Lo so, lo so, caro blog mio che quest'anno è stato un po' poverello e ho latitato più del dovuto...ma il cambio di casa, l'esilio e la mancanza di una connessione decente hanno pesato sul mio rendimento...però mi piace anche quest' anno tirare le fila quindi ecco qui:
A Gennaio facevo i miei soliti buoni propositi e devo dire che li ho rispettati quasi tutti; la malinconia poi iniziava a farsi strada in me, in attesa dell'imminente abbandono di casa
A Febbraio scoprivo che il nonno aveva hobbies molto particolari
A Marzo lasciavamo la nostra amata casetta e questo mi ha portato molti ricordi per fortuna c'era Marta che mi strappava sorrisi!
Ad Aprile mi accorgevo di come il tempo si possa prendere gioco di noi
A Maggio iniziavo a dare i primi segni di impazienza ma non potevo sapere che la fine dei lavori in casa nuova era ancora molto molto lontana
A giugno abbiamo chiuso un capitolo importante per Marta che, come sempre sapeva cogliere le mie contraddizioni
A luglio le nostre tanto desiderate vacanze in sardegna con gli zii Parigini e la mia piccola Maggie che diventa grande
Agosto è stato un mese pieno: la fine dei lavori, la montagna, le vacanze all'ultimo momento offerte dalla ditta di Marco, dove lui sgobbava e noi ce la spassavamo in spiaggia; il nostro ingresso, felici ed emozionati nella nostra nuova casa!
Settembre e i 90 anni della nonna bis, i cinque anni della nostra gattina, il primo giorno di scuola di Marta e l'arrivo della mia amica messicana...
A Ottobre abbiamo finalmente conosciuto il nostro nipotino parigino e io mi ritrovavo a fare alcune considerazioni sulle mie piccole quasi gemelle
A Novembre abbiamo ricevuto due lezioni di teologia dalle nostre figlie
E infine Dicembre, eccoti qui, che mi hai fatta emozionare per mio fratello-papà e mi hai fatta sorridere con i ragionamenti della mia bimba grande
Caro 2015 sei stato un anno lungo, a tratti difficile ma anche pieno di soddisfazioni, rileggendoti ci trovo dentro tanta malinconia che spero resti solo un ricordo nelle tue pagine nascoste...
Credo che il 2016 abbia già dato segnali positivi...
ma anche come Marta, Margherita e Matilde, i miei tre fiorellini e come Marco, il mio gigante buono!
domenica 27 dicembre 2015
sabato 19 dicembre 2015
Cose da fare prima di Natale
1. Sbaciucchiare a profusione quel ciccione di mio nipote che finalmente domani potrò vedere dal vivo e non su uno schermo di smartphone
2. Pensare seriamente a cosa mettere sotto ai denti a Natale quando saremo qui in 18 tutti intorno al nostro lunghissimo tavolo
3. Finire di impastare altri 12 pandolci ed etichettare 16 marmellate, tutto ovviamente, rigorosamente, hand made
4. Sopravvivere ad una vigilia della vigilia in cui mi troverò a pranzo con i colleghi miei e a cena con i colleghi suoi
5. Comprare l'ultimo difficilissimo regalo
6. Non dimenticarmi qual è il motivo del Natale cioè, come dice una canzone dell'ultimo zecchino d'oro che ci piace tanto, il Perchè dei Perchè
2. Pensare seriamente a cosa mettere sotto ai denti a Natale quando saremo qui in 18 tutti intorno al nostro lunghissimo tavolo
3. Finire di impastare altri 12 pandolci ed etichettare 16 marmellate, tutto ovviamente, rigorosamente, hand made
4. Sopravvivere ad una vigilia della vigilia in cui mi troverò a pranzo con i colleghi miei e a cena con i colleghi suoi
5. Comprare l'ultimo difficilissimo regalo
6. Non dimenticarmi qual è il motivo del Natale cioè, come dice una canzone dell'ultimo zecchino d'oro che ci piace tanto, il Perchè dei Perchè
lunedì 14 dicembre 2015
Sorella veganita'
Da quando Marta ha scoperto l'esistenza di persone che evitano di mangiare tutte quelle cose che mamma e papà invece sponsorizzano come buone, importanti per diventare grandi e piene di energia per affrontare la giornata, nella sua testa la curiosità ha iniziato a lavorare sodo...
Alla fine di ogni pasto la sua domanda è sempre la stessa:
"Mamma, un vegano cosa avrebbe mangiato oggi del nostro pranzo?"
La scarna lista viene accolta da sguardi stupiti e sorpresi.
"Mamma, sai che San Francesco voleva bene a tutti gli animali infatti una volta ha pescato un pesce ma poi lo ha subito ributtato in mare. Forse anche lui era Vegano!!!"
Alla fine di ogni pasto la sua domanda è sempre la stessa:
"Mamma, un vegano cosa avrebbe mangiato oggi del nostro pranzo?"
La scarna lista viene accolta da sguardi stupiti e sorpresi.
"Mamma, sai che San Francesco voleva bene a tutti gli animali infatti una volta ha pescato un pesce ma poi lo ha subito ributtato in mare. Forse anche lui era Vegano!!!"
lunedì 7 dicembre 2015
Maschi
"Marta, lo sai che quando siamo in bagno io mi metto bella seduta e non mi faccio vedere da nessuno, mentre i maschi, che fanno la pipì in piedi, alla fine si girano verso di noi e ci fanno vedere il pisellino?!?"
"Ah, questi uomini. Questi uomini-bambini."
"Ah, questi uomini. Questi uomini-bambini."
venerdì 4 dicembre 2015
Un papà di due mesi
Da due mesi la tua faccia è, in ogni foto, illuminata da un sorriso che non ricordo di aver mai visto in te, fratellino mio.
Sei diventato papà di un fagottino grasso e dormiglione, che guarda il mondo con i suoi occhietti buffi e riempe le giornate di sbadigli.
Ti guardo in quella foto scattata di nascosto dalla tua metà riccioluta, in cui lui dorme con la sua guancia morbida appoggiata sulla tua, ispida di barba un po' incolta e tu hai l'angolo della bocca in su, in una espressione di pace e soddisfazione nonostante la stanchezza che avrai accumulato in questo tempo.
Vi guardo, tu e te stesso in miniatura, abbandonati nella vostra attività preferita e penso a quanta tenerezza mi fai, papà di due mesi, e a quanto sono grata per averti...anche se lontano 1000km.
Sei diventato papà di un fagottino grasso e dormiglione, che guarda il mondo con i suoi occhietti buffi e riempe le giornate di sbadigli.
Ti guardo in quella foto scattata di nascosto dalla tua metà riccioluta, in cui lui dorme con la sua guancia morbida appoggiata sulla tua, ispida di barba un po' incolta e tu hai l'angolo della bocca in su, in una espressione di pace e soddisfazione nonostante la stanchezza che avrai accumulato in questo tempo.
Vi guardo, tu e te stesso in miniatura, abbandonati nella vostra attività preferita e penso a quanta tenerezza mi fai, papà di due mesi, e a quanto sono grata per averti...anche se lontano 1000km.
lunedì 30 novembre 2015
Teologia non troppo for dummies
Marta: "Come mai lunedì e martedì prossimo siamo in vacanza?"
Mamma: "Perché martedì è una festa che si chiama dell'Immacolata, si festeggia la Mamma di Gesù!"
"E cosa facciamo?"
"Andremo a messa e poi facciamo l'albero e il presepe!"
"Ah, non si va a scuola ma a messa... Bhe però quei miei compagni che a Messa non ci vanno mai.. Non è giusto che fanno festa! Se non vai a Messa allora te ne vai a scuola!!!"
Mamma: "Perché martedì è una festa che si chiama dell'Immacolata, si festeggia la Mamma di Gesù!"
"E cosa facciamo?"
"Andremo a messa e poi facciamo l'albero e il presepe!"
"Ah, non si va a scuola ma a messa... Bhe però quei miei compagni che a Messa non ci vanno mai.. Non è giusto che fanno festa! Se non vai a Messa allora te ne vai a scuola!!!"
mercoledì 25 novembre 2015
Teologia for dummies
E fu sera e fu mattina: le ballerine
"Vieni, Marghe: con questo vestitino puoi metterti le ballerine!"
"Eh già mamma: Dio ha creato le ballerine proprio per questo, sennò come facevamo noi femmine con le gonne?"
Dio ti dice niente?
Marta: "Oggi a scuola abbiamo parlato delle cose naturali e delle cose fatte dagli uomini"
Papà: "Ah si? E le cose naturali cosa sarebbero?"
Marta: "Non so...i pesci, le piante...capito?"
Papà: "Certo....ma chi le ha fatte queste cose allora?"
Marghe: "Eh papà! Hai mai sentito parlare di Dio?"
"Vieni, Marghe: con questo vestitino puoi metterti le ballerine!"
"Eh già mamma: Dio ha creato le ballerine proprio per questo, sennò come facevamo noi femmine con le gonne?"
Dio ti dice niente?
Marta: "Oggi a scuola abbiamo parlato delle cose naturali e delle cose fatte dagli uomini"
Papà: "Ah si? E le cose naturali cosa sarebbero?"
Marta: "Non so...i pesci, le piante...capito?"
Papà: "Certo....ma chi le ha fatte queste cose allora?"
Marghe: "Eh papà! Hai mai sentito parlare di Dio?"
venerdì 20 novembre 2015
Un po' stanchino
Sera, ora di cena, tutti intorno al tavolo e chi più chi meno accusiamo la settimana appena trascorsa.
La mamma sta già programmando ora per ora tutto il weekend, persino le bimbe sono silenziose, troppo intente a finire la Cena per poi rifugiarsi presto a letto.
E poi c'è lui, naturalmente silenzioso sopratutto dopo un'intera giornata di lavoro in mezzo a colleghi e telefonate.
Naturalmente silenzioso, troppo silenzioso.
Mamma: "Allora tutto bene? "
Papà: "Mmm Mmm"
Mamma: "ma com'è che sei così assente? È successo qualcosa in ufficio, sei preoccupato per qualcosa, hai saputo qualcosa di brutto???"
Papà: "ma no, stai tranquilla non ho niente! Sono solo un po' stanchino"
Marghe si risveglia dal suo torpore: "eh va beh papà, alla sera siamo tutti un po' stanchi!!!"
La mamma sta già programmando ora per ora tutto il weekend, persino le bimbe sono silenziose, troppo intente a finire la Cena per poi rifugiarsi presto a letto.
E poi c'è lui, naturalmente silenzioso sopratutto dopo un'intera giornata di lavoro in mezzo a colleghi e telefonate.
Naturalmente silenzioso, troppo silenzioso.
Mamma: "Allora tutto bene? "
Papà: "Mmm Mmm"
Mamma: "ma com'è che sei così assente? È successo qualcosa in ufficio, sei preoccupato per qualcosa, hai saputo qualcosa di brutto???"
Papà: "ma no, stai tranquilla non ho niente! Sono solo un po' stanchino"
Marghe si risveglia dal suo torpore: "eh va beh papà, alla sera siamo tutti un po' stanchi!!!"
lunedì 9 novembre 2015
Incrocio di vite
Cinque anni fa ci eravamo appena conosciuti: Noi con una bimba piccola e una minuscola, voi con uno solo, trasferiti da qualche mese qui al nord e ancora un po' sopraffatti dal cambio di vita.
Noi e voi, rimasti sposini per soli 9 mesi, i mariti ingegneri e le mogli appena uscite dall'università.
Cinque anni fa le nostre strade si incrociavano per la prima volta e il vostro entusiasmo ci ha subito conquistati; Ci siamo accompagnati tra traslochi, cambi di lavoro, discorsi maschilisti, crisi femminili; Abbiamo fatto il pesto insieme con tutte le regole della famiglia G., abbiamo passato pomeriggi ad appendere mensole e lavare piatti, a montare mobili e a chiacchierare; Con voi abbiamo vissuto insieme l'esperienza di una testimonianza che ci ha cambiato le vite e da quel momento Assisi è diventata ancora più preziosa per me.
I bimbi da tre sono diventati cinque e non è detto che ci si sia fermati.
Da più di anno siete di nuovo lontani, ieri dopo un anno vi abbiamo potuti riabbracciare.
E dopo un anno siamo sempre noi, come se questo tempo fosse passato in pochi minuti. Dopo un anno l'amicizia ha lavorato anche a distanza cosicchè le distanze si sono annullate e ieri ci siamo ritovati con la stessa complicità e gioia di sempre.
Grazie amici, vedervi ci dà sempre una grande carica: Stamattina ripartire è stato più leggero.
Noi e voi, rimasti sposini per soli 9 mesi, i mariti ingegneri e le mogli appena uscite dall'università.
Cinque anni fa le nostre strade si incrociavano per la prima volta e il vostro entusiasmo ci ha subito conquistati; Ci siamo accompagnati tra traslochi, cambi di lavoro, discorsi maschilisti, crisi femminili; Abbiamo fatto il pesto insieme con tutte le regole della famiglia G., abbiamo passato pomeriggi ad appendere mensole e lavare piatti, a montare mobili e a chiacchierare; Con voi abbiamo vissuto insieme l'esperienza di una testimonianza che ci ha cambiato le vite e da quel momento Assisi è diventata ancora più preziosa per me.
I bimbi da tre sono diventati cinque e non è detto che ci si sia fermati.
Da più di anno siete di nuovo lontani, ieri dopo un anno vi abbiamo potuti riabbracciare.
E dopo un anno siamo sempre noi, come se questo tempo fosse passato in pochi minuti. Dopo un anno l'amicizia ha lavorato anche a distanza cosicchè le distanze si sono annullate e ieri ci siamo ritovati con la stessa complicità e gioia di sempre.
Grazie amici, vedervi ci dà sempre una grande carica: Stamattina ripartire è stato più leggero.
mercoledì 28 ottobre 2015
A voi
A voi quasi gemelle che l'estate e la scuola hanno provveduto a far maturare in modo diverso, che restate sempre quasi gemelle ma ora una ha preso la fuga e chissà quando l'altra la raggiugerà.
A voi miei piccoli soli, che illuminate le nostre giornate con le vostre faccine allegre, con i discorsi curiosi, con le nuove canzoni imparate negli ultimi tempi
A voi che camminate sul sentiero tenendovi la mano, che su un prato vi correte incontro a braccia aperte per poi rotolare tra i ricci e le foglie secche, che vi spartite tutto, dall'ultimo formaggino alle forze residue di papà e questa è una palestra di vita preziosa
Parlo a voi che fate i compiti chi per davvero, chi per solidarietà, che da quando eravate piccolissime siete una l'intrattenimento dell'altra, che vi difendete e custodite
Non permettete al tempo e alle persone di rovinare questo legame che il destino vi ha regalato facendovi nascere quasi gemelle, non dimenticatevi dei bagnetti fatti insieme e delle bolle sotto l'acqua della vasca, delle risate piene e complici che hanno riempito la vostra cameretta
Non lasciatevi allontanare da un litigio ma ricordatevi come era bello fare pace subito ("dai facciamo pace così siamo di nuovo felici"), scambiatevi sempre quei bacini morbidi, anche quando sarete grandi senza farvi velare dal pudore, cercatevi e stuzzicatevi, siate attente ai bisogni dell'altra come ora, quando una si accorge prima della mamma che l'altra ha bisogno di una mano
Difendete per tutta la vita il privilegio di essere quasi gemelle.
A voi miei piccoli soli, che illuminate le nostre giornate con le vostre faccine allegre, con i discorsi curiosi, con le nuove canzoni imparate negli ultimi tempi
A voi che camminate sul sentiero tenendovi la mano, che su un prato vi correte incontro a braccia aperte per poi rotolare tra i ricci e le foglie secche, che vi spartite tutto, dall'ultimo formaggino alle forze residue di papà e questa è una palestra di vita preziosa
Parlo a voi che fate i compiti chi per davvero, chi per solidarietà, che da quando eravate piccolissime siete una l'intrattenimento dell'altra, che vi difendete e custodite
Non permettete al tempo e alle persone di rovinare questo legame che il destino vi ha regalato facendovi nascere quasi gemelle, non dimenticatevi dei bagnetti fatti insieme e delle bolle sotto l'acqua della vasca, delle risate piene e complici che hanno riempito la vostra cameretta
Non lasciatevi allontanare da un litigio ma ricordatevi come era bello fare pace subito ("dai facciamo pace così siamo di nuovo felici"), scambiatevi sempre quei bacini morbidi, anche quando sarete grandi senza farvi velare dal pudore, cercatevi e stuzzicatevi, siate attente ai bisogni dell'altra come ora, quando una si accorge prima della mamma che l'altra ha bisogno di una mano
Difendete per tutta la vita il privilegio di essere quasi gemelle.
lunedì 19 ottobre 2015
Cara casetta/4
Cara Casetta,
un anno fa a quest'ora avevamo forse appena messo le nostre facce curiose dentro di te e ci eravamo innamorati.
Un anno fa speravamo che tu fossi finalmente quella giusta, dopo aver visto una quantità innumerevole di appartamenti, dopo aver perso gli occhi e il cuore dietro a due o tre opportunità sfumate poi d'improvviso, dopo esserci fatti soffiare sotto il naso quello che sembrava l'appartamento che faceva per noi e aver corteggiato invano due vecchietti che alla fine non ci hanno voluto vendere la loro "reggia"
Un anno fa non potevamo sperare che tu saresti diventata la nostra bellissima, calda, accogliente casetta, non sapevamo quanto ti saresti fatta attendere per farti bella, non immaginavamo tutte le vicissititudini che ci aspettavano nei mesi che stavano arrivando...
Cara casetta, da quasi due mesi ospiti i nostri passi, le nostre voci, i giochi e le risate delle bimbe, gli amici che già numerosi sono venuti a trovarci, i profumini della mia cucina e i rumoracci del mancato falegname, il pater familias...
Cara casetta, dopo due mesi ancora non smettiamo di aggirarci estasiati ripetendoci quanto sei venuta bene e quanto ci piaci...
Cara casetta, le cose da sistemare sono tante, i desideri e i sogni ancora di più....siamo felici di viverli dentro di te!
un anno fa a quest'ora avevamo forse appena messo le nostre facce curiose dentro di te e ci eravamo innamorati.
Un anno fa speravamo che tu fossi finalmente quella giusta, dopo aver visto una quantità innumerevole di appartamenti, dopo aver perso gli occhi e il cuore dietro a due o tre opportunità sfumate poi d'improvviso, dopo esserci fatti soffiare sotto il naso quello che sembrava l'appartamento che faceva per noi e aver corteggiato invano due vecchietti che alla fine non ci hanno voluto vendere la loro "reggia"
Un anno fa non potevamo sperare che tu saresti diventata la nostra bellissima, calda, accogliente casetta, non sapevamo quanto ti saresti fatta attendere per farti bella, non immaginavamo tutte le vicissititudini che ci aspettavano nei mesi che stavano arrivando...
Cara casetta, da quasi due mesi ospiti i nostri passi, le nostre voci, i giochi e le risate delle bimbe, gli amici che già numerosi sono venuti a trovarci, i profumini della mia cucina e i rumoracci del mancato falegname, il pater familias...
Cara casetta, dopo due mesi ancora non smettiamo di aggirarci estasiati ripetendoci quanto sei venuta bene e quanto ci piaci...
Cara casetta, le cose da sistemare sono tante, i desideri e i sogni ancora di più....siamo felici di viverli dentro di te!
mercoledì 14 ottobre 2015
10 giorni, ranocchietto!
10 giorni fa hai aperto i tuoi occhietti al mondo e da quel momento hai iniziato a regalare sbadigli a tutti e sorrisi pieni di fossette nelle tue guance cicciose...
-si lo so che non sono dei veri sorrisi ma quelli che si sciolgono per te non possono fare a meno di pensare che sotto sotto lo siano-
Da dieci giorni la tua mamma e il tuo papà hanno capito davvero cosa vuol dire avere sonno ma hanno anche capito cosa significhi tenere nelle braccia un piccolo miracolo
Tu stai lì tranquillo mentre tutti intorno a te ti annusano, ti guardano, ti studiano, ti coccolano; mangi dormi e fai tanta cacca -insomma, tutto tuo papà!-
Io invece sono qui a troppi chilometri di distanza, che consumo con gli occhi le tue foto e mi immagino quanta sarà l'emozione di averti tra le braccia quando finalmente potrò sentire il tuo odore e strapazzarti un po'!
Caro ranocchietto della zia, grazie per essere arrivato nelle nostre vite, grazie perchè questa emozione è nuova anche per me, per la prima volta zia di un nipotino parigino!
-si lo so che non sono dei veri sorrisi ma quelli che si sciolgono per te non possono fare a meno di pensare che sotto sotto lo siano-
Da dieci giorni la tua mamma e il tuo papà hanno capito davvero cosa vuol dire avere sonno ma hanno anche capito cosa significhi tenere nelle braccia un piccolo miracolo
Tu stai lì tranquillo mentre tutti intorno a te ti annusano, ti guardano, ti studiano, ti coccolano; mangi dormi e fai tanta cacca -insomma, tutto tuo papà!-
Io invece sono qui a troppi chilometri di distanza, che consumo con gli occhi le tue foto e mi immagino quanta sarà l'emozione di averti tra le braccia quando finalmente potrò sentire il tuo odore e strapazzarti un po'!
Caro ranocchietto della zia, grazie per essere arrivato nelle nostre vite, grazie perchè questa emozione è nuova anche per me, per la prima volta zia di un nipotino parigino!
sabato 3 ottobre 2015
Ehi, ricciolino!
Ehi, ricciolino, nipotino ancora innominato che te la dormi tranquillo nella panza della tua mamma.
Tutti intorno a te si agitano e ti ascoltano, ti spiano, ti vorrebbero tirare fuori da li, paranoici come solo i francesi possono essere, perfettini e meticolosi...hanno deciso che sei un po' piccolino e che quindi non si può aspettare oltre.
Ma tu te ne freghi e dormi beato, e io spero proprio che quando uscirai -in qualsiasi modo succederà- dimostrerai a tout le monde la tua bella ciccetta così che tutti finalmente si rilassino...
Ehi ricciolino, anche qui lontano lontano da te ci sono due nonni, due zii e due cuginette che ti aspettano ormai con una certa trepidazione, che si chiedono se assomiglierai di più a papà o alla mamma, se avrai tanti capelli e ricci come loro o se, in barba alla genetica, sarai bello pelato come la tua cuginetta grande quando è nata.
Hei ricciolino, in effetti non vediamo l'ora di coccolarti un po'... è arrivata l'ora di guardare con i tuoi occhietti quella bella torre alta alta tutta luminosa, quei parchi e giardini che qui ce li sogniamo, il mercato pieno di profumi e colori, le strade grandi, le persone di tutte le razze e lingue, quel fiume così placido, le facce curiose di tutti noi che già ti amiamo così tanto!
Tutti intorno a te si agitano e ti ascoltano, ti spiano, ti vorrebbero tirare fuori da li, paranoici come solo i francesi possono essere, perfettini e meticolosi...hanno deciso che sei un po' piccolino e che quindi non si può aspettare oltre.
Ma tu te ne freghi e dormi beato, e io spero proprio che quando uscirai -in qualsiasi modo succederà- dimostrerai a tout le monde la tua bella ciccetta così che tutti finalmente si rilassino...
Ehi ricciolino, anche qui lontano lontano da te ci sono due nonni, due zii e due cuginette che ti aspettano ormai con una certa trepidazione, che si chiedono se assomiglierai di più a papà o alla mamma, se avrai tanti capelli e ricci come loro o se, in barba alla genetica, sarai bello pelato come la tua cuginetta grande quando è nata.
Hei ricciolino, in effetti non vediamo l'ora di coccolarti un po'... è arrivata l'ora di guardare con i tuoi occhietti quella bella torre alta alta tutta luminosa, quei parchi e giardini che qui ce li sogniamo, il mercato pieno di profumi e colori, le strade grandi, le persone di tutte le razze e lingue, quel fiume così placido, le facce curiose di tutti noi che già ti amiamo così tanto!
lunedì 28 settembre 2015
Amica
Ciao Amica coraggiosa, l'amore e la necessità ti hanno portata lontanissima dall'altra parte del mondo e a quest'ora starai volando con i tuoi tre uomini, di cui due minuscoli, proprio verso quella città in cui chissà mai se io verrò a trovarti.
Sei stata qui tre settimane, hai respirato l'aria del tuo mare, hai riscoperto sapori che lì non puoi gustare, hai portato i tuoi piccoli ometti in giro per scoprire tutti gli angoli della tua città. Hai fatto vita mondana con le tue amiche storiche anche se probabilmente anche tu, ormai mamma, hai un ricordo lontano delle serate di una volta.
Ogni volta vederti è come ritornare sui banchi di quel liceo lasciato tanto tempo fa, sempre pettinata e con gli accessori perfettamente coordinati anche ora che non dormi più di tre ore di fila e ti dichiari esausta anche se a me sei sembrata splendente come al tuo solito!
Mi ricordo di te, tranquilla e con una pila di libri sulla cattedra accanto al caro Bonco, che ti preferiva spudoratamente e non faceva altro che tessere le tue lodi mentre ti interrogava di filosofia.
Io arrancavo dietro, non capendo chi avesse ragione, come si dovessero interpretare tutte quelle teorie e pensieri e sopratutto...perchè questi filosofi avessero scritto quella mole di libri partendo da un concetto così astratto.
Chissà se Bonco si sarebbe mai immaginato, quando ti interrogava indossando il suo orribile maglione bianco con le renne rosse, che la sua migliore alunna sarebbe migrata così lontano e avrebbe affrontato da sola tutte le difficoltà che una vita in un paese straniero ti mette davanti.
Ora mi fai ridere perchè ti confondi le parole e parli un po' italiano e po' spagnolo, l'accento l'hai perso per far spazio ad una bellissima cadenza messicana e di tanto in tanto ti fermi per chiedere come si dice in italiano una certa parola.
Ciao Amica, mi dispiace che queste settimane sono state piene anche per me, tra traslochi e inizi di scuola e siamo riuscite a vederci solo due volte....spero che la prossima sia molto presto e che prima o poi io possa venire a trovarti per vivere un po' la tua nuova vita.
Sei stata qui tre settimane, hai respirato l'aria del tuo mare, hai riscoperto sapori che lì non puoi gustare, hai portato i tuoi piccoli ometti in giro per scoprire tutti gli angoli della tua città. Hai fatto vita mondana con le tue amiche storiche anche se probabilmente anche tu, ormai mamma, hai un ricordo lontano delle serate di una volta.
Ogni volta vederti è come ritornare sui banchi di quel liceo lasciato tanto tempo fa, sempre pettinata e con gli accessori perfettamente coordinati anche ora che non dormi più di tre ore di fila e ti dichiari esausta anche se a me sei sembrata splendente come al tuo solito!
Mi ricordo di te, tranquilla e con una pila di libri sulla cattedra accanto al caro Bonco, che ti preferiva spudoratamente e non faceva altro che tessere le tue lodi mentre ti interrogava di filosofia.
Io arrancavo dietro, non capendo chi avesse ragione, come si dovessero interpretare tutte quelle teorie e pensieri e sopratutto...perchè questi filosofi avessero scritto quella mole di libri partendo da un concetto così astratto.
Chissà se Bonco si sarebbe mai immaginato, quando ti interrogava indossando il suo orribile maglione bianco con le renne rosse, che la sua migliore alunna sarebbe migrata così lontano e avrebbe affrontato da sola tutte le difficoltà che una vita in un paese straniero ti mette davanti.
Ora mi fai ridere perchè ti confondi le parole e parli un po' italiano e po' spagnolo, l'accento l'hai perso per far spazio ad una bellissima cadenza messicana e di tanto in tanto ti fermi per chiedere come si dice in italiano una certa parola.
Ciao Amica, mi dispiace che queste settimane sono state piene anche per me, tra traslochi e inizi di scuola e siamo riuscite a vederci solo due volte....spero che la prossima sia molto presto e che prima o poi io possa venire a trovarti per vivere un po' la tua nuova vita.
venerdì 18 settembre 2015
La prima è andata
L'unica mattina in cui ti abbiamo dovuta svegliare noi invece che trovarti pimpante in cucina
Quella cartella rossa che non ha pace, sempre aperta, chiusa, spostata, messa sulle spalle e tolta, messa sulla testa, passata a qualche grande perchè troppo pesante, portata con orgoglio
Un diario da esplorare e di cui ignoravi la funzione
Le corse al mattino dietro le tue gambette magre e veloci, impazienti di varcare il cancello verde
Il fiume di parole che mi ha travolto ogni giorno di questa tua prima settimana di scuola
Vederti allegra e agitata, felice e stanchissima in un turbinio di emozioni che ti ha letteralmente sfinita
Il tuo sorriso che spunta in mezzo alle altre testoline all'uscita delle 12,40
I tuoi primi compiti...i tuoi primi sbuffi
La prima settimana di scuola è volata in un soffio e ora sei nel tuo letto che fai riposare la testolina frastornata, mia bimba grande e ancora piccola, che hai affrontato tutto di petto, senza paura ma che ancora dormi con tre piccoli amici
Buona notte Martoletta, hai iniziato un cammino lunghissimo che spero ti darà grandi soddisfazioni. Per ora resta la curiosità e solo qualche piccolo dubbio: "Cinque anni di scuola elementare? Bhè non so se ce la farò ad arrivare fino alla fine!"
Quella cartella rossa che non ha pace, sempre aperta, chiusa, spostata, messa sulle spalle e tolta, messa sulla testa, passata a qualche grande perchè troppo pesante, portata con orgoglio
Un diario da esplorare e di cui ignoravi la funzione
Le corse al mattino dietro le tue gambette magre e veloci, impazienti di varcare il cancello verde
Il fiume di parole che mi ha travolto ogni giorno di questa tua prima settimana di scuola
Vederti allegra e agitata, felice e stanchissima in un turbinio di emozioni che ti ha letteralmente sfinita
Il tuo sorriso che spunta in mezzo alle altre testoline all'uscita delle 12,40
I tuoi primi compiti...i tuoi primi sbuffi
La prima settimana di scuola è volata in un soffio e ora sei nel tuo letto che fai riposare la testolina frastornata, mia bimba grande e ancora piccola, che hai affrontato tutto di petto, senza paura ma che ancora dormi con tre piccoli amici
Buona notte Martoletta, hai iniziato un cammino lunghissimo che spero ti darà grandi soddisfazioni. Per ora resta la curiosità e solo qualche piccolo dubbio: "Cinque anni di scuola elementare? Bhè non so se ce la farò ad arrivare fino alla fine!"
domenica 13 settembre 2015
Cinque gattini
Uno grasso, uno dormiglione, uno piccolo, uno giocherellone e uno monello che con una zampa ha acchiappato un topino.
Cinque gattini sulla tua torta quest'anno e una festa, una vera festa come ai nostri tempi: in casa con le tue amiche più strette, i palloncini, le tue bambole, correre dappertutto giocando a nascondino, la torta mangiata con calma intorno ad un tavolo, pochi regali e molto divertimento.
Hai anche messo in riga tutte le tue amiche: "Chi non mette a posto non mangia la torta!" e loro, obbedienti, hanno eseguito gli ordini...quando sono andate via la cameretta non era un campo di battaglia e io non potevo credere ai miei occhi.
Gatta eri e gatta rimani, coccolona e tenera con tutti, ma anche risoluta e intraprendente.
In questi giorni sei corsa felice all'asilo piangendo solamente perchè il primo giorno volevo venire a prenderti presto, racconti a tutti della tua vacanza a San benedetto del Tronto, ti dedichi con pazienza e tenerezza a tutti i bimbi piccoli che incontri nel tuo gioioso cammino, mangi frutta in quantità industriali e ti piacciono sempre i cococorn che pronunci con la r arrotolata
Stai imparando a condividere le tue cose con gli altri anche se qualche volta una manina troppo veloce ha fatto entrare in bocca anche il dolcino di tua sorella...ma ci stiamo lavorando e penso proprio che siamo sulla buona strada
Pensi spesso ai tuoi zii Parigini e a questo cuginetto che ancora non si decide a nascere, presto ti tufferai impavida in piscina con il nuovo costumino che proprio loro ti hanno regalato, pieno di cuori e svolazzi, come piace a te!
Al mattino scalpiti per scegliere quello che devi indossare e per ora la battaglia la vinco ancora io ma non so quanto durerà, ti sei dimostrata molto paziente quando abbiamo impiegato una intera mattina a comprare il necessario per la scuola di Marta senza dare cenni di fastidio...questo ti ha fatto meritare una trombetta per la tua bici, piccola ma molto chic, a forma di fiocco di Minnie!
Cinque anni fa a quest'ora ero a letto e mi sentivo un po' infastidita...4 ore dopo avresti fatto il tuo prorompente ingresso nel mondo, iniziando a strillare quando di te si vedeva solo la testa...
Tanti auguri mia piccola, dolce e coccolosa Lalli...anzi Maggie come ora chiedi di essere chiamata!
Cinque gattini sulla tua torta quest'anno e una festa, una vera festa come ai nostri tempi: in casa con le tue amiche più strette, i palloncini, le tue bambole, correre dappertutto giocando a nascondino, la torta mangiata con calma intorno ad un tavolo, pochi regali e molto divertimento.
Hai anche messo in riga tutte le tue amiche: "Chi non mette a posto non mangia la torta!" e loro, obbedienti, hanno eseguito gli ordini...quando sono andate via la cameretta non era un campo di battaglia e io non potevo credere ai miei occhi.
Gatta eri e gatta rimani, coccolona e tenera con tutti, ma anche risoluta e intraprendente.
In questi giorni sei corsa felice all'asilo piangendo solamente perchè il primo giorno volevo venire a prenderti presto, racconti a tutti della tua vacanza a San benedetto del Tronto, ti dedichi con pazienza e tenerezza a tutti i bimbi piccoli che incontri nel tuo gioioso cammino, mangi frutta in quantità industriali e ti piacciono sempre i cococorn che pronunci con la r arrotolata
Stai imparando a condividere le tue cose con gli altri anche se qualche volta una manina troppo veloce ha fatto entrare in bocca anche il dolcino di tua sorella...ma ci stiamo lavorando e penso proprio che siamo sulla buona strada
Pensi spesso ai tuoi zii Parigini e a questo cuginetto che ancora non si decide a nascere, presto ti tufferai impavida in piscina con il nuovo costumino che proprio loro ti hanno regalato, pieno di cuori e svolazzi, come piace a te!
Al mattino scalpiti per scegliere quello che devi indossare e per ora la battaglia la vinco ancora io ma non so quanto durerà, ti sei dimostrata molto paziente quando abbiamo impiegato una intera mattina a comprare il necessario per la scuola di Marta senza dare cenni di fastidio...questo ti ha fatto meritare una trombetta per la tua bici, piccola ma molto chic, a forma di fiocco di Minnie!
Cinque anni fa a quest'ora ero a letto e mi sentivo un po' infastidita...4 ore dopo avresti fatto il tuo prorompente ingresso nel mondo, iniziando a strillare quando di te si vedeva solo la testa...
Tanti auguri mia piccola, dolce e coccolosa Lalli...anzi Maggie come ora chiedi di essere chiamata!
sabato 12 settembre 2015
Questa attesa ci distrugge
Ormai mancano solo tre giorni e poi anche Marta farà il suo ingresso alla scuola elementare.
I libri riposano ancora accanto ai quaderni e alle fascette di tutti i colori, lo zaino e l'astuccio rosso si fanno compagnia dentro l'armadio, i grembiuli blu con le inziali ricamate con tanta pazienza dalla nonna D. fremono impazienti di essere indossati...
Tutto è pronto, o quasi...
Questi giorni di vacanza solitaria, senza Marghe che già svolazza felice all'asilo fanno sembrare l'attesa ancora più lunga.
"Sai mamma, quando penso che tra poco davvero inizia la scuola mi sento un po' felice e un po' -la voce si incrina- emozionata!
Hai proprio ragione, mia piccola e grande Marta ...anche io mi sento felice ed emozionata. e non ti assicuro di riuscire a trattenere le lacrme martedi prossimo, quando entrerai da quel cancello verde che ha visto passare ogni giorno un po' più grandi, me e il tuo papà!
I libri riposano ancora accanto ai quaderni e alle fascette di tutti i colori, lo zaino e l'astuccio rosso si fanno compagnia dentro l'armadio, i grembiuli blu con le inziali ricamate con tanta pazienza dalla nonna D. fremono impazienti di essere indossati...
Tutto è pronto, o quasi...
Questi giorni di vacanza solitaria, senza Marghe che già svolazza felice all'asilo fanno sembrare l'attesa ancora più lunga.
"Sai mamma, quando penso che tra poco davvero inizia la scuola mi sento un po' felice e un po' -la voce si incrina- emozionata!
Hai proprio ragione, mia piccola e grande Marta ...anche io mi sento felice ed emozionata. e non ti assicuro di riuscire a trattenere le lacrme martedi prossimo, quando entrerai da quel cancello verde che ha visto passare ogni giorno un po' più grandi, me e il tuo papà!
domenica 6 settembre 2015
90
Chissà se quel giorno di 90 anni fa splendeva il sole a Messina.
Chissà se tuo papà sperava in un bel maschietto, e invece ha dovuto aspettare il terzo tentativo per soddisfare le sue aspettative.
Chissà che infanzia tutta diversa da quella delle tue bis-nipotine hai vissuto, quali erano i tuoi giochi, i tuoi doveri, i tuoi desideri.
Chissà se ti saresti immaginata di festeggiare i tuoi 18 anni sotto le bombe, le sirene, il cuore in gola, la corsa nei rifugi con la pancia piena: "almeno se muoio, muoio sazia...che sennò quando torniamo a casa ci trovavo tutti i calcinacci dentro la minestra!"
Chissà che stranezza queste uscite con un giovane fidanzato e dietro tutta la famiglia..."non siamo mai usciti da soli, prima di sposarci!"
Chissà che nodo in gola avevi lasciando la tua Sicilia per seguirlo una volta diventata sua moglie, dal sole della tua terra alla nebbia della collina...per fortuna dopo qualche mese sei riuscita a raggiungere di nuovo il mare anche se la città era tutta nuova e sconosciuta. Sei venuta ad abitare proprio di fronte a dove siamo noi adesso e la cosa mi fa un po' pensare...
Chissà che gioia quando piano piano tutta la famiglia ti ha raggiunta qui, al Nord, pezzettino dopo pezzettino.
Chissà, chissà quanti cambiamenti, quante cose stotte hai visto, quante cose affascinanti: la prima televisione, la lavatrice, il telefono in casa, la macchina....
Poi, dopo tanti anni siamo arrivate noi, le prime due nipotine femmine dopo due figlie femmine...
Finalmente ecco il maschio-il principino come abbiamo sempre chiamato mio fratello- spurodatamente preferito senza nascondere anzi rivendicando questo privilegio accordatogli grazie al merito di essere un bambino.
Chissà quante ore ha passato a raccontarci storie, a farci giocare a carte, a insegnarci i rudimenti del ricamo, a ricordare le storie della guerra, a sedare litigi.
Chissà quante ore hai speso per la sua Parrocchia, tra le sue consorelle, qualcuna più saggia qualcun'altra che...non capisce niente!
Chissà che strano ritrovarsi bisnonna, mi piace sentirla quando spiega qualcosa alle bimbe che, con occhi sgranati la ascoltano rapite....
Chissà se stasera ti addormenterai felice per la festa di oggi, chissà se ti saresti mai aspettata di festeggiare queste due cifre che tu scherzosamente hai girato al contrario, facendole diventare solo uno 06....
Spero che tu viva tutto quello che ti resta con la stessa grinta e buonumore di oggi.
La tua prima (ma imperfetta in quanto femmina) nipote,
Chiara
Chissà se tuo papà sperava in un bel maschietto, e invece ha dovuto aspettare il terzo tentativo per soddisfare le sue aspettative.
Chissà che infanzia tutta diversa da quella delle tue bis-nipotine hai vissuto, quali erano i tuoi giochi, i tuoi doveri, i tuoi desideri.
Chissà se ti saresti immaginata di festeggiare i tuoi 18 anni sotto le bombe, le sirene, il cuore in gola, la corsa nei rifugi con la pancia piena: "almeno se muoio, muoio sazia...che sennò quando torniamo a casa ci trovavo tutti i calcinacci dentro la minestra!"
Chissà che stranezza queste uscite con un giovane fidanzato e dietro tutta la famiglia..."non siamo mai usciti da soli, prima di sposarci!"
Chissà che nodo in gola avevi lasciando la tua Sicilia per seguirlo una volta diventata sua moglie, dal sole della tua terra alla nebbia della collina...per fortuna dopo qualche mese sei riuscita a raggiungere di nuovo il mare anche se la città era tutta nuova e sconosciuta. Sei venuta ad abitare proprio di fronte a dove siamo noi adesso e la cosa mi fa un po' pensare...
Chissà che gioia quando piano piano tutta la famiglia ti ha raggiunta qui, al Nord, pezzettino dopo pezzettino.
Chissà, chissà quanti cambiamenti, quante cose stotte hai visto, quante cose affascinanti: la prima televisione, la lavatrice, il telefono in casa, la macchina....
Poi, dopo tanti anni siamo arrivate noi, le prime due nipotine femmine dopo due figlie femmine...
Finalmente ecco il maschio-il principino come abbiamo sempre chiamato mio fratello- spurodatamente preferito senza nascondere anzi rivendicando questo privilegio accordatogli grazie al merito di essere un bambino.
Chissà quante ore ha passato a raccontarci storie, a farci giocare a carte, a insegnarci i rudimenti del ricamo, a ricordare le storie della guerra, a sedare litigi.
Chissà quante ore hai speso per la sua Parrocchia, tra le sue consorelle, qualcuna più saggia qualcun'altra che...non capisce niente!
Chissà che strano ritrovarsi bisnonna, mi piace sentirla quando spiega qualcosa alle bimbe che, con occhi sgranati la ascoltano rapite....
Chissà se stasera ti addormenterai felice per la festa di oggi, chissà se ti saresti mai aspettata di festeggiare queste due cifre che tu scherzosamente hai girato al contrario, facendole diventare solo uno 06....
Spero che tu viva tutto quello che ti resta con la stessa grinta e buonumore di oggi.
La tua prima (ma imperfetta in quanto femmina) nipote,
Chiara
sabato 29 agosto 2015
Pazza pazza estate
Tra una manciata di giorni finirà e chissà se sarà proprio con il botto: la nascita del mio attesissimo nipotino, ancorchè finora innominato...
Pazza, piena e calda estate senza sosta, ci ha fatti pendolare tra la montagna e il mare, prima un lungo viaggio in nave e poi un' estenuante strada sul nostro amato Bipper che ha macinato kilometri fino a Grottammare. Noi tre donnine ci siamo -ahimè- dovute sacrificare per seguire papà che andava a lavorare fino lì, abbiamo sopportato intere giornate di mare e piscina, abbiamo dovuto farci offrire luculliani pranzi e cene a base di pesce (che quando è gratis ha tutto un altro sapore!), siamo anche state in compagnia dei tre bimbi del capo e della sua fantastica, pazientissima, grandiosa moglie chiacchierando e giocando insieme a meraviglia tutto il giorno, come se ci conoscessimo da sempre.
A tutto questo mare abbiamo inframmezzato la montagna, riuscendo anche quest'anno a raggiungere quota 2000m e scambiando merende e panini con i nostri amici
Questa estate ci ha portato la casa e ci ritroviamo come bambini con un giocattolo tanto desiderato: ci guardiamo inebetiti negli occhi ripetendoci in continuazione:"oh, che bella è casa nostra?", incuranti della polvere, della fatica, delle tante scatole ancora da aprire, gli armadi ancora da montare, le lampadine da sostituire, i tre piani a piedi senza ascensore, i soldi che ormai, come un'emorragia, escono escono da qualche mese a questa parte
Cenando ci dicevamo che bisogna ancora un po' abituarsi a stare qui, che ci sembra di essere in una vacanza dove tutto è nuovo e meraviglioso e strano
Stasera guardavamo la processione della parrocchia che sfilava sotto le nostre finestre, Marta felice per il suono della banda e Marghe che, urlando, invitava le sue amiche a venire a vedere la sua casa nuova
Ecco, ci siamo: inizia un nuovo capitolo...
Pazza, piena e calda estate senza sosta, ci ha fatti pendolare tra la montagna e il mare, prima un lungo viaggio in nave e poi un' estenuante strada sul nostro amato Bipper che ha macinato kilometri fino a Grottammare. Noi tre donnine ci siamo -ahimè- dovute sacrificare per seguire papà che andava a lavorare fino lì, abbiamo sopportato intere giornate di mare e piscina, abbiamo dovuto farci offrire luculliani pranzi e cene a base di pesce (che quando è gratis ha tutto un altro sapore!), siamo anche state in compagnia dei tre bimbi del capo e della sua fantastica, pazientissima, grandiosa moglie chiacchierando e giocando insieme a meraviglia tutto il giorno, come se ci conoscessimo da sempre.
A tutto questo mare abbiamo inframmezzato la montagna, riuscendo anche quest'anno a raggiungere quota 2000m e scambiando merende e panini con i nostri amici
Questa estate ci ha portato la casa e ci ritroviamo come bambini con un giocattolo tanto desiderato: ci guardiamo inebetiti negli occhi ripetendoci in continuazione:"oh, che bella è casa nostra?", incuranti della polvere, della fatica, delle tante scatole ancora da aprire, gli armadi ancora da montare, le lampadine da sostituire, i tre piani a piedi senza ascensore, i soldi che ormai, come un'emorragia, escono escono da qualche mese a questa parte
Cenando ci dicevamo che bisogna ancora un po' abituarsi a stare qui, che ci sembra di essere in una vacanza dove tutto è nuovo e meraviglioso e strano
Stasera guardavamo la processione della parrocchia che sfilava sotto le nostre finestre, Marta felice per il suono della banda e Marghe che, urlando, invitava le sue amiche a venire a vedere la sua casa nuova
Ecco, ci siamo: inizia un nuovo capitolo...
domenica 23 agosto 2015
Cronaca di una mattina
Prepari la colazione, lavi le tazze, finisci la borsa del mare, prendi il sacchetto dei giochi, dai una pulita tutto intorno tirando su kg di sabbia sparsa in ogni dove, procuri vestiti e berretti per le giovani pescioline scalpitanti, ti ricordi persino di mettere in borsa l'acqua saggiamente congelata in freezer dalla sera prima di modo da averla fresca tutto il giorno, a mano a mano che il ghiaccio si scioglie....
Alla fine hai preparato tutto ma sei rimasta un po' indietro con te stessa....
Ecco arriva lei, dal basso della sua morbida saccenza ed esclama con sdegno: "Mamma ma ti devi ancora vestire? Guarda, sei in pigiama!"
Alla fine hai preparato tutto ma sei rimasta un po' indietro con te stessa....
Ecco arriva lei, dal basso della sua morbida saccenza ed esclama con sdegno: "Mamma ma ti devi ancora vestire? Guarda, sei in pigiama!"
mercoledì 5 agosto 2015
Cara casetta/3
Cara casetta,
da tre giorni sudo, sbuffo, dò fondo a tutte le mie energie e anche qualcosa di più; da tre giorni quella tremenda polverina sottilesottile entra in ogni poro della pelle e mi impasta i capelli, arrivo alla sera che mi sembra di essere una statua di marmo; da tre giorni dura il nostro tete a tete, finalmente mi sono impossessata di te e ora dobbiamo fare amicizia...
Il primo giorno sono entrata e volevo piangere dalla disperazione di tutto quel casino e sporco e roba inutile da buttare via, ma dopotutto in questa avventura solitaria mi sono soprannominata SuperChiaretta e, si sa, i supereroi non si abbattono mai!
Così ho spostato ancora una volta quegli innumerevoli scatoloni in questo infernale balletto da una stanza all'altra, uccidendomi la schiena ma guadagnando una sala libera
Il secondo giorno le cose hanno iniziato a prendere una piega più favorevole e, tra una visita fugace della cugina I. ("cugy, non ti ho mai vista così sconvolta!"), le chiacchiere con la vicina del piano di sopra e il primo pranzo consumato appollaiata su un mobile, un barlume di speranza ha iniziato a farsi strada in me
Oggi le pulizie sono filate spedite e posso dire con orgoglio di aver completato cucina, camera da letto e un bagno....
Così mi aggiro dentro di te, con la faccia tra l'ebete (di gioia) e lo sconvolto per la stanchezza, segni bianchi da tutte le parti, le mani che ormai sono un tutt'uno con i guanti, un silenzio irreale....la stanchezza non mi permette nemmeno di cantare o, chessò, di parlare da sola...
Cara casetta ormai manca poco, la prossima settimana saremo insieme....la nostra è stata una struggente, lunghissima storia d'amore ma finalmente, come due amorate a distanza, l'attesa è finita!
da tre giorni sudo, sbuffo, dò fondo a tutte le mie energie e anche qualcosa di più; da tre giorni quella tremenda polverina sottilesottile entra in ogni poro della pelle e mi impasta i capelli, arrivo alla sera che mi sembra di essere una statua di marmo; da tre giorni dura il nostro tete a tete, finalmente mi sono impossessata di te e ora dobbiamo fare amicizia...
Il primo giorno sono entrata e volevo piangere dalla disperazione di tutto quel casino e sporco e roba inutile da buttare via, ma dopotutto in questa avventura solitaria mi sono soprannominata SuperChiaretta e, si sa, i supereroi non si abbattono mai!
Così ho spostato ancora una volta quegli innumerevoli scatoloni in questo infernale balletto da una stanza all'altra, uccidendomi la schiena ma guadagnando una sala libera
Il secondo giorno le cose hanno iniziato a prendere una piega più favorevole e, tra una visita fugace della cugina I. ("cugy, non ti ho mai vista così sconvolta!"), le chiacchiere con la vicina del piano di sopra e il primo pranzo consumato appollaiata su un mobile, un barlume di speranza ha iniziato a farsi strada in me
Oggi le pulizie sono filate spedite e posso dire con orgoglio di aver completato cucina, camera da letto e un bagno....
Così mi aggiro dentro di te, con la faccia tra l'ebete (di gioia) e lo sconvolto per la stanchezza, segni bianchi da tutte le parti, le mani che ormai sono un tutt'uno con i guanti, un silenzio irreale....la stanchezza non mi permette nemmeno di cantare o, chessò, di parlare da sola...
Cara casetta ormai manca poco, la prossima settimana saremo insieme....la nostra è stata una struggente, lunghissima storia d'amore ma finalmente, come due amorate a distanza, l'attesa è finita!
sabato 1 agosto 2015
Complimenti per i complimenti!
"Mamma che bella che sei con questo vestito bianco!
Sembri una di quelle strisce per attraversare"
Sembri una di quelle strisce per attraversare"
domenica 26 luglio 2015
Lei che si ciuffa attappandosi il naso
Lei che si ciuffa attappandosi il naso ha una pelle da far invidia a chiunque, due raggi di sole e diventa scura...così dopo tre volte al mare, nonostante la protezione totale, ha già un bel segno su quelle chiappette da mordere
Lei che si ciuffa senza paura, che va sott'acqua con e senza maschera, che prende impavida le onde come le ha insegnato papà
Basta attapparsi il naso, vedi mamma? Così l'acqua non ti fa chilichili nei buchini e si può sguazzare come una sirenetta o come una tartaruga visto che stasera mi ha chiesto il permesso di trasformarcisi quando sarà grande...
Lei che quest'anno ha sfoggiato il suo primo due pezzi, fiera e orgogliosa di essere come la mamma, ripiegando solo sul costume fuschia con la "gonna", un pezzo di stoffa che svolazza nell'acqua proprio come le meduse...dice lei
Lei che canta sempre, passando da "a come accendino" al più impegnato "Bella ciao" ("o parMigiano, portami via...") per finire con il romantico "baciami ancora" intonato spesso mentre stritola qualche componente della famiglia tentando di elargire i suoi bacini
Lei che un momento è sveglia e il secondo dopo sta russando profondamente
Lei che non perde mai d'occhio la sua zia con la pancia, che ha fatto amicizia con innumerevoli bambini di ogni età e nazionalità, che ha raccontato a chiunque della sua vacanza in Sardegna, che il concetto di privacy le è ancora molto, molto ostico
Lei che adesso grida "aiò" mentre gioca con le macchinine dello zio, che ama sua sorella e la esige in ogni momento, che vuole bene a tutti, che ti dice "ti sono mancata tanto, oggi"
E non è una domanda ma una granitica certezza
Lei che ciuffa attappandosi il naso è la mia piccola ormai grande Margheritina, faccia tosta e coraggio da vendere, coccolona e gatta come da piccolissima, quasi 5 anni e non ci sembra vero
Mia piccola Maggie ti auguro di ciuffarti sempre con gioia nella vita così come fai adesso con le onde...
Anche se qualche volta si, dovrai proprio attapparti il naso.
Lei che si ciuffa senza paura, che va sott'acqua con e senza maschera, che prende impavida le onde come le ha insegnato papà
Basta attapparsi il naso, vedi mamma? Così l'acqua non ti fa chilichili nei buchini e si può sguazzare come una sirenetta o come una tartaruga visto che stasera mi ha chiesto il permesso di trasformarcisi quando sarà grande...
Lei che quest'anno ha sfoggiato il suo primo due pezzi, fiera e orgogliosa di essere come la mamma, ripiegando solo sul costume fuschia con la "gonna", un pezzo di stoffa che svolazza nell'acqua proprio come le meduse...dice lei
Lei che canta sempre, passando da "a come accendino" al più impegnato "Bella ciao" ("o parMigiano, portami via...") per finire con il romantico "baciami ancora" intonato spesso mentre stritola qualche componente della famiglia tentando di elargire i suoi bacini
Lei che un momento è sveglia e il secondo dopo sta russando profondamente
Lei che non perde mai d'occhio la sua zia con la pancia, che ha fatto amicizia con innumerevoli bambini di ogni età e nazionalità, che ha raccontato a chiunque della sua vacanza in Sardegna, che il concetto di privacy le è ancora molto, molto ostico
Lei che adesso grida "aiò" mentre gioca con le macchinine dello zio, che ama sua sorella e la esige in ogni momento, che vuole bene a tutti, che ti dice "ti sono mancata tanto, oggi"
E non è una domanda ma una granitica certezza
Lei che ciuffa attappandosi il naso è la mia piccola ormai grande Margheritina, faccia tosta e coraggio da vendere, coccolona e gatta come da piccolissima, quasi 5 anni e non ci sembra vero
Mia piccola Maggie ti auguro di ciuffarti sempre con gioia nella vita così come fai adesso con le onde...
Anche se qualche volta si, dovrai proprio attapparti il naso.
giovedì 23 luglio 2015
Distratte vacanze sarde
Lasciare il porto della tua città osservando l'affollamento di case arrampicate sulle alture, che occupano ogni metro di spazio disponibile e ancora di più
Arrivare in terra sarda, in uno specchio d'acqua abitato solo da boe, gabbiani, poche case e molto verde intorno
Perdere il marito nella pancia della nave e cercare disperatamente l'uscita con le due marmocchie stanche e spaventate al seguito
Ricevere messaggi allarmanti da tuo fratello che ti comunica che, come loro, anche noi potremmo essere senza acqua corrente in casa
Rientrare in se stesse dopo quattro mesi di inattività casalinga ospite della suocera e riscoprire quanta gioia può dare domare due o tre pentole contemporaneamente sul fuoco o lavare una bella pila di piatti sporchi
L'insalata di pasta, evergreen dei nostri pranzi fuori casa
Tutti al mare, spoglia la bambina, spalma la bambina, attenta a non impanarti subito nella sabbia, aspetta ancora 10 minuti per finire di digerire, non schizzare le altre persone, fa caldo, fa troppo caldo, rivesti la bambina, fai la doccia, attenta a non rimettere i piedi bagnati in terra....che bello il mare........quand'è che si va in montagna?
Tirarsi la porta dell'appartamento dietro senza aver tolto le chiavi dall'interno, risvegliare con i propri-contenuti-schiamazzi la curiosità dei vicini, recuperare le chiavi al supermercato vicino attirando gli sguardi di tutti i villeggianti
Rimandare troppo la pipì e trovarsi a dover fare i conti con una quasi cinquenne in lacrime, copri-divano letto e lenzuola innaffiate...e benedetta sia sempre la lavatrice!
Chiacchiere tranquille in riva al mare con la cognata ripiena e cene in un bellissimo terrazzo, con la compagnia lontana e muta di una suora bianca che scruta sempre l'orizzonte dalla casa di fronte
Colazioni silenziose con il sole che ci bacia la faccia
La scoperta del pane carasau
Due sirenette che mettono a frutto un anno di corso di nuoto sotto gli occhi increduli della loro mamma
Risvegli pieni di bacini da una piccolina che sussurra: "mamma, voglio stare sempre con te"
Abbracci forti e improvvisi di una bimba grande che decide lei quando è il momento delle coccole
Rendersi conto di aver prenotato l'appartamento per un numero di giorni inferiore rispetto a quello che serviva ma prendere tutto con una certa filosofia e venire salvati in corner grazie ad una notte aggiuntiva
Cercare di non pensare alla serie di figuracce collezionate in una sola settimana da quella che si credeva una efficientissima donna del nord e che, provata dagli ultimi vorticosi, incerti, pesanti mesi ha organizzato con poca lucidità questa vacanza
Essere felici di ritrovarsi soli noi famiglia, guardarsi un po' straniti negli occhi e portarsi ancora l'uno con l'altro, verso questo ultimo periodo che ci farà sistemare nella nostra sospiratissima casa nuova.
Arrivare in terra sarda, in uno specchio d'acqua abitato solo da boe, gabbiani, poche case e molto verde intorno
Perdere il marito nella pancia della nave e cercare disperatamente l'uscita con le due marmocchie stanche e spaventate al seguito
Ricevere messaggi allarmanti da tuo fratello che ti comunica che, come loro, anche noi potremmo essere senza acqua corrente in casa
Rientrare in se stesse dopo quattro mesi di inattività casalinga ospite della suocera e riscoprire quanta gioia può dare domare due o tre pentole contemporaneamente sul fuoco o lavare una bella pila di piatti sporchi
L'insalata di pasta, evergreen dei nostri pranzi fuori casa
Tutti al mare, spoglia la bambina, spalma la bambina, attenta a non impanarti subito nella sabbia, aspetta ancora 10 minuti per finire di digerire, non schizzare le altre persone, fa caldo, fa troppo caldo, rivesti la bambina, fai la doccia, attenta a non rimettere i piedi bagnati in terra....che bello il mare........quand'è che si va in montagna?
Tirarsi la porta dell'appartamento dietro senza aver tolto le chiavi dall'interno, risvegliare con i propri-contenuti-schiamazzi la curiosità dei vicini, recuperare le chiavi al supermercato vicino attirando gli sguardi di tutti i villeggianti
Rimandare troppo la pipì e trovarsi a dover fare i conti con una quasi cinquenne in lacrime, copri-divano letto e lenzuola innaffiate...e benedetta sia sempre la lavatrice!
Chiacchiere tranquille in riva al mare con la cognata ripiena e cene in un bellissimo terrazzo, con la compagnia lontana e muta di una suora bianca che scruta sempre l'orizzonte dalla casa di fronte
Colazioni silenziose con il sole che ci bacia la faccia
La scoperta del pane carasau
Due sirenette che mettono a frutto un anno di corso di nuoto sotto gli occhi increduli della loro mamma
Risvegli pieni di bacini da una piccolina che sussurra: "mamma, voglio stare sempre con te"
Abbracci forti e improvvisi di una bimba grande che decide lei quando è il momento delle coccole
Rendersi conto di aver prenotato l'appartamento per un numero di giorni inferiore rispetto a quello che serviva ma prendere tutto con una certa filosofia e venire salvati in corner grazie ad una notte aggiuntiva
Cercare di non pensare alla serie di figuracce collezionate in una sola settimana da quella che si credeva una efficientissima donna del nord e che, provata dagli ultimi vorticosi, incerti, pesanti mesi ha organizzato con poca lucidità questa vacanza
Essere felici di ritrovarsi soli noi famiglia, guardarsi un po' straniti negli occhi e portarsi ancora l'uno con l'altro, verso questo ultimo periodo che ci farà sistemare nella nostra sospiratissima casa nuova.
venerdì 10 luglio 2015
Luglio luglio
Luglio, luglio sei arrivato portando finalmente un bel caldo torrido e,
mentre tutti intorno a me rantolano, io sguazzo felice dopo troppi mesi
di freddo, pioggia, umido e lenzuola ghiacciate
In questa calura facciamo scorpacciate di melone e anguria che persino la nonna più freddolosa del mondo addenta con gioia (l'anguria in casa mia faceva comparsa solo ed esclusivamente se venivano superati i 35 gradi, proprio quando "Non fa caldo, si inizia a stare appena bene"); ci siamo preparate la pelle mozzarellosa temprandola al sole tra un tuffo e l'altro nell'acqua bassa della piscina o scendendo a ripetizione, veloci e scomposte, da uno scivolo blu.
La sera mandiamo le bimbe a dormire in una nuvola di borotalco e al mattino si svegliano stropicciate ma profumate, finalmente con un solo gesto si vestono e sono pronte senza perdere 20 minuti tra canotte, magliette, maglioni, cappotti e calzini
Luglio, luglio ci stai facendo intravvedere la luce dopo questo lunghissimo tunnel di lavori in casa e il pensiero che finalmente tra una manciata di giorni potrò varcare la soglia di quella porta munita di spazzoloni, stracci e detersivi vari per lustrarla a fondo mi tiene ancora a galla...
Luglio, luglio domani finalmente partiremo per le nostre sudate vacanze, domani saremo di nuovo in compagnia degli zii Parigini e di una pancia ripiena del mio nipotino che, lo so pur non avendolo nemmeno visto, è il più bel nipotino che sia mai esistito!
In questa calura facciamo scorpacciate di melone e anguria che persino la nonna più freddolosa del mondo addenta con gioia (l'anguria in casa mia faceva comparsa solo ed esclusivamente se venivano superati i 35 gradi, proprio quando "Non fa caldo, si inizia a stare appena bene"); ci siamo preparate la pelle mozzarellosa temprandola al sole tra un tuffo e l'altro nell'acqua bassa della piscina o scendendo a ripetizione, veloci e scomposte, da uno scivolo blu.
La sera mandiamo le bimbe a dormire in una nuvola di borotalco e al mattino si svegliano stropicciate ma profumate, finalmente con un solo gesto si vestono e sono pronte senza perdere 20 minuti tra canotte, magliette, maglioni, cappotti e calzini
Luglio, luglio ci stai facendo intravvedere la luce dopo questo lunghissimo tunnel di lavori in casa e il pensiero che finalmente tra una manciata di giorni potrò varcare la soglia di quella porta munita di spazzoloni, stracci e detersivi vari per lustrarla a fondo mi tiene ancora a galla...
Luglio, luglio domani finalmente partiremo per le nostre sudate vacanze, domani saremo di nuovo in compagnia degli zii Parigini e di una pancia ripiena del mio nipotino che, lo so pur non avendolo nemmeno visto, è il più bel nipotino che sia mai esistito!
venerdì 3 luglio 2015
Cara casetta/2
Cara casetta,
che come un mese fa te ne stai tranquilla lassù, baciata dal sole fin dal mattino, finalmente i calcinacci e i buchi hanno lasciato il posto alla pittura e alle piastrelle, finalmente entrando si sente l'odore della vernice e dal basso, arrivando, non si avvertono più i rumori dl trapano e del martello ma solo silenzio o la musica della radio.
Cara casetta, ti hanno colorata di quel color pesca che più lo guardiamo più ci piace, hanno riempito di buffi pallini le tue pareti per proteggerci meglio dal freddo, ti hanno sventrata e poi ricucita...ti hanno fatto tante di quelle cose che quando uno ci abita dentro non potrebbe mai immaginare quanta fatica e perizia e sudore richiede la costruzione di un semplice appartamento.
Cara casetta, forse e dico forse intravvediamo la fine anche se la fine è già troppo tardi per i miei gusti...
Oggi hanno montato la cucina ma come tante altre cose inspiegabilmente qualcosa è andato storto: il forno era sbagliato,la lavastoviglie è stata accidentalmente dimenticata in magazzino e l'unico pezzo in più del mobile che abbiamo aggiunto è arrivato con l'anta montata nel verso opposto....
Ma certo, cara casetta, sono dettagli....solo dettagli! Come il decoro del bagno grande che ci è stato fornito in tre sfumature diverse: ma sono solo sfumature, quisquilie, dettagli, certo.
Bhe, forse siamo quasi in dirittura d'arrivo.
Se ti devo dire la verità è quel "quasi" che ancora mi turba.
che come un mese fa te ne stai tranquilla lassù, baciata dal sole fin dal mattino, finalmente i calcinacci e i buchi hanno lasciato il posto alla pittura e alle piastrelle, finalmente entrando si sente l'odore della vernice e dal basso, arrivando, non si avvertono più i rumori dl trapano e del martello ma solo silenzio o la musica della radio.
Cara casetta, ti hanno colorata di quel color pesca che più lo guardiamo più ci piace, hanno riempito di buffi pallini le tue pareti per proteggerci meglio dal freddo, ti hanno sventrata e poi ricucita...ti hanno fatto tante di quelle cose che quando uno ci abita dentro non potrebbe mai immaginare quanta fatica e perizia e sudore richiede la costruzione di un semplice appartamento.
Cara casetta, forse e dico forse intravvediamo la fine anche se la fine è già troppo tardi per i miei gusti...
Oggi hanno montato la cucina ma come tante altre cose inspiegabilmente qualcosa è andato storto: il forno era sbagliato,la lavastoviglie è stata accidentalmente dimenticata in magazzino e l'unico pezzo in più del mobile che abbiamo aggiunto è arrivato con l'anta montata nel verso opposto....
Ma certo, cara casetta, sono dettagli....solo dettagli! Come il decoro del bagno grande che ci è stato fornito in tre sfumature diverse: ma sono solo sfumature, quisquilie, dettagli, certo.
Bhe, forse siamo quasi in dirittura d'arrivo.
Se ti devo dire la verità è quel "quasi" che ancora mi turba.
lunedì 29 giugno 2015
Col caldo che fa...
"Mamma come mai quel cane va in giro con la lingua di fuori?"
"Perchè ha caldo, poverino! Vedi che pelo lungo che ha...pensa un po' se tu adesso andassi in giro con il cappotto"
"Eh si, ma potrebbero tagliarglielo, come con le pecore che abbiamo visto nel libro ieri sera"
"Ma sai, ai cani di solito il pelo non si taglia, alle pecore si perchè con quella lana avrebbero veramente troppo caldo e poi a noi serve per fare i maglioni!"
"Ho capito: qualcuno se lo deve tenere, qualcuno invece se lo taglia.....anche tu infatti adesso ti tagli i peli delle gambe!!!"
"Perchè ha caldo, poverino! Vedi che pelo lungo che ha...pensa un po' se tu adesso andassi in giro con il cappotto"
"Eh si, ma potrebbero tagliarglielo, come con le pecore che abbiamo visto nel libro ieri sera"
"Ma sai, ai cani di solito il pelo non si taglia, alle pecore si perchè con quella lana avrebbero veramente troppo caldo e poi a noi serve per fare i maglioni!"
"Ho capito: qualcuno se lo deve tenere, qualcuno invece se lo taglia.....anche tu infatti adesso ti tagli i peli delle gambe!!!"
martedì 23 giugno 2015
Sagace
"La maestra M. sì che è furba, io lo so: Ci dice che l'asilo è finito perchè se ne vuole andare al mare!"
domenica 14 giugno 2015
Tutto prima o poi ti si ritorce contro
Se la matematica non è un'opinione figuriamoci la genetica.
Da una che impiegherebbe anche mezz'ora a scegliere due gusti di un gelato (se quelle frettolose commesse non glielo impedissero puntualmente) non poteva che nascere una bambina estremamente, infinitamente, esageratamente indecisa.
Così accade che a tavola possa impiegare cinque interi minuti per decidere in silenzio se preferisce una mela o una pera, accade che la sua risposta più frequente sia "non lo so" inframmezzata dal più indolore "decidi tu" e che spesso si giochi anche il netto "fa lo stesso".
Così la sua imperfetta e indecisa mamma in questi anni ha dovuto vestire molte volte i panni della saggia adulta e ripeterle quasi ogni giorno che quelle scelte non erano poi così complicate, che non aveva senso evitare di scegliere per paura di sbagliare, che nella vita prima o poi bisogna fare delle scelte e non si può sempre delegare qualcun altro a "sbagliare "al posto nostro.
-Io lo sapevo che tutte le mie perle di saggezza prima o poi sarebbero tornate indietro, colpendomi con la stessa crudele veemenza dei chicchi di riso all'uscita della chiesa-
"Mamma, ti piace più il mio disegno o quello di Marghe?"
"Eh....mah....sono belli tutti e due, mi piacciono entrambi!"
"Si, ma di più di più di più?"
"Marta che domande mi fai, non so...dai...come faccio a scegliere?"
"Eh, mamma però....bisogna decidersi un po' nella vita!"
Da una che impiegherebbe anche mezz'ora a scegliere due gusti di un gelato (se quelle frettolose commesse non glielo impedissero puntualmente) non poteva che nascere una bambina estremamente, infinitamente, esageratamente indecisa.
Così accade che a tavola possa impiegare cinque interi minuti per decidere in silenzio se preferisce una mela o una pera, accade che la sua risposta più frequente sia "non lo so" inframmezzata dal più indolore "decidi tu" e che spesso si giochi anche il netto "fa lo stesso".
Così la sua imperfetta e indecisa mamma in questi anni ha dovuto vestire molte volte i panni della saggia adulta e ripeterle quasi ogni giorno che quelle scelte non erano poi così complicate, che non aveva senso evitare di scegliere per paura di sbagliare, che nella vita prima o poi bisogna fare delle scelte e non si può sempre delegare qualcun altro a "sbagliare "al posto nostro.
-Io lo sapevo che tutte le mie perle di saggezza prima o poi sarebbero tornate indietro, colpendomi con la stessa crudele veemenza dei chicchi di riso all'uscita della chiesa-
"Mamma, ti piace più il mio disegno o quello di Marghe?"
"Eh....mah....sono belli tutti e due, mi piacciono entrambi!"
"Si, ma di più di più di più?"
"Marta che domande mi fai, non so...dai...come faccio a scegliere?"
"Eh, mamma però....bisogna decidersi un po' nella vita!"
domenica 7 giugno 2015
Capitoli che si chiudono
Se mi concentro ti rivedo, con la gonna di jeans fatta a salopette, le scarpe con gli occhietti, i codini sottili sottili e i buchi di ciccia ancora sparsi.
Il primo giorno d'inserimento abbiamo giocato con i lego grandi e tu hai costruito una torre alta alta: la maestra S. ci aveva subito scattato una foto che è tra quelle nel tuo album.
Alla fine di quell'anno avevo pianto molto guardando il filmino che le maestre avevano preparato per salutarvi; un anno di passaggio, un anno di ponte tra l'inconsapevolezza del nido e le cose da grandi della materna, un anno che si chiama "primavera" forse proprio ad indicare questo periodo intermedio, dove voi piccoli fiorellini siete sbocciati piano piano, ognuno con i suoi modi e secondo i suoi tempi.
Poi sei arrivata nella sezione degli azzurri con la mitica, temuta e amata maestra M.; Hai subito imparato le regole, alcune davvero buffe e ti sei fatta coraggio ogni mattina grazie alla tua amica C. che con te condivideva le lacrime del distacco. Anche le vostre mamme hanno tremato per il primo periodo e si scambiavano lunghe telefonate preoccupate...
Ma il tempo ci ha aiutate e ben presto siete diventate attente, allegre e partecipi e i tre anni sono volati.
Qualche giorno fa eravate sulla scala, con i vostri cappelli di cartone e il diploma in mano, a cantare allegre e fiere la canzone che da 4 anni iniziamo a sentire ripetere a nastro da Maggio in poi...
Qualche giorno fa ti guardavi intorno soddisfatta e compiaciuta di quel pubblico e forse non vedevi gli occhi un pochino lucidi della mamma che ti osservava pensando a quanto sono tristi i capitoli che si chiudono.
Siamo andate all'acquario con tutti i tuoi compagni e tu giocavi buffa e complice con le tue amiche del cuore, senza immaginare come sarà tra qualche mese senza di loro, senza la tua normalità, senza questo piccolo mondo che ti sei costruita, forse con fatica, vista la tua timidezza.
Alla sera sei andata a dormire felice e, abbracciandomi forte al buio non facevi che ripetermelo..."sono stata proprio felice oggi di essermi diplomata!".
Allora ho pensato a quanto siete belli voi bambini, di quanto invidio la vostra ingenuità che vi fa godere fino in fondo le cose perchè tutto è nuovo e non potete lasciarvi scalfire la giornata da una punta di malinconia.
Come fanno le mamme troppo nostalgiche come noi.
Il primo giorno d'inserimento abbiamo giocato con i lego grandi e tu hai costruito una torre alta alta: la maestra S. ci aveva subito scattato una foto che è tra quelle nel tuo album.
Alla fine di quell'anno avevo pianto molto guardando il filmino che le maestre avevano preparato per salutarvi; un anno di passaggio, un anno di ponte tra l'inconsapevolezza del nido e le cose da grandi della materna, un anno che si chiama "primavera" forse proprio ad indicare questo periodo intermedio, dove voi piccoli fiorellini siete sbocciati piano piano, ognuno con i suoi modi e secondo i suoi tempi.
Poi sei arrivata nella sezione degli azzurri con la mitica, temuta e amata maestra M.; Hai subito imparato le regole, alcune davvero buffe e ti sei fatta coraggio ogni mattina grazie alla tua amica C. che con te condivideva le lacrime del distacco. Anche le vostre mamme hanno tremato per il primo periodo e si scambiavano lunghe telefonate preoccupate...
Ma il tempo ci ha aiutate e ben presto siete diventate attente, allegre e partecipi e i tre anni sono volati.
Qualche giorno fa eravate sulla scala, con i vostri cappelli di cartone e il diploma in mano, a cantare allegre e fiere la canzone che da 4 anni iniziamo a sentire ripetere a nastro da Maggio in poi...
Qualche giorno fa ti guardavi intorno soddisfatta e compiaciuta di quel pubblico e forse non vedevi gli occhi un pochino lucidi della mamma che ti osservava pensando a quanto sono tristi i capitoli che si chiudono.
Siamo andate all'acquario con tutti i tuoi compagni e tu giocavi buffa e complice con le tue amiche del cuore, senza immaginare come sarà tra qualche mese senza di loro, senza la tua normalità, senza questo piccolo mondo che ti sei costruita, forse con fatica, vista la tua timidezza.
Alla sera sei andata a dormire felice e, abbracciandomi forte al buio non facevi che ripetermelo..."sono stata proprio felice oggi di essermi diplomata!".
Allora ho pensato a quanto siete belli voi bambini, di quanto invidio la vostra ingenuità che vi fa godere fino in fondo le cose perchè tutto è nuovo e non potete lasciarvi scalfire la giornata da una punta di malinconia.
Come fanno le mamme troppo nostalgiche come noi.
martedì 2 giugno 2015
Ho bisogno
Ho bisogno delle sue fossette appena accennate, timide come lei, quando ride di gusto.
Ho bisogno anche degli occhi vispi che spuntano allegri da un turbinio di piccole bolle di sapone.
Ho bisogno di un prato di erba bassa, del primo sole caldo da godermi ad occhi chiusi, del mare così vasto da far paura, ammirato dall'alto della mia città.
Ho bisogno di una passeggiata serale come ai vecchi tempi, di discorsi seri e sempre uguali, di progetti nuovi che per ora sono li, appesi, ad aspettarci da tanto tempo.
Ho bisogno delle solite canzoni che ogni volta rivelano una parola nuova, del suo fischiettare allegro, delle loro vocine intonate che cantano sempre lo stesso ritornello.
Ho bisogno di provare lo stupore e la gioia per la sua prima pedalata senza rotelle, la tenerezza per "mamma, qui non facciamo lo sciopero dei bacini, nè degli abbracci, nè dell'amore", la curiosità per un nuovo sentiero marcato da un buffo segnavia che assomiglia ad una faccina.
Ho bisogno delle loro domande pignole, dei disegni strampalati, della fine dell'asilo, l'estate. le maniche corte, scorpacciate di melone, la vacanza al mare, le camminate in montagna, i piedi nudi, l'odore del doposole, il profumo dell'insalata di riso, il freddo del gelato in bocca, il rumore delle rondini al tramonto.
Ho bisogno anche degli occhi vispi che spuntano allegri da un turbinio di piccole bolle di sapone.
Ho bisogno di un prato di erba bassa, del primo sole caldo da godermi ad occhi chiusi, del mare così vasto da far paura, ammirato dall'alto della mia città.
Ho bisogno di una passeggiata serale come ai vecchi tempi, di discorsi seri e sempre uguali, di progetti nuovi che per ora sono li, appesi, ad aspettarci da tanto tempo.
Ho bisogno delle solite canzoni che ogni volta rivelano una parola nuova, del suo fischiettare allegro, delle loro vocine intonate che cantano sempre lo stesso ritornello.
Ho bisogno di provare lo stupore e la gioia per la sua prima pedalata senza rotelle, la tenerezza per "mamma, qui non facciamo lo sciopero dei bacini, nè degli abbracci, nè dell'amore", la curiosità per un nuovo sentiero marcato da un buffo segnavia che assomiglia ad una faccina.
Ho bisogno delle loro domande pignole, dei disegni strampalati, della fine dell'asilo, l'estate. le maniche corte, scorpacciate di melone, la vacanza al mare, le camminate in montagna, i piedi nudi, l'odore del doposole, il profumo dell'insalata di riso, il freddo del gelato in bocca, il rumore delle rondini al tramonto.
giovedì 28 maggio 2015
Amnesia senile
"Mamma, io sono vecchia!"
"E perché, Marta?"
"Ho male da tutte le parti!"
"Ah si? E dove, precisamente?"
"Ora non ricordo!"
"E perché, Marta?"
"Ho male da tutte le parti!"
"Ah si? E dove, precisamente?"
"Ora non ricordo!"
lunedì 25 maggio 2015
Cara casetta
Cara casetta
che te ne stai tranquilla lassù, baciata dal sole fin dal mattino.
Cara casetta, ancora a pezzi, ancora con i buchi, le crepe, la polvere, i fili e i tubi a vista.
Ti vengo a trovare quasi tutti i giorni, ti coltivo come una piantina e ogni volta spero che tu sia cresciuta un po'. Quando ti trovo vuota sto li, in silenzio, ad ascoltare quei rumori che piano piano diventeranno famliari, a guardare dalle finestre lo scorrere della vita altrui là fuori.
Sto li con te e cammino su e giù per quei pavimenti ancora sconnessi e immagino, immagino...
Immagino la nostra nuova vita dentro di te, i pranzi, i risvegli tutti insieme nel lettone, i capricci per il bagno, le risate e i giochi delle bimbe, il canticchiare che ti riempirà, i profumi dei dolci appena sfornati, il vociare delle persone che ci verranno a trovare.
Cara casetta, sei ancora mezza distrutta e l'attesa è lunga...
Cara casetta...quanto tempo ancora passerà prima di poterci aprire le tue porte?
I tuoi futuri impazienti inquilini
che te ne stai tranquilla lassù, baciata dal sole fin dal mattino.
Cara casetta, ancora a pezzi, ancora con i buchi, le crepe, la polvere, i fili e i tubi a vista.
Ti vengo a trovare quasi tutti i giorni, ti coltivo come una piantina e ogni volta spero che tu sia cresciuta un po'. Quando ti trovo vuota sto li, in silenzio, ad ascoltare quei rumori che piano piano diventeranno famliari, a guardare dalle finestre lo scorrere della vita altrui là fuori.
Sto li con te e cammino su e giù per quei pavimenti ancora sconnessi e immagino, immagino...
Immagino la nostra nuova vita dentro di te, i pranzi, i risvegli tutti insieme nel lettone, i capricci per il bagno, le risate e i giochi delle bimbe, il canticchiare che ti riempirà, i profumi dei dolci appena sfornati, il vociare delle persone che ci verranno a trovare.
Cara casetta, sei ancora mezza distrutta e l'attesa è lunga...
Cara casetta...quanto tempo ancora passerà prima di poterci aprire le tue porte?
I tuoi futuri impazienti inquilini
lunedì 11 maggio 2015
Aieie
Aieie lo abbiamo chiamato perché così ci sembrava lo avessi definito con i tuoi primi balbettamenti.
Lui prima stava in una scatola a righe bianche e rosa, proprio come il suo pigiama, mentre tu stavi nella mia pancia.
Io tiravo il suo cappello e lui rispondeva con una piccola e lenta canzoncina che ancora adesso a sentirla mi sembra di tornare indietro di sei anni..
Chissà se lo sentivi e già sgranavi gli occhi come fai adesso quando senti qualcosa che ti incuriosisce, chissà se ti facevi cullare e ti abbandonavi ad una dormitina, chissà se ti immaginavi che sarebbe diventato il tuo amico inseparbile della notte, che l' avremmo infilato in valigia, che avrebbe assistito alle tue prime febbri, alle notti agitate dagli incubi, che avrebbe strizzato l' occhio al topolino del ciuccio e a quello dei denti che per ora con te si è già guadagnato la pensione dal tanto lavorare!
Chissà se ti saresti immaginata di addormentarti quasi ogni sera abbracciata a lui, incurante di quanti gradi ci fossero fuori e dentro il letto, di quante capriole in lavatrice gli avremmo fatto fare e quanti raggi di sole ci sarebbero voluti ogni volta per farlo asciugare bene, appeso per le orecchie..
Lui è sempre li, che sorride paziente da sopra il tuo letto, anche adesso da questo nuovo a casa della nonna R., in attesa di conoscere la casa nuova.
Lui sta tranquillo, anche se a volte lo strapazzi un po', anche se a volte lo abbandoni, lo schiacci, lo lanci o lo tiri per le orecchie..
Lui è li, pronto a farsi abbracciare da te anche domani, come ogni sera da sei anni a questa parte.
Lui prima stava in una scatola a righe bianche e rosa, proprio come il suo pigiama, mentre tu stavi nella mia pancia.
Io tiravo il suo cappello e lui rispondeva con una piccola e lenta canzoncina che ancora adesso a sentirla mi sembra di tornare indietro di sei anni..
Chissà se lo sentivi e già sgranavi gli occhi come fai adesso quando senti qualcosa che ti incuriosisce, chissà se ti facevi cullare e ti abbandonavi ad una dormitina, chissà se ti immaginavi che sarebbe diventato il tuo amico inseparbile della notte, che l' avremmo infilato in valigia, che avrebbe assistito alle tue prime febbri, alle notti agitate dagli incubi, che avrebbe strizzato l' occhio al topolino del ciuccio e a quello dei denti che per ora con te si è già guadagnato la pensione dal tanto lavorare!
Chissà se ti saresti immaginata di addormentarti quasi ogni sera abbracciata a lui, incurante di quanti gradi ci fossero fuori e dentro il letto, di quante capriole in lavatrice gli avremmo fatto fare e quanti raggi di sole ci sarebbero voluti ogni volta per farlo asciugare bene, appeso per le orecchie..
Lui è sempre li, che sorride paziente da sopra il tuo letto, anche adesso da questo nuovo a casa della nonna R., in attesa di conoscere la casa nuova.
Lui sta tranquillo, anche se a volte lo strapazzi un po', anche se a volte lo abbandoni, lo schiacci, lo lanci o lo tiri per le orecchie..
Lui è li, pronto a farsi abbracciare da te anche domani, come ogni sera da sei anni a questa parte.
giovedì 30 aprile 2015
Malinconia preventiva
Mi ricorderò delle tue paroline sussurrate all'orecchio mentre mi abbracci forte e mi dici "io voglio stare per sempre con te, sei la mamma del mio cuore", quando mi assisti durante le brevi, fulminee, sedute di trucco mattutino e mi passi soddisfatta il rossetto o l'ombretto azzurro con gli sberluccichi che ti piace tanto.
Mi ricorderò la tua faccia estatica quando mi guardi, amorata della mamma, se per caso ho messo una gonna al posto dei soliti jeans...quando mi accarezzi e mi dici che sono la tua mamma preferita (e vorrei vedere!)
Mi ricorderò le lotte che ho fatto tutte le mattine perchè vuoi il vestito grigio con il fiore e il pizzetto in fondo, la gonna fuschia o quella con il gatto, la giacca chiusa solo nei due bottoni di sopra come le ballerine -dici tu- o le scarpe da principessa.
Mi ricorderò anche il modo in cui ti fai conciare da tua sorella e tua cugina, con un vestito lungo e un velo fissato con il cerchietto: in quel modo sembri più una donna sarda in costume o una suora con il pizzo in testa piuttosto che una bella sposina ma si sa che l'immaginazione a volte fa miracoli...
Mi ricorderò di tutte queste cose e magari le farò leggere anche a te quando, tra una decina d'anni -ma forse meno, ahimè- sbufferai ad ogni mio richiamo, quando nel tuo cuore ci sarò ancora ma in compagnia di chissà quante amiche e fidanzatini, quando mi fregherai i trucchi o forse non ti truccherai per niente.
Mi ricorderò di quelle lotte mentre litigheremo per convincerti a mettere un vestito invece che quei pantaloni strappati o -peggio- ti rincorreremo per farti abbassare un po' una gonna fatta di troppa poca stoffa.
Mi ricorderò e sospirerò al pensiero di tutti quei bacini morbidi, delle coccole che ci siamo fatte, degli abbracci forti e delle fusa come i gatti.
Mi consolerò pensando che ci sono state e che torneranno.
...Ti auguro però di non stare per sempre con me ma di volare felice per la tua strada. E tornare, di tanto in tanto, a dirmi che sono sempre la tua mamma preferita.
Mi ricorderò la tua faccia estatica quando mi guardi, amorata della mamma, se per caso ho messo una gonna al posto dei soliti jeans...quando mi accarezzi e mi dici che sono la tua mamma preferita (e vorrei vedere!)
Mi ricorderò le lotte che ho fatto tutte le mattine perchè vuoi il vestito grigio con il fiore e il pizzetto in fondo, la gonna fuschia o quella con il gatto, la giacca chiusa solo nei due bottoni di sopra come le ballerine -dici tu- o le scarpe da principessa.
Mi ricorderò anche il modo in cui ti fai conciare da tua sorella e tua cugina, con un vestito lungo e un velo fissato con il cerchietto: in quel modo sembri più una donna sarda in costume o una suora con il pizzo in testa piuttosto che una bella sposina ma si sa che l'immaginazione a volte fa miracoli...
Mi ricorderò di tutte queste cose e magari le farò leggere anche a te quando, tra una decina d'anni -ma forse meno, ahimè- sbufferai ad ogni mio richiamo, quando nel tuo cuore ci sarò ancora ma in compagnia di chissà quante amiche e fidanzatini, quando mi fregherai i trucchi o forse non ti truccherai per niente.
Mi ricorderò di quelle lotte mentre litigheremo per convincerti a mettere un vestito invece che quei pantaloni strappati o -peggio- ti rincorreremo per farti abbassare un po' una gonna fatta di troppa poca stoffa.
Mi ricorderò e sospirerò al pensiero di tutti quei bacini morbidi, delle coccole che ci siamo fatte, degli abbracci forti e delle fusa come i gatti.
Mi consolerò pensando che ci sono state e che torneranno.
...Ti auguro però di non stare per sempre con me ma di volare felice per la tua strada. E tornare, di tanto in tanto, a dirmi che sono sempre la tua mamma preferita.
giovedì 23 aprile 2015
Tempo beffardo
Ehi, Tempo. Si proprio tu, Tempo.
Parlo con te, che ti stai prendendo gioco di noi e corri, sfuggi, galoppi (o gòppoli, come direbbe Marghe) via.
Tu che hai reso interminabili le giornate di pioggia in casa con una neonata e una quasi duenne, che hai rallentato a dismisura il ticchettio delle lancette quando la sera dovevamo far passare quelle due infinite misere ore per vedere spuntare dalla porta la faccia stanca e contenta di papà, ogni giorno di ritorno da Milano. E come abbiamo fatto a sopravvivere in quel periodo io proprio non lo so.
Ehi, Tempo che ci hai tenuti a braccetto rallentando il passo in quei primi fatidici 40 giorni, sia la prima che la seconda volta, quando il sonno, la fatica e lo stordimento mi hanno trascinata in un gorgo di malinconia e impotenza. Quando la gente per strada mi diceva "goditele adesso che quando crescono è peggio" mentre io mi chiedevo cosa potesse esserci di peggio che trovarsi in quello stato, con un corpo da balena senza più la scusa della gravidanza e con il sonno cronico.
Vorrei andarli a prendere per le orecchie ora e dire che da quei primi 40 giorni è tutta discesa e che la dovrebbero smettere di spaventare povere neomamme spaurite.
E comunque parlavamo di te, Tempo.
Tempo beffardo che adesso scappi veloce e non ci lasci nemmeno lo spazio per aprire gli occhi e renderci conto di quello che viviamo, che le stai facendo allungare e diventare sempre più signorine, ogni giorno più sveglie e con la lingua pronta a cogliere le nostre contraddizioni, che fai lavorare quei cervellini alla velocità della luce e le rendi subito pronte a fare domande e cercare risposte convincenti.
Tempo beffardo, adesso che vorremmo che rallentassi, sfuggi.
Tempo beffardo, adesso che vorremmo tenerle piccole ce le fai crescere in un soffio.
Tempo, tempo monello -come direbbero loro- tra poco smetteranno di storpiare parole e non sentiremo più scappeggiare invece che posteggiare, ettere e ummeri al posto di lettere e numeri, paladoli come pomodori, dicere al posto di dire, ciuffarsi per tuffarsi, belico per ombelico, altobus e camiol
Caro tempo crudele e spietato, cercherò di godermele adesso, di correre loro dietro più veloce di te, cercherò di fermarmi qualche volta in più per cogliere quel momento che tu con la tua fretta vorresti rovinarmi e viverlo senza pensare a te, tempo beffardo.
Parlo con te, che ti stai prendendo gioco di noi e corri, sfuggi, galoppi (o gòppoli, come direbbe Marghe) via.
Tu che hai reso interminabili le giornate di pioggia in casa con una neonata e una quasi duenne, che hai rallentato a dismisura il ticchettio delle lancette quando la sera dovevamo far passare quelle due infinite misere ore per vedere spuntare dalla porta la faccia stanca e contenta di papà, ogni giorno di ritorno da Milano. E come abbiamo fatto a sopravvivere in quel periodo io proprio non lo so.
Ehi, Tempo che ci hai tenuti a braccetto rallentando il passo in quei primi fatidici 40 giorni, sia la prima che la seconda volta, quando il sonno, la fatica e lo stordimento mi hanno trascinata in un gorgo di malinconia e impotenza. Quando la gente per strada mi diceva "goditele adesso che quando crescono è peggio" mentre io mi chiedevo cosa potesse esserci di peggio che trovarsi in quello stato, con un corpo da balena senza più la scusa della gravidanza e con il sonno cronico.
Vorrei andarli a prendere per le orecchie ora e dire che da quei primi 40 giorni è tutta discesa e che la dovrebbero smettere di spaventare povere neomamme spaurite.
E comunque parlavamo di te, Tempo.
Tempo beffardo che adesso scappi veloce e non ci lasci nemmeno lo spazio per aprire gli occhi e renderci conto di quello che viviamo, che le stai facendo allungare e diventare sempre più signorine, ogni giorno più sveglie e con la lingua pronta a cogliere le nostre contraddizioni, che fai lavorare quei cervellini alla velocità della luce e le rendi subito pronte a fare domande e cercare risposte convincenti.
Tempo beffardo, adesso che vorremmo che rallentassi, sfuggi.
Tempo beffardo, adesso che vorremmo tenerle piccole ce le fai crescere in un soffio.
Tempo, tempo monello -come direbbero loro- tra poco smetteranno di storpiare parole e non sentiremo più scappeggiare invece che posteggiare, ettere e ummeri al posto di lettere e numeri, paladoli come pomodori, dicere al posto di dire, ciuffarsi per tuffarsi, belico per ombelico, altobus e camiol
Caro tempo crudele e spietato, cercherò di godermele adesso, di correre loro dietro più veloce di te, cercherò di fermarmi qualche volta in più per cogliere quel momento che tu con la tua fretta vorresti rovinarmi e viverlo senza pensare a te, tempo beffardo.
mercoledì 15 aprile 2015
Fughiamo ogni dubbio
"Mamma, a dieci anni si va a scuola o si sceglie il fidanzato?"
SI VA A SCUOLA, Marghe. Decisamente.
SI VA A SCUOLA, Marghe. Decisamente.
venerdì 10 aprile 2015
Beata innocenza!
"Mamma, se viene una sorellina nella tua pancia la chiamiamo Gelsomina?"
"Eh bhe, Marghe..non é che sia proprio un bel nome.."
"Ma si, come la bimba della storia che ci racconta la maestra, quella che si mette sempre le dita nel naso e poi le diventa come quello di un maiale!!!"
"Mi sembra un po' strano..ma quella filastrocca dei pagliacci ad un certo punto dice una parolaccia!"
"Una parolaccia? Figurati Marta, la maestra non può avervi insegnato una cosa del genere!"
"Si si mamma! Dice:fa un A -culo"
"un acuto, Marta. Dice fa un acuto!"
"Sai che all'asilo il mio amico F. mi chie de sempre se gli faccio vedere le tette?"
"Cosa?!?!??"
"Ma tanto io non ce l'ho..e quindi non gli faccio vedere niente!"
"Eh bhe, Marghe..non é che sia proprio un bel nome.."
"Ma si, come la bimba della storia che ci racconta la maestra, quella che si mette sempre le dita nel naso e poi le diventa come quello di un maiale!!!"
"Mi sembra un po' strano..ma quella filastrocca dei pagliacci ad un certo punto dice una parolaccia!"
"Una parolaccia? Figurati Marta, la maestra non può avervi insegnato una cosa del genere!"
"Si si mamma! Dice:fa un A -culo"
"un acuto, Marta. Dice fa un acuto!"
"Sai che all'asilo il mio amico F. mi chie de sempre se gli faccio vedere le tette?"
"Cosa?!?!??"
"Ma tanto io non ce l'ho..e quindi non gli faccio vedere niente!"
lunedì 30 marzo 2015
Amico del mattino
Lo abbiamo scoperto per caso, una mattina andando all'asilo: fischiettava tranquillo sul bordo di un cancello e con la sua testa a scatti guardava un po' noi e un po' in giro.
Poi un'altra mattina vicino alla chiesa e ancora un' altra volta quasi dal portone del nostro palazzo.
Era li che osservava curioso quel lunedì che le bimbe sono uscite prima, qualche volta ci ha accompagnate con piccoli voletti fino a casa dei nonni.
Un giorno ha rischiato di finire sotto le ruote della nostra macchina ma una frenata provvidenziale gli ha permesso di scappare via.
Un pomeriggio ci ha scovate all'uscita della piscina e noi tutte stupite a chiederci come facesse a sapere che eravamo proprio li.
Ogni giorno si faceva trovare e salutare, ci guardava con quegli occhi curiosi e volava via prima di farsi avvicinare..
...lui, il merlo Pietro-come l'ha ribattezzato Margherita-riuscirà a trovare le sue due amiche che da una settimana non escono più dallo stesso portone ma corrono verso l'asilo da una strada diversa?
Poi un'altra mattina vicino alla chiesa e ancora un' altra volta quasi dal portone del nostro palazzo.
Era li che osservava curioso quel lunedì che le bimbe sono uscite prima, qualche volta ci ha accompagnate con piccoli voletti fino a casa dei nonni.
Un giorno ha rischiato di finire sotto le ruote della nostra macchina ma una frenata provvidenziale gli ha permesso di scappare via.
Un pomeriggio ci ha scovate all'uscita della piscina e noi tutte stupite a chiederci come facesse a sapere che eravamo proprio li.
Ogni giorno si faceva trovare e salutare, ci guardava con quegli occhi curiosi e volava via prima di farsi avvicinare..
...lui, il merlo Pietro-come l'ha ribattezzato Margherita-riuscirà a trovare le sue due amiche che da una settimana non escono più dallo stesso portone ma corrono verso l'asilo da una strada diversa?
mercoledì 18 marzo 2015
Addio, addio.
Addio casetta, prima culla della nostra neonata famiglia
Addio vista imprendibile come era scritto sull'annuncio del giornale, addio finestra grande della camera da letto che mi hai fatta innamorare, che ci hai regalato tramonti rosa e viola, fuochi d'artificio a fine anno e volo di rondini nelle sere di settembre
Addio poggiolo lungo nel quale le bimbe hanno passato i loro primi pomeriggi d'estate, su cui hanno imparato ad andare in bici e sui pattini. Addio poggiolo corto che hai ospitato le nostre cene, stretti stretti ma baciati dall'ultimo sole che si ciuffava dietro il monte
Addio corridoio odiato da noi grandi per tutto lo spazio sprecato ma amato dalle bimbe per le corse e le passeggiate con i passeggini, addio a te che hai assistito ai primi passi incerti, ai giochi divertenti con papà che camminava portandole nelle bustone di stoffa della spesa, una di qua e l'altra di là...e la mamma che, guardandole, invidiava molto tutto quel divertimento
Addio cucina, che hai assistito ai miei primi piatti bruciati, insipidi, troppo caldi, troppo freddi, che mi hai accompagnata nella preparazione delle innumerevoli torte, che sei stata invasa dal profumino del pane appena cotto di prima mattina.
Addio anche a te, senza rimpianto, bagno dalle piastrelle imbarazzanti, che hai assistito a infiniti cambi di pannolini, sveglie notturne, pipì nel vasino e cadute di dentini
Addio cameretta che all'inizio eri una sala e hai accolto i nostri ospiti prima che le voci chiassose si tramutassero in piccoli vagiti; Il divano che rendeva comode le nostre serate davanti alla tv ha dovuto fare spazio ad una culla e poi ad un lettino e poi a due; I primi mesi da mamma ad allattare nel silenzio della notte, guardando tutta quella vita che anche a notte fonda animava la strada, a spiare luci accese in lontananza e sentirsi meno sola immaginando dall'altra parte della finestra un'altra mamma assonnata con un piccolo fagotto affamato in braccio
Addio addio casa piena, allegra e chiassosa, addio silenzio serale scandito dai loro piccoli respiri pesanti, addio vicini molesti e permalosi, addio vicini gentili e premurosi
Addio ascensore che adesso ci mancherai già dopo la prima rampa a piedi, addio vento gelido ogni mattina dietro la curva della strada, addio uccellini che ci svegliavate con il vostro cinguettio
Addio ad un pezzo di vita
Addio, addio.
Addio vista imprendibile come era scritto sull'annuncio del giornale, addio finestra grande della camera da letto che mi hai fatta innamorare, che ci hai regalato tramonti rosa e viola, fuochi d'artificio a fine anno e volo di rondini nelle sere di settembre
Addio poggiolo lungo nel quale le bimbe hanno passato i loro primi pomeriggi d'estate, su cui hanno imparato ad andare in bici e sui pattini. Addio poggiolo corto che hai ospitato le nostre cene, stretti stretti ma baciati dall'ultimo sole che si ciuffava dietro il monte
Addio corridoio odiato da noi grandi per tutto lo spazio sprecato ma amato dalle bimbe per le corse e le passeggiate con i passeggini, addio a te che hai assistito ai primi passi incerti, ai giochi divertenti con papà che camminava portandole nelle bustone di stoffa della spesa, una di qua e l'altra di là...e la mamma che, guardandole, invidiava molto tutto quel divertimento
Addio cucina, che hai assistito ai miei primi piatti bruciati, insipidi, troppo caldi, troppo freddi, che mi hai accompagnata nella preparazione delle innumerevoli torte, che sei stata invasa dal profumino del pane appena cotto di prima mattina.
Addio anche a te, senza rimpianto, bagno dalle piastrelle imbarazzanti, che hai assistito a infiniti cambi di pannolini, sveglie notturne, pipì nel vasino e cadute di dentini
Addio cameretta che all'inizio eri una sala e hai accolto i nostri ospiti prima che le voci chiassose si tramutassero in piccoli vagiti; Il divano che rendeva comode le nostre serate davanti alla tv ha dovuto fare spazio ad una culla e poi ad un lettino e poi a due; I primi mesi da mamma ad allattare nel silenzio della notte, guardando tutta quella vita che anche a notte fonda animava la strada, a spiare luci accese in lontananza e sentirsi meno sola immaginando dall'altra parte della finestra un'altra mamma assonnata con un piccolo fagotto affamato in braccio
Addio addio casa piena, allegra e chiassosa, addio silenzio serale scandito dai loro piccoli respiri pesanti, addio vicini molesti e permalosi, addio vicini gentili e premurosi
Addio ascensore che adesso ci mancherai già dopo la prima rampa a piedi, addio vento gelido ogni mattina dietro la curva della strada, addio uccellini che ci svegliavate con il vostro cinguettio
Addio ad un pezzo di vita
Addio, addio.
giovedì 12 marzo 2015
Sei entrata qui
Sei entrata qui con il tuo bellissimo vestito color champagne (o almeno così ti avevano detto si chiamasse quel colore non perfettamente bianco), in braccio al tuo fresco marito tra gli sguardi pettegoli e curiosi delle tue neo-vicine di sopra; ne uscirai in maniera molto meno romantica, con in mano scatole e sacchetti, probabilmente qualcuno anche di rumenta.
Sei entrata qui e pensavi di saper fare (quasi) tutto...ma un marito esigente ti ha smontato le certezze culinarie facendoti imparare il giusto ordine con cui si aggiungono gli ingredienti durante la preparazione del sugo, la lavatrice ti ha restituito asciugamani multicolori, maglie ristrette, calzini spaiati, il ferro da stiro ha vinto la sua battaglia e ancora non sai impiegare meno di 20 minuti per stirare una camicia, la pentola a pressione ti ha convinta che non è proprio il caso di cuocerci i fagioli dentro se non vuoi ritrovarteli sparsi per tutta la cappa dopo l'esplosione della valvola di sicurezza.
Però consolati: ora sei molto più veloce a fare tutto e sai calcolare benissimo il tempo che ci vorrà a fare le faccende da brava massaia così da non rimanere più con gli stracci in mano e gli ospiti alla porta.
Sei entrata e l'ansia da prestazione ti pervadeva ogni volta che c'era qualcuno a cena, avevi bisogno di vari giorni di preavviso e il menù era studiato e calcolato nei minimi dettagli. Ora butti una tovaglia e qualche piatto, improvvisi un polpettone con molto formaggio che dà il buon sapore, con il minimo sforzo ti godi la vita.
Sei entrata e non sapevi se e quando saresti diventata mamma, non sapevi se mai sarebbe arrivata una femmina, come tanto desideravi: hai scoperto che la vita a volte si diverte a prendersi gioco di te ("piuttosto che non averne preferirei arrivassero in un momento "sbagliato") ma che quella frase la ripeteresti un milione di volte ancora e che non c'è stato momento migliore di quello.
Esci da questa casa preceduta da due piccole donnine che canticchiano e sorridono sempre, che ancora giocano a chiamare l'ascensore con la voce, che fanno a gara per accendere la luce nelle scale, che giocano davanti allo specchio del portone facendo le facce buffe.
Sei entrata qui ed era tutto silenzioso, ordinato, preciso. Esci adesso e ti porti dietro una bella confusione.
Siete entrati in due e non sapevate quanto tempo ci avreste passato, dopo sette anni uscite in quattro ma non passerà giorno, credo, che dalla strada lo sguardo non si alzi verso queste finestre.
Sei entrata qui e pensavi di saper fare (quasi) tutto...ma un marito esigente ti ha smontato le certezze culinarie facendoti imparare il giusto ordine con cui si aggiungono gli ingredienti durante la preparazione del sugo, la lavatrice ti ha restituito asciugamani multicolori, maglie ristrette, calzini spaiati, il ferro da stiro ha vinto la sua battaglia e ancora non sai impiegare meno di 20 minuti per stirare una camicia, la pentola a pressione ti ha convinta che non è proprio il caso di cuocerci i fagioli dentro se non vuoi ritrovarteli sparsi per tutta la cappa dopo l'esplosione della valvola di sicurezza.
Però consolati: ora sei molto più veloce a fare tutto e sai calcolare benissimo il tempo che ci vorrà a fare le faccende da brava massaia così da non rimanere più con gli stracci in mano e gli ospiti alla porta.
Sei entrata e l'ansia da prestazione ti pervadeva ogni volta che c'era qualcuno a cena, avevi bisogno di vari giorni di preavviso e il menù era studiato e calcolato nei minimi dettagli. Ora butti una tovaglia e qualche piatto, improvvisi un polpettone con molto formaggio che dà il buon sapore, con il minimo sforzo ti godi la vita.
Sei entrata e non sapevi se e quando saresti diventata mamma, non sapevi se mai sarebbe arrivata una femmina, come tanto desideravi: hai scoperto che la vita a volte si diverte a prendersi gioco di te ("piuttosto che non averne preferirei arrivassero in un momento "sbagliato") ma che quella frase la ripeteresti un milione di volte ancora e che non c'è stato momento migliore di quello.
Esci da questa casa preceduta da due piccole donnine che canticchiano e sorridono sempre, che ancora giocano a chiamare l'ascensore con la voce, che fanno a gara per accendere la luce nelle scale, che giocano davanti allo specchio del portone facendo le facce buffe.
Sei entrata qui ed era tutto silenzioso, ordinato, preciso. Esci adesso e ti porti dietro una bella confusione.
Siete entrati in due e non sapevate quanto tempo ci avreste passato, dopo sette anni uscite in quattro ma non passerà giorno, credo, che dalla strada lo sguardo non si alzi verso queste finestre.
lunedì 9 marzo 2015
Questione di coordinazione
Mattina presto.
La mamma si cambia e Marghe si intrufola zitta zitta in camera.
Nota subito che la biancheria della mamma non è assolutamente "coordinata" e, con le sue solite manine a paletta esclama: "ma mamma! il sopra e il sotto devi metterli dello stesso colore!"
Questa non l'ha presa certo da me.
La mamma si cambia e Marghe si intrufola zitta zitta in camera.
Nota subito che la biancheria della mamma non è assolutamente "coordinata" e, con le sue solite manine a paletta esclama: "ma mamma! il sopra e il sotto devi metterli dello stesso colore!"
Questa non l'ha presa certo da me.
mercoledì 4 marzo 2015
Ore contate
"Mamma, quanto manca alla nonna bis?"
"Quanto manca in che senso, Marta?"
"Quanto manca a che vada in cielo?"
"Quanto manca in che senso, Marta?"
"Quanto manca a che vada in cielo?"
venerdì 27 febbraio 2015
I tuoi anni non stanno più su una sola mano
Cara Martoletta,
i tuoi anni non stanno più su una sola mano e questo vuol dire che stai inesorabilmente crescendo.
Riguardo la tua foto a quattro mesi mentre ridi a pancia in giù sul nostro lettone e penso che per certe cose sei sempre uguale, osservi tutto con i tuoi occhioni grandi e sorridi.
Sei sempre sulle nuvole ma quando scendi sei così attenta e concreta da farci tremare, capisci senza bisogno di parole, vorresti accontentare tutti e questo a volte mi spaventa un po'.
Passi ore sui Topolini anche se non sai ancora leggere, hai deciso che vuoi essere Pippo e in effetti la coordinazione non è la tua dote migliore fin'ora; a settembre inizierai la scuola che è stata quella di mamma e papà e questo sarà un grande cambiamento, tu da sola senza la tua piccola ombra chiacchierona...
Ti sei appassionata ai cartoni del corpo umano e pensi sempre a quanto dev'essere stanco il tuo omino nel cervello perchè lo fai lavorare in continuazione; con le tue amiche avete capito che dentro siete maschi e fuori femmine ed è per questo che ami Cars, Spongebob e il colore blu.
Cara martoletta, oggi compi sei anni e hai già perso sei denti, ti mancano 40 centimetri per raggiungermi in altezza e forse anche qualcosa in meno, ci separano solo 5 numeri di piede e tutto questo mi sconvolge...
Cara signorina mia, ieri eri emozionata e felice perchè ti saresti addormentata di 5 anni e risvegliata di 6, hai capito che questo è un compleanno importante e ti auguro di godertelo con quella semplicità che ti contraddistingue, con quella gioia che solo chi ha il cuore libero e sereno come te può provare.
Ti voglio tanto, tanto bene
Mamma.
i tuoi anni non stanno più su una sola mano e questo vuol dire che stai inesorabilmente crescendo.
Riguardo la tua foto a quattro mesi mentre ridi a pancia in giù sul nostro lettone e penso che per certe cose sei sempre uguale, osservi tutto con i tuoi occhioni grandi e sorridi.
Sei sempre sulle nuvole ma quando scendi sei così attenta e concreta da farci tremare, capisci senza bisogno di parole, vorresti accontentare tutti e questo a volte mi spaventa un po'.
Passi ore sui Topolini anche se non sai ancora leggere, hai deciso che vuoi essere Pippo e in effetti la coordinazione non è la tua dote migliore fin'ora; a settembre inizierai la scuola che è stata quella di mamma e papà e questo sarà un grande cambiamento, tu da sola senza la tua piccola ombra chiacchierona...
Ti sei appassionata ai cartoni del corpo umano e pensi sempre a quanto dev'essere stanco il tuo omino nel cervello perchè lo fai lavorare in continuazione; con le tue amiche avete capito che dentro siete maschi e fuori femmine ed è per questo che ami Cars, Spongebob e il colore blu.
Cara martoletta, oggi compi sei anni e hai già perso sei denti, ti mancano 40 centimetri per raggiungermi in altezza e forse anche qualcosa in meno, ci separano solo 5 numeri di piede e tutto questo mi sconvolge...
Cara signorina mia, ieri eri emozionata e felice perchè ti saresti addormentata di 5 anni e risvegliata di 6, hai capito che questo è un compleanno importante e ti auguro di godertelo con quella semplicità che ti contraddistingue, con quella gioia che solo chi ha il cuore libero e sereno come te può provare.
Ti voglio tanto, tanto bene
Mamma.
domenica 22 febbraio 2015
Scatole e scatoloni
Scatole e scatoloni iniziano a popolare questa casa: il conto alla rovescia è arrivato a meno un mese e una sottile ansia strisciante inizia a impossessarsi di me.
Una sera passata a togliere quadri e fotografie, ogni pezzo incartato e riposto suscita un ricordo di un momento, una persona, un periodo felice.
Le pareti ora sono bianche e vuote così avremo il tempo di dis-affezionarci a questi muri.
Una domenica trascorsa selezionando le cose da buttare e quelle da tenere, scoperte casuali di oggetti rimasti tanti anni in una scatola, bambole che dalla mamma passano alle bimbe e ricominciano a vivere in altre mani piccole, partecipazioni di matrimonio che fanno capolino da una carta blu e che suscitano tanti pensieri.
Sette anni di vita passata in un soffio, sette anni di amici che sono entrati ed usciti, parenti in visita, annunci emozionati, silenzi notturni rotti dal pianto di piccole neonate, risate cristalline, canzoni cantate a tutte le ore, urlacci della mamma, mattine di festa a giocare nel lettone.
Sette anni a costruire una famiglia che ora è qui e a volte non ce ne capacitiamo, sette anni che ci sembra di esserci sposati ieri e invece...sono passati quasi sette anni.
Ed è ora di andare.
Una sera passata a togliere quadri e fotografie, ogni pezzo incartato e riposto suscita un ricordo di un momento, una persona, un periodo felice.
Le pareti ora sono bianche e vuote così avremo il tempo di dis-affezionarci a questi muri.
Una domenica trascorsa selezionando le cose da buttare e quelle da tenere, scoperte casuali di oggetti rimasti tanti anni in una scatola, bambole che dalla mamma passano alle bimbe e ricominciano a vivere in altre mani piccole, partecipazioni di matrimonio che fanno capolino da una carta blu e che suscitano tanti pensieri.
Sette anni di vita passata in un soffio, sette anni di amici che sono entrati ed usciti, parenti in visita, annunci emozionati, silenzi notturni rotti dal pianto di piccole neonate, risate cristalline, canzoni cantate a tutte le ore, urlacci della mamma, mattine di festa a giocare nel lettone.
Sette anni a costruire una famiglia che ora è qui e a volte non ce ne capacitiamo, sette anni che ci sembra di esserci sposati ieri e invece...sono passati quasi sette anni.
Ed è ora di andare.
martedì 17 febbraio 2015
Cronache di ogni lunedì
Prima le corse per strada perchè si è sempre quasi in ritardo o perchè loro fanno finta di essere in sella alla bici o alla moto.
Poi trafelata tu e sudate loro aprite quella porta: in quel girone dei dannati dove si passa da 5 a 25 gradi in tre secondi vieni raggiunta dall'aria umida e intrisa dell' odore tremendo di cloro che ogni volta risveglia brividi irrisolti.
E poi gli occhiali che si appannano impedendoti di vedere dove sono schizzate le due schegge impazzite, bambini che si rotolano sul pavimento umidiccio, inquietanti sovrascarpe blu, il rumore costante dei phon che rappresentano l'altra tortura di questa faccenda che si ripete ogni lunedì: troppo caldi per poterle asciugare entrambe senza finire in un bagno di sudore ma troppo tiepidi per non richiedere l'impiego di un terzo gettone (da brava genovese il bis viene fatto tenendole entrambe strette strette vicine vicine sotto lo stesso phon)
Si aspetta la sirena che indica il cambio turno, le porte degli spogliatoi si aprono, inizia la corsa per cercare di accaparrarsi un posto sgomitando nella folla.
Svestiti, togli la ciabatta, metti la ciabatta, guai se metti i piedi per terra, mi scappa la pipì, mamma la cuffia mi schiaccia le orecchie, corri che gli altri sono già andati, vieni qui che non hai l'accappatoio, dov'è l'altra? ecco la maestra dei piccoli, prendi lo zaino, lascia i vestiti, tieni le scarpe, togli i sovrascarpe e guadagna l'uscita.
Esci. Uscite.
Esauste e provate, tu e le tue due amiche vi guardate complici negli occhi: avete una buona ragione per sopportare tutto questo.
Una mezz'ora di chiacchiere davanti al caffè!
Poi trafelata tu e sudate loro aprite quella porta: in quel girone dei dannati dove si passa da 5 a 25 gradi in tre secondi vieni raggiunta dall'aria umida e intrisa dell' odore tremendo di cloro che ogni volta risveglia brividi irrisolti.
E poi gli occhiali che si appannano impedendoti di vedere dove sono schizzate le due schegge impazzite, bambini che si rotolano sul pavimento umidiccio, inquietanti sovrascarpe blu, il rumore costante dei phon che rappresentano l'altra tortura di questa faccenda che si ripete ogni lunedì: troppo caldi per poterle asciugare entrambe senza finire in un bagno di sudore ma troppo tiepidi per non richiedere l'impiego di un terzo gettone (da brava genovese il bis viene fatto tenendole entrambe strette strette vicine vicine sotto lo stesso phon)
Si aspetta la sirena che indica il cambio turno, le porte degli spogliatoi si aprono, inizia la corsa per cercare di accaparrarsi un posto sgomitando nella folla.
Svestiti, togli la ciabatta, metti la ciabatta, guai se metti i piedi per terra, mi scappa la pipì, mamma la cuffia mi schiaccia le orecchie, corri che gli altri sono già andati, vieni qui che non hai l'accappatoio, dov'è l'altra? ecco la maestra dei piccoli, prendi lo zaino, lascia i vestiti, tieni le scarpe, togli i sovrascarpe e guadagna l'uscita.
Esci. Uscite.
Esauste e provate, tu e le tue due amiche vi guardate complici negli occhi: avete una buona ragione per sopportare tutto questo.
Una mezz'ora di chiacchiere davanti al caffè!
martedì 10 febbraio 2015
Un nonno molto, molto fotogenico
Marghe: "Marta, mettiamo via le carte dei puffi, giochiamo al gioco del selfie!"
Mamma: "il gioco del selfie? ma lo sai che cosa è il selfie?"
Marta: "Io lo so, mamma...è quello che fa sempre il nonno!!!"
Mamma: "il gioco del selfie? ma lo sai che cosa è il selfie?"
Marta: "Io lo so, mamma...è quello che fa sempre il nonno!!!"
venerdì 6 febbraio 2015
Una sobria Sirenetta
"Mamma, adesso mi metto giù a dormire, faccio come la Sirenetta in fondo al mare!"
"Brava Marghe, allora allunga bene la tua coda azzurra...o verde?"
"No, che dici mamma? La mia coda è fuxia...anzi rosa shocking!"
"Brava Marghe, allora allunga bene la tua coda azzurra...o verde?"
"No, che dici mamma? La mia coda è fuxia...anzi rosa shocking!"
lunedì 2 febbraio 2015
Di asilo, castighi e budini al cioccolato
Ho frequentato l'asilo in due posti diversi: il primo anno più vicino a casa, una struttura piccola e familiare, gli ultimi due in un edificio grande, in cui avevo il terrore di perdermi tra un piano e l'altro o di cadere da quelle scale così larghe e lunghe!
Non ricordo le maestre del primo asilo...in realtà non mi ricordo quasi nulla, a parte che mia cugina aveva convinto sua mamma a farle frequentare il mio stesso asilo pur abitando in tutt'altra zona e che insieme ne combinavamo in continuazione. Spesso infatti ci mettevano in castigo in due angoli della classe con la faccia verso il muro ma io, spavalda, facevo le linguacce alla maestra mentre lei, molto più timida e paurosa viveva queste mie iniziative tra l'ammirazione e il terrore di una punizione peggiore.
Sapevamo tuttavia renderci simpatiche e amabili infatti eravamo entrambe fidanzate con dei bambini che, per dimostrarci quanto tenessero a noi, passavano il tempo tentando maldestramente di prenderci in braccio per portarci via dalle ingiuste punizioni delle maestre.
Del secondo asilo ho qualche ricordo in più, il vino fatto con i nostri piedini, lunghi vermoni di pongo-gioco tabù in casa nostra-, una compagna lamentosa che ogni mattina piangeva perchè voleva la mamma e da un momento all'altro le scendevano due mocciconi lunghissimi dal naso che facevano orripilare tutti quanti.
Mi ricordo "C'era un bel dì la battaglia di Magenta" cantata a squarciagola in corridoio (e la mia gioia molti, molti anni dopo nello scoprire che Magenta esisteva davvero), "Ero in bottega tic-e-tac" che ad un certo punto parlava di piedini fatti di grissini e la cosa non mi piaceva affatto, ricordo l'odore del budino al cioccolato, la mia merenda preferita e mio papà che, arrivando in ritardo a prendermi mi faceva credere che la causa fosse il suo essersi attardato a mangiarne un intero carrello. Era anche questo il motivo per cui non si poteva mai fare il bis di quella prelibatezza.
Tra i vari lavoretti che avemo fatto c'era una rosa di cartapesta per la festa della mamma che era accompagnata da una poesia. Nutro sentimenti contrastanti al riguardo perchè adesso la ricordo con tanta tenerezza ma ai tempi mi aveva creato un certo disappunto: era come una lettera alla mamma in cui le dicevo che avevo preparato una bella rosa per lei ma poi l'avevo persa sul'autobus quindi tanti auguri tanto amore ma tornavo a mani vuote! La cosa non mi era andata giù, intanto perchè dopo tanto lavoro avevo perso tutto e sopratutto perchè noi l'autobus per tornare a casa non lo prendevamo mai, abituati come eravamo a trottare a piedi...insomma, oltre il danno la beffa!
Altra nota dolente di quel periodo fu proprio il famoso fidanzato, anche lui migrato con me nel nuovo asilo e dopo un anno passato alle elementari: a settembre, incontrandolo per i corridoi mi sentii dire con aria di sufficienza che non potevamo più essere fidanzati perchè lui ormai aveva raggiunto la maturità della prima elementare mentre io ero ancora ai piani bassi!!!
Non ricordo le maestre del primo asilo...in realtà non mi ricordo quasi nulla, a parte che mia cugina aveva convinto sua mamma a farle frequentare il mio stesso asilo pur abitando in tutt'altra zona e che insieme ne combinavamo in continuazione. Spesso infatti ci mettevano in castigo in due angoli della classe con la faccia verso il muro ma io, spavalda, facevo le linguacce alla maestra mentre lei, molto più timida e paurosa viveva queste mie iniziative tra l'ammirazione e il terrore di una punizione peggiore.
Sapevamo tuttavia renderci simpatiche e amabili infatti eravamo entrambe fidanzate con dei bambini che, per dimostrarci quanto tenessero a noi, passavano il tempo tentando maldestramente di prenderci in braccio per portarci via dalle ingiuste punizioni delle maestre.
Del secondo asilo ho qualche ricordo in più, il vino fatto con i nostri piedini, lunghi vermoni di pongo-gioco tabù in casa nostra-, una compagna lamentosa che ogni mattina piangeva perchè voleva la mamma e da un momento all'altro le scendevano due mocciconi lunghissimi dal naso che facevano orripilare tutti quanti.
Mi ricordo "C'era un bel dì la battaglia di Magenta" cantata a squarciagola in corridoio (e la mia gioia molti, molti anni dopo nello scoprire che Magenta esisteva davvero), "Ero in bottega tic-e-tac" che ad un certo punto parlava di piedini fatti di grissini e la cosa non mi piaceva affatto, ricordo l'odore del budino al cioccolato, la mia merenda preferita e mio papà che, arrivando in ritardo a prendermi mi faceva credere che la causa fosse il suo essersi attardato a mangiarne un intero carrello. Era anche questo il motivo per cui non si poteva mai fare il bis di quella prelibatezza.
Tra i vari lavoretti che avemo fatto c'era una rosa di cartapesta per la festa della mamma che era accompagnata da una poesia. Nutro sentimenti contrastanti al riguardo perchè adesso la ricordo con tanta tenerezza ma ai tempi mi aveva creato un certo disappunto: era come una lettera alla mamma in cui le dicevo che avevo preparato una bella rosa per lei ma poi l'avevo persa sul'autobus quindi tanti auguri tanto amore ma tornavo a mani vuote! La cosa non mi era andata giù, intanto perchè dopo tanto lavoro avevo perso tutto e sopratutto perchè noi l'autobus per tornare a casa non lo prendevamo mai, abituati come eravamo a trottare a piedi...insomma, oltre il danno la beffa!
Altra nota dolente di quel periodo fu proprio il famoso fidanzato, anche lui migrato con me nel nuovo asilo e dopo un anno passato alle elementari: a settembre, incontrandolo per i corridoi mi sentii dire con aria di sufficienza che non potevamo più essere fidanzati perchè lui ormai aveva raggiunto la maturità della prima elementare mentre io ero ancora ai piani bassi!!!
sabato 24 gennaio 2015
Cosa resterà nei ricordi
Cosa resterà nei ricordi delle vostre testoline,
quale sbiadita immagine lascerà la sua traccia in voi?
Ripensando a questi anni chissà a quale ricordo sorriderete intenerite, chissà cosa ci racconteremo intorno ad un tavolo tra qualche anno, voi lunghe lunghe come papà e io sempre ferma qui, al mio metro e cinquanta scarso?
Ricorderete il corridoio che, buio, percorrevate tutto d'un fiato proprio come me quando da piccola dovevo scappare dalla cameretta alla cucina con i fantasmi dietro che mi rincorrevano...
Ricorderete i pomeriggi d'estate passati a giocare sul poggiolo, all'ombra della tenda verde, le cene fuori tra il rumore delle cicale e il cinguettio delle rondini al tramonto
Forse anche le orribili piastrelle rosa del bagno, una dispensa così grande da potersi nascondere dentro, la vostra cameretta che prima era una sala e piano piano si è trasformata, le coccole nel lettone, il pianto di un neonato vicino di casa, le unghiette di un cane che scorrazzava al piano di sopra
Non so cosa resterà nella memoria quando tra qualche anno parleremo della casa vecchia, forse un abbraccio stretto da dietro alla mamma che lava i piatti, una guancia schiacciata contro la schiena: "come sei mordida....e anche profumata!", forse il ricordo di qualche sera accanto a papà che prepara la pizza e voi inginocchiate sulla sedia che, canticchiando e facendo mille domande, lo assistete fedeli e attente
Forse solo rumori e profumi, solo i tramonti rosa e viola, solo alcuni momenti di tutta questa vita che abbiamo passato qua dentro e che tra poco cambierà.
quale sbiadita immagine lascerà la sua traccia in voi?
Ripensando a questi anni chissà a quale ricordo sorriderete intenerite, chissà cosa ci racconteremo intorno ad un tavolo tra qualche anno, voi lunghe lunghe come papà e io sempre ferma qui, al mio metro e cinquanta scarso?
Ricorderete il corridoio che, buio, percorrevate tutto d'un fiato proprio come me quando da piccola dovevo scappare dalla cameretta alla cucina con i fantasmi dietro che mi rincorrevano...
Ricorderete i pomeriggi d'estate passati a giocare sul poggiolo, all'ombra della tenda verde, le cene fuori tra il rumore delle cicale e il cinguettio delle rondini al tramonto
Forse anche le orribili piastrelle rosa del bagno, una dispensa così grande da potersi nascondere dentro, la vostra cameretta che prima era una sala e piano piano si è trasformata, le coccole nel lettone, il pianto di un neonato vicino di casa, le unghiette di un cane che scorrazzava al piano di sopra
Non so cosa resterà nella memoria quando tra qualche anno parleremo della casa vecchia, forse un abbraccio stretto da dietro alla mamma che lava i piatti, una guancia schiacciata contro la schiena: "come sei mordida....e anche profumata!", forse il ricordo di qualche sera accanto a papà che prepara la pizza e voi inginocchiate sulla sedia che, canticchiando e facendo mille domande, lo assistete fedeli e attente
Forse solo rumori e profumi, solo i tramonti rosa e viola, solo alcuni momenti di tutta questa vita che abbiamo passato qua dentro e che tra poco cambierà.
lunedì 19 gennaio 2015
Frullatore
Il blocco dello scrittore
L'influenza che ha colpito e affondato i tre quarti della famiglia (e indovinate chi è l' unico quarto che non si è ammalato?)
Il tiraemolla della compravendita
Quattro preventivi pendenti tra cui scegliere per i lavori
Mattinate infinite tra piastrelle e sanitari
I saldi che aspettano
I programmi che saltano
Due mattine di lavoro in più
Bimbe malaticce da coccolare
Chiavi dimenticate
Telefonate rimandate
Inviti da dribblare
Richieste d'aiuto cadute nel vuoto
Cucina terapeutica
Riunioni insensate
L'arte di arrangiarsi
Appuntamenti irrinunciabili
Bollette in scadenza
Sono felice, poi isterica, poi efficiente, poi demotivata, poi speranzosa...ma sono sempre qua.
L'influenza che ha colpito e affondato i tre quarti della famiglia (e indovinate chi è l' unico quarto che non si è ammalato?)
Il tiraemolla della compravendita
Quattro preventivi pendenti tra cui scegliere per i lavori
Mattinate infinite tra piastrelle e sanitari
I saldi che aspettano
I programmi che saltano
Due mattine di lavoro in più
Bimbe malaticce da coccolare
Chiavi dimenticate
Telefonate rimandate
Inviti da dribblare
Richieste d'aiuto cadute nel vuoto
Cucina terapeutica
Riunioni insensate
L'arte di arrangiarsi
Appuntamenti irrinunciabili
Bollette in scadenza
Sono felice, poi isterica, poi efficiente, poi demotivata, poi speranzosa...ma sono sempre qua.
domenica 11 gennaio 2015
Trapasso nozioni
Mia piccola grande bambina biondo cenere che tra poco più di un mese fai sei anni e tutto ciò mi sconvolge
Mia piccola bimba delicata, magra e lunga, agile e goffa insieme
Incredibilmente padrona sugli sci, spavalda e decisa ("mamma ora vado a bombazza!"), quest'anno mi hai fatto un bellissimo regalo: tante discese insieme a te su quella neve un po' finta ma soffice, con il sole a colorarci le guance
Tu che l'anno scorso hai mosso i tuoi primi passi in questo sport, che non sapevi dire altro che "c'ho paura" e solo la mia cocciutaggine ha permesso che non demordessimo
Tu che anche questa volta avevi iniziato con i lamenti -subito repressi dalla parte meno materna di me- e che poi hai preso confidenza con i bastoncini, le gambe ingarbugliate, il culetto freddo per le tante cadute, la neve nei guantini, i tornelli che si aprivano magicamente al tuo passaggio
Tu che hai iniziato scoordinata e tutta storta per finire poi elegante e dritta come un fiorellino che sbuca dalla neve, che mi hai sgridata perchè "dovevi dirmelo che poi mi divertivo così tanto!"
Incurante dei tanti sciatori che ti sfrecciavano da tutti i lati sei scesa calma, canticchiando serena tra una curva e un altra, ti sei persa un po' d'animo quando, in un punto davvero difficile per te, la paura l'ha fatta da padrona facendo vacillare anche me...ma il training autogeno ha aiutato entrambe
Hai sfrecciato veloce nella parte finale, larga e poco affollata, per poi arrivare in fondo con una bella frenata e, guardandomi con i tuoi occhioni mi hai detto: "va bè, la rifacciamo no?"
Hai preferito un' altra giornata di sci ai gonfiaboli dove invece la tua piccola fotocopia si è rilassata con papà l'ultimo giorno
Siamo state strette strette sulla seggiovia a guardare il cielo azzurro senza una nuvola e gli sciatori coraggiosi che facevano i salti sotto di noi, ci siamo godute un bel silenzio e una risalita mano nella mano, entrambe felici di questa giornata solo nostra, il più bel trapasso nozioni che abbia mai fatto!
Mia piccola bimba delicata, magra e lunga, agile e goffa insieme
Incredibilmente padrona sugli sci, spavalda e decisa ("mamma ora vado a bombazza!"), quest'anno mi hai fatto un bellissimo regalo: tante discese insieme a te su quella neve un po' finta ma soffice, con il sole a colorarci le guance
Tu che l'anno scorso hai mosso i tuoi primi passi in questo sport, che non sapevi dire altro che "c'ho paura" e solo la mia cocciutaggine ha permesso che non demordessimo
Tu che anche questa volta avevi iniziato con i lamenti -subito repressi dalla parte meno materna di me- e che poi hai preso confidenza con i bastoncini, le gambe ingarbugliate, il culetto freddo per le tante cadute, la neve nei guantini, i tornelli che si aprivano magicamente al tuo passaggio
Tu che hai iniziato scoordinata e tutta storta per finire poi elegante e dritta come un fiorellino che sbuca dalla neve, che mi hai sgridata perchè "dovevi dirmelo che poi mi divertivo così tanto!"
Incurante dei tanti sciatori che ti sfrecciavano da tutti i lati sei scesa calma, canticchiando serena tra una curva e un altra, ti sei persa un po' d'animo quando, in un punto davvero difficile per te, la paura l'ha fatta da padrona facendo vacillare anche me...ma il training autogeno ha aiutato entrambe
Hai sfrecciato veloce nella parte finale, larga e poco affollata, per poi arrivare in fondo con una bella frenata e, guardandomi con i tuoi occhioni mi hai detto: "va bè, la rifacciamo no?"
Hai preferito un' altra giornata di sci ai gonfiaboli dove invece la tua piccola fotocopia si è rilassata con papà l'ultimo giorno
Siamo state strette strette sulla seggiovia a guardare il cielo azzurro senza una nuvola e gli sciatori coraggiosi che facevano i salti sotto di noi, ci siamo godute un bel silenzio e una risalita mano nella mano, entrambe felici di questa giornata solo nostra, il più bel trapasso nozioni che abbia mai fatto!
martedì 6 gennaio 2015
Buoni, buonissimi propositi
1. Riuscire a mettere tutti i tasselli nell'ordine giusto: vender casa prima di comprare la nuova (per non pagare uno sproposito di tasse e balzelli) ma poter avere il tempo di fare lavori e trasloco nella nuova prima di essere buttati fuori di qui.
2. Godersi gli ultimi tramonti, i panorami, la luce accecante del sole da quella finestra dalla vista definita "imprendibile" sull'annuncio immobiliare e che mi ha fatto innamorare di questa casa.
3. Stare calma. Molto calma.
4. Affrontare l'iscrizione di Marta alle elementari e poi a settembre il suo primo giorno di scuola senza smoccicare troppi fazzoletti, dando la definitiva dimostrazione di essermi rammollita anche io, come quelle mamme che tanto deprecavo quando mamma non ero.
5. Tenere duro nel tuffarmi senza indugi nella polmonazza calda e umida dello spogliatoio della piscina fino a Giugno, con l'odore del cloro che risveglia ansie infantili mai sopite e con l'amara certezza che "un anno di corso non basta per imparare a nuotare: deve mandarle almeno altri 2 o 3 anni!"
6. Più libri e meno facebook.
7. Riuscire a sperimentare ricette nuove senza ripiegare sui soliti, consolidati cavalli di battaglia con la scusa di non avere tempo.
8. Dedicarmi con più attenzione a certe persone.
9. Stirare le camicie di Marco senza lasciarle mesi e mesi in attesa finchè qualche anima gentile si trovi a passare di qui e, impietosita, impugni il ferro e completi l'opera.
10. Godersi la famiglia. Tutta quanta: zii, cugine e nonna-bis compresa, che oggi, facendo ingresso nell'anno dei suoi 90 anni, ha offerto il pranzo alle tre generazioni dopo di lei; Ha poi passeggiato svelta sul lungomare per una buona mezz'ora, riposandosi alla fine su una panchina con il sole in faccia e le figlie accanto, una di qua e l'altra di là, che a vederle così erano proprio belle.
2. Godersi gli ultimi tramonti, i panorami, la luce accecante del sole da quella finestra dalla vista definita "imprendibile" sull'annuncio immobiliare e che mi ha fatto innamorare di questa casa.
3. Stare calma. Molto calma.
4. Affrontare l'iscrizione di Marta alle elementari e poi a settembre il suo primo giorno di scuola senza smoccicare troppi fazzoletti, dando la definitiva dimostrazione di essermi rammollita anche io, come quelle mamme che tanto deprecavo quando mamma non ero.
5. Tenere duro nel tuffarmi senza indugi nella polmonazza calda e umida dello spogliatoio della piscina fino a Giugno, con l'odore del cloro che risveglia ansie infantili mai sopite e con l'amara certezza che "un anno di corso non basta per imparare a nuotare: deve mandarle almeno altri 2 o 3 anni!"
6. Più libri e meno facebook.
7. Riuscire a sperimentare ricette nuove senza ripiegare sui soliti, consolidati cavalli di battaglia con la scusa di non avere tempo.
8. Dedicarmi con più attenzione a certe persone.
9. Stirare le camicie di Marco senza lasciarle mesi e mesi in attesa finchè qualche anima gentile si trovi a passare di qui e, impietosita, impugni il ferro e completi l'opera.
10. Godersi la famiglia. Tutta quanta: zii, cugine e nonna-bis compresa, che oggi, facendo ingresso nell'anno dei suoi 90 anni, ha offerto il pranzo alle tre generazioni dopo di lei; Ha poi passeggiato svelta sul lungomare per una buona mezz'ora, riposandosi alla fine su una panchina con il sole in faccia e le figlie accanto, una di qua e l'altra di là, che a vederle così erano proprio belle.