"Pronto, Farmacia!"
"Pronto, volevo sapere se avevate il collutorio XY"
"Purtroppo non ce l'ho e non riesco a ordinarlo perché tutti i nostri fornitori ne sono sprovvisti! Però posso trovarle una cosa simile"
"Eh ma il mio è senza alcool ed è per gengive sensibili"
"Ecco si, ne ho trovato uno proprio così!"
"Eh ma sulla confezione del mio c'è scritto: elimina i batteri negli spazi interdentali... In quello che ha trovato lei c'è scritta questa frase?"
"No signora non c'è scritto esattamente così!"
"Va be', insomma almeno fatemi un po' di sconto!"
"Guardi per lo sconto deve parlare con il mio titolare perché io non posso farglielo!"
"Insomma già l'altra volta ho chiesto lo sconto e non me l'avete voluto fare! Mi faccia questo sconto su, dopotutto prendo questo colluttorio per fare piacere a voi perché quello che volevo io non ce l'avete!"
"Ma signora se tutti i nostri fornitori non ce l'hanno io che colpa ne ho?"
"Doveva cercare di procurarmelo, possibile che non potete cercarlo, magari in altre farmacie? Non si è data molto da fare per trovarmelo!"
In certi momenti mi chiedo se queste conversazioni siano vere oppure siano degli scherzi telefonici... Prima o poi prenderò il coraggio e mi comporterò anch'io negli altri negozi come clienti si comportano nella nostra farmacia!
ma anche come Marta, Margherita e Matilde, i miei tre fiorellini e come Marco, il mio gigante buono!
giovedì 28 maggio 2020
venerdì 22 maggio 2020
Giorni congelati
Questi sarebbero dovuti essere giorni frenetici, di prove, di corse per trovare il travestimento per lo spettacolo, di foto di classe, pizzate, raccolte soldi per le maestre, di incastri tra impegni di calcio e di danza, di feste a scuola e bomboniere e pensierini scambiati.
Sarebbero dovuti essere gli ultimi giorni di quinta elementare, con tanti ricordi da custodire negli anni prossimi, abbracci, promesse di rivedersi in vacanza, di lezioni leggere e di scherzi con quelle maestre che, arrivate alla fine, si intenerivano e passavano le ultime ore parlando del più e del meno.
Sarebbero stati i giorni senza il grembiule, i giorni della festa della scuola con la messa, la focaccia e i giochi organizzati dai ragazzi più grandi; sarebbe stato il momento di iscriversi all'amatissimo centro estivo, di decidere se farvi fare un corso di nuoto o un abbonamento alla piscina all'aperto, di definire con più certezza le vacanze estive.
E invece siamo qui, ancora in questa bolla surreale in cui siamo entrati tre mesi fa e da cui fatichiamo ad uscire, con la voglia di ripartire ma il timore di dover tornare indietro tra poche settimane.
Siamo come congelati in questa realtà fatta di numeri e grafici e statistiche, ci guardiamo e ci rendiamo conto che siamo a giugno ed è quasi come non aver vissuto, questo anno è già a metà e noi siamo sempre qui, in apnea, aspettando il momento in cui ci diranno che possiamo respirare di nuovo.
Sarebbero dovuti essere gli ultimi giorni di quinta elementare, con tanti ricordi da custodire negli anni prossimi, abbracci, promesse di rivedersi in vacanza, di lezioni leggere e di scherzi con quelle maestre che, arrivate alla fine, si intenerivano e passavano le ultime ore parlando del più e del meno.
Sarebbero stati i giorni senza il grembiule, i giorni della festa della scuola con la messa, la focaccia e i giochi organizzati dai ragazzi più grandi; sarebbe stato il momento di iscriversi all'amatissimo centro estivo, di decidere se farvi fare un corso di nuoto o un abbonamento alla piscina all'aperto, di definire con più certezza le vacanze estive.
E invece siamo qui, ancora in questa bolla surreale in cui siamo entrati tre mesi fa e da cui fatichiamo ad uscire, con la voglia di ripartire ma il timore di dover tornare indietro tra poche settimane.
Siamo come congelati in questa realtà fatta di numeri e grafici e statistiche, ci guardiamo e ci rendiamo conto che siamo a giugno ed è quasi come non aver vissuto, questo anno è già a metà e noi siamo sempre qui, in apnea, aspettando il momento in cui ci diranno che possiamo respirare di nuovo.
giovedì 14 maggio 2020
Maty e la quarantena
All'inizio di questa quarantena non capivi proprio perché non si poteva andare all'asilo: ogni mattina piagnucolavi e protestavi, mi chiedevi fiduciosa se quel giorno saresti andata dalle tue maestre o magari il giorno dopo.
Poi ti sei rassegnata anche perché stare a casa e giocare tutto il giorno con i proibitissimi giochi delle tue sorelle, pasticciare con le tempere, cucinare insieme a me e trapanare denti di Pongo per interi pomeriggi aveva il suo lato interessante.
Piano piano hai imparato che quando scappava "la salute" bisognava farlo nell'incavo del braccio, che era proibito uscire e, se proprio necessario, era meglio mettersi la mascherina. Allora dall'alto del nostro poggiolo ti sei messa ad urlare giù in strada sgridando tutti perché non stavano a casa e ogni giorno, al mio ritorno dalla farmacia, mi chiedevi se c'era ancora il virus.
Hai iniziato a riconoscere Conte ("il signore dei vostri cartoni animati") e hai capito che il telegiornale serviva per sapere quanta gente era all'ospedale.
Ogni tanto chiedevi dei cuginetti e, seria seria, dicevi che volevi andare a trovarli senza abbracciarli ma solo per vedere se stavano bene.
Ti sei intrufolata nelle video lezioni delle tue sorelle, hai ascoltato la storia degli Egizi e guardato su YouTube filmini in inglese, hai fatto anche tu tanti compiti e hai iniziato a colorare dentro i bordi.
Quando nessuno poteva giocare con te urlavi "mi sento sola" anche se sentirsi soli in questa famiglia sarebbe un privilegio che ogni tanto mi piacerebbe avere...
Ogni sera sei andata a nanna riempendo il tuo letto di peluche "così non faccio i brutti sogni" e tutte le mattine ti sei svegliata di buon umore.
Nelle ultime due settimane hai riabbracciato i nonni anche se con un po' di timore e, durante la passeggiata di domenica hai riempito le loro orecchie con incessanti chiacchiere strampalate.
Domani finalmente avrai anche tu il primo collegamento con le maestre e i tuoi compagni dei Verdi... Dopo tutta questa attesa ti meriti davvero un piccolo momento di normalità!
Poi ti sei rassegnata anche perché stare a casa e giocare tutto il giorno con i proibitissimi giochi delle tue sorelle, pasticciare con le tempere, cucinare insieme a me e trapanare denti di Pongo per interi pomeriggi aveva il suo lato interessante.
Piano piano hai imparato che quando scappava "la salute" bisognava farlo nell'incavo del braccio, che era proibito uscire e, se proprio necessario, era meglio mettersi la mascherina. Allora dall'alto del nostro poggiolo ti sei messa ad urlare giù in strada sgridando tutti perché non stavano a casa e ogni giorno, al mio ritorno dalla farmacia, mi chiedevi se c'era ancora il virus.
Hai iniziato a riconoscere Conte ("il signore dei vostri cartoni animati") e hai capito che il telegiornale serviva per sapere quanta gente era all'ospedale.
Ogni tanto chiedevi dei cuginetti e, seria seria, dicevi che volevi andare a trovarli senza abbracciarli ma solo per vedere se stavano bene.
Ti sei intrufolata nelle video lezioni delle tue sorelle, hai ascoltato la storia degli Egizi e guardato su YouTube filmini in inglese, hai fatto anche tu tanti compiti e hai iniziato a colorare dentro i bordi.
Quando nessuno poteva giocare con te urlavi "mi sento sola" anche se sentirsi soli in questa famiglia sarebbe un privilegio che ogni tanto mi piacerebbe avere...
Ogni sera sei andata a nanna riempendo il tuo letto di peluche "così non faccio i brutti sogni" e tutte le mattine ti sei svegliata di buon umore.
Nelle ultime due settimane hai riabbracciato i nonni anche se con un po' di timore e, durante la passeggiata di domenica hai riempito le loro orecchie con incessanti chiacchiere strampalate.
Domani finalmente avrai anche tu il primo collegamento con le maestre e i tuoi compagni dei Verdi... Dopo tutta questa attesa ti meriti davvero un piccolo momento di normalità!
giovedì 7 maggio 2020
Aspirazioni e confusione
"Mamma, ho deciso cosa farò da grande: voglio diventare la veterinaria dei cavalli!"
"Ah che bello, Marghe!"
"Si però vorrei andare a Milano"
"E perché? Cosa c'è a Milano? Qualche corso di specializzazione sui cavalli?"
"No, è che vorrei anche fare la toilette alla Scala"
"Che cosa vuoi fare? E cosa c'entra con la veterinaria?"
"Ma si, voglio diventare...come si dice? Quella ballerina, la toilette"
"Etoile, Marghe...etoile alla Scala!"
"Si, vabbè... veterinaria e ballerina!"
"Ah che bello, Marghe!"
"Si però vorrei andare a Milano"
"E perché? Cosa c'è a Milano? Qualche corso di specializzazione sui cavalli?"
"No, è che vorrei anche fare la toilette alla Scala"
"Che cosa vuoi fare? E cosa c'entra con la veterinaria?"
"Ma si, voglio diventare...come si dice? Quella ballerina, la toilette"
"Etoile, Marghe...etoile alla Scala!"
"Si, vabbè... veterinaria e ballerina!"