Prima le corse per strada perchè si è sempre quasi in ritardo o perchè loro fanno finta di essere in sella alla bici o alla moto.
Poi trafelata tu e sudate loro aprite quella porta:
in quel girone dei dannati dove si passa da 5 a 25 gradi in tre secondi
vieni raggiunta dall'aria umida e intrisa dell' odore tremendo di
cloro che ogni volta risveglia brividi irrisolti.
E poi gli
occhiali che si appannano impedendoti di vedere dove sono schizzate le
due schegge impazzite, bambini che si rotolano sul pavimento umidiccio,
inquietanti sovrascarpe blu, il rumore costante dei phon che
rappresentano l'altra tortura di questa faccenda che si ripete ogni
lunedì: troppo caldi per poterle asciugare entrambe senza finire in un
bagno di sudore ma troppo tiepidi per non richiedere l'impiego di un
terzo gettone (da brava genovese il bis viene fatto tenendole entrambe
strette strette vicine vicine sotto lo stesso phon)
Si aspetta la
sirena che indica il cambio turno, le porte degli spogliatoi si aprono,
inizia la corsa per cercare di accaparrarsi un posto sgomitando nella
folla.
Svestiti, togli la ciabatta, metti la ciabatta, guai se
metti i piedi per terra, mi scappa la pipì, mamma la cuffia mi schiaccia
le orecchie, corri che gli altri sono già andati, vieni qui che non hai
l'accappatoio, dov'è l'altra? ecco la maestra dei piccoli, prendi lo
zaino, lascia i vestiti, tieni le scarpe, togli i sovrascarpe e guadagna
l'uscita.
Esci. Uscite.
Esauste e provate, tu e le tue due amiche vi guardate complici negli occhi: avete una buona ragione per sopportare tutto questo.
Una mezz'ora di chiacchiere davanti al caffè!
Eh bè e vuoi mettere il piacere del caffè dopo tutta sta fatica?
RispondiEliminaProprio così, chiacchiere e caffè!
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