"Mamma come mai quel cane va in giro con la lingua di fuori?"
"Perchè ha caldo, poverino! Vedi che pelo lungo che ha...pensa un po' se tu adesso andassi in giro con il cappotto"
"Eh si, ma potrebbero tagliarglielo, come con le pecore che abbiamo visto nel libro ieri sera"
"Ma sai, ai cani di solito il pelo non si taglia, alle pecore si perchè con quella lana avrebbero veramente troppo caldo e poi a noi serve per fare i maglioni!"
"Ho capito: qualcuno se lo deve tenere, qualcuno invece se lo taglia.....anche tu infatti adesso ti tagli i peli delle gambe!!!"
ma anche come Marta, Margherita e Matilde, i miei tre fiorellini e come Marco, il mio gigante buono!
lunedì 29 giugno 2015
martedì 23 giugno 2015
Sagace
"La maestra M. sì che è furba, io lo so: Ci dice che l'asilo è finito perchè se ne vuole andare al mare!"
domenica 14 giugno 2015
Tutto prima o poi ti si ritorce contro
Se la matematica non è un'opinione figuriamoci la genetica.
Da una che impiegherebbe anche mezz'ora a scegliere due gusti di un gelato (se quelle frettolose commesse non glielo impedissero puntualmente) non poteva che nascere una bambina estremamente, infinitamente, esageratamente indecisa.
Così accade che a tavola possa impiegare cinque interi minuti per decidere in silenzio se preferisce una mela o una pera, accade che la sua risposta più frequente sia "non lo so" inframmezzata dal più indolore "decidi tu" e che spesso si giochi anche il netto "fa lo stesso".
Così la sua imperfetta e indecisa mamma in questi anni ha dovuto vestire molte volte i panni della saggia adulta e ripeterle quasi ogni giorno che quelle scelte non erano poi così complicate, che non aveva senso evitare di scegliere per paura di sbagliare, che nella vita prima o poi bisogna fare delle scelte e non si può sempre delegare qualcun altro a "sbagliare "al posto nostro.
-Io lo sapevo che tutte le mie perle di saggezza prima o poi sarebbero tornate indietro, colpendomi con la stessa crudele veemenza dei chicchi di riso all'uscita della chiesa-
"Mamma, ti piace più il mio disegno o quello di Marghe?"
"Eh....mah....sono belli tutti e due, mi piacciono entrambi!"
"Si, ma di più di più di più?"
"Marta che domande mi fai, non so...dai...come faccio a scegliere?"
"Eh, mamma però....bisogna decidersi un po' nella vita!"
Da una che impiegherebbe anche mezz'ora a scegliere due gusti di un gelato (se quelle frettolose commesse non glielo impedissero puntualmente) non poteva che nascere una bambina estremamente, infinitamente, esageratamente indecisa.
Così accade che a tavola possa impiegare cinque interi minuti per decidere in silenzio se preferisce una mela o una pera, accade che la sua risposta più frequente sia "non lo so" inframmezzata dal più indolore "decidi tu" e che spesso si giochi anche il netto "fa lo stesso".
Così la sua imperfetta e indecisa mamma in questi anni ha dovuto vestire molte volte i panni della saggia adulta e ripeterle quasi ogni giorno che quelle scelte non erano poi così complicate, che non aveva senso evitare di scegliere per paura di sbagliare, che nella vita prima o poi bisogna fare delle scelte e non si può sempre delegare qualcun altro a "sbagliare "al posto nostro.
-Io lo sapevo che tutte le mie perle di saggezza prima o poi sarebbero tornate indietro, colpendomi con la stessa crudele veemenza dei chicchi di riso all'uscita della chiesa-
"Mamma, ti piace più il mio disegno o quello di Marghe?"
"Eh....mah....sono belli tutti e due, mi piacciono entrambi!"
"Si, ma di più di più di più?"
"Marta che domande mi fai, non so...dai...come faccio a scegliere?"
"Eh, mamma però....bisogna decidersi un po' nella vita!"
domenica 7 giugno 2015
Capitoli che si chiudono
Se mi concentro ti rivedo, con la gonna di jeans fatta a salopette, le scarpe con gli occhietti, i codini sottili sottili e i buchi di ciccia ancora sparsi.
Il primo giorno d'inserimento abbiamo giocato con i lego grandi e tu hai costruito una torre alta alta: la maestra S. ci aveva subito scattato una foto che è tra quelle nel tuo album.
Alla fine di quell'anno avevo pianto molto guardando il filmino che le maestre avevano preparato per salutarvi; un anno di passaggio, un anno di ponte tra l'inconsapevolezza del nido e le cose da grandi della materna, un anno che si chiama "primavera" forse proprio ad indicare questo periodo intermedio, dove voi piccoli fiorellini siete sbocciati piano piano, ognuno con i suoi modi e secondo i suoi tempi.
Poi sei arrivata nella sezione degli azzurri con la mitica, temuta e amata maestra M.; Hai subito imparato le regole, alcune davvero buffe e ti sei fatta coraggio ogni mattina grazie alla tua amica C. che con te condivideva le lacrime del distacco. Anche le vostre mamme hanno tremato per il primo periodo e si scambiavano lunghe telefonate preoccupate...
Ma il tempo ci ha aiutate e ben presto siete diventate attente, allegre e partecipi e i tre anni sono volati.
Qualche giorno fa eravate sulla scala, con i vostri cappelli di cartone e il diploma in mano, a cantare allegre e fiere la canzone che da 4 anni iniziamo a sentire ripetere a nastro da Maggio in poi...
Qualche giorno fa ti guardavi intorno soddisfatta e compiaciuta di quel pubblico e forse non vedevi gli occhi un pochino lucidi della mamma che ti osservava pensando a quanto sono tristi i capitoli che si chiudono.
Siamo andate all'acquario con tutti i tuoi compagni e tu giocavi buffa e complice con le tue amiche del cuore, senza immaginare come sarà tra qualche mese senza di loro, senza la tua normalità, senza questo piccolo mondo che ti sei costruita, forse con fatica, vista la tua timidezza.
Alla sera sei andata a dormire felice e, abbracciandomi forte al buio non facevi che ripetermelo..."sono stata proprio felice oggi di essermi diplomata!".
Allora ho pensato a quanto siete belli voi bambini, di quanto invidio la vostra ingenuità che vi fa godere fino in fondo le cose perchè tutto è nuovo e non potete lasciarvi scalfire la giornata da una punta di malinconia.
Come fanno le mamme troppo nostalgiche come noi.
Il primo giorno d'inserimento abbiamo giocato con i lego grandi e tu hai costruito una torre alta alta: la maestra S. ci aveva subito scattato una foto che è tra quelle nel tuo album.
Alla fine di quell'anno avevo pianto molto guardando il filmino che le maestre avevano preparato per salutarvi; un anno di passaggio, un anno di ponte tra l'inconsapevolezza del nido e le cose da grandi della materna, un anno che si chiama "primavera" forse proprio ad indicare questo periodo intermedio, dove voi piccoli fiorellini siete sbocciati piano piano, ognuno con i suoi modi e secondo i suoi tempi.
Poi sei arrivata nella sezione degli azzurri con la mitica, temuta e amata maestra M.; Hai subito imparato le regole, alcune davvero buffe e ti sei fatta coraggio ogni mattina grazie alla tua amica C. che con te condivideva le lacrime del distacco. Anche le vostre mamme hanno tremato per il primo periodo e si scambiavano lunghe telefonate preoccupate...
Ma il tempo ci ha aiutate e ben presto siete diventate attente, allegre e partecipi e i tre anni sono volati.
Qualche giorno fa eravate sulla scala, con i vostri cappelli di cartone e il diploma in mano, a cantare allegre e fiere la canzone che da 4 anni iniziamo a sentire ripetere a nastro da Maggio in poi...
Qualche giorno fa ti guardavi intorno soddisfatta e compiaciuta di quel pubblico e forse non vedevi gli occhi un pochino lucidi della mamma che ti osservava pensando a quanto sono tristi i capitoli che si chiudono.
Siamo andate all'acquario con tutti i tuoi compagni e tu giocavi buffa e complice con le tue amiche del cuore, senza immaginare come sarà tra qualche mese senza di loro, senza la tua normalità, senza questo piccolo mondo che ti sei costruita, forse con fatica, vista la tua timidezza.
Alla sera sei andata a dormire felice e, abbracciandomi forte al buio non facevi che ripetermelo..."sono stata proprio felice oggi di essermi diplomata!".
Allora ho pensato a quanto siete belli voi bambini, di quanto invidio la vostra ingenuità che vi fa godere fino in fondo le cose perchè tutto è nuovo e non potete lasciarvi scalfire la giornata da una punta di malinconia.
Come fanno le mamme troppo nostalgiche come noi.
martedì 2 giugno 2015
Ho bisogno
Ho bisogno delle sue fossette appena accennate, timide come lei, quando ride di gusto.
Ho bisogno anche degli occhi vispi che spuntano allegri da un turbinio di piccole bolle di sapone.
Ho bisogno di un prato di erba bassa, del primo sole caldo da godermi ad occhi chiusi, del mare così vasto da far paura, ammirato dall'alto della mia città.
Ho bisogno di una passeggiata serale come ai vecchi tempi, di discorsi seri e sempre uguali, di progetti nuovi che per ora sono li, appesi, ad aspettarci da tanto tempo.
Ho bisogno delle solite canzoni che ogni volta rivelano una parola nuova, del suo fischiettare allegro, delle loro vocine intonate che cantano sempre lo stesso ritornello.
Ho bisogno di provare lo stupore e la gioia per la sua prima pedalata senza rotelle, la tenerezza per "mamma, qui non facciamo lo sciopero dei bacini, nè degli abbracci, nè dell'amore", la curiosità per un nuovo sentiero marcato da un buffo segnavia che assomiglia ad una faccina.
Ho bisogno delle loro domande pignole, dei disegni strampalati, della fine dell'asilo, l'estate. le maniche corte, scorpacciate di melone, la vacanza al mare, le camminate in montagna, i piedi nudi, l'odore del doposole, il profumo dell'insalata di riso, il freddo del gelato in bocca, il rumore delle rondini al tramonto.
Ho bisogno anche degli occhi vispi che spuntano allegri da un turbinio di piccole bolle di sapone.
Ho bisogno di un prato di erba bassa, del primo sole caldo da godermi ad occhi chiusi, del mare così vasto da far paura, ammirato dall'alto della mia città.
Ho bisogno di una passeggiata serale come ai vecchi tempi, di discorsi seri e sempre uguali, di progetti nuovi che per ora sono li, appesi, ad aspettarci da tanto tempo.
Ho bisogno delle solite canzoni che ogni volta rivelano una parola nuova, del suo fischiettare allegro, delle loro vocine intonate che cantano sempre lo stesso ritornello.
Ho bisogno di provare lo stupore e la gioia per la sua prima pedalata senza rotelle, la tenerezza per "mamma, qui non facciamo lo sciopero dei bacini, nè degli abbracci, nè dell'amore", la curiosità per un nuovo sentiero marcato da un buffo segnavia che assomiglia ad una faccina.
Ho bisogno delle loro domande pignole, dei disegni strampalati, della fine dell'asilo, l'estate. le maniche corte, scorpacciate di melone, la vacanza al mare, le camminate in montagna, i piedi nudi, l'odore del doposole, il profumo dell'insalata di riso, il freddo del gelato in bocca, il rumore delle rondini al tramonto.