata.
"Io voglio folo te...tu fei la mamma che io ho scelto"
Ok. Ora raccogliete il mio cuore che si è spappolato d'ammmore.
giovedì 10 ottobre 2013
I baffini
"Perchè papà ha la baffa?"
"Marghe, si dice barba! E comunque papà ha la barba perchè è un maschio! Anche il nonno è un maschio, infatti ha i baffoni!"
"E no, il nonno ha i baffini perchè è piccolino"
"Marghe, si dice barba! E comunque papà ha la barba perchè è un maschio! Anche il nonno è un maschio, infatti ha i baffoni!"
"E no, il nonno ha i baffini perchè è piccolino"
sabato 5 ottobre 2013
Cose che succedono quando sei stanca, ma stanca, ma stanca...
Certe cose...molte cose di quando i bimbi sono minuscoli si dimenticano, forse perchè incosciamente è un modo per "proteggersi", perchè sennò non faresti il secondo, non guarderesti con occhi languidi un neonato nella carrozzina che dorme beato (in quel momento), non proveresti una punta d'invidia nel trovarti ad un matrimonio circondata da pance di diverse misure...
Certe cose si dimenticano forse per pudore perchè, quando ti balenano in testa, ripescate da chissà quale antro buio del tuo cervello te ne vergogni un po' e le ricacci laggiù, al buio.
Certe cose si cancellano e anche tu ti soprendi a pensare: "mio figlio una cosa del genere non l'ha MAI fatta!" quando invece è successo...eccome se è successo!
Questi avvenimenti si dimenticano forse perchè nei primi anni sei stanca, ma così stanca che non li registri proprio, presa come sei ad annotare gli orari delle poppate, da quante ore non cambi il pannolino, quanti barattoli di minestra congelata hai ancora nel freezer, quante ore dovresti dormire stanotte per recuperare quelle perse nelle notti precedenti....
Però.
Però io on the contrary me le voglio proprio appuntare di modo da avere un alibi tra una decina d'anni quando le mie figlie saranno adolescenti e mi rinfacceranno di essere vecchia solo perchè ho dimenticato uno dei loro innumerevoli impegni: è colpa della stanchezza se mi dimentico tutto...lo facevo anche un sacco di tempo fa!
Infatti mi è capitato di mettere il pannolino della piccola alla grande e di trovarla al mattino in un lago di pipì..il pannolino era letteralmente esploso! Da quel momento Marta, quando mi vedeva prendere quello sbagliato iniziava a piangere e urlava "Lalla!" (pur avendo solo 2 anni si faceva capire bene!)
Ho anche tentato di mettere il ciuccio a mia madre, provando fastidio:"ma perchè non vuole aprire la bocca?"
Ovviamente ho scambiato i nomi innumerevoli volte -grande idea chiamarle entrambe con nomi che iniziano per "Mar"-e finire per urlare spesso Marga! (o Margha?) tremenda sintesi dei due!
Il meglio però l'ho dato un pomeriggio quando, ad un certo punto, ho iniziato a cercare disperatamente la piccola durante una festa, chiedendo a Marco:"dov è Lalla? L'ho persa!", accorgendomi nell'istante stesso di averla in braccio!
Certe cose si dimenticano forse per pudore perchè, quando ti balenano in testa, ripescate da chissà quale antro buio del tuo cervello te ne vergogni un po' e le ricacci laggiù, al buio.
Certe cose si cancellano e anche tu ti soprendi a pensare: "mio figlio una cosa del genere non l'ha MAI fatta!" quando invece è successo...eccome se è successo!
Questi avvenimenti si dimenticano forse perchè nei primi anni sei stanca, ma così stanca che non li registri proprio, presa come sei ad annotare gli orari delle poppate, da quante ore non cambi il pannolino, quanti barattoli di minestra congelata hai ancora nel freezer, quante ore dovresti dormire stanotte per recuperare quelle perse nelle notti precedenti....
Però.
Però io on the contrary me le voglio proprio appuntare di modo da avere un alibi tra una decina d'anni quando le mie figlie saranno adolescenti e mi rinfacceranno di essere vecchia solo perchè ho dimenticato uno dei loro innumerevoli impegni: è colpa della stanchezza se mi dimentico tutto...lo facevo anche un sacco di tempo fa!
Infatti mi è capitato di mettere il pannolino della piccola alla grande e di trovarla al mattino in un lago di pipì..il pannolino era letteralmente esploso! Da quel momento Marta, quando mi vedeva prendere quello sbagliato iniziava a piangere e urlava "Lalla!" (pur avendo solo 2 anni si faceva capire bene!)
Ho anche tentato di mettere il ciuccio a mia madre, provando fastidio:"ma perchè non vuole aprire la bocca?"
Ovviamente ho scambiato i nomi innumerevoli volte -grande idea chiamarle entrambe con nomi che iniziano per "Mar"-e finire per urlare spesso Marga! (o Margha?) tremenda sintesi dei due!
Il meglio però l'ho dato un pomeriggio quando, ad un certo punto, ho iniziato a cercare disperatamente la piccola durante una festa, chiedendo a Marco:"dov è Lalla? L'ho persa!", accorgendomi nell'istante stesso di averla in braccio!
lunedì 30 settembre 2013
Una giornata normalmente speciale
Svegliarsi presto per andare tutti insieme alla fattoria didattica: accorgersi che fuori piove, poi smette, poi ripiove, poi forse schiarisce
Vedersi in piazza con gli amici, decidere di partire ugualmente salvo dover tornare indietro dopo pochi minuti: no, non schiarisce, sta diluviando!
Cambiare programma 3 volte in cinque minuti mantenendo la tranquillità e il buonumore, cosa che fino a pochi anni fa non avrei mai potuto concepire
Salvare la mattina e ripartire il pomeriggio per il museo di storia naturale, inseguire una piccola che, appiccicata al "mio Francesco" -amichetto dell'asilo- commenta con entusiasmo e sorpresa tutti gli animali; Osservare con tenerezza una bimba grande per mano a papà che ascolta affascinata le sue spiegazioni.
Sorprendesi, usciti da lì, di vedere sopra le proprie teste il cielo terso e un sole pallido e beffardo; consolarsi con un gelato e finire con un giro, tutti e quattro per mano, per le vie del centro
Strigliare le cicce delle bimbe a mollo nella vasca mentre passano in rassegna gli animali più belli, in particolare la stella marina e lo "struzzino che stava nell'uovo"
Tornare a casa e pregustare la sorpresa che già lievita al calduccio; abbuffarsi leccandosi le dita e decretare che una pizza è la degna conclusione di una giornata normalmente speciale!
Vedersi in piazza con gli amici, decidere di partire ugualmente salvo dover tornare indietro dopo pochi minuti: no, non schiarisce, sta diluviando!
Cambiare programma 3 volte in cinque minuti mantenendo la tranquillità e il buonumore, cosa che fino a pochi anni fa non avrei mai potuto concepire
Salvare la mattina e ripartire il pomeriggio per il museo di storia naturale, inseguire una piccola che, appiccicata al "mio Francesco" -amichetto dell'asilo- commenta con entusiasmo e sorpresa tutti gli animali; Osservare con tenerezza una bimba grande per mano a papà che ascolta affascinata le sue spiegazioni.
Sorprendesi, usciti da lì, di vedere sopra le proprie teste il cielo terso e un sole pallido e beffardo; consolarsi con un gelato e finire con un giro, tutti e quattro per mano, per le vie del centro
Strigliare le cicce delle bimbe a mollo nella vasca mentre passano in rassegna gli animali più belli, in particolare la stella marina e lo "struzzino che stava nell'uovo"
Tornare a casa e pregustare la sorpresa che già lievita al calduccio; abbuffarsi leccandosi le dita e decretare che una pizza è la degna conclusione di una giornata normalmente speciale!
mercoledì 25 settembre 2013
Acciughina salterella
Tra tutti i pesciolini ti è piaciuto questo, magro magro come te, che da mesi mostri al mondo quelle gambette che sbucano lunghe dai pantaloncini; Acciughina che ami stare nell'acqua, fosse anche solo quella della vasca da bagno, che non stai mai ferma e corri e salti tanto da battezzarti da sola "salterella".
Bimba grande che stai diventando sempre di più maestrina, precisa, puntigliosa e attenta, che ti ricordi tutto, anche di moltissimo tempo fa; Timida e schiva con chi non conosci, non ami stare al centro dell'attenzione e soffri la domanda che costantemente ti fanno: "come ti chiami? e quanti anni hai?"
Fiera di essere diventata mezzana perchè puoi stare in quel limbo tranquillo tra i piccoli, controllati a vista dalle maestre e i grandi, carichi di resposabilità, compiti e visite alla scuola elementare...
Ami tutti, senza distinzioni, e stai iniziando ad apprezzare la compagnia di papà che, meglio di me, spesso sa prenderti per il verso giusto.
Ti piace ospitare alla sera Marghe sotto le coperte per il tempo delle preghiere, prestandole uno dei tuoi bambolotti, al mattino ti alzi e mi chiedi qual è il programma della giornata....e in questo sei proprio mia figlia!
Quando ritieni che le mie domande sul tuo asilo siano troppe mi interrompi e mi chiedi di raccontarti del mio lavoro, tieni a mente le mie uscite "mondane" e noti subito se ho qualcosa di nuovo addosso;
Mi ripeti sempre che è bello stare tutti insieme ed è proprio vero: quando siamo noi quattro soli le tue chiacchiere e le risate riempono l'aria, ci contagi con il tuo buon umore, cerchi e dai coccole a tutti... sei proprio il nostro piccolo raggio di sole!
Bimba grande che stai diventando sempre di più maestrina, precisa, puntigliosa e attenta, che ti ricordi tutto, anche di moltissimo tempo fa; Timida e schiva con chi non conosci, non ami stare al centro dell'attenzione e soffri la domanda che costantemente ti fanno: "come ti chiami? e quanti anni hai?"
Fiera di essere diventata mezzana perchè puoi stare in quel limbo tranquillo tra i piccoli, controllati a vista dalle maestre e i grandi, carichi di resposabilità, compiti e visite alla scuola elementare...
Ami tutti, senza distinzioni, e stai iniziando ad apprezzare la compagnia di papà che, meglio di me, spesso sa prenderti per il verso giusto.
Ti piace ospitare alla sera Marghe sotto le coperte per il tempo delle preghiere, prestandole uno dei tuoi bambolotti, al mattino ti alzi e mi chiedi qual è il programma della giornata....e in questo sei proprio mia figlia!
Quando ritieni che le mie domande sul tuo asilo siano troppe mi interrompi e mi chiedi di raccontarti del mio lavoro, tieni a mente le mie uscite "mondane" e noti subito se ho qualcosa di nuovo addosso;
Mi ripeti sempre che è bello stare tutti insieme ed è proprio vero: quando siamo noi quattro soli le tue chiacchiere e le risate riempono l'aria, ci contagi con il tuo buon umore, cerchi e dai coccole a tutti... sei proprio il nostro piccolo raggio di sole!
giovedì 19 settembre 2013
Ricordi estivi e bilanci
Negli ultimi 16 anni ho avuto al fortuna di tornare per le vacanze sempre nello stesso posto e di poter trascorrere quasi un mese intero in compagnia di coetanei che, di tanto in tanto, ritrovavo anche in città.
Appena i miei hanno preso casa tra le montagne del Cuneese sono stata fagocitata in una compagnia di ragazzini che all'inizio era piuttosto grande: le giornate passavano tra giri in bici, partite di tennis (durante le quali io facevo solo da spettatrice poichè è uno sport in cui sono negata!), gite nei boschi e chiacchiere sulle panchine dei giardinetti; La sera ci si vedeva per salire in paese o per ritrovarci in un locale, il "Ranch" che d'inverno trasformava il campo da tennis in pista di pattinaggio sul ghiaccio!
Il diversivo erano gli scherzi telefonici in una cabina un po' nascosta...gli spiccioli andavano giù velocemente e le risate erano assicurate!
A mano a mano che si cresceva la compagnia diventava sempre più piccola finchè siamo rimasti in 5 o 6 fedelissimi.
Essere in pochi è diventato un aspetto decisamente positivo: ci trovavamo subito d'accordo su come volevamo impiegare le nostre giornate e di anno in anno ripetevamo certe esperienze che si sono poi trasformate in "must" senza le quali la vacanza non sarebbe stata la stessa!
Così i giri in bici si facevano sempre più lunghi e difficili, le gite ai rifugi con partenza all'alba, il pic-nic serale, la sera di ferragosto alla discoteca sul prato, le partite di scala 40 nel box, le cene a base di crepes, la notte di san lorenzo sul prato di fronte a casa ingannando l'attesa delle stelle cadenti con una radio accesa, il venerdì mattina al mercato, la pizza di fine estate, il gelato gigante in un posto che più freddo e umido non avrebbero potuto trovarlo...
Siamo cresciuti tutti e, nell'arco di cinque anni ci siamo sposati e abbiamo avuto dei bambini...ogni estate, da qualche anno a questa parte ci si ritrova, magari solo per una settimana, a ripercorrere con i passeggini o con i bimbi in spalla le stesse passeggiate di qualche tempo fa; dalle finestre delle nostre case non escono più le musiche ascoltate a ripetizione ma solo i pianti o le risate dei nostri figli; le piazzette non sono più occupate dalle nostre bici ma da palloni e tricicli, i litigi degli adolescenti hanno lasciato il posto ai capricci dei piccolini...
Mi sembra molto bello ritrovarsi ogni anno e riempire con vocine nuove quei luoghi che ci hanno visti crescere, sperando che l'amicizia che ci ha portato li ogni estate ad aspettarci l'un l'altro con trepidazione sia la stessa anche per i nostri bimbi.
Appena i miei hanno preso casa tra le montagne del Cuneese sono stata fagocitata in una compagnia di ragazzini che all'inizio era piuttosto grande: le giornate passavano tra giri in bici, partite di tennis (durante le quali io facevo solo da spettatrice poichè è uno sport in cui sono negata!), gite nei boschi e chiacchiere sulle panchine dei giardinetti; La sera ci si vedeva per salire in paese o per ritrovarci in un locale, il "Ranch" che d'inverno trasformava il campo da tennis in pista di pattinaggio sul ghiaccio!
Il diversivo erano gli scherzi telefonici in una cabina un po' nascosta...gli spiccioli andavano giù velocemente e le risate erano assicurate!
A mano a mano che si cresceva la compagnia diventava sempre più piccola finchè siamo rimasti in 5 o 6 fedelissimi.
Essere in pochi è diventato un aspetto decisamente positivo: ci trovavamo subito d'accordo su come volevamo impiegare le nostre giornate e di anno in anno ripetevamo certe esperienze che si sono poi trasformate in "must" senza le quali la vacanza non sarebbe stata la stessa!
Così i giri in bici si facevano sempre più lunghi e difficili, le gite ai rifugi con partenza all'alba, il pic-nic serale, la sera di ferragosto alla discoteca sul prato, le partite di scala 40 nel box, le cene a base di crepes, la notte di san lorenzo sul prato di fronte a casa ingannando l'attesa delle stelle cadenti con una radio accesa, il venerdì mattina al mercato, la pizza di fine estate, il gelato gigante in un posto che più freddo e umido non avrebbero potuto trovarlo...
Siamo cresciuti tutti e, nell'arco di cinque anni ci siamo sposati e abbiamo avuto dei bambini...ogni estate, da qualche anno a questa parte ci si ritrova, magari solo per una settimana, a ripercorrere con i passeggini o con i bimbi in spalla le stesse passeggiate di qualche tempo fa; dalle finestre delle nostre case non escono più le musiche ascoltate a ripetizione ma solo i pianti o le risate dei nostri figli; le piazzette non sono più occupate dalle nostre bici ma da palloni e tricicli, i litigi degli adolescenti hanno lasciato il posto ai capricci dei piccolini...
Mi sembra molto bello ritrovarsi ogni anno e riempire con vocine nuove quei luoghi che ci hanno visti crescere, sperando che l'amicizia che ci ha portato li ogni estate ad aspettarci l'un l'altro con trepidazione sia la stessa anche per i nostri bimbi.
sabato 14 settembre 2013
Dopo tre anni
Dopo tre anni resti sempre il gattino che sei sempre stata, ancora più furbetta perchè ora sai chiedere i glattini senza pudore
Dopo tre anni parli fino allo sfinimento, mentre cammini per strada, sulle vette dei monti, sul gabinetto, mentre ti laviamo i denti
Durante quest'anno hai abbandonato ciuccio e pannolino, hai imparato a contare fino a 20 (tledici, cacoldici...), hai adottato un bimbo immaginario che prima stava nella tua pancia, poi nel marsupio e infine nello vàino e che si chiama Aleffandro; porti di tanto in tanto al guinzaglio un cane fel finta che chiudi nel bagagliaio dell'auto o che sgridi duramente perchè fa la cacca sulle scale
Quando mi chiedi qualcosa di serio inizi dicendo: "Mamma? -sospiro- Pelò..." ma ormai sei la caricatura di te stessa e a volte ti scappa da ridere e dimentichi quello che volevi dirmi; quando ti arrabbi invece urli "polca vacca" e io non so se ridere o sgridarti
Hai dei vistosi problemi con le consonanti: "ah, fi fi!" per approvare, "fento una puffa" per denunciare un odore sospetto, "una piffa con la muffarella" per farti uno spuntino e "una puffanghera" in cui ti piacerebbe sguazzare come Peppa.
Confondi i colori ma sai riconoscere la macchina fimile alla nostra, canti canzoni lunghissime tutte a memoria, fai il segno della croce con entrambe le mani, vivi di paladoli (pomodori) e mi chiedi ogni giorno la pasta speciale ma non sono sicura di aver capito a cosa ti riferisci.
Hai passato tutte le vacanze chiedendo di tornare a Gèmona e vorresti parlare con lo zio del computer, saluti le persone con un innovativo "buon-arrivederci", estrema sintesi di cortesia.
Abbracci e baci appassionatamente Marta, ti fai coccolare e aiutare, la chiami "forella, forella!"
Dopo tre anni ti guardo e mi chiedo dove lo abbiamo lasciato scorrere questo tempo, come abbiamo fatto a farlo passare così velocemente da trovarci ora in braccio una bimba che ci guarda con i suoi occhietti ribelli e furbi e che scalpita per correre via facendo sventolare una gonna già un po' corta.
Dove sono andati la fatica, il sonno, le coliche e i capricci, le cacche sul tappeto del bagno?
Quanto è lontano quel capodanno quando abbiamo festeggiato tra una poppata e l'altra e due minuti dopo mezzanotte eravamo già addormentati?
Dopo tre anni ho capito dove è finito tutto questo: nei tuoi occhi allegri, nella tua vocina acuta, nelle risate tintinnanti, nel tuo sorriso.
Buon compleanno gattina piccola!
Dopo tre anni parli fino allo sfinimento, mentre cammini per strada, sulle vette dei monti, sul gabinetto, mentre ti laviamo i denti
Durante quest'anno hai abbandonato ciuccio e pannolino, hai imparato a contare fino a 20 (tledici, cacoldici...), hai adottato un bimbo immaginario che prima stava nella tua pancia, poi nel marsupio e infine nello vàino e che si chiama Aleffandro; porti di tanto in tanto al guinzaglio un cane fel finta che chiudi nel bagagliaio dell'auto o che sgridi duramente perchè fa la cacca sulle scale
Quando mi chiedi qualcosa di serio inizi dicendo: "Mamma? -sospiro- Pelò..." ma ormai sei la caricatura di te stessa e a volte ti scappa da ridere e dimentichi quello che volevi dirmi; quando ti arrabbi invece urli "polca vacca" e io non so se ridere o sgridarti
Hai dei vistosi problemi con le consonanti: "ah, fi fi!" per approvare, "fento una puffa" per denunciare un odore sospetto, "una piffa con la muffarella" per farti uno spuntino e "una puffanghera" in cui ti piacerebbe sguazzare come Peppa.
Confondi i colori ma sai riconoscere la macchina fimile alla nostra, canti canzoni lunghissime tutte a memoria, fai il segno della croce con entrambe le mani, vivi di paladoli (pomodori) e mi chiedi ogni giorno la pasta speciale ma non sono sicura di aver capito a cosa ti riferisci.
Hai passato tutte le vacanze chiedendo di tornare a Gèmona e vorresti parlare con lo zio del computer, saluti le persone con un innovativo "buon-arrivederci", estrema sintesi di cortesia.
Abbracci e baci appassionatamente Marta, ti fai coccolare e aiutare, la chiami "forella, forella!"
Dopo tre anni ti guardo e mi chiedo dove lo abbiamo lasciato scorrere questo tempo, come abbiamo fatto a farlo passare così velocemente da trovarci ora in braccio una bimba che ci guarda con i suoi occhietti ribelli e furbi e che scalpita per correre via facendo sventolare una gonna già un po' corta.
Dove sono andati la fatica, il sonno, le coliche e i capricci, le cacche sul tappeto del bagno?
Quanto è lontano quel capodanno quando abbiamo festeggiato tra una poppata e l'altra e due minuti dopo mezzanotte eravamo già addormentati?
Dopo tre anni ho capito dove è finito tutto questo: nei tuoi occhi allegri, nella tua vocina acuta, nelle risate tintinnanti, nel tuo sorriso.
Buon compleanno gattina piccola!
martedì 10 settembre 2013
Fratello
Quando stavi per nascere mi hanno portato dalla nonna e ricordo la telefonata di papà che ci diceva che eri un fratellino; qualche mese dopo sei scampato ai miei consigli di buttarti nella spazzatura visto che una sera piangevi e la mamma mi sembrava un po' provata.
Presto ti sei vendicato portandomi via un pezzetto di schiena con un morso, forse unica occasione in cui sei stato rimproverato dalla nonna per la quale eri e sarai sempre il "principino" ("vieni a mangiare da noi, nonna?" "Ma Federico non c'è...cosa vengo a fare?")
Sei sempre stato fifone: nella piscina bassa quando il maestro vi diceva di mettere la testa sott'acqua tu baravi spudoratamente immergendo solo la fronte di modo da tenere il naso fuori; indimenticabile un pomeriggio ai baracconi quando hai rischiato di lasciarci le penne dalla paura che ti sei preso nella casa dei fantasmi...
All'asilo cantavi le canzoncine di fine anno in playback muovendo con scarsa efficacia la bocca perchè non ricordavi le parole, in compenso in prima elementare sei arrivato carico e motivato, chiedendo fin dal primo giorno i compiti alla maestra.
I pensierini erano il tuo (e nostro) dramma perchè, preciso come sei, non potevi tollerare di invertarti qualcosa se in effetti il giorno prima quella cosa non l'avevi fatta..in compenso risolvevi i miei problemi di matematica, tre anni prima del previsto!
Ci hai tenuto compagnia con i tuoi strimpellamenti al pianoforte e ci hai emozionato al tuo primo saggio, ci hai tenuti con il fiato sospeso due volte a causa dei tuoi incidenti ciclistici;
Alle superiori hai avuto amicizie altolocate che però ti hanno portato sulla strada della musica tecno...come dimenticare i pomeriggi di studio con la radio sintonizzata su "Vitamina H"?
Hai ripreso il tuo cammino scout incontrando tante persone speciali che hanno tirato fuori la tua vera anima da "ciuchino"..un soprannome che ti calza alla perfezione: tenero, fedele, con il cuore grande...ma anche pignolo e suscettibile..
Hai preso la tua strada da grande statistico e quando sei partito per Mentone non potevamo immaginare che da quel momento non ti saresti più fermato; per fortuna hai incontrato una testolina riccia come te che ti ha conquistato: sembra incredibile che nei 20 anni prima di conoscervi vi sarete incrociati decine di volte per le strade dello stesso quartiere senza saperlo e, al momento giusto, la vita vi ha portati a rincorrervi per 5 anni su e giù per l'Europa...
La lontananza ha affinato le nostre tecniche di "correzione fraterna" via telefono (e..più fraterna di così non si può!) e le tue nipoti pensano che tu sia "lo zio del computer" visto che a volte compari e possiamo parlare con te!
Venerdì ti sposi ed è tanto tempo che aspettavo questo momento.
Posso solo augurarti che sia il primo di moltissimi giorni felici...
Presto ti sei vendicato portandomi via un pezzetto di schiena con un morso, forse unica occasione in cui sei stato rimproverato dalla nonna per la quale eri e sarai sempre il "principino" ("vieni a mangiare da noi, nonna?" "Ma Federico non c'è...cosa vengo a fare?")
Sei sempre stato fifone: nella piscina bassa quando il maestro vi diceva di mettere la testa sott'acqua tu baravi spudoratamente immergendo solo la fronte di modo da tenere il naso fuori; indimenticabile un pomeriggio ai baracconi quando hai rischiato di lasciarci le penne dalla paura che ti sei preso nella casa dei fantasmi...
All'asilo cantavi le canzoncine di fine anno in playback muovendo con scarsa efficacia la bocca perchè non ricordavi le parole, in compenso in prima elementare sei arrivato carico e motivato, chiedendo fin dal primo giorno i compiti alla maestra.
I pensierini erano il tuo (e nostro) dramma perchè, preciso come sei, non potevi tollerare di invertarti qualcosa se in effetti il giorno prima quella cosa non l'avevi fatta..in compenso risolvevi i miei problemi di matematica, tre anni prima del previsto!
Ci hai tenuto compagnia con i tuoi strimpellamenti al pianoforte e ci hai emozionato al tuo primo saggio, ci hai tenuti con il fiato sospeso due volte a causa dei tuoi incidenti ciclistici;
Alle superiori hai avuto amicizie altolocate che però ti hanno portato sulla strada della musica tecno...come dimenticare i pomeriggi di studio con la radio sintonizzata su "Vitamina H"?
Hai ripreso il tuo cammino scout incontrando tante persone speciali che hanno tirato fuori la tua vera anima da "ciuchino"..un soprannome che ti calza alla perfezione: tenero, fedele, con il cuore grande...ma anche pignolo e suscettibile..
Hai preso la tua strada da grande statistico e quando sei partito per Mentone non potevamo immaginare che da quel momento non ti saresti più fermato; per fortuna hai incontrato una testolina riccia come te che ti ha conquistato: sembra incredibile che nei 20 anni prima di conoscervi vi sarete incrociati decine di volte per le strade dello stesso quartiere senza saperlo e, al momento giusto, la vita vi ha portati a rincorrervi per 5 anni su e giù per l'Europa...
La lontananza ha affinato le nostre tecniche di "correzione fraterna" via telefono (e..più fraterna di così non si può!) e le tue nipoti pensano che tu sia "lo zio del computer" visto che a volte compari e possiamo parlare con te!
Venerdì ti sposi ed è tanto tempo che aspettavo questo momento.
Posso solo augurarti che sia il primo di moltissimi giorni felici...
venerdì 6 settembre 2013
Eventi significativi e altre meraviglie di fine estate
Tornati dalle vacanze possiamo segnalare alcuni eventi degni di nota:
1. Le bimbe giocano incessantemente dal mattino, ancora nel loro letto, fino alla sera quando al buio parlottano aspettando il sonno. Ho capito il concetto del gioco come un lavoro (M. Bernardi docuit): per loro è un'occupazione seria, fondamentale e molto impegnativa,alla quale si dedicano anima e corpo tutto il tempo.
2. Il gioco preferito è quello mamma-e-figlia e (per grazia divina!) Marta, la grande, ama fare sempre la mamma mentre Marghe si cala nel ruolo di piccina. Spero che l'idillio duri perchè ho vaghi ricordi di soprusi miei nei confronti di mio fratello costretto a fare il figlio, il postino, lo zio o qualunque altro personaggio eccetto il marito. Ma c'è anche chi (Marco, ultimo di cinque figli) aveva sempre la parte del cane...quindi forse a mio fratello non è andata poi così male!
3. L'estate ha portato una ventata di autonomia insperata quindi si vogliono svestire e vestire da sole, impiegando magari il doppio del tempo ma noi le lasciamo fare...
4. Per la prima volta dopo 5 anni sono partita senza ciucci, biberon, lettini, pannolini, passeggini, pappine, clisterini e altri fondamentali orpelli che se te li dimentichi sono guai...
5. Grazie al fatto di aver passato 3 settimane insieme ai nonni, io e Marco siamo usciti quasi tutte le sere dopo aver messo a nanna le piccole escursioniste, accumulando perciò un debito enorme con i nonni suddetti!
6. Abbiamo scoperto che un po' di TV se scelta bene può essere non solo un modo per stare un'oretta tranquilli ma anche un pretesto per imparare (grandi e piccole): così grazie al cartone dei dinosauri abbiamo acquisito una cultura da paleontologi imparando a dire termini quali "Proganochelidi".
In compenso non vogliono vedere l'ape maia per paura delle vespe...
1. Le bimbe giocano incessantemente dal mattino, ancora nel loro letto, fino alla sera quando al buio parlottano aspettando il sonno. Ho capito il concetto del gioco come un lavoro (M. Bernardi docuit): per loro è un'occupazione seria, fondamentale e molto impegnativa,alla quale si dedicano anima e corpo tutto il tempo.
2. Il gioco preferito è quello mamma-e-figlia e (per grazia divina!) Marta, la grande, ama fare sempre la mamma mentre Marghe si cala nel ruolo di piccina. Spero che l'idillio duri perchè ho vaghi ricordi di soprusi miei nei confronti di mio fratello costretto a fare il figlio, il postino, lo zio o qualunque altro personaggio eccetto il marito. Ma c'è anche chi (Marco, ultimo di cinque figli) aveva sempre la parte del cane...quindi forse a mio fratello non è andata poi così male!
3. L'estate ha portato una ventata di autonomia insperata quindi si vogliono svestire e vestire da sole, impiegando magari il doppio del tempo ma noi le lasciamo fare...
4. Per la prima volta dopo 5 anni sono partita senza ciucci, biberon, lettini, pannolini, passeggini, pappine, clisterini e altri fondamentali orpelli che se te li dimentichi sono guai...
5. Grazie al fatto di aver passato 3 settimane insieme ai nonni, io e Marco siamo usciti quasi tutte le sere dopo aver messo a nanna le piccole escursioniste, accumulando perciò un debito enorme con i nonni suddetti!
6. Abbiamo scoperto che un po' di TV se scelta bene può essere non solo un modo per stare un'oretta tranquilli ma anche un pretesto per imparare (grandi e piccole): così grazie al cartone dei dinosauri abbiamo acquisito una cultura da paleontologi imparando a dire termini quali "Proganochelidi".
In compenso non vogliono vedere l'ape maia per paura delle vespe...
mercoledì 28 agosto 2013
Ricordi estivi: vacanze al campo
Per sette anni le mie vacanze sono state scandite anche dal campo estivo, prima nei Lupetti e poi in Reparto.
Si dice che l'ultimo campo è sempre il più bello, forse sull'onda dell'entusiasmo per le emozioni vissute poco prima; Se devo però pensare al più bel campo devo dire che è stato il primo.
Ricordo ancora la paura e la malinconia che mi presero qualche giorno prima della partenza: con mia mamma sul poggiolo iniziai a piagnucolare. Lei mi disse, con mia grande sorpresa, che anche lei da piccola era stata ai campi ACR e che prima di partire era molto triste ma quando il campo era giunto all'ultimo giorno non sarebbe mai voluta venir via.
Non so se questa frase fosse vera comunque bastò per rincuorarmi (Anche la mamma che è graaande ha avuto paura?!?) così presi il quaderno di caccia e mi preparai una pagina al giorno da completare tipo diario e, in fondo, il conto alla rovescia per la fine del campo: successe proprio come alla mamma...una volta ambientata non sarei più voluta tornare a casa!
Di quell'esperienza ricordo le lacrime soffocate nel cuscino i primi giorni al canto serale dell'Ula Ula, il sostegno con mia cugina, anche lei alla prima esperienza fuori casa; Il nostro caposestiglia che, approfittando del fatto che noi eravamo "innamorate" di lui ci sfruttava facendoci lavare la sua gavetta e appioppandoci vari altri compiti che noi, con i cuoricini negli occhi, eseguivamo solerti..
Ricordo il vero terrore per il mio primo gioco notturno, il divertimento della giornata al contrario in cui si faceva colazione con riso e insalata di mozzarella e pomodori, e si proseguiva tutto al rovescio, prati enormi, scorpacciate di ciliegie, la scoperta del famigerato patatonno che se non l'hai mai mangiato non sei stato un bambino abbastanza felice, le Messe in mezzo ai campi, le sere fino a tardi intorno al fuoco...
Del reparto ricordo lo stupore, la fatica e la soddisfazione di vivere dieci giorni senza tutte le comodità a cui ero abituata (quando tornai a casa la prima volta feci un salto allo squillo del telefono..), la gioia di costruirsi un tavolo su cui mangiare e dei fornelli con cui cucinare; l'orrore di avere un bosco come bagno e un fiume ghiacciato come doccia; la stanchezza per il fatto di non fermarsi quasi mai, le angurie divorate, i nodi da imparare, gli impegni da rispettare, le olimpiadi, momento in assoluto da me preferito...
La missione di squadriglia in cui affrontavamo da sole una gita fino ad posto stabilito, cartina alla mano e...soldi nascosti dentro il reggiseno per comprare tutti quei paciughi che erano assolutamente vietati.
Signore gentili che ci aspettavano alla fine del sentiero per ospitarci in casa loro in cambio di qualche servizio e che ci ricoprivano di dolci e manicaretti; la sfida di dormire qualche notte all'addiaccio su un prato e imparare a riconoscere alcune costellazioni...
Non credo sarei in grado ora di affontare dieci giorni così, come facevo a 14 anni...ma sono state esperienze che, se non avessi fatto parte degli scout, non avrei mai vissuto.
Si dice che l'ultimo campo è sempre il più bello, forse sull'onda dell'entusiasmo per le emozioni vissute poco prima; Se devo però pensare al più bel campo devo dire che è stato il primo.
Ricordo ancora la paura e la malinconia che mi presero qualche giorno prima della partenza: con mia mamma sul poggiolo iniziai a piagnucolare. Lei mi disse, con mia grande sorpresa, che anche lei da piccola era stata ai campi ACR e che prima di partire era molto triste ma quando il campo era giunto all'ultimo giorno non sarebbe mai voluta venir via.
Non so se questa frase fosse vera comunque bastò per rincuorarmi (Anche la mamma che è graaande ha avuto paura?!?) così presi il quaderno di caccia e mi preparai una pagina al giorno da completare tipo diario e, in fondo, il conto alla rovescia per la fine del campo: successe proprio come alla mamma...una volta ambientata non sarei più voluta tornare a casa!
Di quell'esperienza ricordo le lacrime soffocate nel cuscino i primi giorni al canto serale dell'Ula Ula, il sostegno con mia cugina, anche lei alla prima esperienza fuori casa; Il nostro caposestiglia che, approfittando del fatto che noi eravamo "innamorate" di lui ci sfruttava facendoci lavare la sua gavetta e appioppandoci vari altri compiti che noi, con i cuoricini negli occhi, eseguivamo solerti..
Ricordo il vero terrore per il mio primo gioco notturno, il divertimento della giornata al contrario in cui si faceva colazione con riso e insalata di mozzarella e pomodori, e si proseguiva tutto al rovescio, prati enormi, scorpacciate di ciliegie, la scoperta del famigerato patatonno che se non l'hai mai mangiato non sei stato un bambino abbastanza felice, le Messe in mezzo ai campi, le sere fino a tardi intorno al fuoco...
Del reparto ricordo lo stupore, la fatica e la soddisfazione di vivere dieci giorni senza tutte le comodità a cui ero abituata (quando tornai a casa la prima volta feci un salto allo squillo del telefono..), la gioia di costruirsi un tavolo su cui mangiare e dei fornelli con cui cucinare; l'orrore di avere un bosco come bagno e un fiume ghiacciato come doccia; la stanchezza per il fatto di non fermarsi quasi mai, le angurie divorate, i nodi da imparare, gli impegni da rispettare, le olimpiadi, momento in assoluto da me preferito...
La missione di squadriglia in cui affrontavamo da sole una gita fino ad posto stabilito, cartina alla mano e...soldi nascosti dentro il reggiseno per comprare tutti quei paciughi che erano assolutamente vietati.
Signore gentili che ci aspettavano alla fine del sentiero per ospitarci in casa loro in cambio di qualche servizio e che ci ricoprivano di dolci e manicaretti; la sfida di dormire qualche notte all'addiaccio su un prato e imparare a riconoscere alcune costellazioni...
Non credo sarei in grado ora di affontare dieci giorni così, come facevo a 14 anni...ma sono state esperienze che, se non avessi fatto parte degli scout, non avrei mai vissuto.
mercoledì 21 agosto 2013
Picchi, castighi e lezioni da imparare
Un pomeriggio come tanti le bimbe giocano tranquille sul poggiolo...troppo tranquille.
Ad un certo punto le amabili chiacchiere si fanno concitate, il tono si alza e le canzoncine senza senso si trasformano in urlacci...
Scappa anche una sberla e la situazione richiede l'intervento di una mamma a caso...
"Ma si può sapere cosa succede?"
"Marta mi ha dato un picchio!!!"
"Si, l'ho picchiata oh!"
E se ne va in un'altra stanza.
La mamma la segue...
"E adesso mi metto un po' qui in castigo, oh!"
"Ah, bhe...se fai tutto da sola..."
Dopo pochi istanti arriva la sorellina:
"Dov'è Marta?"
"Si è messa li, in castigo!"
"Allora mi metto anche io un po' in castigo vicino a lei"
Due minuti dopo essersele date si ritrovano sedute vicine vicine, strette strette in un angolino a sfogliare insieme un giornalino di Cip e Ciop, parlottando come se non fosse mai successo nulla!
Un pomeriggio come tanti...mamma e papà hanno imparato una lezione.
E si sono fatti una bella risata!
Ad un certo punto le amabili chiacchiere si fanno concitate, il tono si alza e le canzoncine senza senso si trasformano in urlacci...
Scappa anche una sberla e la situazione richiede l'intervento di una mamma a caso...
"Ma si può sapere cosa succede?"
"Marta mi ha dato un picchio!!!"
"Si, l'ho picchiata oh!"
E se ne va in un'altra stanza.
La mamma la segue...
"E adesso mi metto un po' qui in castigo, oh!"
"Ah, bhe...se fai tutto da sola..."
Dopo pochi istanti arriva la sorellina:
"Dov'è Marta?"
"Si è messa li, in castigo!"
"Allora mi metto anche io un po' in castigo vicino a lei"
Due minuti dopo essersele date si ritrovano sedute vicine vicine, strette strette in un angolino a sfogliare insieme un giornalino di Cip e Ciop, parlottando come se non fosse mai successo nulla!
Un pomeriggio come tanti...mamma e papà hanno imparato una lezione.
E si sono fatti una bella risata!
domenica 18 agosto 2013
Belli e buoni
Tarda mattina, cammino in paese con le bimbe per mano.
"Mamma ho visto due cocchi! Ho visto due cocchi! Ho visto..."
(Un tantino insistente la ragazza)
"Ma chi sono i cocchi Marghe? Non ho capito!"
"Quelli! I cocchi!"
Il mio sguardo incuriosito si posa su due ragazzi di colore, che la piccola e sagace osservatrice ha definito "cocchi" ricordandosi dei vucumprà che l'anno scorso al mare giravano per la spiaggia urlando:" Cocco bello! Cocco buono!!!"
"Mamma ho visto due cocchi! Ho visto due cocchi! Ho visto..."
(Un tantino insistente la ragazza)
"Ma chi sono i cocchi Marghe? Non ho capito!"
"Quelli! I cocchi!"
Il mio sguardo incuriosito si posa su due ragazzi di colore, che la piccola e sagace osservatrice ha definito "cocchi" ricordandosi dei vucumprà che l'anno scorso al mare giravano per la spiaggia urlando:" Cocco bello! Cocco buono!!!"
mercoledì 14 agosto 2013
Ricordi estivi: vacanze in famiglia
Le mie vacanze in famiglia hanno avuto sempre come scenario la montagna: Valle d'Aosta prima, Piemonte poi.
La famiglia è sempre stata un po' allargata poichè per molti anni ci portavamo la nonna che prendeva parte anche alle passeggiate e -ricordo buffissimo- pascolava per i prati con qualche foglia in bocca, qualche erba che conosceva solo lei e che giudicava tenera e saporita!
Spesso poi adottavamo anche mia cugina che ai tempi era ancora figlia unica: questa situazione in cui ci trovavamo in tre mi piaceva moltissimo ed è lì che il nostro rapporto è diventato così stretto, quasi da sorelle!
Di queste vacanze mi ricordo come, percorrendo la strada da casa al paese mio papà si divertisse a cantarmi delle canzoncine, in particolare quella del Re che piangeva e che con le sue lacrime bagnava il suo cavallo (ah, bè..si bè)..mentre la ascoltavo mi immaginavo un cavallo con il pelo e la criniera completamente zuppi, grondante di lacrime reali.
Ricordo come con mia cugina monopolizzassimo le altalene e creassimo code chilometriche di bambini che aspettavano la fine delle nostre chiacchiere e di come mio fratello avesse allertato tutto il vicinato urlando "sangue! sangue! Muoio Muoio!" per una sbucciatura un po' più seria del solito..
Ricordo le fragole con la panna preparate da una vicina per merenda , piatto tabù in casa nostra e golosissima scoperta; un cane orrendo e spaventoso che sbucava a sorpresa da un cespuglio e che fu soprannominato "porco-cane" per la sua evidente somiglianza ad un maiale;
La banda del paese che qualche mattina passava ad incantare noi bimbi tutti schierati su un muretto ad ascoltare..
Da più grandi le passeggiate in bici che allora sembravano lunghissime tanto da richiedere una sosta x la merenda e che oggi, rifacendole da adulti sono veramente brevi;
Le partite a ping pong, i tornei a carte con la nonna, le merende nel parco vicino a casa, le sere trascorse in paese a sospirare davanti ai "calci in culo" che avremmo conquistato solo qualche anno più tardi...
La famiglia è sempre stata un po' allargata poichè per molti anni ci portavamo la nonna che prendeva parte anche alle passeggiate e -ricordo buffissimo- pascolava per i prati con qualche foglia in bocca, qualche erba che conosceva solo lei e che giudicava tenera e saporita!
Spesso poi adottavamo anche mia cugina che ai tempi era ancora figlia unica: questa situazione in cui ci trovavamo in tre mi piaceva moltissimo ed è lì che il nostro rapporto è diventato così stretto, quasi da sorelle!
Di queste vacanze mi ricordo come, percorrendo la strada da casa al paese mio papà si divertisse a cantarmi delle canzoncine, in particolare quella del Re che piangeva e che con le sue lacrime bagnava il suo cavallo (ah, bè..si bè)..mentre la ascoltavo mi immaginavo un cavallo con il pelo e la criniera completamente zuppi, grondante di lacrime reali.
Ricordo come con mia cugina monopolizzassimo le altalene e creassimo code chilometriche di bambini che aspettavano la fine delle nostre chiacchiere e di come mio fratello avesse allertato tutto il vicinato urlando "sangue! sangue! Muoio Muoio!" per una sbucciatura un po' più seria del solito..
Ricordo le fragole con la panna preparate da una vicina per merenda , piatto tabù in casa nostra e golosissima scoperta; un cane orrendo e spaventoso che sbucava a sorpresa da un cespuglio e che fu soprannominato "porco-cane" per la sua evidente somiglianza ad un maiale;
La banda del paese che qualche mattina passava ad incantare noi bimbi tutti schierati su un muretto ad ascoltare..
Da più grandi le passeggiate in bici che allora sembravano lunghissime tanto da richiedere una sosta x la merenda e che oggi, rifacendole da adulti sono veramente brevi;
Le partite a ping pong, i tornei a carte con la nonna, le merende nel parco vicino a casa, le sere trascorse in paese a sospirare davanti ai "calci in culo" che avremmo conquistato solo qualche anno più tardi...
mercoledì 7 agosto 2013
Cornuta lei, mazziato lui!
"All'asilo ho picchiato L.e la maestra mi ha messa in taftigo!" (castigo)
"Ha fatto bene!Non si picchiano gli altri bimbi ! Ma perché lo hai picchiato?"
"Perché la mia amica C. gli dava i bacini, così gli ho dato una fsberla!"
"Ha fatto bene!Non si picchiano gli altri bimbi ! Ma perché lo hai picchiato?"
"Perché la mia amica C. gli dava i bacini, così gli ho dato una fsberla!"
lunedì 29 luglio 2013
Vi guardo dormire
Vi guardo dormire, rannicchiate o scomposte,
attorniate dai vostri pupazzi che vi vegliano sorridenti, con i piedini
nudi e le mani chiuse a pugnetto, con il ticchettio dell’apina che si
muove ritmica segnando lo scorrere di un’altra notte
Vi
guardo e ritrovo la stessa espressione che avevate quando,
piccolissime, dormivate nella vostra culla, fresca e profumata, rosa e
bianca
Dormite così tranquille che
immagino i vostri sogni fatti di fatine, di peppe pig, di amichette
dell’asilo, vestiti con i fiori, orsetti gommosi, di prati su cui
rotolarsi e mare in cui ciuffarsi
I vostri respiri si rincorrono e si tengono compagnia
Sarei pronta a fare il doppio della fatica purchè rimaniate sempre così allegre, serene e leggere, purchè continuiate a volervi bene e cercarvi e ridere tra voi, a riempirci di una gioia sempre nuova, a farci scoprire il mondo con i vostri ragionamenti così cristallini e semplici, a stupirci con la vostra capacità di capirci, a farci impegnare per essere un po' meno imperfetti...
Sarei pronta a fare il doppio della fatica purchè rimaniate sempre così allegre, serene e leggere, purchè continuiate a volervi bene e cercarvi e ridere tra voi, a riempirci di una gioia sempre nuova, a farci scoprire il mondo con i vostri ragionamenti così cristallini e semplici, a stupirci con la vostra capacità di capirci, a farci impegnare per essere un po' meno imperfetti...
giovedì 25 luglio 2013
Ricordi estivi: vacanze in compagnia
Tra i primissimi ricordi che ho delle mie vacanze ci sono quelle trascorse in montagna in compagnia di una famiglia di amici dei miei che avevano due bimbi, all'incirca nostri coetanei.
Riesco a visualizzare dei prati grandissimi, il loro residence che aveva forse un tappeto o un pezzo di aiuola a forma di mela (il residence si chiamava "la mela" o qualcosa del genere...), le mattinate passate ai giardini prima di completare il giro della spesa quotidiana.
Ricordo le passeggiate, lunghe per le nostre gambette poco allenate, fatte spesso due volte: il papà di questi bambini collezionava scarafaggi di ogni dimensione e colore così passava la prima volta per il sentiero posizionando le "esche" (lattine di birra piene di non so quale misteriosa sostanza) e la seconda volta a ritirare lo schifoso bottino.
Quando la stanchezza si faceva sentire i papà davano inizio al gioco del biglietto: ogni tot di metri si fermavano e chiedevano a ogni bambino un biglietto per poter proseguire: una foglia, un sassolino, un fiore...
La merenda era spesso a base di gelato e quelle estati avevamo imparato a mangiare il cono "al contrario", morsicando la punta e risucchiando tutto il gelato dal basso...non oso immaginare in che condizioni uscissero le nostre mani e le magliette da questo bel divertimento!
Accanto a queste vacanze in montagna c'erano quelle nella campagna dei miei zii...una casa molto grande (o almeno a me pareva tale) nell'entroterra ligure in cui passavamo buona parte del mese di agosto con i miei zii, mia cugina e la nonna.
Lì ho imparato ad andare in bici (saltando il passaggio delle rotelle), e a familiarizzare con le galline e i conigli (ma ne ho ricordi vaghi), lì ho fatto la mia prima ed unica esperienza da chierichetta: con mia cugina avevamo l'onore di suonare le campane, rischiando ogni volta di rimanere appense alla corda, trascinate via dal loro peso!
Ricordo una passeggiata fatta moltissime volte fino ad una cappelletta, durante la quale ci inventavamo storie di paura; una compagnia di amichetti più grandi di noi; una stanza piccola e umida adibita a sgabuzzino, nella quale la nonna teneva i nostri giochi ma che mi incuteva tantissimo timore...
Ho davanti agli occhi le scale ripide che portavano al piano di sopra, la nostra stanza con arredi piuttosto antichi e pavimenti "ondulati", il letto a castello, i piatti della nonna con il bordo colorato, ogni piatto un colore diverso!
Un mese di vita con una famiglia allargata che a volte stava un po' stretta ma che mi ha lasciato tanti bellissimi ricordi!
Riesco a visualizzare dei prati grandissimi, il loro residence che aveva forse un tappeto o un pezzo di aiuola a forma di mela (il residence si chiamava "la mela" o qualcosa del genere...), le mattinate passate ai giardini prima di completare il giro della spesa quotidiana.
Ricordo le passeggiate, lunghe per le nostre gambette poco allenate, fatte spesso due volte: il papà di questi bambini collezionava scarafaggi di ogni dimensione e colore così passava la prima volta per il sentiero posizionando le "esche" (lattine di birra piene di non so quale misteriosa sostanza) e la seconda volta a ritirare lo schifoso bottino.
Quando la stanchezza si faceva sentire i papà davano inizio al gioco del biglietto: ogni tot di metri si fermavano e chiedevano a ogni bambino un biglietto per poter proseguire: una foglia, un sassolino, un fiore...
La merenda era spesso a base di gelato e quelle estati avevamo imparato a mangiare il cono "al contrario", morsicando la punta e risucchiando tutto il gelato dal basso...non oso immaginare in che condizioni uscissero le nostre mani e le magliette da questo bel divertimento!
Accanto a queste vacanze in montagna c'erano quelle nella campagna dei miei zii...una casa molto grande (o almeno a me pareva tale) nell'entroterra ligure in cui passavamo buona parte del mese di agosto con i miei zii, mia cugina e la nonna.
Lì ho imparato ad andare in bici (saltando il passaggio delle rotelle), e a familiarizzare con le galline e i conigli (ma ne ho ricordi vaghi), lì ho fatto la mia prima ed unica esperienza da chierichetta: con mia cugina avevamo l'onore di suonare le campane, rischiando ogni volta di rimanere appense alla corda, trascinate via dal loro peso!
Ricordo una passeggiata fatta moltissime volte fino ad una cappelletta, durante la quale ci inventavamo storie di paura; una compagnia di amichetti più grandi di noi; una stanza piccola e umida adibita a sgabuzzino, nella quale la nonna teneva i nostri giochi ma che mi incuteva tantissimo timore...
Ho davanti agli occhi le scale ripide che portavano al piano di sopra, la nostra stanza con arredi piuttosto antichi e pavimenti "ondulati", il letto a castello, i piatti della nonna con il bordo colorato, ogni piatto un colore diverso!
Un mese di vita con una famiglia allargata che a volte stava un po' stretta ma che mi ha lasciato tanti bellissimi ricordi!
martedì 23 luglio 2013
Pensieri e fastidi
Marta e la mamma camminano per mano, tra i prati verdi pieni di fiori alti che fanno il solletico alle gambe.
Sarà l'atmosfera bucolica, il paesaggio incantevole, il silenzio circostante interrotto solo dai rumori della natura...sarà l'alta quota che rende meditativi e pensierosi.
Sarà...
"Mamma, quando divento alta come te mi sposerò, vero?"
"Penso di si, Marta!"
"Allora mi posso mettere il tuo vestito bello, quello che hai nelle foto di quando tu e papà avete fatto il matrimonio?"
...il cuore della mamma inizia a squagliarsi di tenerezza....
"Certo Marta, se ti piacerà -e se non ti sarà corto ai polpacci essendo la tua mamma un tappo- potrai mettertelo!"
"E poi arriva un bambino nella mia pancia?"
"Spero di si, così io sarò la sua nonna!"
...
"Mamma...però il bambino mi fa fastidio nella pancia...facciamo che mi sposo solamente, ok?"
Margherita e la mamma camminano al mattino presto verso l'asilo. Marghe si passa più volte la mano sulla guancia:
"Mamma, devo farlmi la balba come papà!"
"Ma cosa dici? Tu sei una bambina e sei una femmina! Non puoi avere la barba!!!"
"Si mamma, ho la balba che mi fa fastidio alla guanciotta!"
Sarà l'atmosfera bucolica, il paesaggio incantevole, il silenzio circostante interrotto solo dai rumori della natura...sarà l'alta quota che rende meditativi e pensierosi.
Sarà...
"Mamma, quando divento alta come te mi sposerò, vero?"
"Penso di si, Marta!"
"Allora mi posso mettere il tuo vestito bello, quello che hai nelle foto di quando tu e papà avete fatto il matrimonio?"
...il cuore della mamma inizia a squagliarsi di tenerezza....
"Certo Marta, se ti piacerà -e se non ti sarà corto ai polpacci essendo la tua mamma un tappo- potrai mettertelo!"
"E poi arriva un bambino nella mia pancia?"
"Spero di si, così io sarò la sua nonna!"
...
"Mamma...però il bambino mi fa fastidio nella pancia...facciamo che mi sposo solamente, ok?"
Margherita e la mamma camminano al mattino presto verso l'asilo. Marghe si passa più volte la mano sulla guancia:
"Mamma, devo farlmi la balba come papà!"
"Ma cosa dici? Tu sei una bambina e sei una femmina! Non puoi avere la barba!!!"
"Si mamma, ho la balba che mi fa fastidio alla guanciotta!"
mercoledì 17 luglio 2013
Il topino suona sempre due volte
La volta precedente aveva trovato una bimba decisa, senza alcun ripensamento, che aveva ceduto il suo ciuccio arancione guadagnando una fantastica lavatrice in miniatura, tutt'oggi funzionante!
Questa volta si è dovuto spostare in alta montagna, tra mucche e caprette, tra prati fioriti e cascate ghiacciate.
Ha aspettato pazientemente quattro giorni per essere proprio sicuro che quei ciucci non servissero più.
D'altra parte si sa: quando una bimba decide di dare il suo oggetto più amato a qualche neonato bisognoso, i baffi e le orecchie dei topini del ciuccio si rizzano, l'osservazione va avanti qualche tempo e poi la bimba, diventata grande, ha diritto al suo regalo!
Così, un giorno, a 1600m, in un'altra regione, in una stanza diversa dalla sua, una bimba decise di scrivere una letterina per affidare l'ultimo oggetto da "piccola" al topino, incaricandolo solennemente di portarlo a Babbo Natale il quale, a sua volta, avrebbe dovuto recapitarlo a Chiara L. una amichetta nata da pochi mesi.
Questa volta l'abile roditore ha portato un pacchetto grande ma leggero: una marmotta di pelouche, subito ribattezzata Chiara...."come la mia amica e la mamma".
Ormai il topino è lontano, carico di ciucci da trasportare al polo Nord.
Sicuramente non riesce a sentire i lamenti di una bimba che un po' si pente e un po' si vergogna e, al mattino appena sveglia, qualche volta bofonchia: "Pelò io voglio il ciucc.."
Questa volta si è dovuto spostare in alta montagna, tra mucche e caprette, tra prati fioriti e cascate ghiacciate.
Ha aspettato pazientemente quattro giorni per essere proprio sicuro che quei ciucci non servissero più.
D'altra parte si sa: quando una bimba decide di dare il suo oggetto più amato a qualche neonato bisognoso, i baffi e le orecchie dei topini del ciuccio si rizzano, l'osservazione va avanti qualche tempo e poi la bimba, diventata grande, ha diritto al suo regalo!
Così, un giorno, a 1600m, in un'altra regione, in una stanza diversa dalla sua, una bimba decise di scrivere una letterina per affidare l'ultimo oggetto da "piccola" al topino, incaricandolo solennemente di portarlo a Babbo Natale il quale, a sua volta, avrebbe dovuto recapitarlo a Chiara L. una amichetta nata da pochi mesi.
Questa volta l'abile roditore ha portato un pacchetto grande ma leggero: una marmotta di pelouche, subito ribattezzata Chiara...."come la mia amica e la mamma".
Ormai il topino è lontano, carico di ciucci da trasportare al polo Nord.
Sicuramente non riesce a sentire i lamenti di una bimba che un po' si pente e un po' si vergogna e, al mattino appena sveglia, qualche volta bofonchia: "Pelò io voglio il ciucc.."
venerdì 12 luglio 2013
Colori...rumori
L'azzurro intenso del cielo di montagna
Il bianco delle nuvole, piene e grandi sopra di noi
Il giallo del cuore di grosse margherite da annusare, strappare, portare tra i capelli
Il fuschia dei fazzoletti a quadri da mettere in testa per proteggersi dal sole
Il verde sconfinato di prati odorosi e colorati di fiori
Il rosa e il grigio di montagne alte e maestose, che incantano lasciandoti in silenziosa contemplazione
La musica dell'acqua che scorre svelta tra piccoli sassolini bianchi, il tonfo delle pietre che vengono ciuffate dentro
Le vocine incessanti di due piccole camminatrici che non risparmiano il fiato nemmeno sulla salita pù difficile
Il fischio delle marmotte
Lo scalpiccìo degli scarponi sul sentiero
Il rumore morbido dell'erba appena bagnata dalla brina del mattino
Manine che stringono forte le mie,
Occhi pieni di stupore per tante cose nuove da conoscere
Lo sgomento di fronte a maialini ingordi e infangati
Premure timorose per due caprette affamate
Farfalle azzurre che fanno il solletico alle gambe
Io credo che il paradiso sia tutto concentrato nelle guancette rosse, nel sospiro di un sonno profondo, in una mela mangiata a piccoli morsi, nelle ciocche bionde dei loro codini, negli occhi che si fanno grandi di stupore, nel soffio leggero per spargere al vento un soffione...nelle loro risate.
Il bianco delle nuvole, piene e grandi sopra di noi
Il giallo del cuore di grosse margherite da annusare, strappare, portare tra i capelli
Il fuschia dei fazzoletti a quadri da mettere in testa per proteggersi dal sole
Il verde sconfinato di prati odorosi e colorati di fiori
Il rosa e il grigio di montagne alte e maestose, che incantano lasciandoti in silenziosa contemplazione
La musica dell'acqua che scorre svelta tra piccoli sassolini bianchi, il tonfo delle pietre che vengono ciuffate dentro
Le vocine incessanti di due piccole camminatrici che non risparmiano il fiato nemmeno sulla salita pù difficile
Il fischio delle marmotte
Lo scalpiccìo degli scarponi sul sentiero
Il rumore morbido dell'erba appena bagnata dalla brina del mattino
Manine che stringono forte le mie,
Occhi pieni di stupore per tante cose nuove da conoscere
Lo sgomento di fronte a maialini ingordi e infangati
Premure timorose per due caprette affamate
Farfalle azzurre che fanno il solletico alle gambe
Io credo che il paradiso sia tutto concentrato nelle guancette rosse, nel sospiro di un sonno profondo, in una mela mangiata a piccoli morsi, nelle ciocche bionde dei loro codini, negli occhi che si fanno grandi di stupore, nel soffio leggero per spargere al vento un soffione...nelle loro risate.
mercoledì 3 luglio 2013
Ha dei problemi
La mamma torna da un aperitivo con le amiche giusto in tempo per mettere le bimbe a letto e farsi raccontare la giornata da Marta.
Nota però un certo disappunto.
"Mamma, perchè non mangi?"
"Perchè ho fatto una specie di cena con le mie amiche"
"Ho capito...però perchè non hai mangiato con noi? Già l'altra volta sei uscita e poi sei anche andata a lavorare tanti giorni lontano" (2 giorni n.d.r.)
"Ma insomma...mi controlli proprio? Papà va a giocare a calcio ogni settimana; la mamma qualche volta può uscire un po' con le amiche, no?"
"Si, però...."
"Però...cosa? Non state bene con papà?"
"Si, noi stiamo bene però papà quando non ci sei ha dei problemi!!!"
Nota però un certo disappunto.
"Mamma, perchè non mangi?"
"Perchè ho fatto una specie di cena con le mie amiche"
"Ho capito...però perchè non hai mangiato con noi? Già l'altra volta sei uscita e poi sei anche andata a lavorare tanti giorni lontano" (2 giorni n.d.r.)
"Ma insomma...mi controlli proprio? Papà va a giocare a calcio ogni settimana; la mamma qualche volta può uscire un po' con le amiche, no?"
"Si, però...."
"Però...cosa? Non state bene con papà?"
"Si, noi stiamo bene però papà quando non ci sei ha dei problemi!!!"
venerdì 28 giugno 2013
Spiccata sensibilità maschile
Sabato mattina, la mamma si aggira per casa cercando di agghindarsi per un matrimonio.
Le bimbe sono in cameretta intente a farsi pettinare da papà.
La mamma entra in cameretta.
Bimba 1: "Che bella che sei, mamma!"
Bimba 2: "Mamma, scei ploplio belliscima!"
La mamma piacevolmente stupita spera di suscitare una qualsiasi reazione da parte del papà.
Papà: "..."
La mamma, consapevole che tra le innumerevoli qualità del papà non è compresa l'attenzione per i particolari, cerca di cambiare tattica.
Mamma: "Hai visto che le scarpe nuove sono proprio del colore giusto?"
Papà: "..."
Quasi un'ora dopo, in macchina, una folgorazione divina illumina papà che improvvisamente si gira verso la mamma:
"Stamattina eravamo così di corsa che non ho neanche guardato come ti sei vestita!"
Le bimbe sono in cameretta intente a farsi pettinare da papà.
La mamma entra in cameretta.
Bimba 1: "Che bella che sei, mamma!"
Bimba 2: "Mamma, scei ploplio belliscima!"
La mamma piacevolmente stupita spera di suscitare una qualsiasi reazione da parte del papà.
Papà: "..."
La mamma, consapevole che tra le innumerevoli qualità del papà non è compresa l'attenzione per i particolari, cerca di cambiare tattica.
Mamma: "Hai visto che le scarpe nuove sono proprio del colore giusto?"
Papà: "..."
Quasi un'ora dopo, in macchina, una folgorazione divina illumina papà che improvvisamente si gira verso la mamma:
"Stamattina eravamo così di corsa che non ho neanche guardato come ti sei vestita!"
domenica 23 giugno 2013
Misteri puffosi
Marghe in ginocchio sulla sedia inizia ad annusare e a guardarsi circospetta in giro
"snif snif...snif snif"
...
"Ma chi è che sta puffando il mio culetto?"
("Ma chi è che sta facendo le puzzette dal mio culetto?")
Misteri puffolenti.
"snif snif...snif snif"
...
"Ma chi è che sta puffando il mio culetto?"
("Ma chi è che sta facendo le puzzette dal mio culetto?")
Misteri puffolenti.
mercoledì 19 giugno 2013
Bianca e Lilla
Ti immagino così, bianca e lilla, tesa ma sorridente, semplice e felice.
Ti immagino assorta e raccolta prima, per esplodere poi di gioia in una pioggia di petali colorati.
Posso vedere il sorriso inconfondibile del tuo principe venuto da lontano lontano e l'allegria della sua grande famiglia (noi che credevamo di essere in tanti...e invece ci hanno battuto!)
Immagino la sua attesa trepidante e il tuo arrivo, accanto al tuo papà, per me uno zio acquisito davvero speciale.
Immagino la tua mamma, la sua gioia mista a malinconia, la cura che avrà avuto per ogni minimo particolare, l'amore che avrà messo in ogni gesto per te quella mattina.
Mi aspetto una giornata piena in ogni senso, i colori di questa estate che è arrivata all'improvviso, i canti, forse un prato in cui rincorrere le mie piccoline; l'emozione di vederti e di rinnovare con voi quella che è stata la nostra promessa, la curiosità per tutto quello che state preparando da tanti mesi a questa parte.
Ormai mancano tre giorni al vostro giorno, all'inizio di una nuova vita insieme che non sappiamo ancora bene dove vi porterà...spero che, ovunque sia, vi accompagni l'allegria e la semplicità che vi hanno portato fino a qui.
Ti immagino assorta e raccolta prima, per esplodere poi di gioia in una pioggia di petali colorati.
Posso vedere il sorriso inconfondibile del tuo principe venuto da lontano lontano e l'allegria della sua grande famiglia (noi che credevamo di essere in tanti...e invece ci hanno battuto!)
Immagino la sua attesa trepidante e il tuo arrivo, accanto al tuo papà, per me uno zio acquisito davvero speciale.
Immagino la tua mamma, la sua gioia mista a malinconia, la cura che avrà avuto per ogni minimo particolare, l'amore che avrà messo in ogni gesto per te quella mattina.
Mi aspetto una giornata piena in ogni senso, i colori di questa estate che è arrivata all'improvviso, i canti, forse un prato in cui rincorrere le mie piccoline; l'emozione di vederti e di rinnovare con voi quella che è stata la nostra promessa, la curiosità per tutto quello che state preparando da tanti mesi a questa parte.
Ormai mancano tre giorni al vostro giorno, all'inizio di una nuova vita insieme che non sappiamo ancora bene dove vi porterà...spero che, ovunque sia, vi accompagni l'allegria e la semplicità che vi hanno portato fino a qui.
domenica 16 giugno 2013
Vai a lavurà!
Ore 20,45. In cucina le bimbe sono davanti a Peppa Pig, la mamma lava i piatti, papà inizia a pulire i fornelli...
Poi indugia anche lui davanti a Peppa Pig.
Marta se ne accorge e inizia a manifestare un certo disagio: "dai...papà!"
Papà, assorto nel cartone neanche la sente.
Marta, con più convinzione: "Papà, vai!!!"
Papà: "..."
Marta: "Papà!!! Ma vai un po' a pulire!"
Non gli bastava una moglie. Pure la figlia lo fa sgobbare!
Poi indugia anche lui davanti a Peppa Pig.
Marta se ne accorge e inizia a manifestare un certo disagio: "dai...papà!"
Papà, assorto nel cartone neanche la sente.
Marta, con più convinzione: "Papà, vai!!!"
Papà: "..."
Marta: "Papà!!! Ma vai un po' a pulire!"
Non gli bastava una moglie. Pure la figlia lo fa sgobbare!
martedì 11 giugno 2013
La 2^ legge di Murphy di mamma e papà
Dopo la prima, indiscutibile nonchè ineluttabile legge da me elaborata (qui) che riguarda, se siete fortunate, il primo anno e mezzo di vita di vostro figlio, entra in gioco la seconda legge di Murphy.
Infatti è proprio intorno a questa età che i pargoli iniziano ad esprimersi o perlomeno a farsi capire con una certa chiarezza.
E per quanto riguarda il nocciolo di questa legge, c'è poco da travisare. Quella è.
Inoltre bisogna dire che a quella età presumibilmente i pasti saranno consumati da tutti contemporaneamente, i piccoli magari verranno ancora un po' imboccati ma, bene o male, si sarà tutti seduti intorno allo stesso tavolo.
Ed è proprio li, intorno a quel tavolo, che ogni giorno, almeno una volta al giorno, succede.
Succede che stai per metterti in bocca il primo, caldo, sospirato boccone.
La forchetta è a metà strada, il profumino sale.
Ti stai rilassando, finalmente ti sei seduta, non corri più come una tarantolata per la cucina, cercando di schivare Cancaneve e un casco di banane di plastica, pentolini e strisce di pancetta finte....
Pregusti il momento magico ma...quel momento ti sarà negato.
Si, perchè poco prima che il boccone entri nella tua bocca affamata verrai raggiunta dalla dolce voce della tua dolce creatura che, puntualmente, ti dirà:
"Mamma, mi fcappa la cacca!"
Infatti è proprio intorno a questa età che i pargoli iniziano ad esprimersi o perlomeno a farsi capire con una certa chiarezza.
E per quanto riguarda il nocciolo di questa legge, c'è poco da travisare. Quella è.
Inoltre bisogna dire che a quella età presumibilmente i pasti saranno consumati da tutti contemporaneamente, i piccoli magari verranno ancora un po' imboccati ma, bene o male, si sarà tutti seduti intorno allo stesso tavolo.
Ed è proprio li, intorno a quel tavolo, che ogni giorno, almeno una volta al giorno, succede.
Succede che stai per metterti in bocca il primo, caldo, sospirato boccone.
La forchetta è a metà strada, il profumino sale.
Ti stai rilassando, finalmente ti sei seduta, non corri più come una tarantolata per la cucina, cercando di schivare Cancaneve e un casco di banane di plastica, pentolini e strisce di pancetta finte....
Pregusti il momento magico ma...quel momento ti sarà negato.
Si, perchè poco prima che il boccone entri nella tua bocca affamata verrai raggiunta dalla dolce voce della tua dolce creatura che, puntualmente, ti dirà:
"Mamma, mi fcappa la cacca!"
mercoledì 5 giugno 2013
Solo un po'
Non bastava che alla vigilia della mia partenza (2 giorni scarsi e per lavoro ...non é che sia andata alla SPA!) la bimba grande scoppiasse in un pianto di incredulità e senso di abbandono
Non bastava che al mio arrivo sul suolo Saviglianese (gran bel paesino, tra l'altro!) venissi chiamata dalle maestre della bimba piccola, ammalatasi di botto e senza preavviso
Non bastava altalenare per 2 giorni tra l'idea di tornare indietro e quella di fidarsi del papà e dei nonni...
Non bastava sentirsi dire ogni volta al telefono: "babba fto bale" con voce flebile e sofferente
No, non bastava.
Al mio ritorno, con occhioni innocenti e fare drammatico la bimba grande mi sussurra: "Quando non c'eri ero un po' DISPERATA!!!"
Che questo mi serva da monito la prossima volta che provo ad assentarmi!
Non bastava che al mio arrivo sul suolo Saviglianese (gran bel paesino, tra l'altro!) venissi chiamata dalle maestre della bimba piccola, ammalatasi di botto e senza preavviso
Non bastava altalenare per 2 giorni tra l'idea di tornare indietro e quella di fidarsi del papà e dei nonni...
Non bastava sentirsi dire ogni volta al telefono: "babba fto bale" con voce flebile e sofferente
No, non bastava.
Al mio ritorno, con occhioni innocenti e fare drammatico la bimba grande mi sussurra: "Quando non c'eri ero un po' DISPERATA!!!"
Che questo mi serva da monito la prossima volta che provo ad assentarmi!
venerdì 31 maggio 2013
Ormai si è compromesso!
"Ieri era il compleanno di M. e io mi sono seduta vicino a lui!"
-sguardo sognante e sorriso estasiato-
"Ma chi, il bimbo che ti aveva chiesto di sposarlo? Quello che ti ha disegnato 39 cuori -che io ho provveduto a contare uno per uno- per il tuo compleanno?"
"Si, mamma!"
"Ma lo sai che il prossimo anno lui andrà alla scuola elementare?"
"Eh, va bè, poi anche io divento grande grande e ci possiamo sposare!"
....pausa di riflessione...
"Però non me l'ha più detto....la prossima volta che mi siedo vicino a lui glielo devo proprio chiedere: perchè prima mi volevi sposare e adesso non me lo dici più?"
Oh, che si prenda le sue responsabilità!
-sguardo sognante e sorriso estasiato-
"Ma chi, il bimbo che ti aveva chiesto di sposarlo? Quello che ti ha disegnato 39 cuori -che io ho provveduto a contare uno per uno- per il tuo compleanno?"
"Si, mamma!"
"Ma lo sai che il prossimo anno lui andrà alla scuola elementare?"
"Eh, va bè, poi anche io divento grande grande e ci possiamo sposare!"
....pausa di riflessione...
"Però non me l'ha più detto....la prossima volta che mi siedo vicino a lui glielo devo proprio chiedere: perchè prima mi volevi sposare e adesso non me lo dici più?"
Oh, che si prenda le sue responsabilità!
lunedì 27 maggio 2013
Una panchina di legno al sole
Sedute li, su una panchina di legno al sole, un po' riparate dall'ombra delle palme che fanno il solletico sulla testa; le gambe che penzolano senza arrivare a toccare per terra, i piedini in scarpe troppo bianche per rimanere tali tutto il giorno.
Verdi e azzurre, ognuna con il proprio fiocco su quei capelli che, anche quest'anno, il sole sta trasformando in biondo cenere
Sedute li, per una foto...prima in posa e poi si inizia a giocare..."guardate su!", "guardate giù!", "datevi la mano!"
Scatti preziosi che fermano sguardi e tenerezza, una gioia leggera, risate piccole, occhi che si cercano, un abbraccio sfiorato, manina nella manina
Vi guardo, sedute su quella panchina, vestite uguali ma così diverse nel carattere
Vi guardo e spero che rimaniate sempre così, complici ma uniche nella vostra diversità, che sappiate amare una dell'altra anche quegli aspetti così lontani dal vostro temperamento, che possiate trovare appoggio e conforto una nelle braccia dell'altra, così come ieri vi abbracciavate, sedute li...su quella panchina di legno al sole.
Verdi e azzurre, ognuna con il proprio fiocco su quei capelli che, anche quest'anno, il sole sta trasformando in biondo cenere
Sedute li, per una foto...prima in posa e poi si inizia a giocare..."guardate su!", "guardate giù!", "datevi la mano!"
Scatti preziosi che fermano sguardi e tenerezza, una gioia leggera, risate piccole, occhi che si cercano, un abbraccio sfiorato, manina nella manina
Vi guardo, sedute su quella panchina, vestite uguali ma così diverse nel carattere
Vi guardo e spero che rimaniate sempre così, complici ma uniche nella vostra diversità, che sappiate amare una dell'altra anche quegli aspetti così lontani dal vostro temperamento, che possiate trovare appoggio e conforto una nelle braccia dell'altra, così come ieri vi abbracciavate, sedute li...su quella panchina di legno al sole.
venerdì 17 maggio 2013
Crescendo...
Ciao bimba morbida,
ogni giorno che passa ti vedo perdere quell'aspetto da piccola panciuta e paffutella, i tuoi polsi non sono più solcati dalle righe di ciccia e anche i buchini sulle nocche stanno scomparendo; piano piano stai diventando anche tu dritta su quelle gambette che fino a qualche mese fa erano ancora un po' storte e grassottelle...
Ormai parli e ti spieghi bene, se non fosse che sostituisci le s con f, e le r con le l, facendo assomigliare la tua parlata a quella di un puffo cinese; d'altra parte è ormai noto che i tuoi piedi puffano, come più volte verifichi afferrando la caviglia e portandotela al naso come quando da piccola ti ciucciavi l'alluce.
Tu che incanti tutti con il tuo sorriso furbetto, che conquisti la platea con lo zaino della mamma sulle spalle e gli occhiali da sole di papà al rovescio sul naso; che ci chiami mammina, papino, Martina e nonnini, fai credere di essere uno zuccherino ma sai trasformarti in una testolina ribelle; ci sfidi e poi piangi senza lacrime dicendo "voio andale all'asilo dalle mie maestle", minando per qualche attimo la mia autostima, che fai i capricci dicendo "sto facendo un capliccio", ma poi ti redimi quasi subito mandandoti in castigo da sola.
Hai scoperto l'esistenza del cappeciappe (ketchup) e vorresti metterlo anche sul gelato, mangi coppette piene di fragole sorseggiando il sughetto come un sommelier, divori pomodori e formaggio e quando nominiamo qualcosa di cui ignori il significato la tua domanda è sempre: "cos'è? si mangia?"
Sei la mia valida aiutante nello stendere, trascini la sedia vicino al lavandino per guardarmi preparare la cena, saluti "i fioli che fi chiamano come me" sul tuo balcone, ami fare il bagnetto e abbracciare tua sorella nell'acqua.
Dai dei bacini leggeri leggeri ma solo quando vuoi tu, saluti tutti con la tua vocina squillante e hai un debito con il "signore della frutta" che ogni giorno ti regala qualcosa.
Quando la sera ti addormenti ciucciando forte realizzo che in fondo sei ancora piccola e a volte me ne dimentico..
ogni giorno che passa ti vedo perdere quell'aspetto da piccola panciuta e paffutella, i tuoi polsi non sono più solcati dalle righe di ciccia e anche i buchini sulle nocche stanno scomparendo; piano piano stai diventando anche tu dritta su quelle gambette che fino a qualche mese fa erano ancora un po' storte e grassottelle...
Ormai parli e ti spieghi bene, se non fosse che sostituisci le s con f, e le r con le l, facendo assomigliare la tua parlata a quella di un puffo cinese; d'altra parte è ormai noto che i tuoi piedi puffano, come più volte verifichi afferrando la caviglia e portandotela al naso come quando da piccola ti ciucciavi l'alluce.
Tu che incanti tutti con il tuo sorriso furbetto, che conquisti la platea con lo zaino della mamma sulle spalle e gli occhiali da sole di papà al rovescio sul naso; che ci chiami mammina, papino, Martina e nonnini, fai credere di essere uno zuccherino ma sai trasformarti in una testolina ribelle; ci sfidi e poi piangi senza lacrime dicendo "voio andale all'asilo dalle mie maestle", minando per qualche attimo la mia autostima, che fai i capricci dicendo "sto facendo un capliccio", ma poi ti redimi quasi subito mandandoti in castigo da sola.
Hai scoperto l'esistenza del cappeciappe (ketchup) e vorresti metterlo anche sul gelato, mangi coppette piene di fragole sorseggiando il sughetto come un sommelier, divori pomodori e formaggio e quando nominiamo qualcosa di cui ignori il significato la tua domanda è sempre: "cos'è? si mangia?"
Sei la mia valida aiutante nello stendere, trascini la sedia vicino al lavandino per guardarmi preparare la cena, saluti "i fioli che fi chiamano come me" sul tuo balcone, ami fare il bagnetto e abbracciare tua sorella nell'acqua.
Dai dei bacini leggeri leggeri ma solo quando vuoi tu, saluti tutti con la tua vocina squillante e hai un debito con il "signore della frutta" che ogni giorno ti regala qualcosa.
Quando la sera ti addormenti ciucciando forte realizzo che in fondo sei ancora piccola e a volte me ne dimentico..
lunedì 13 maggio 2013
Tempo al tempo
Una delle cose che la maternità mi ha insegnato è stata quella di riconsiderare completamente il tempo, la sua importanza, le cose di cui lo dovrei/vorrei riempire.
Prima di diventare mamma ero molto più rigida: verso quello che c'era da fare, che non poteva essere assolutamente rimandato, verso i miei doveri (o quelli che consideravo tali), verso me stessa.
Con l'arrivo delle bimbe ho faticato molto, in un primo momento, ad accettare il fatto di non poter essere più così perfettamente programmata, precisa, puntuale.
Il tempo per fare tutte quelle cose che, secondo me, dovevano essere fatte (per la casa, per le persone che ci stavano intorno, per me) non bastava mai, rincorrevo sempre tutti questi doveri non concedendomi mai di "perdere tempo" a fare qualcosa di non strettamente necessario in quel momento.
Finchè Marta era molto piccola la mia preoccupazione era concentrata sopratutto sul continuare a tenere la casa pulita e ordinata come prima, sul riuscire, nonostante la stanchezza e le difficoltà di gestione, a frequentare amici e parenti come se lei fosse ancora nella pancia...
Quando ha iniziato a crescere e ad interagire di più si è affacciata un'altra "difficoltà": questa bimba aveva bisogno anche di attenzioni che non rientravano nel semplice cambio pannolino-pappa-nanna, aveva bisogno di una mamma che giocasse con lei e avesse piacere nel trascorrere un po' di tempo libero insieme...ma ecco, le parole "tempo libero" non facevano più parte del mio vocabolario!
Quindi oscillavo tra un senso di colpa e l'altro: "se lavo i piatti non sto con lei, se gioco con lei chi stira tutta quella montagna di roba?"
Per non parlare poi del fatto che con un bambino piccolo si possono avere tanti piccoli contrattempi che, ovviamente, facevano saltare tutta la mia perfetta organizzazione minuto per minuto...
Non posso dire di aver smesso di fare programmi, la mia natura è questa e sicuramente non riesco a cancellarla; però ho imparato (mente diabolica?) a fare più piani di modo da cambiare programma in corsa senza stressarmi (troppo), ho imparato a tollerare di più i miei errori, ad essere più morbida prima di tutto con me stessa: se quella cosa così urgente non riesco a farla oggi, la farò domani..e probabilmente domani capirò che non era poi così fondamentale!
Sono diventata sveltissima nelle faccende di casa, ho scoperto che le montagne di roba da stirare scompaiono se, mentre stiro, guardo un film; sono capace ad organizzarmi meglio in cucina, preparando un polpettone per la sera mentre cucino a mezzogiorno, così al sabato pomeriggio si può prolungare una passeggiata fino a tardi, tanto la cena è mezza pronta!
Ho scoperto che avere due figli semplifica la vita perchè trascorrono tanto tempo insieme e io riesco a fare il "dovere" più velocemente, guadagnando del tempo per loro senza avere la testa altrove.
Quando Marta aveva pochi mesi ero convinta che tutto il resto della mia vita sarebbe rimasto così: senza tempo, senza sonno, con tanta stanchezza addosso; mi chiedevo come fosse possibile tornare a lavorare, a preparare una cena per gli amici, a dedicarmi con calma a qualsiasi cosa....
Ora ho capito che bisogna dare tempo al tempo, che bisogna avere pazienza che il momento "tragico" passi; ho imparato a godermi di più il tempo che passo con le mie bimbe e a sentirmi meno in colpa per quello che passo lontana da loro.
Ho deciso, non senza un certo sforzo, che a volte è meglio anteporre il piacere al dovere, per la mia salute mentale...e per quella di tutta la famiglia!
Questo post partecipa al blogstorming
Prima di diventare mamma ero molto più rigida: verso quello che c'era da fare, che non poteva essere assolutamente rimandato, verso i miei doveri (o quelli che consideravo tali), verso me stessa.
Con l'arrivo delle bimbe ho faticato molto, in un primo momento, ad accettare il fatto di non poter essere più così perfettamente programmata, precisa, puntuale.
Il tempo per fare tutte quelle cose che, secondo me, dovevano essere fatte (per la casa, per le persone che ci stavano intorno, per me) non bastava mai, rincorrevo sempre tutti questi doveri non concedendomi mai di "perdere tempo" a fare qualcosa di non strettamente necessario in quel momento.
Finchè Marta era molto piccola la mia preoccupazione era concentrata sopratutto sul continuare a tenere la casa pulita e ordinata come prima, sul riuscire, nonostante la stanchezza e le difficoltà di gestione, a frequentare amici e parenti come se lei fosse ancora nella pancia...
Quando ha iniziato a crescere e ad interagire di più si è affacciata un'altra "difficoltà": questa bimba aveva bisogno anche di attenzioni che non rientravano nel semplice cambio pannolino-pappa-nanna, aveva bisogno di una mamma che giocasse con lei e avesse piacere nel trascorrere un po' di tempo libero insieme...ma ecco, le parole "tempo libero" non facevano più parte del mio vocabolario!
Quindi oscillavo tra un senso di colpa e l'altro: "se lavo i piatti non sto con lei, se gioco con lei chi stira tutta quella montagna di roba?"
Per non parlare poi del fatto che con un bambino piccolo si possono avere tanti piccoli contrattempi che, ovviamente, facevano saltare tutta la mia perfetta organizzazione minuto per minuto...
Non posso dire di aver smesso di fare programmi, la mia natura è questa e sicuramente non riesco a cancellarla; però ho imparato (mente diabolica?) a fare più piani di modo da cambiare programma in corsa senza stressarmi (troppo), ho imparato a tollerare di più i miei errori, ad essere più morbida prima di tutto con me stessa: se quella cosa così urgente non riesco a farla oggi, la farò domani..e probabilmente domani capirò che non era poi così fondamentale!
Sono diventata sveltissima nelle faccende di casa, ho scoperto che le montagne di roba da stirare scompaiono se, mentre stiro, guardo un film; sono capace ad organizzarmi meglio in cucina, preparando un polpettone per la sera mentre cucino a mezzogiorno, così al sabato pomeriggio si può prolungare una passeggiata fino a tardi, tanto la cena è mezza pronta!
Ho scoperto che avere due figli semplifica la vita perchè trascorrono tanto tempo insieme e io riesco a fare il "dovere" più velocemente, guadagnando del tempo per loro senza avere la testa altrove.
Quando Marta aveva pochi mesi ero convinta che tutto il resto della mia vita sarebbe rimasto così: senza tempo, senza sonno, con tanta stanchezza addosso; mi chiedevo come fosse possibile tornare a lavorare, a preparare una cena per gli amici, a dedicarmi con calma a qualsiasi cosa....
Ora ho capito che bisogna dare tempo al tempo, che bisogna avere pazienza che il momento "tragico" passi; ho imparato a godermi di più il tempo che passo con le mie bimbe e a sentirmi meno in colpa per quello che passo lontana da loro.
Ho deciso, non senza un certo sforzo, che a volte è meglio anteporre il piacere al dovere, per la mia salute mentale...e per quella di tutta la famiglia!
Questo post partecipa al blogstorming
domenica 5 maggio 2013
Tratti distintivi
"Mamma, io fono un mafchio"
"Ma cosa dici marghe? Tu sei una bambina, una femmina!"
"No, no mamma! Io fono un mafchio pelchè puffo!" (puzzo)
"Ma cosa dici marghe? Tu sei una bambina, una femmina!"
"No, no mamma! Io fono un mafchio pelchè puffo!" (puzzo)
mercoledì 1 maggio 2013
Riflessioni intorno ad una giornata al PS
Se nelle ultime 24 ore sei rimbalzata tra ospedale e giardinetti, tra persone inquietanti e infermieri gentili, tra lui, febbricitante all'inverosimile e loro, da intrattenere, tranquilizzare, sistemare, ascoltare.
Se hai capito che il peggior momento in cui varcare la soglia del pronto soccorso è la sera di un giorno prefestivo
Se nel momento in cui scoprivi che il codice di tuo marito da verde diventava giallo e invece che preoccuparti ti sei sentita -per un attimo- sollevata perchè l'attesa si riduceva a pochi minuti
Se sei riuscita a restare digiuna quasi venti ore senza percepire il benchè minimo brontolio allo stomaco
Se ti è capitato di benedire circa 20.000 volte i nonni che si sono presi cura dei tuoi fiorellini e di te
Se hai incrociato lo sguardo della tua bimba grande, quella che ti scruta a fondo con i suoi occhioni e -è un mistero ma è così- capisce tutto senza bisogno di spiegazioni, se con quello sguardo ti ha detto "lo so che sei preoccupata, ma ora ti dò un bacino così i brutti pensieri vanno via", se quel bacino sulla tua fronte ha sciolto un nodo in gola e ti ha un po' sollevata
Se alla fine della giornata, quando tra vari altri rimbalzi, riesci a metterle a letto e vieni chiamata da lei, che al buio ti sussurra: "è bello stare con te e papà"
Tutto acquista un senso e, ancora una volta, sono grata.
Se hai capito che il peggior momento in cui varcare la soglia del pronto soccorso è la sera di un giorno prefestivo
Se nel momento in cui scoprivi che il codice di tuo marito da verde diventava giallo e invece che preoccuparti ti sei sentita -per un attimo- sollevata perchè l'attesa si riduceva a pochi minuti
Se sei riuscita a restare digiuna quasi venti ore senza percepire il benchè minimo brontolio allo stomaco
Se ti è capitato di benedire circa 20.000 volte i nonni che si sono presi cura dei tuoi fiorellini e di te
Se hai incrociato lo sguardo della tua bimba grande, quella che ti scruta a fondo con i suoi occhioni e -è un mistero ma è così- capisce tutto senza bisogno di spiegazioni, se con quello sguardo ti ha detto "lo so che sei preoccupata, ma ora ti dò un bacino così i brutti pensieri vanno via", se quel bacino sulla tua fronte ha sciolto un nodo in gola e ti ha un po' sollevata
Se alla fine della giornata, quando tra vari altri rimbalzi, riesci a metterle a letto e vieni chiamata da lei, che al buio ti sussurra: "è bello stare con te e papà"
Tutto acquista un senso e, ancora una volta, sono grata.
giovedì 25 aprile 2013
Fiori rosa...
Ho sempre desiderato una bambina.
Non solo perchè ai tempi in cui aspettavo Marta i maschi della famiglia di Marco erano nettamente prevalenti (3 fratelli e una sorella; 4 nipotini e 2 nipotine) e temevo che ci fosse una certa "predisposizione" genetica a sfornare fagotti azzurri.
Le femmine si possono vestire e agghindare, si possono pettinare con codini, treccine, mollette, cappellini, cerchietti...
Il vestiario dà una gamma di possibilità molto maggiore e anche solo con un piccolo particolare le puoi rendere davvero irresistibili: è un divertimento anche per me che non amo passare ore davanti allo specchio a scegliere abbinamenti e accostare colori.
Lo so, me lo hanno detto in tanti che con due femmine siamo spacciati, che tra una decina di anni faranno (faremo) le lotte per il bagno, che in certi periodi del mese sarà meglio -per papà- chiudersi in un bunker antiatomico ad aspettare che gli ormoni impazziti siano passati; Che quando inizieranno ad uscire ci consumeremo dall'ansia e dalla preoccupazione, che se saranno troppo belle sarà un problema e se lo saranno troppo poco saranno guai ugualmente...
Però.
Però sono certa che nessun maschietto di due anni e mezzo, uscito dal bagno avrebbe mai detto una cosa del genere:
"Mamma ho fatto la cacca, ho fatto due fiori di pesco"
Non solo perchè ai tempi in cui aspettavo Marta i maschi della famiglia di Marco erano nettamente prevalenti (3 fratelli e una sorella; 4 nipotini e 2 nipotine) e temevo che ci fosse una certa "predisposizione" genetica a sfornare fagotti azzurri.
Le femmine si possono vestire e agghindare, si possono pettinare con codini, treccine, mollette, cappellini, cerchietti...
Il vestiario dà una gamma di possibilità molto maggiore e anche solo con un piccolo particolare le puoi rendere davvero irresistibili: è un divertimento anche per me che non amo passare ore davanti allo specchio a scegliere abbinamenti e accostare colori.
Lo so, me lo hanno detto in tanti che con due femmine siamo spacciati, che tra una decina di anni faranno (faremo) le lotte per il bagno, che in certi periodi del mese sarà meglio -per papà- chiudersi in un bunker antiatomico ad aspettare che gli ormoni impazziti siano passati; Che quando inizieranno ad uscire ci consumeremo dall'ansia e dalla preoccupazione, che se saranno troppo belle sarà un problema e se lo saranno troppo poco saranno guai ugualmente...
Però.
Però sono certa che nessun maschietto di due anni e mezzo, uscito dal bagno avrebbe mai detto una cosa del genere:
"Mamma ho fatto la cacca, ho fatto due fiori di pesco"
martedì 16 aprile 2013
Felicità è...
Felicità è dondolarsi sedute sulla stessa altalena
Divorare piatti di pasta fredda sedute sul prato
Raccogliere margherite
Far volare le macchinine di un bambino galantuomo che ha pensato anche a loro, infilandone tre nel suo zainetto
Far fare il bagnetto alle pietre lanciandole a mucchietti nel fiume
Camminare svelte su un sentiero nel bosco:"che fatica mamma! Pelò sono blava!"
Accaparrarsi furbette il pezzo più grosso di cioccolata
Rincorrere l'amichetto M.chiamandolo a gran voce, ridere tutti e tre girando vorticosamente su una giostra, tenersi per mano camminando davanti ai papà
Fare pipì sulle formiche
Parrucchiarsi a vicenda nella vasca piena di schiuma e pesci di plastica
Addormentarsi felici e stanchissime
Felicità è...guardarle e chiedersi se ci meritiamo tutto questo...
Divorare piatti di pasta fredda sedute sul prato
Raccogliere margherite
Far volare le macchinine di un bambino galantuomo che ha pensato anche a loro, infilandone tre nel suo zainetto
Far fare il bagnetto alle pietre lanciandole a mucchietti nel fiume
Camminare svelte su un sentiero nel bosco:"che fatica mamma! Pelò sono blava!"
Accaparrarsi furbette il pezzo più grosso di cioccolata
Rincorrere l'amichetto M.chiamandolo a gran voce, ridere tutti e tre girando vorticosamente su una giostra, tenersi per mano camminando davanti ai papà
Fare pipì sulle formiche
Parrucchiarsi a vicenda nella vasca piena di schiuma e pesci di plastica
Addormentarsi felici e stanchissime
Felicità è...guardarle e chiedersi se ci meritiamo tutto questo...
mercoledì 10 aprile 2013
Motivatrice/2
Già qualche mese fa (vedi qui) ci svelava le sue doti di coach...
...uno dei giorni scorsi ha mostrato di saper motivare anche la sorella....senza tenere conto delle conseguenze, però!
Mamma e Marta in bagno. Entra Marghe.
"Voio vedere la Marta che fa la cacca, poffo mamma?"
"Se proprio ci tieni, resta pure!"
La scruta con attenzione, gira un po' a destra del water, un po' a sinistra..per monitorare la situazione.
Poi si piazza di fronte a Marta, chiude le mani pugnetto e si piega un pochino sulle ginocchia; culetto in fuori e aria contrita:
"Fpingi Marta, così: mmmmmmh!"
Il coaching fa il suo effetto e la sorella produce.
Marghe è tutta soddisfatta: "Brava, hai fatto la caaaaacca!"
Poi si ferma, si guarda intorno:
"Fi, Pelò che puffa,eh!"
E se ne va disgustata.
...uno dei giorni scorsi ha mostrato di saper motivare anche la sorella....senza tenere conto delle conseguenze, però!
Mamma e Marta in bagno. Entra Marghe.
"Voio vedere la Marta che fa la cacca, poffo mamma?"
"Se proprio ci tieni, resta pure!"
La scruta con attenzione, gira un po' a destra del water, un po' a sinistra..per monitorare la situazione.
Poi si piazza di fronte a Marta, chiude le mani pugnetto e si piega un pochino sulle ginocchia; culetto in fuori e aria contrita:
"Fpingi Marta, così: mmmmmmh!"
Il coaching fa il suo effetto e la sorella produce.
Marghe è tutta soddisfatta: "Brava, hai fatto la caaaaacca!"
Poi si ferma, si guarda intorno:
"Fi, Pelò che puffa,eh!"
E se ne va disgustata.
domenica 7 aprile 2013
Fino ad esaurimento scorte
"Mamma ma se arriva un altro fratellino poi giochiamo tutti insieme?"
"Certo Marta, tutti e tre insieme....saresti contenta?"
"Si....però non lo so se in cielo sono rimasti ancora fratellini da mandare da noi!"
"Certo Marta, tutti e tre insieme....saresti contenta?"
"Si....però non lo so se in cielo sono rimasti ancora fratellini da mandare da noi!"
giovedì 4 aprile 2013
Quattro/quattro
Dieci anni fa i tuoi appostamenti alla fermata finivano, così come i trepidanti incitamenti della tua futura suocera che cercava di accelerare le mie operazioni di trucco e parrucco; Io ancora ignara di tutti gli autobus che nel frattempo tu lasciavi passare per aspettare me e lei che dalla finestra osservava e, da tempo, aveva già capito tutto.
Allora ho iniziato ad essere più puntuale e, un pomeriggio di Aprile, ti ho seguita fino al mare per mangiare il primo gelato della stagione, poi su su a vedere la città dall'alto e di nuovo a casa, ad attendere un tuo messaggio, che per le prime volte finiva sempre così: "a presto. O no?"
E io che non sapevo se preoccuparmi o offendermi...ma era solo una tua tattica, avrei dovuto capirlo subito!
Dieci anni fa iniziavamo il nostro cammino insieme, fatto di progetti e sogni già concreti: anche se le parole ci facevano un po' paura erano chiare dentro di noi. E così è stato.
Sono stati anni che ci hanno portati lontani, telefonate veloci e mail lunghissime, le prime scelte, un matrimonio preparato a distanza; Anni che ci hanno fatto provare il dono di vivere le difficoltà insieme, da troppo lontani a sempre vicini e ancora non so come abbiamo fatto a non litigare quasi mai.
Due fiorellini che ci riempiono il cuore, le giornate e le braccia.
Dieci anni e la vita con te è così facile.
Grazie mio gigante buono; una sera, ai giardini ci siamo chiesti come saremmo stati dopo vent'anni.
Siamo già a metà strada e spero che la prossima metà sia altrettanto piena e bella.
Allora ho iniziato ad essere più puntuale e, un pomeriggio di Aprile, ti ho seguita fino al mare per mangiare il primo gelato della stagione, poi su su a vedere la città dall'alto e di nuovo a casa, ad attendere un tuo messaggio, che per le prime volte finiva sempre così: "a presto. O no?"
E io che non sapevo se preoccuparmi o offendermi...ma era solo una tua tattica, avrei dovuto capirlo subito!
Dieci anni fa iniziavamo il nostro cammino insieme, fatto di progetti e sogni già concreti: anche se le parole ci facevano un po' paura erano chiare dentro di noi. E così è stato.
Sono stati anni che ci hanno portati lontani, telefonate veloci e mail lunghissime, le prime scelte, un matrimonio preparato a distanza; Anni che ci hanno fatto provare il dono di vivere le difficoltà insieme, da troppo lontani a sempre vicini e ancora non so come abbiamo fatto a non litigare quasi mai.
Due fiorellini che ci riempiono il cuore, le giornate e le braccia.
Dieci anni e la vita con te è così facile.
Grazie mio gigante buono; una sera, ai giardini ci siamo chiesti come saremmo stati dopo vent'anni.
Siamo già a metà strada e spero che la prossima metà sia altrettanto piena e bella.
lunedì 25 marzo 2013
Stagione nuova, vita nuova!
La primavera che si sta timidamente affacciando con un sole caldo in
mezzo a giornate piene di pioggia
Fare spazio sul balcone per i fiori e potare i rami vecchi
Scorgere lungo il mio solito tragitto mattutino le prime foglioline verdi e sentire i profumi della primavera
Il lavoro ritrovato per Marco, la routine a cui dovremo abituarci di nuovo, un po' di respiro dopo mesi di apnea
Tempo di ripartire con nuovi progetti
Il sogno di una casa nuova che ora vediamo un po' più vicino
Il mio corso di pasticceria che sta riempendo le mattine di questo Marzo; che mi porta da una parte all'altra della città, sempre di corsa ma leggera e felice; un mondo nuovo nel quale si sta così bene che è proprio difficile staccarsi e tornare con i piedi per terra
Vedere la felicità delle persone intorno a noi, gioire per tanti piccoli traguardi raggiunti da quelli a cui vogliamo bene
Disegni pieni di farfalle
Nuove canzoncine cantate all'unisono
Un desiderio che continuo a portarmi dentro, un'assenza che riempie...con la sua presenza.
Fare spazio sul balcone per i fiori e potare i rami vecchi
Scorgere lungo il mio solito tragitto mattutino le prime foglioline verdi e sentire i profumi della primavera
Il lavoro ritrovato per Marco, la routine a cui dovremo abituarci di nuovo, un po' di respiro dopo mesi di apnea
Tempo di ripartire con nuovi progetti
Il sogno di una casa nuova che ora vediamo un po' più vicino
Il mio corso di pasticceria che sta riempendo le mattine di questo Marzo; che mi porta da una parte all'altra della città, sempre di corsa ma leggera e felice; un mondo nuovo nel quale si sta così bene che è proprio difficile staccarsi e tornare con i piedi per terra
Vedere la felicità delle persone intorno a noi, gioire per tanti piccoli traguardi raggiunti da quelli a cui vogliamo bene
Disegni pieni di farfalle
Nuove canzoncine cantate all'unisono
Un desiderio che continuo a portarmi dentro, un'assenza che riempie...con la sua presenza.
sabato 16 marzo 2013
Logica spicciola di una neo-quattrenne
"Mamma, ma quando io e Lalli siamo grandi andiamo in un'altra casa?"
"Credo di si, Marta...forse vi sposerete e andrete a vivere in una casa nuova, io e papà invece restiamo qui."
"Ma restate da soli?"
"Eh, si! Ma voi potete venirci a trovare quando volete!"
"Ma no, mamma! Voi non potete rimanere da soli, quando noi siamo grandi voi state con un altro bimbo piccolo!"
-E certo, la nosta funzione è quella di allevare bimbi piccoli!?!-
Guarda la sorella e mi bisbiglia all'orecchio:
"Mi sembla che Lalli ha una panciona...una panciona come la zia C., con dentro un bambino!"
-Qualcosa mi dice che qundo crescerete....pagherai per questa frase!-
"Quando sarò grande tu starai seduta e io laverò i piatti!"
"Bene, mi sembra un'ottima idea!"
"E poi io vengo con te al tuo lavoro, però tu lavori e io ti guardo!"
-Mi aveva illusa!-
"Uff, stasera sono proprio stanca!"
"Mamma, ma se sei stanca....puoi anche sederti, sai?"
-Ah, grazie.....chissà perchè non mi era venuta in mente questa brillante idea!-
"Credo di si, Marta...forse vi sposerete e andrete a vivere in una casa nuova, io e papà invece restiamo qui."
"Ma restate da soli?"
"Eh, si! Ma voi potete venirci a trovare quando volete!"
"Ma no, mamma! Voi non potete rimanere da soli, quando noi siamo grandi voi state con un altro bimbo piccolo!"
-E certo, la nosta funzione è quella di allevare bimbi piccoli!?!-
Guarda la sorella e mi bisbiglia all'orecchio:
"Mi sembla che Lalli ha una panciona...una panciona come la zia C., con dentro un bambino!"
-Qualcosa mi dice che qundo crescerete....pagherai per questa frase!-
"Quando sarò grande tu starai seduta e io laverò i piatti!"
"Bene, mi sembra un'ottima idea!"
"E poi io vengo con te al tuo lavoro, però tu lavori e io ti guardo!"
-Mi aveva illusa!-
"Uff, stasera sono proprio stanca!"
"Mamma, ma se sei stanca....puoi anche sederti, sai?"
-Ah, grazie.....chissà perchè non mi era venuta in mente questa brillante idea!-
sabato 9 marzo 2013
Nel buio della notte
Può capitare che, nel buio della notte, tra le due e le cinque del mattino, dalla cameretta silenziosa dei miei tesorini escano urla improvvise e apparentemente senza senso:
"Non voglio svegliarmi!" -ma, amore della mamma, sei tu che svegli noi, se urli così!-
"Non voglio fare colazione!" -ecco, pasticcino di papà, alle tre del mattino neanche io ci tengo a preparartela!-
"Mi avete fregata! Lasciatemi stare!" -e chi ti tocca, delicato fiorellino mio-
"Ora ho dormito troppo, possiamo alzarci?" -no, splendida creaturina, se sono le cinque e stanotte mi sono già alzata 4 volte per venire da te-
Può capitare che, nel buio della notte, la luce dei tuoi occhi (cisposi per il sonno) diventi il tuo peggior nemico se, dopo che strilla chiedendo il ciuccio te lo scaraventa chissà dove, nel buio della notte, dicendoti per giunta "mamma brutta!"
Può capitare che, nel buio della notte, dopo aver invocato "mamma" a gran voce, tu venga respinta malamente all'urlo di: "voglio papà!"
Capita.
Di sicuro.
Oltre ogni ragionevole dubbio, è scientificamente provato e test clinici lo dimostrano: Nel buio della notte, tra le due e le cinque del mattino, il senso materno si azzera.
"Non voglio svegliarmi!" -ma, amore della mamma, sei tu che svegli noi, se urli così!-
"Non voglio fare colazione!" -ecco, pasticcino di papà, alle tre del mattino neanche io ci tengo a preparartela!-
"Mi avete fregata! Lasciatemi stare!" -e chi ti tocca, delicato fiorellino mio-
"Ora ho dormito troppo, possiamo alzarci?" -no, splendida creaturina, se sono le cinque e stanotte mi sono già alzata 4 volte per venire da te-
Può capitare che, nel buio della notte, la luce dei tuoi occhi (cisposi per il sonno) diventi il tuo peggior nemico se, dopo che strilla chiedendo il ciuccio te lo scaraventa chissà dove, nel buio della notte, dicendoti per giunta "mamma brutta!"
Può capitare che, nel buio della notte, dopo aver invocato "mamma" a gran voce, tu venga respinta malamente all'urlo di: "voglio papà!"
Capita.
Di sicuro.
Oltre ogni ragionevole dubbio, è scientificamente provato e test clinici lo dimostrano: Nel buio della notte, tra le due e le cinque del mattino, il senso materno si azzera.
martedì 5 marzo 2013
B come Beautiful Blogger!
Eh, si...il primo premio del 2013 è proprio questo!!!
Sò beautiful, beautiful blogger :)
Grazie allora alla solita mamma che ci racconta le sue avventure in quel di Pallandia e che mi ha insignita di questo premio!
Come al solito dovrei raccontare 7 cose f-o-n-d-a-m-e-n-t-a-l-i di me...e passare il premio a qualche altra beautiful blogger.
Ok, iniziamo (quanto amo le liste!)
1) Amo le liste, appunto. Faccio liste della spesa, delle cose da fare in casa, faccio liste al lavoro e facevo liste quando studiavo per depennare con gioiosa soddisfazione le materie già studiate quel pomeriggio.
2) Questo è il mio 111esimo post
3) Da piccola volevo aprire una pasticceria e chiamarla "Il golosone", volevo fare la giornalista, l'agente immobiliare o la commessa in un negozio di abiti. Ho fatto tutt'altro ma non è detto che il primo desiderio prima o poi non si avveri...
4) Ho finalmente iniziato il mio agognato "corso completo di pasticceria" e ancora non mi sembra vero di stare lì a fare creme e impasti immersa in quell'odorino così paradisiaco!
5) Lavoro usando palloni, ma non sono giocattoli; imbuti ma -sigh- non sono in cucina; scaldo, raffreddo, mescolo e filtro ma non preparo nulla di commestibile
6) All'asilo avevo un fidanzatino che, una volta entrato in prima elementare, mi lasciò dicendomi che io ero troppo piccola per lui poichè restavo alla scuola materna.
7) Io e il mio gigante buono eravamo compagni alle elementari ma lui non era proprio un buon partito: tra gli episodi che non dimenticherò mai c'è il giorno in cui, giocando in cortile tolse il velo alla nostra maestra, Suor C.; Per me era una cosa scandalosa, quasi come se le avesse alzato il vestito!!!
E ora passiamo il testimone!
La prima beautiful blogger che ha la mia sconfinata e più sincera ammirazione è Cristina del blog si, sono tutti miei perchè sa essere serena e positiva nei confronti della vita, attenta e paziente con ognuno dei suoi -uditeudite- sei figli ....insomma è davvero un grande incoraggiamento per me che a volte mi faccio spaventare dalla nostra "tranquilla" quotidianità!
Poi vorrei passarlo a seavessi perchè mi ritrovo in molte sue paranoie da mamma e perchè anche lei ha due principesse come me
La terza blogger che scelgo è Caterina del blog "il prato delle margherite" perchè crea tante cose carine..e io non saprei da che parte iniziare per fare qualcosa di neanche lontanamente simile...e poi perchè è da un po' che non scrive quindi le voglio dare un pretesto!
Infine scelgo mamma di B.E.A., una mamma blogger scoperta da poco, che ha una storia molto particolare alle spalle!
E ora...tocca a voi!
sabato 2 marzo 2013
Paradiso
Come ho già detto qualche giorno fa mi sembra che questo periodo di difficoltà per la nostra famiglia ci stia portando a riscoprire la bellezza di certi momenti, ci stia rendendo più sensibili e attenti nel cogliere i piccoli ma grandi regali che ci si presentano davanti agli occhi tutti i giorni.
Ho l'impressione che l'attenzione che mettiamo per limitare le spese inopportune e gli sprechi inutili, per evitare parole e atteggiamenti che possano far traballare l'equilibrio degli umori, messo già sufficientemente alla prova dagli eventi esterni alla famiglia, ci stia donando occhi nuovi per apprezzare e accontentarci di tutto quello che abbiamo.
Viviamo quindi momenti di paradiso (lo chiamerei proprio così!) quando Marta riesce a gioire delle conquiste sul monopattino fatte dalla sorella...che poco prima glielo aveva sottratto
Quando mi dice che l'angioletto e il coricino fanno il girotondo nel suo petto
Quando Marghe sull'ascensore dice alla signora del piano di sopra: "quetta è la mia Matta" e quando mi dice "che buooona quetta minettra, graccie mamma che l'hai plepalata" dondolando la testa e strascicando la "o" come un personaggio dei cartoni animati. Ed era solo una minestra.
Quando si abbracciano piangendo e consolandosi a vicenda dopo essersi tirate delle "fraterne" sberle
Quando ci rincorriamo nascondendoci per casa e quando me le porto in bagno entrambe in braccio (con buona pace della mia schiena!), mentre ridono con la stessa risata tintinnante.
Quando al mattino occupiamo la strada sotto casa tenendoci tutti e quattro per mano
Quando, alla fine delle scale, le lascio con Marco che prosegue verso l'asilo e, facendo ciao con la mano mi urlano "Ciao mamma!" mentre i guantini piccoli si perdono nei guantoni di papà.
Ho l'impressione che l'attenzione che mettiamo per limitare le spese inopportune e gli sprechi inutili, per evitare parole e atteggiamenti che possano far traballare l'equilibrio degli umori, messo già sufficientemente alla prova dagli eventi esterni alla famiglia, ci stia donando occhi nuovi per apprezzare e accontentarci di tutto quello che abbiamo.
Viviamo quindi momenti di paradiso (lo chiamerei proprio così!) quando Marta riesce a gioire delle conquiste sul monopattino fatte dalla sorella...che poco prima glielo aveva sottratto
Quando mi dice che l'angioletto e il coricino fanno il girotondo nel suo petto
Quando Marghe sull'ascensore dice alla signora del piano di sopra: "quetta è la mia Matta" e quando mi dice "che buooona quetta minettra, graccie mamma che l'hai plepalata" dondolando la testa e strascicando la "o" come un personaggio dei cartoni animati. Ed era solo una minestra.
Quando si abbracciano piangendo e consolandosi a vicenda dopo essersi tirate delle "fraterne" sberle
Quando ci rincorriamo nascondendoci per casa e quando me le porto in bagno entrambe in braccio (con buona pace della mia schiena!), mentre ridono con la stessa risata tintinnante.
Quando al mattino occupiamo la strada sotto casa tenendoci tutti e quattro per mano
Quando, alla fine delle scale, le lascio con Marco che prosegue verso l'asilo e, facendo ciao con la mano mi urlano "Ciao mamma!" mentre i guantini piccoli si perdono nei guantoni di papà.
mercoledì 27 febbraio 2013
Quattro pinguini
Quattro pinguini che da mesi mi chiedi di mettere sulla tua torta
Quattro, come i tuoi nomignoli: in principio Martoli, poi Martolina, Martoletta e Martolotti e li abbiamo declinati tutti, alla faccia del nome corto ("così nessuno lo può abbreviare e storpiare")
Quattro, come il giorno di Luglio in cui abbiamo avuto la certezza che eri con noi
Quattro, gli anni passati da quel giorno, nove mesi più tardi, da quel mattino in cui ti dissi "oggi si nasce" e tu, già con un altissimo senso del dovere, mi hai obbedita subito
Quattro come tre più uno o due più due, i conti che fai giocando con i mandarini sulla tavola
Quattro, le parole che mi vengono in mente pensandoti: Solare, precisa, canterina, affettuosa
Quattro come le tue amiche del cuore
Quattro, abbracciati di notte in quel lettino che è stato il mio: tu, la bambola Francesca, il coniglio Aieie e il cane Chinocane
Auguri allora, fatina della festa -come ti sei autodefinita domenica scorsa-, bimba grande di mamma e papà, tenerina -come ti piace farti chiamare-, occhioni spalancati e sorriso grande
Auguri e grazie per essere così cristallina, ingenua, buona e generosa con tutti, grazie per avermi insegnato ad ascoltarti, a pazientare, a fare anche io un passo indietro per far emergere te.
Grazie perchè in questi quattro anni ho capito che, davvero, la vita non è nelle nostre mani e che anche le cose inaspettate sono splendide
Quattro, come i tuoi nomignoli: in principio Martoli, poi Martolina, Martoletta e Martolotti e li abbiamo declinati tutti, alla faccia del nome corto ("così nessuno lo può abbreviare e storpiare")
Quattro, come il giorno di Luglio in cui abbiamo avuto la certezza che eri con noi
Quattro, gli anni passati da quel giorno, nove mesi più tardi, da quel mattino in cui ti dissi "oggi si nasce" e tu, già con un altissimo senso del dovere, mi hai obbedita subito
Quattro come tre più uno o due più due, i conti che fai giocando con i mandarini sulla tavola
Quattro, le parole che mi vengono in mente pensandoti: Solare, precisa, canterina, affettuosa
Quattro come le tue amiche del cuore
Quattro, abbracciati di notte in quel lettino che è stato il mio: tu, la bambola Francesca, il coniglio Aieie e il cane Chinocane
Auguri allora, fatina della festa -come ti sei autodefinita domenica scorsa-, bimba grande di mamma e papà, tenerina -come ti piace farti chiamare-, occhioni spalancati e sorriso grande
Auguri e grazie per essere così cristallina, ingenua, buona e generosa con tutti, grazie per avermi insegnato ad ascoltarti, a pazientare, a fare anche io un passo indietro per far emergere te.
Grazie perchè in questi quattro anni ho capito che, davvero, la vita non è nelle nostre mani e che anche le cose inaspettate sono splendide
lunedì 18 febbraio 2013
Educare (non) è facile
Oggi pomeriggio abbiamo avuto il colloquio con le maestre di Marghe; Ovviamente non si è parlato solo di lei ma anche di Marta, che loro hanno avuto l'anno scorso, e del rapporto tra le sorelle.
Quasi un'ora di chiacchiere che mi hanno portato a fare diverse riflessioni.
Educare -per l'esperienza di questi primi anni di vita- è facile. Alcune regole, ben chiare e facilmente assimilabili, su cui bisogna essere piuttosto fermi; Cercare di essere compatti e concordi sempre, di fronte al bambino (salvo poi discutere fino ad ore improbabili la sera...); Affrontare i "terrible two" come una fase più o meno lunga ma comunque passeggera, in cui più che attuare un braccio di ferro con il bambino bisognerebbe cercare di mettersi dal suo punto vista, senza però cedere al ricatto del capriccio (si, anche nel negozio pieno di gente dove tutti mi guardano come se fossi una madre snaturata!); Infine, cosa che mi piace più di tutte, cercare di ascoltare, di mettersi nei panni dei propri figli, sintonizzarsi su loro, capire cosa c'è dietro ad un certo comportamento, farsi piccoli piccoli come loro...
Educare però è davvero difficile! Difficile per me non alzare la voce all'ennesimo capriccio ma cercare di mantenere quella calma zen di cui Marco è campione indiscusso; Molto complicato non cedere alla stanchezza, ai commenti delle persone, alla fretta della quotidianità che porterebbe spesso ad assecondare un capriccio pur di calmare le urla o l'insistenza di una richiesta; Pensandoci, mi sembra una cosa più grande di me l'immedesimarmi nei caratteri già così diversi delle mie bimbe, cercare di cogliere le sfumature di tutto quello che c'è dietro a certi comportamenti, guidarle senza forzarle, accompagnarle senza imporre le mie aspettative, educarle secondo i nostri principi e lasciarle libere di scegliere...
Quello che mi è piaciuto è stato il confronto aperto e sincero con le maestre con le quali, per fortuna ci troviamo concordi su moltissimi aspetti; Parlando con loro mi è sembrato che tutti i puntini si allineassero a formare una bella riga dritta...siamo sulla strada giusta, facile no?
Si, ma che sfida!
Quasi un'ora di chiacchiere che mi hanno portato a fare diverse riflessioni.
Educare -per l'esperienza di questi primi anni di vita- è facile. Alcune regole, ben chiare e facilmente assimilabili, su cui bisogna essere piuttosto fermi; Cercare di essere compatti e concordi sempre, di fronte al bambino (salvo poi discutere fino ad ore improbabili la sera...); Affrontare i "terrible two" come una fase più o meno lunga ma comunque passeggera, in cui più che attuare un braccio di ferro con il bambino bisognerebbe cercare di mettersi dal suo punto vista, senza però cedere al ricatto del capriccio (si, anche nel negozio pieno di gente dove tutti mi guardano come se fossi una madre snaturata!); Infine, cosa che mi piace più di tutte, cercare di ascoltare, di mettersi nei panni dei propri figli, sintonizzarsi su loro, capire cosa c'è dietro ad un certo comportamento, farsi piccoli piccoli come loro...
Educare però è davvero difficile! Difficile per me non alzare la voce all'ennesimo capriccio ma cercare di mantenere quella calma zen di cui Marco è campione indiscusso; Molto complicato non cedere alla stanchezza, ai commenti delle persone, alla fretta della quotidianità che porterebbe spesso ad assecondare un capriccio pur di calmare le urla o l'insistenza di una richiesta; Pensandoci, mi sembra una cosa più grande di me l'immedesimarmi nei caratteri già così diversi delle mie bimbe, cercare di cogliere le sfumature di tutto quello che c'è dietro a certi comportamenti, guidarle senza forzarle, accompagnarle senza imporre le mie aspettative, educarle secondo i nostri principi e lasciarle libere di scegliere...
Quello che mi è piaciuto è stato il confronto aperto e sincero con le maestre con le quali, per fortuna ci troviamo concordi su moltissimi aspetti; Parlando con loro mi è sembrato che tutti i puntini si allineassero a formare una bella riga dritta...siamo sulla strada giusta, facile no?
Si, ma che sfida!
mercoledì 13 febbraio 2013
Il claaaun
"Lalla, vuoi che ci insegno la poesia del claaun?"
"..."
"Ripeti insieme a me: il claaaun -che vuol dire paiaccio in inglese- il claaaun, buffo amico dei bambiiini, ride e schersa coi picciiini
"..."
"Lalla, dici insieme a me: il claaaun, buffo amico dei bambiiini, ride e schersa coi picciiini, di sorridere mai sei stanco...Lalla!"
"si, si"
"Vuoi dire insieme a me ilclaunbuffoamicodeibambini?"
"si, si"
"Allora: mai sei stanco, io ti guardo con incanto....il claaaun..."
"..."
"Lalla! il claaun...risate squillanti, applausi stroscianti, faccette ridenti..."
"Uffa!"
"Mamma, la dici tu insieme a me? Lalla non ha capito!"
"Va bene, dai. Il clown, buffo..."
Alza la testa dal disegno e, con aria scocciata: "State un po' gitte voi due!"
"..."
"Ripeti insieme a me: il claaaun -che vuol dire paiaccio in inglese- il claaaun, buffo amico dei bambiiini, ride e schersa coi picciiini
"..."
"Lalla, dici insieme a me: il claaaun, buffo amico dei bambiiini, ride e schersa coi picciiini, di sorridere mai sei stanco...Lalla!"
"si, si"
"Vuoi dire insieme a me ilclaunbuffoamicodeibambini?"
"si, si"
"Allora: mai sei stanco, io ti guardo con incanto....il claaaun..."
"..."
"Lalla! il claaun...risate squillanti, applausi stroscianti, faccette ridenti..."
"Uffa!"
"Mamma, la dici tu insieme a me? Lalla non ha capito!"
"Va bene, dai. Il clown, buffo..."
Alza la testa dal disegno e, con aria scocciata: "State un po' gitte voi due!"
domenica 10 febbraio 2013
Da sempre
Conoscersi da sempre e non conoscersi per niente
Incontrarsi casualmente dopo anni e rivedersi da li in poi ...volutamente
La paura per una strada che si apriva davanti, una scottatura troppo fresca alle spalle, piccoli passi che fanno intravvedere una luce nuova
Il timore che si scioglie in primavera, prendersi per mano con occhi increduli e girarsi a guardare lontano
Dieci anni conservati in un biglietto del cinema nascosto nel portafoglio, che ogni volta mi fa sorridere e ripensare al sole nuovo di quella primavera, ai colori e agli angoli della nostra città esplorati insieme, alle mimose in tasca, ai gabbiani, ad un libro letto per fargli piacere
Dieci anni quest'anno, domani, da quel timido inizio.
Incontrarsi casualmente dopo anni e rivedersi da li in poi ...volutamente
La paura per una strada che si apriva davanti, una scottatura troppo fresca alle spalle, piccoli passi che fanno intravvedere una luce nuova
Il timore che si scioglie in primavera, prendersi per mano con occhi increduli e girarsi a guardare lontano
Dieci anni conservati in un biglietto del cinema nascosto nel portafoglio, che ogni volta mi fa sorridere e ripensare al sole nuovo di quella primavera, ai colori e agli angoli della nostra città esplorati insieme, alle mimose in tasca, ai gabbiani, ad un libro letto per fargli piacere
Dieci anni quest'anno, domani, da quel timido inizio.
martedì 5 febbraio 2013
Piccolalla
PiccoLalla, il nuovo soprannome che ti ha dato la tua sorellona.
Piccola-Lalla, come ti chiamò il secondo giorno che ti vide in quella culletta d'ospedale.
Piccola, che dormi ancora con le gambe piegate a ranocchia e i pugnetti chiusi come i bimbi neonati, che hai il profilo rotondo e panciuto, i piedi cicci e le guance piene.
Piccola ma forte quando ridi sotto il ciuccio nonostante la febbre a 40, piccola e grande quando vuoi vestirti da sola, piccola piccola quando ti accoccoli abbandonata tra le braccia di papà.
Piccola ma risoluta se discuti con Marta, tenera quando giochi e fai le vocine, donnina quando maneggi con destrezza il passeggino pieno dei tuoi bimbi.
Piccola intellettuale quando leggi a te stessa i libri e, ad ogni pagina, ricominci dicendo: "un giolno..."
Piccolina mia, che ormai sei troppo pesante da tenere in braccio e stai diventando lunga lunga anche tu, che segui la strada tracciata dalla tua Matta e questo ti ha resa indipendente, sveglia e dagli occhi furbi
Mi accorgo che una parte di me vorrebbe tenerti ancora così, piccina e paffuta...
Ancora per un po'...piccolalla.
Piccola-Lalla, come ti chiamò il secondo giorno che ti vide in quella culletta d'ospedale.
Piccola, che dormi ancora con le gambe piegate a ranocchia e i pugnetti chiusi come i bimbi neonati, che hai il profilo rotondo e panciuto, i piedi cicci e le guance piene.
Piccola ma forte quando ridi sotto il ciuccio nonostante la febbre a 40, piccola e grande quando vuoi vestirti da sola, piccola piccola quando ti accoccoli abbandonata tra le braccia di papà.
Piccola ma risoluta se discuti con Marta, tenera quando giochi e fai le vocine, donnina quando maneggi con destrezza il passeggino pieno dei tuoi bimbi.
Piccola intellettuale quando leggi a te stessa i libri e, ad ogni pagina, ricominci dicendo: "un giolno..."
Piccolina mia, che ormai sei troppo pesante da tenere in braccio e stai diventando lunga lunga anche tu, che segui la strada tracciata dalla tua Matta e questo ti ha resa indipendente, sveglia e dagli occhi furbi
Mi accorgo che una parte di me vorrebbe tenerti ancora così, piccina e paffuta...
Ancora per un po'...piccolalla.
domenica 3 febbraio 2013
Motivatrice
In bagno.
"Dai, dai, dai culetto!!! Daiiiiiiiii esci!"
Marghe cercava di motivare una produzione difficile.
Senza successo, almeno per stasera.
"Dai, dai, dai culetto!!! Daiiiiiiiii esci!"
Marghe cercava di motivare una produzione difficile.
Senza successo, almeno per stasera.
martedì 29 gennaio 2013
Baci e misteri
In questi ultimi giorni Marta nei suoi disegni rappresenta sempre il suo compagno I.
"Mamma, guarda sto disegnando I., il suo papà e la sua sorellina R."
"Brava Marta...ma senti un po'...com'è I.? è un bel bimbo?"
"Si, ma non si siede composto"
-ecco, ottimo parametro per valutare un uomo: l'eleganza!-
"Il bimbo più bello di tutti è M."
"Quello che qualche tempo fa ti ha detto che voleva sposarti?"
"mmm...si."
"E te li dà sempre i bacini?"
-inizia ad essere vaga: occhi al cielo e movimento della mano..."mmm...si, qualche volta"
"E tu glieli dai i bacini?"
"no, io no! li dò solo alle femmine perchè tra femmine ci diamo sempre i bacini!"
"Ma ai maschietti non li dai mai i bacini?"
"Veramente si, ma non te lo voglio dire!"
-Ossegnùr!-
Interviene prontamente papà per cercare di rimediare: "forse voleva dire che vorrebbe darglieli ma non glielo vuole dire"
-si, bravo papà, illuditi, illuditi!-
"No, no io glieli dò davvero ma non ve lo voglio dire!
Va bè, adesso dormiamo, dai"
"Mamma, guarda sto disegnando I., il suo papà e la sua sorellina R."
"Brava Marta...ma senti un po'...com'è I.? è un bel bimbo?"
"Si, ma non si siede composto"
-ecco, ottimo parametro per valutare un uomo: l'eleganza!-
"Il bimbo più bello di tutti è M."
"Quello che qualche tempo fa ti ha detto che voleva sposarti?"
"mmm...si."
"E te li dà sempre i bacini?"
-inizia ad essere vaga: occhi al cielo e movimento della mano..."mmm...si, qualche volta"
"E tu glieli dai i bacini?"
"no, io no! li dò solo alle femmine perchè tra femmine ci diamo sempre i bacini!"
"Ma ai maschietti non li dai mai i bacini?"
"Veramente si, ma non te lo voglio dire!"
-Ossegnùr!-
Interviene prontamente papà per cercare di rimediare: "forse voleva dire che vorrebbe darglieli ma non glielo vuole dire"
-si, bravo papà, illuditi, illuditi!-
"No, no io glieli dò davvero ma non ve lo voglio dire!
Va bè, adesso dormiamo, dai"
domenica 27 gennaio 2013
Nicchiona, what else?
Da qualche giorno anche io ho avuto l'onore di essere stata insignita del bollino
Intanto ringrazio Lucia del blog "Là in mezzo al mar..." ( che peraltro mi ricorda di un periodo della mia infanzia quando ero fissata con la coda di cavallo altissima e mio padre, per sfottermi un po', mentre andavamo a scuola mi cantava questa canzoncina che iniziava così: "Come porti i capelli bella bionda?"), che è la Capa Nicchiona insieme con Francesca del blog "Mumtrioska", suo braccio destro, della quale voglio riportare un pensiero che condivido al 100%:
"Penso che si possa bloggare per crescere, per contribuire a fare cose belle, per confrontarsi e per imparare a stare al mondo, perché di virtuale, sul blog di nicchia, c’è solo la connessione."
Da quanto frequento questo mondo di blog più o meno famosi e più o meno nicchioni mi è capitato di confrontarmi moltissime volte con altre persone sugli argomenti più disparati, di imparare e di dare io stessa consigli...insomma l'intento del blog è sicuramente quello di lasciare una traccia della mia vita in questo momento e un ricordo per le mie bimbe ma è anche uno strumento che mi permette di partecipare attivamente e quotidianamente a quello che succede nella rete e...fuori!
Quindi con grande orgoglio dichiaro questo blog un fiero blog di nicchia!!!
:)
Intanto ringrazio Lucia del blog "Là in mezzo al mar..." ( che peraltro mi ricorda di un periodo della mia infanzia quando ero fissata con la coda di cavallo altissima e mio padre, per sfottermi un po', mentre andavamo a scuola mi cantava questa canzoncina che iniziava così: "Come porti i capelli bella bionda?"), che è la Capa Nicchiona insieme con Francesca del blog "Mumtrioska", suo braccio destro, della quale voglio riportare un pensiero che condivido al 100%:
"Penso che si possa bloggare per crescere, per contribuire a fare cose belle, per confrontarsi e per imparare a stare al mondo, perché di virtuale, sul blog di nicchia, c’è solo la connessione."
Da quanto frequento questo mondo di blog più o meno famosi e più o meno nicchioni mi è capitato di confrontarmi moltissime volte con altre persone sugli argomenti più disparati, di imparare e di dare io stessa consigli...insomma l'intento del blog è sicuramente quello di lasciare una traccia della mia vita in questo momento e un ricordo per le mie bimbe ma è anche uno strumento che mi permette di partecipare attivamente e quotidianamente a quello che succede nella rete e...fuori!
Quindi con grande orgoglio dichiaro questo blog un fiero blog di nicchia!!!
:)
giovedì 24 gennaio 2013
Pensieri
Sarà facile, a posteriori, voltarsi indietro e pensare ai regali che ci ha fatto questo periodo.
Ma io, che in fondo resto ottimista, voglio provare a guardare il buono che c'è.
Adesso.
Adesso che lui si sveglia con noi, mi prepara il caffè e le accompagna all'asilo
Adesso che, tornando a casa ci apre la porta con il sorriso e se le sbaciucchia tutte
Adesso che il venerdì scappo prima e riusciamo a pranzare soli soletti
Adesso che lavoro con più impegno ed entusiasmo, perchè mi accorgo di quanto io sia fortunata
Adesso che tocca a me sostenere lui, dopo tutta la pazienza che lui ha avuto per i miei momenti bui
Adesso che la prova ci unisce e ci rafforza
Adesso che mi sento ancora più grata verso i miei fiorellini per ogni momento sereno passato insieme, l'allegra confusione, le corse in corridoio, le urla felici, i rari silenzi, gli abbracci stretti.
Ma io, che in fondo resto ottimista, voglio provare a guardare il buono che c'è.
Adesso.
Adesso che lui si sveglia con noi, mi prepara il caffè e le accompagna all'asilo
Adesso che, tornando a casa ci apre la porta con il sorriso e se le sbaciucchia tutte
Adesso che il venerdì scappo prima e riusciamo a pranzare soli soletti
Adesso che lavoro con più impegno ed entusiasmo, perchè mi accorgo di quanto io sia fortunata
Adesso che tocca a me sostenere lui, dopo tutta la pazienza che lui ha avuto per i miei momenti bui
Adesso che la prova ci unisce e ci rafforza
Adesso che mi sento ancora più grata verso i miei fiorellini per ogni momento sereno passato insieme, l'allegra confusione, le corse in corridoio, le urla felici, i rari silenzi, gli abbracci stretti.
domenica 20 gennaio 2013
Anatomia/1
"Ma la zia C., adesso che ha un bimbo nella pancia, può mangiare?"
-eh no, è troppo ingombrante...non ci entra più niente!-
"Mamma, senti qua nella pancia c'è tutto il mangiare che rotola rotola!"
"Ora che sono piccola faccio la pipì seduta ma quando divento grande come il mio amico M. la farò in piedi anche io, vero?"
-ehm, no cara. Spero proprio di no!-
"Sai che la maestra M. ci dice sempre che ha gli occhi anche dietro e ci vede pure se sta girata.
Ma come è possibile?"
-Alla maestra M. nulla è impossibile!-
-eh no, è troppo ingombrante...non ci entra più niente!-
"Mamma, senti qua nella pancia c'è tutto il mangiare che rotola rotola!"
"Ora che sono piccola faccio la pipì seduta ma quando divento grande come il mio amico M. la farò in piedi anche io, vero?"
-ehm, no cara. Spero proprio di no!-
"Sai che la maestra M. ci dice sempre che ha gli occhi anche dietro e ci vede pure se sta girata.
Ma come è possibile?"
-Alla maestra M. nulla è impossibile!-
giovedì 17 gennaio 2013
Quel luogo dove l'epidurale è tabu'!
Questi primi mesi dell'anno nuovo mi hanno portato notizie di bimbi in arrivo o appena nati e il pensiero è stato richiamato sul luogo dove è nata Margherita, un posto non solo bello ma anche funzionale e organizzato, cosa che nella mia città non è proprio la regola.
A differenza di Marta, che è nata nel reparto tradizionale, per Marghe ho scelto il Centro Nascita Alternativo che, detto così, suona un po' esoterico ma in realtà è un reparto maternità totalmente gestito dalle ostetriche dove si cerca di far vivere questa esperienza nel modo più naturale possibile.
Bandita quindi l'epidurale e, neanche a dirlo, il cesareo; si partorisce nella propria stanza (singola... tutta per te!) oppure in una piscina enorme dentro una stanza tutta blu e, una volta che hai tra le braccia il tuo frugoletto lo tieni 24h su 24 con te visto che non esiste la nursery.
In compenso c'è la stanza dove si può mangiare insieme alla tua famiglia e sopratutto dove, al mattino, ci si può preparare la colazione come e quando si preferisce.
Possono entrare solo il papà, i fratelli/sorelle e i nonni senza limiti di orario ma qualsiasi altra visita è vietata proprio per cercare di favorire la tranquillità e la ripresa della neomamma.
Per me è stato bellissimo provare questa esperienza anche perchè, quando è nata la sorellina, Marta aveva solo 1 anno e mezzo ed è stato importante che potesse passare tanto tempo insieme a noi anche già nei primissimi giorni: abbiamo cenato sempre insieme e ci siamo abituati alla nuova vita in quattro, senza aspettare di arrivare a casa.
Ovviamente questa scelta l'ho fatta al secondo parto, quando già sapevo cosa mi aspettava, qual era il mio limite di sopportazione del dolore e quali sarebbero stati presumibilmente i miei tempi (brevissimi, me lo avevano già detto poichè il primo parto era stato abbastanza rapido).
Mi sono ritovata in un ambiente familiare, colorato e tranquillo come a casa ma seguita comunque da ostetriche e, all'occorrenza, dottori.
Un posto da pubblicizzare e consigliare sicuramente!
A differenza di Marta, che è nata nel reparto tradizionale, per Marghe ho scelto il Centro Nascita Alternativo che, detto così, suona un po' esoterico ma in realtà è un reparto maternità totalmente gestito dalle ostetriche dove si cerca di far vivere questa esperienza nel modo più naturale possibile.
Bandita quindi l'epidurale e, neanche a dirlo, il cesareo; si partorisce nella propria stanza (singola... tutta per te!) oppure in una piscina enorme dentro una stanza tutta blu e, una volta che hai tra le braccia il tuo frugoletto lo tieni 24h su 24 con te visto che non esiste la nursery.
In compenso c'è la stanza dove si può mangiare insieme alla tua famiglia e sopratutto dove, al mattino, ci si può preparare la colazione come e quando si preferisce.
Possono entrare solo il papà, i fratelli/sorelle e i nonni senza limiti di orario ma qualsiasi altra visita è vietata proprio per cercare di favorire la tranquillità e la ripresa della neomamma.
Per me è stato bellissimo provare questa esperienza anche perchè, quando è nata la sorellina, Marta aveva solo 1 anno e mezzo ed è stato importante che potesse passare tanto tempo insieme a noi anche già nei primissimi giorni: abbiamo cenato sempre insieme e ci siamo abituati alla nuova vita in quattro, senza aspettare di arrivare a casa.
Ovviamente questa scelta l'ho fatta al secondo parto, quando già sapevo cosa mi aspettava, qual era il mio limite di sopportazione del dolore e quali sarebbero stati presumibilmente i miei tempi (brevissimi, me lo avevano già detto poichè il primo parto era stato abbastanza rapido).
Mi sono ritovata in un ambiente familiare, colorato e tranquillo come a casa ma seguita comunque da ostetriche e, all'occorrenza, dottori.
Un posto da pubblicizzare e consigliare sicuramente!