7 anni e un giorno, oggi.
7 anni e due feste, ieri: una al mattino, del tuo compagno nato proprio come te e l'altra al pomeriggio, qui a casa, con le tue amiche...7 pure loro.
7 anni e una sorella che ti abbraccia e dice: "oggi sono proprio felice perché è il tuo compleanno" ..e sapeste quanto lo sono io di sentirvi parlare così!
7 anni da quel pomeriggio in cui sei nata ed eri piccola e bellissima.
7 anni sono passati ed ora hai tante di quelle sfaccettature che a volte è difficile starti dietro; ora sei così grande in ogni senso che ti vorrei ringraziare ogni giorno per quello che ci fai vivere, anche quando mi prendi come parafulmine perché dai nostri "litigi" ne esco un po' cambiata e ogni volta imparo qualcosa di te.
7 anni e tra poco sarai una super sorella maggiore, dovendo accudire anche un piccolo nuovo fagottino.
Buon compleanno mia grande e bellissima bambina.
ma anche come Marta, Margherita e Matilde, i miei tre fiorellini e come Marco, il mio gigante buono!
domenica 28 febbraio 2016
mercoledì 24 febbraio 2016
Mettiamo le mani avanti
"Io vorrei che in pancia ci fosse un maschietto perchè nel nostro bagno delle femmine siamo già in tre mentre nel bagno dei maschi ci va solo papà: se nasce una sorellina il nostro bagno diventa troppo affollato."
"Mamma te lo dico: finchè il piccolo si sveglia di notte ve lo tenete di là perchè io e Marghe poi dobbiamo andare a scuola!"
"Io vi aiuto a cambiare il pannolino però solo quando fa la pipì! Quello con la cacca glielo togli tu!"
"Mamma te lo dico: finchè il piccolo si sveglia di notte ve lo tenete di là perchè io e Marghe poi dobbiamo andare a scuola!"
"Io vi aiuto a cambiare il pannolino però solo quando fa la pipì! Quello con la cacca glielo togli tu!"
domenica 21 febbraio 2016
Aggiungi un posto a tavola
C'era una volta...un giorno..ehm...una sera di metà Gennaio
una famiglia riunita per la cena. A dirla tutta la cena era ancora in preparazione e quella volta, oltre ai soliti quattro posti apparecchiati ce n'era uno in più.
Osservando più attentamente però si notava che quelle posate erano delle posatine da bambini piccoli e, accanto al piatto, c'era un bavaglino.
Le bambine giocavano incuranti di tutto ciò, anzi a dirla tutta non se n'erano neanche accorte.
Iniziò allora un dialogo surreale tra mamma e papà:
"Cosa dici? aspettiamo ancora? Si sta facendo tardi!"
"Eh si, qui la pasta è quasi pronta...se non arriva subito scuoce tutto!"
"Ma si, mangiamo...anche perchè credo che bisognerà aspettarlo ancora per molto tempo...mesi, direi!"
Le bimbe continuavano a giocare, senza rendersi conto di questo scambio complice di battute e di sguardi.
Allora la mamma decise di radunarle sul divano e di chiarire i fatti.
Iniziò a parlare di quest'ospite che tardava e chiese se avevano capito chi potesse essere.
Risposte confuse e anche un po' scocciate dal ritardo.
Allora cambiò tattica, raccontò di regali di Natale che arrivano ma subito non si vedono, di attese lunghe fino all'estate, di bambini che si nascondono, di sorprese per tutta la famiglia.
Occhi sgranati, "questa è pazza", "va bhè ma io c'ho fame"
Allora decise di mostrare loro una foto...un'ecografia di quel fagiolino che bisognava attendere così a lungo.
E lì....lì...loro non capirono ancora di chi fosse quel bambino, dove fosse e sopratutto noi cosa c'entravamo con tutta questa faccenda.
Insomma, alla fine mamma e papà dovettero raccontare con chiarezza chi era arrivato e dove fosse: da quel momento sono state tutte carezze e bacini sulla pancia, domande strampalate "stanotte ha dormito?" , "oggi ha pianto?", "ma adesso gli cresce anche l'altra gamba?", "ora sarà grande come un mandarino?", "ma quand'è che ti viene la panciona?"
Le sorelline hanno raccontato a tutto il quartiere dal giorno successivo che loro hanno un fratello in pancia e ora se ne vanno felici ed emozionate aspettando che arrivi questa estate!!!
una famiglia riunita per la cena. A dirla tutta la cena era ancora in preparazione e quella volta, oltre ai soliti quattro posti apparecchiati ce n'era uno in più.
Osservando più attentamente però si notava che quelle posate erano delle posatine da bambini piccoli e, accanto al piatto, c'era un bavaglino.
Le bambine giocavano incuranti di tutto ciò, anzi a dirla tutta non se n'erano neanche accorte.
Iniziò allora un dialogo surreale tra mamma e papà:
"Cosa dici? aspettiamo ancora? Si sta facendo tardi!"
"Eh si, qui la pasta è quasi pronta...se non arriva subito scuoce tutto!"
"Ma si, mangiamo...anche perchè credo che bisognerà aspettarlo ancora per molto tempo...mesi, direi!"
Le bimbe continuavano a giocare, senza rendersi conto di questo scambio complice di battute e di sguardi.
Allora la mamma decise di radunarle sul divano e di chiarire i fatti.
Iniziò a parlare di quest'ospite che tardava e chiese se avevano capito chi potesse essere.
Risposte confuse e anche un po' scocciate dal ritardo.
Allora cambiò tattica, raccontò di regali di Natale che arrivano ma subito non si vedono, di attese lunghe fino all'estate, di bambini che si nascondono, di sorprese per tutta la famiglia.
Occhi sgranati, "questa è pazza", "va bhè ma io c'ho fame"
Allora decise di mostrare loro una foto...un'ecografia di quel fagiolino che bisognava attendere così a lungo.
E lì....lì...loro non capirono ancora di chi fosse quel bambino, dove fosse e sopratutto noi cosa c'entravamo con tutta questa faccenda.
Insomma, alla fine mamma e papà dovettero raccontare con chiarezza chi era arrivato e dove fosse: da quel momento sono state tutte carezze e bacini sulla pancia, domande strampalate "stanotte ha dormito?" , "oggi ha pianto?", "ma adesso gli cresce anche l'altra gamba?", "ora sarà grande come un mandarino?", "ma quand'è che ti viene la panciona?"
Le sorelline hanno raccontato a tutto il quartiere dal giorno successivo che loro hanno un fratello in pancia e ora se ne vanno felici ed emozionate aspettando che arrivi questa estate!!!
lunedì 15 febbraio 2016
Ci sei sempre stato
Fin da quando i nostri erano solo discorsi nebulosi da fidanzati, fin da quando immaginavamo come sarebbe stato avervi, come sareste stati assortiti, quando sareste arrivati.
C'eri fin da quando ci stavamo riprendendo dalla fatica della prima esperienza, che poi povera Marta è stata una bimba bravissima, solo che la prima volta ti stronca, ti stravolge, ti sfianca e solo dopo, ripensando a tutto, ti accorgi di quanto sei stata ottusa a voler fare tutto in quel modo, quando bastava essere un po' meno esigenti con se stesse.
C'eri anche dopo Marghe anche se, devo confessarlo, per qualche mese ti avevo cancellato e l'idea di te sembrava una montagna insormontabile, un' impresa impossibile per quelle poche forze rimaste.
Ma in fondo ci sei sempre stato, alla sera quando entravo nella loro cameretta e mi immaginavo un sospiro in più, in macchina quando, voltandomi per controllare se dormissero, quel posto vuoto lì in mezzo stonava così tanto. C'eri a tavola, sia quando eravamo stretti stretti nella casa vecchia sia adesso in questo tavolone grande.
Eri nei nostri pensieri quando sceglievamo gli oggetti da mettere nella loro cameretta, quando andavamo a vedere decine di appartamenti in cui mancava sempre quella stanza in più, quando mettevo via scatoloni di vestiti delle bimbe perchè.."non si sa mai"
Eri in mezzo a noi tra le risate nel lettone, nelle passeggiate in montagna, sei stato un pensiero fisso quando i nostri più cari amici ci precedevano in questa "pazzia" e io guardavo felice e speranzosa pensando al momento in cui sarebbe successo anche a noi.
La tua attesa è stata una lunga palestra per me che non so aspettare, che voglio programmare e ottenere tutto con i miei tempi.
Ma anche questa volta devo ammettere che forse solo adesso il tempo era maturo.
Ci sei sempre stato, nei miei pensieri e nel mio cuore.
Da tre mesi sei anche nella mia pancia, mio piccolo terzo fiorellino.
C'eri fin da quando ci stavamo riprendendo dalla fatica della prima esperienza, che poi povera Marta è stata una bimba bravissima, solo che la prima volta ti stronca, ti stravolge, ti sfianca e solo dopo, ripensando a tutto, ti accorgi di quanto sei stata ottusa a voler fare tutto in quel modo, quando bastava essere un po' meno esigenti con se stesse.
C'eri anche dopo Marghe anche se, devo confessarlo, per qualche mese ti avevo cancellato e l'idea di te sembrava una montagna insormontabile, un' impresa impossibile per quelle poche forze rimaste.
Ma in fondo ci sei sempre stato, alla sera quando entravo nella loro cameretta e mi immaginavo un sospiro in più, in macchina quando, voltandomi per controllare se dormissero, quel posto vuoto lì in mezzo stonava così tanto. C'eri a tavola, sia quando eravamo stretti stretti nella casa vecchia sia adesso in questo tavolone grande.
Eri nei nostri pensieri quando sceglievamo gli oggetti da mettere nella loro cameretta, quando andavamo a vedere decine di appartamenti in cui mancava sempre quella stanza in più, quando mettevo via scatoloni di vestiti delle bimbe perchè.."non si sa mai"
Eri in mezzo a noi tra le risate nel lettone, nelle passeggiate in montagna, sei stato un pensiero fisso quando i nostri più cari amici ci precedevano in questa "pazzia" e io guardavo felice e speranzosa pensando al momento in cui sarebbe successo anche a noi.
La tua attesa è stata una lunga palestra per me che non so aspettare, che voglio programmare e ottenere tutto con i miei tempi.
Ma anche questa volta devo ammettere che forse solo adesso il tempo era maturo.
Ci sei sempre stato, nei miei pensieri e nel mio cuore.
Da tre mesi sei anche nella mia pancia, mio piccolo terzo fiorellino.
martedì 9 febbraio 2016
Cerchi che si chiudono
Sono passati due anni da quella sera in cui, mettendo a letto Marta, una carezza e tre parole -"com'è bella" -rivolte alla sorella già addormentata, ti avevano fatto capire che forse forse i sensi di colpa potevano lasciare il posto alla gioia e allo stupore di star costruendo qualcosa di bello.
Due anni dopo le parti sono invertite, Marta stremata da una febbre che non le dà tregua precede sua sorella a letto. Marghe si avvicina piano, le dà un bacino leggero e con la mano le tocca la fronte: "sono dispiaciuta che Marta stia male, domani all'asilo penserò sempre a lei."
A volte i cerchi si chiudono.
E l'amore torna.
Due anni dopo le parti sono invertite, Marta stremata da una febbre che non le dà tregua precede sua sorella a letto. Marghe si avvicina piano, le dà un bacino leggero e con la mano le tocca la fronte: "sono dispiaciuta che Marta stia male, domani all'asilo penserò sempre a lei."
A volte i cerchi si chiudono.
E l'amore torna.