giovedì 30 aprile 2015

Malinconia preventiva

Mi ricorderò delle tue paroline sussurrate all'orecchio mentre mi abbracci forte e mi dici "io voglio stare per sempre con te, sei la mamma del mio cuore", quando mi assisti durante le brevi, fulminee, sedute di trucco mattutino e mi passi soddisfatta il rossetto o l'ombretto azzurro con gli sberluccichi che ti piace tanto.
Mi ricorderò la tua faccia estatica quando mi guardi, amorata della mamma, se per caso ho messo una gonna al posto dei soliti jeans...quando mi accarezzi e mi dici che sono la tua mamma preferita (e vorrei vedere!)
Mi ricorderò le lotte che ho fatto tutte le mattine perchè vuoi il vestito grigio con il fiore e il pizzetto in fondo, la gonna fuschia o quella con il gatto, la giacca chiusa solo nei due bottoni di sopra come le ballerine -dici tu- o le scarpe da principessa.
Mi ricorderò anche il modo in cui ti fai conciare da tua sorella e tua cugina, con un vestito lungo e un velo fissato con il cerchietto: in quel modo sembri più una donna sarda in costume o una suora con il pizzo in testa piuttosto che una bella sposina ma si sa che l'immaginazione a volte fa miracoli...
Mi ricorderò di tutte queste cose e magari le farò leggere anche a te quando, tra una decina d'anni -ma forse meno, ahimè- sbufferai ad ogni mio richiamo, quando nel tuo cuore ci sarò ancora ma in compagnia di chissà quante amiche e fidanzatini, quando mi fregherai i trucchi o forse non ti truccherai per niente.
Mi ricorderò di quelle lotte mentre litigheremo per convincerti a mettere un vestito invece che quei pantaloni strappati o -peggio- ti rincorreremo per farti abbassare un po' una gonna fatta di troppa poca stoffa.
Mi ricorderò e sospirerò al pensiero di tutti quei bacini morbidi, delle coccole che ci siamo fatte, degli abbracci forti e delle fusa come i gatti.
Mi consolerò pensando che ci sono state e che torneranno.
...Ti auguro però di non stare per sempre con me ma di volare felice per la tua strada. E tornare, di tanto in tanto, a dirmi che sono sempre la tua mamma preferita.

giovedì 23 aprile 2015

Tempo beffardo

Ehi, Tempo. Si proprio tu, Tempo.
Parlo con te, che ti stai prendendo gioco di noi e corri, sfuggi, galoppi (o gòppoli, come direbbe Marghe) via.
Tu che hai reso interminabili le giornate di pioggia in casa con una neonata e una quasi duenne, che hai rallentato a dismisura il ticchettio delle lancette quando la sera dovevamo far passare quelle due infinite misere ore per vedere spuntare dalla porta la faccia stanca e contenta di papà, ogni giorno di ritorno da Milano. E come abbiamo fatto a sopravvivere in quel periodo io proprio non lo so.
Ehi, Tempo che ci hai tenuti a braccetto rallentando il passo in quei primi fatidici 40 giorni, sia la prima che la seconda volta, quando il sonno, la fatica e lo stordimento mi hanno trascinata in un gorgo di malinconia e impotenza. Quando la gente per strada mi diceva "goditele adesso che quando crescono è peggio" mentre io mi chiedevo cosa potesse esserci di peggio che trovarsi in quello stato, con un corpo da balena senza più la scusa della gravidanza e con il sonno cronico.
Vorrei andarli a prendere per le orecchie ora e dire che da quei primi 40 giorni è tutta discesa e che la dovrebbero smettere di spaventare povere neomamme spaurite.
E comunque parlavamo di te, Tempo.
Tempo beffardo che adesso scappi veloce e non ci lasci nemmeno lo spazio per aprire gli occhi e renderci conto di quello che viviamo, che le stai facendo allungare e diventare sempre più signorine, ogni giorno più sveglie e con la lingua pronta a cogliere le nostre contraddizioni, che fai lavorare quei cervellini alla velocità della luce e le rendi subito pronte a fare domande e cercare risposte convincenti.
Tempo beffardo, adesso che vorremmo che rallentassi, sfuggi.
Tempo beffardo, adesso che vorremmo tenerle piccole ce le fai crescere in un soffio.
Tempo, tempo monello -come direbbero loro- tra poco smetteranno di storpiare parole e non sentiremo più scappeggiare invece che posteggiare, ettere e ummeri al posto di lettere e numeri, paladoli come pomodori, dicere al posto di dire, ciuffarsi per tuffarsi, belico per ombelico, altobus e camiol
Caro tempo crudele e spietato, cercherò di godermele adesso, di correre loro dietro più veloce di te, cercherò di fermarmi qualche volta in più per cogliere quel momento che tu con la tua fretta vorresti rovinarmi e viverlo senza pensare a te, tempo beffardo.

mercoledì 15 aprile 2015

Fughiamo ogni dubbio

"Mamma, a dieci anni si va a scuola o si sceglie il fidanzato?"


SI VA A SCUOLA, Marghe. Decisamente.

venerdì 10 aprile 2015

Beata innocenza!

"Mamma, se viene una sorellina nella tua pancia la chiamiamo Gelsomina?"
"Eh bhe, Marghe..non é che sia proprio un bel nome.."
"Ma si, come la bimba della storia che ci racconta la maestra, quella che si mette sempre le dita nel naso e poi le diventa come quello di un maiale!!!"

"Mi sembra un po' strano..ma quella filastrocca dei pagliacci ad un certo punto dice una parolaccia!"
"Una parolaccia? Figurati Marta, la maestra non può avervi insegnato una cosa del genere!"
"Si si mamma! Dice:fa un A -culo"
"un acuto, Marta. Dice fa un acuto!"

"Sai che all'asilo il mio amico F. mi chie de sempre se gli faccio vedere le tette?"
"Cosa?!?!??"
"Ma tanto io non ce l'ho..e quindi non gli faccio vedere niente!"