Ormai le settimane sembrano passare più in fretta, segno che questa nostra condizione sta diventando una routine, che ci stiamo adattando e stiamo apprezzando, nonostante i lati negativi, questo strano modo di vivere.
Le mie giornate iniziano presto perché in farmacia c'è sempre affollamento e le cose da fare si accumulano: così mi alzo prima di tutti e mi godo la colazione in solitaria, mi preparo in silenzio ed esco cercando di non svegliare nessuno.
Entro e sto una mezz'ora da sola a riordinare l'arretrato, poi una alla volta arrivano anche le altre... è strano come ci si saluta allegramente, felici di essere ancora tutte insieme.
Al mio ritorno a casa trovo le bimbe sempre impegnate in qualche gioco nuovo e durante il pranzo ripetono la lezione studiata al mattino o ci aggiornano sui compiti ancora da finire.
Al momento della frutta si accende la TV per il primo bollettino della giornata e per l'imperdibile meteo... ascoltato attentamente dalle bimbe per sapere se i giorni seguenti potranno andare in terrazzo o scendere nel piazzale davanti al portone per sgranchirsi le gambe.
Il pomeriggio vola sia che ci sia da tornare a lavorare sia che si resti a casa.
Alle 18,30 è il momento di capire come si è comportato il virus, è i momento dei grafici e delle statistiche, della speranza o della paura.
La fine della giornata scivola via con la preparazione della cena, i cartoni animati, la telefonata ai nonni e qualche film guardato insieme sul divano.
In casa c'è una atmosfera tranquilla e serena, ci stiamo godendo la compagnia e le nostre piccole abitudini. Credo che questi mesi rimarranno impressi nelle nostre menti per sempre, accompagnate sicuramente da un po'di angoscia per il futuro ma anche da un ricordo di famiglia che nessuna vacanza ci avrebbe potuto dare.
ma anche come Marta, Margherita e Matilde, i miei tre fiorellini e come Marco, il mio gigante buono!
martedì 31 marzo 2020
venerdì 27 marzo 2020
Esasperazione
In farmacia in queste ultime settimane è un vero delirio, file chilometriche, gente nervosa, consegne di farmaci da preparare,il telefono che non smette di squillare...
Già di mio sono frenetica ma in questo momento molto di più.
E per punizione mi capitano sempre loro. Quelli flemmatici.
"Prego, 92? 93? Che numero ha signore?"
E loro ti guardano. Poi guardano il cartellone luminoso che- accidenti- è piuttosto lento nell'elencare i numeri. E non rispondono. Non si muovono.
Allora io li incalzo.
"Prego, 93? Venga che tocca a lei"
"Eh ma sul cartellone siamo ancora a 92!"
"Ma non c'è nessuno prima di lei, venga pure"
Finalmente la voce registrata pronuncia il numero esatto. Con tutta calma si avvicina.
"Buonasera, aspetti che cerco le ricette"
(Aspettare?!? Ma tu sai quanto lavoro ho ancora da fare là nel retro?!? E in tutto questo tempo cosa hai fatto? Non potevi cercarle prima le ricette???)
Cerco invano di accelerare le cose
"Ecco me le dia, faccio io, non si preoccupi"
"Eh no, devo controllare: allora questa è mia, questa anche, questa è di mia moglie..."
E se le tengono strette, le sfogliano, te le descrivono, questa è per lo stomaco, questa è per la pressione...come se io non lo sapessi a cosa servono!!!
Finalmente riesco ad impossessarmene e a sistemare le medicine
"Aspetti che le cerco il codice fiscale!"
"No grazie ho già tutto qui sulle ricette"
"Ma lo sa che quelle di mia moglie le deve fare a parte, eh?"
"Si sì ho già fatto"
"Ah e io prendo i generici, mi raccomando"
"Si sì lo so"
È fatta. Vado per chiudere lo scontrino...
"Bene, sono 8 euro e 40"
E INVECE NO.
"No aspetti, dovevo prendere ancora una cosa però non me la ricordo, ora chiamo mia figlia"
Già di mio sono frenetica ma in questo momento molto di più.
E per punizione mi capitano sempre loro. Quelli flemmatici.
"Prego, 92? 93? Che numero ha signore?"
E loro ti guardano. Poi guardano il cartellone luminoso che- accidenti- è piuttosto lento nell'elencare i numeri. E non rispondono. Non si muovono.
Allora io li incalzo.
"Prego, 93? Venga che tocca a lei"
"Eh ma sul cartellone siamo ancora a 92!"
"Ma non c'è nessuno prima di lei, venga pure"
Finalmente la voce registrata pronuncia il numero esatto. Con tutta calma si avvicina.
"Buonasera, aspetti che cerco le ricette"
(Aspettare?!? Ma tu sai quanto lavoro ho ancora da fare là nel retro?!? E in tutto questo tempo cosa hai fatto? Non potevi cercarle prima le ricette???)
Cerco invano di accelerare le cose
"Ecco me le dia, faccio io, non si preoccupi"
"Eh no, devo controllare: allora questa è mia, questa anche, questa è di mia moglie..."
E se le tengono strette, le sfogliano, te le descrivono, questa è per lo stomaco, questa è per la pressione...come se io non lo sapessi a cosa servono!!!
Finalmente riesco ad impossessarmene e a sistemare le medicine
"Aspetti che le cerco il codice fiscale!"
"No grazie ho già tutto qui sulle ricette"
"Ma lo sa che quelle di mia moglie le deve fare a parte, eh?"
"Si sì ho già fatto"
"Ah e io prendo i generici, mi raccomando"
"Si sì lo so"
È fatta. Vado per chiudere lo scontrino...
"Bene, sono 8 euro e 40"
E INVECE NO.
"No aspetti, dovevo prendere ancora una cosa però non me la ricordo, ora chiamo mia figlia"
domenica 22 marzo 2020
Domani, un mese.
Domani è un mese, un mese di questa vacanza strana e improvvisa che piano piano ha limitato la nostra libertà e ci ha fatto scoprire nuove abitudini, nuovi modi di comunicare, un modo alternativo di vivere la nostra quotidianità.
Anche la scuola si è adeguata e così ci siamo intrufolati nella cucina della maestra di italiano, nel salotto della maestra di matematica, nella cameretta di quella di storia e geografia; abbiamo conosciuto il gattone peloso di una e il cagnolino dell'altra, abbiamo visto sullo sfondo libri disordinati, foto allineate, divani, armadi e lampadari che ci hanno rivelato qualche cosa di più di quelle persone che tra le mura scolastiche ci sono sembrate a volte severe e invece sono persone proprio come noi, simpatiche e impacciate davanti alla piccola telecamera del computer.
Non sappiamo quando torneremo alla normalità ma sarà bello tornare a scuola e osservare con occhi nuovi quelle stesse maestre che ci parlavano da dietro uno schermo...
Anche la scuola si è adeguata e così ci siamo intrufolati nella cucina della maestra di italiano, nel salotto della maestra di matematica, nella cameretta di quella di storia e geografia; abbiamo conosciuto il gattone peloso di una e il cagnolino dell'altra, abbiamo visto sullo sfondo libri disordinati, foto allineate, divani, armadi e lampadari che ci hanno rivelato qualche cosa di più di quelle persone che tra le mura scolastiche ci sono sembrate a volte severe e invece sono persone proprio come noi, simpatiche e impacciate davanti alla piccola telecamera del computer.
Non sappiamo quando torneremo alla normalità ma sarà bello tornare a scuola e osservare con occhi nuovi quelle stesse maestre che ci parlavano da dietro uno schermo...
venerdì 13 marzo 2020
Sorelle in clausura
La prima settimana c'era la novità, i ritmi del mattino finalmente lenti, ancora qualche attività sportiva, qualche uscita e, soprattutto, nessun compito a casa.
Abbiamo scoperto con stupore la bellezza di un weekend a casa, sistemare tante cose lasciate in sospeso, finire alcuni lavori che si fanno sempre di fretta in attesa di quel tempo che non c'è mai; abbiamo guardato una messa alla TV, tutti accoccolati insieme sul divano, abbiamo giocato, cantato e guardato un film.
La seconda settimana era partita con l'illusione di tornare alla normalità dopo pochi giorni: ci godevamo quelli che pensavamo essere gli ultimi giorni di una vacanza inaspettata.
Poi è arrivata la notizia del prolungamento della chiusura delle scuole, gli sport si fermavano e i compiti iniziavano ad apparire giorno dopo giorno come incubi sulle caselle del registro elettronico.
La terza settimana abbiamo avuto la certezza che questa vacanza sarebbe stata molto più lunga del previsto e il fatto di non sapere quando sarebbe finita la rendeva un po'claustrofobica...
Iniziavano i video delle maestre che, in abiti casalinghi e su lavagne improvvisate, spiegavano pochi minuti di lezione a voce bassa e con fare impacciato e buffo; si dava fondo a tutti i giochi, anche a quelli meno considerati, si impastavano torte, si pitturava, si passavano lunghe ore a creare pasticcini di Pongo e ci si inventavano nascondigli con i cuscini del divano; si piantavano semini lasciati a germogliare nel cotone e il terrazzo ci salvava dalle quattro mura di casa.
La convivenza era a tratti fastidiosa e a tratti tenera e complice.
Non si vede ancora la fine di tutto questo...noi resistiamo e ringraziamo di essere in cinque...per lo meno non ci si annoia!
martedì 10 marzo 2020
Perle virali
"Macché mascherine dottoressa! Io sono anni che vado sugli autobus con la sciarpa sulla bocca e non mi sono mai ammalata!"
"E vabbè, fino a 87 anni ci siamo arrivati, ora se dobbiamo morire pazienza!"
" Eh sì, signora ma io ne ho 50 meno di lei..."
"Ma su, ormai quello che dovevamo vivere lo abbiamo vissuto, anno più, anno meno....che differenza fa?"
"Ho sentito che questo virus colpisce gli anziani: ho 80 anni e dicono che sarei anziana.....ma sa, io mi sento giovane, non me li sento quegli anni! Quindi sono al sicuro vero dottoressa?"
"E vabbè, fino a 87 anni ci siamo arrivati, ora se dobbiamo morire pazienza!"
" Eh sì, signora ma io ne ho 50 meno di lei..."
"Ma su, ormai quello che dovevamo vivere lo abbiamo vissuto, anno più, anno meno....che differenza fa?"
"Ho sentito che questo virus colpisce gli anziani: ho 80 anni e dicono che sarei anziana.....ma sa, io mi sento giovane, non me li sento quegli anni! Quindi sono al sicuro vero dottoressa?"