venerdì 30 dicembre 2011

20..11 cose buone dell'anno che sta finendo

In ordine rigorosamente sparso:
1. La macchina del pane portata da Babbo Natale e la mensola costruita dal mio falegname di fiducia
2. Il mio falegname di fiducia (e molto, molto altro)
3. Marta che abbraccia Margherita dicendo "ammoe" (amore); Margherita che, appena sveglia, punta il letto di Marta e la indica con urli di gioia, come se non la vedesse da due mesi
4. Un fratello lontano..solo fisicamente, dei nonni instancabili ed entusiasti
5. I matrimoni di due amici che sono finiti uno molto a Nord e l'altra molto a Sud
6. Amici vecchi che quando ci si sente sembra passato un giorno e invece sono trascorsi mesi
7. Amici nuovi ancora da scoprire
8. Il mio tempo ritrovato parzialmente, ma con ampi margini di miglioramento
9. Una proposta inaspettata, accolta con poco entusiasmo, ripensata con una nuova voglia di ricominciare
10. Una vacanza breve ma illuminante nella mia amata Toscana
11. Questo blog, che rappresenta uno spazio e un passatempo tutto mio, un luogo dove annotare i ricordi delle bimbe che altrimenti andrebbero persi, un modo per farci sentire meno lontani da chi, amici e parenti, ci conosce ma si trova sparso per tutto il globo

giovedì 29 dicembre 2011

Gratitudine

Partecipo volentieri a questo giveaway perchè negli ultimi giorni, al lavoro, mi sono accorta che ho un debito molto consistente con tante persone che mi girano intorno più o meno tutti i giorni e che si sono rivelate, ancora una volta, davvero speciali.
Come avevo già raccontato qui, questi tre anni di dottorato sono stati un pò complicati per il rapporto ormai pessimo con il mio prof. ma, come tutte le situazioni difficili, hanno anche fatto emergere dei rapporti umani e una solidarietà che forse non avrei vissuto.
Sono quindi grata a questo 2011 per gli innumerevoli pranzi, caffè e dolcini condivisi con due colleghi vicini di ufficio, per le chiacchiere vagamente pettegole con due colleghe durante l'assistenza agli studenti, per gli sfoghi ascoltati e consolati, per gli sfottò sulle mie presunte scarse capacità culinarie, per i regali e le sorprese natalizie, per l'aiuto nella stesura di una tesi che sta prendendo pian piano una forma, nonostante tutto.
Sono grata perchè il prossimo anno avrò ancora un posto là dentro-anche se rimanere era l'ultimo dei miei desideri- perchè potrò fare ancora per qualche tempo il lavoro che mi piace.
Certo, se questi tre anni fossero trascorsi in una maniera meno burrascosa forse avrei avuto qualche mal di stomaco in meno, probabilmente avrei potuto fare più cose, certamente la mia tesi avrebbe avuto meno le sembianze di un puzzle...ma le persone che mi sono state vicine hanno reso il tutto più sopportabile e l'amicizia che ho ricevuto ha ripagato l'amarezza che mi ha accompagnata sopratutto nell'ultimo anno e mezzo.

giovedì 22 dicembre 2011

Il nostro piccolo fiocco di neve

Come siano riuscite le maestre dell'asilo a mettere insieme in meno di un mese una rappresentazione dello Schiaccianoci con bambini cosi' piccoli e' davvero un mistero...Per anni sono stata dietro le quinte e so quanto lavoro, quante prove, quante ripetizioni ci siano dietro pochi passi, pochi movimenti...quanto sia difficile coordinare musica, spostamenti, tempistica...e questo con bambine gia' di 6-7 anni.
Oggi ho visto l'amore di queste maestre tradotto in uno spettacolo bellissimo, nei sorrisi e negli incoraggiamenti ai bambini piu' timidi, nelle manine afferrate per accompagnare con dolcezza i piu' distratti al posto giusto, nei nasini asciugati, nei costumi sistemati, nei gesti di una insegnante di musica che e' riuscita a far ballare e suonare a tempo bambini minuscoli ma attenti, nei costumi lavorati nei minimi particolari.
Oggi ho respirato l'emozione di una maestra che si e' trovata per la prima volta dall'altra parte, dopo aver aspettato 15 anni il suo insperato fiocco di neve riccioluto e buffo; ho visto lo stupore del mio piccolo fiocco di neve che, entrato in scena, ha salutato il suo papa' e  la sua sorellina e poi ha girato e girato e girato, felice e leggera, azzurra e blu e bionda, per poi venire a farsi coccolare tra le mie braccia; ho capito la commozione di papa' per la sua bimba grande ma ancora cosi' piccola, la gioia inconsapevole di Marghe che applaudiva con le manine grassottelle la sua "Tatta"...
La musica di Tchaikowsky oggi ci ha portato la magia del Natale...

martedì 20 dicembre 2011

Hot topics

Da qualche parte devo aver letto che la consuetudine (piacevolissima!) di fermare e attaccare discorso con gente mai vista nè conosciuta per strada è tipicamente italiana; In nessun altro paese europeo si sognerebbero mai di placcare -per dirne una a caso- una donna incinta o una mamma con pargolo al seguito e iniziare a regalare chicche di saggezza non richiesta.
Nella mia ancorchè breve esperienza ho già collezionato una serie di perle che mi hanno trasformata in una abile dribblatrice di vecchie dalla parvenza inoffensiva...si proprio loro, che ti approcciano con la vocetta stridula, il sorriso e i lucciconi negli occhi per indurti a fermare il passeggino e poi affondano il coltello con cinica e fredda crudeltà!

Ginecologhe mancate
La nonna di un amico che, a pochi giorni dal parto, mi ferma mettendomi mano sulla pancia:
"il parto è una bella esperienza...ma è DO-LO-RO-SISSIMO". Espressione cadaverica, occhi di ghiaccio.

Una signora incontrata per strada che mi squadra:
"A che mese è?"
"Sono all'ottavo mese" (e ho preso solo 7kg, tiè)
"Le manca ancora un mese ed è già così grossa?!? Ma aspetta due gemelli?"

Speriamo che sia femmina
Un signore sull'ottantina: "Sarà un maschio vero?"
"Ehm, no, veramente è una femmina"
"Eh, d'altra parte si prende quel che viene"

Altro signore:" Ma sono due femmine?"
"Ehm, si!"
"Che sfortuna!"

Madre snaturata
Pieno giorno, in piazza. Mi avvicino ad un cassonetto per buttare la spazzatura, dalla carrozzina escono urla disperate di Marta, ancora in preda alle coliche...
Una signora si avvicina preoccupata e guardinga..."Ah, era solo un sacchetto di spazzatura, avevo paura che buttasse via la bambina!"

Un giorno, in giro con il passeggino coperto dalla cappottina trasparente para-pioggia:
"Ma è sicura che là sotto la bambina respira ?!?"
(No, le vendono apposta per sopprimerli!)

giovedì 15 dicembre 2011

Ipsa dixit

Un giorno, guardando una foto del matrimonio, Marta mi riconosce: "Mamma!!!"
"Brava, e quello lì vicino, chi è?"
"'gnooore!"  (signore!)

...come si dice?Mater semper certa est...


Una mattina, ancora nel suo letto...
"Buongiorno, hai fatto la nanna? E il tuo coniglio Aieie (ehm, si...come nel film di Aldo, Giovanni e Giacomo) si è svegliato?"
Lei lo prende, lo guarda, lo scaraventa violentemente giù dal letto, poi:
"Ora sveglio!"

...io direi piuttosto..ora dorme per sempre!


Ieri sera, con in mano il cellulare finto, borbotta tra sè e sè...
"Marta, cosa fai? chiami papà?"
"No, scrivo messaggio"

...mia madre me lo dice sempre che è una bambina precoce...

mercoledì 14 dicembre 2011

Il libro magico delle fiabe

Un ricordo molto tenero della mia infanzia risale ad un periodo in cui alla sera, appena messa a letto, da brava sorella maggiore (molto mammina) raccontavo una favola a mio fratello. Avrò avuto 7-8 anni.
La cosa si svolgeva così: Io evocavo il libro magico delle fiabe e se lui  non era già impegnato a farsi leggere da altri bambini (ovvero: se in effetti quella sera avevo voglia di inventami una storia) scendeva dal cielo ed entrava nella nostra stanza. Io avrei letto quel pezzo di fiaba che lui mi permetteva di vedere (ovvero: mi inventavo quel che potevo finchè la fantasia non si esauriva) e poi se ne andava, silenzioso e misterioso com'era arrivato.
Mio fratello mi ascoltava volentieri ed era molto affascinato dall'idea che io potessi evocare un libro magico che si materializzava solo nelle mie mani, ma dopo qualche tempo iniziò a dubitare dell'esistenza di questo oggetto che sarà stato pur magico ma era anche un pò troppo capriccioso (a volte arrivava, poi spariva, poi si interrompeva nel bel mezzo della trama).
Forse riconosceva nelle bizze del libro il carattere incostante della sorella?
Per non perdere la reputazione che mi ero costruita fino a quel momento, una sera, poco prima di andare a dormire, appoggiai un pezzo di carta sul comodino.
Una volta spenta la luce iniziai a chiamare il libro e con tono solenne dissi che mi aveva autorizzato a dare al fratello incredulo una prova della sua effettiva esistenza: accartocciando il foglio venne fuori un suono di pagine vere, che potevano essere sfogliate e lette!
La stima di mio fratello nei miei confronti schizzò da zero a 100 in due secondi e il fascino del libro magico durò ancora qualche tempo.
La mia prova fu talmente verosimile che quando, dopo molto tempo, dovetti ammettere l'inganno, lui non voleva crederci perchè in effetti aveva sentito il rumore di un libro e la delusione fu davvero grandissima!

Questo post partecipa al blogstorming

domenica 11 dicembre 2011

Fare famiglia

La decisione di prendere ferie per questo ponte è stata discussa, piuttosto improvvisata, per nulla programmata...quasi che non valesse la pena prendere un giorno senza avere neanche una meta...
Sarà che a me piace starmene comunque tranquilla a godere di quella vita familiare troppo vorticosa durante la settimana; vivere lentamente, senza guardare l'orologio, senza parlare sempre di quello che dobbiamo fare ma scegliendo finalmente quello che vogliamo fare.
In questi giorni di vacanza ci siamo dedicati alla preparazione del presepe e dell'albero, agli addobbi, ai regali (finalmente per una volta senza dover correre all'ultimo momento), abbiamo trascorso tanto tempo insieme alle bimbe, abbiamo scoperto lo stupore di Marta davanti a un Babbo Natale in carne ed ossa, la dolcezza delle due sorelline per mano lungo la passeggiata sul mare, abbiamo riso con loro e le abbiamo fatte ridere divertendoci come due bambini; Siamo riusciti a ritagliarci del tempo per i nostri hobby, per invitare un' amica che non frequentavamo da un pò, per una visita dalla nonna-bis...
Fare famiglia è stato vivere mettendo l'altro al primo posto, è stato respirare l'amore nei gesti quotidiani, prendersi il tempo per rendersi conto di tutte le cose buone che ci sono state donate e che spesso, nel frullatore della quotidianità, dimentichiamo.
Fare famiglia è stato ritovarsi alla sera per una preghiera insieme, ringraziandoci reciprocamente per aver messo in pratica quell'impegno preso qualche tempo fa di amarsi e onorarsi tutti i giorni....e ogni giorno della nostra vita.

lunedì 5 dicembre 2011

Dumb things about me

Mi da una vera e profonda soddisfazione:
1. Mangiare senza ritegno l'impasto di ricotta (rigorosamente di capra) e zucchero che prepara mia nonna per farcire i cannoli siciliani
2. Tuffare la carne tritata nel pure' (mi ricorda i tempi dell'asilo)
3. L'odore delle cartolibrerie
4. Le pieghe e i buchini di ciccia delle mie bimbe
5. Toccare le "antenne" delle lumache per farle ritrarre (si, ero una bambina sadica, lo ammetto)
6. Il rumore delle scarpette con la punta sul legno del palco
7. Gli orecchini di ogni foggia e misura (marito avvisato....)
8. Scoppiare i pallini della carta da imballaggio
9. Camminare ore e ore in montagna, tra la vegetazione bassa, il profumo del rododendro, i fischi delle marmotte...


Questo post partecipa al contest di Seavessi

lunedì 28 novembre 2011

Parto/2: come si nasce in 50 minuti

Una notte verso le 2, minuto più, minuto meno....una decina di giorni prima della d.p.p.
Allungo una mano verso Marco..."ci siamo, si son rotte le acque!"
"stai scherzando?" E continua a dormire.....

Dopo qualche attimo di incredulità (secondo te ti sveglio per vedere se sei sufficientemente reattivo alle 2 di notte???) ci attiviamo entrambi e dopo aver chiamato i nonni per "sistemare" Marta, represso il tentativo di farmi una doccia (Ringraziamo il pragmatismo maschile!), essermi chiesta come mai avessi già rimosso che le prime contrazioni fossero così dolorose (Scoprirò presto che non erano esattamente le prime, appunto), salgo in macchina...
Ora, se i miei non abitassero a 5 minuti da casa nostra
se Marco non mi avesse impedito di farmi la doccia
se avessimo incontrato, chessò, un camion della spazzatura che avesse bloccato la strada per quei preziosissimi 5 minuti
se l'ospedale non fosse stato a 15 minuti da casa
....Margherita sarebbe nata in macchina, come nei migliori film!

Arrivati alla porta del reparto avevo contrazioni già ogni 2 minuti, quando la dottoressa mi chiese di sdraiarmi per visitarmi....mi veniva già da spingere! Questa bimba aveva una certa fretta!
Tanta curiosità di vedere il mondo che -non so come sia possibile ma lo ha fatto- ha iniziato ad urlare quando era uscita solo con la testa....

Alle 2.50 me la sono trovata in braccio...
Ecco come si nasce in 50 minuti!

martedì 22 novembre 2011

Parto/1: Cesareo si, cesareo no...cesareo forse non lo so!

Che io fossi destinata al cesareo l'avevo capito da subito. Appena la ginecologa di allora mi vide, analizzando il mio metro e cinquantatre' scarso, lo disse senza alcun dubbio "Lo sai vero, che farai un cesareo?"
Questa frase mi è stata ripetuta ad ogni visita, per nove mesi.
E per fugare ogni dubbio fui spedita anche da un luminare della scienza in questione (per un parere disinteressato) che dopo una attesa di sole 2 ore mi fece entrare in quello studio di 100mq per tenermi 10 minuti e confermare che la bambina aveva una testa grossa, io ero piccola ecc...ecc...sono 120 euro grazie, ci vediamo il giorno X e la opererò io, stia tranquilla. (ma non doveva essere un parere disinteressato?)
Ingenua com'ero a quel punto mi rassegnai. La verità è che a me questo cesareo non andava proprio giù ma se anche il luminare era di quel parere non aveva senso rischiare, io e la bimba.
Cosi eccoci alle 8 di una mattina di febbraio in ospedale, pronti per il monitoraggio pre-cesareo...

...quando si dice che nella vita si fanno degli incontri decisivi...

L' ostetrica M. che proprio quel mattino era li, in quella saletta, a guardare quel monitor...."Qui ci sono delle contrazioni, perchè vuoi fare il cesareo?"
VOGLIO FARE?
Marta era posizionata benissimo, le contrazioni erano partite e il mio metro e cinquantatre' non sembrava più così inadatto. Fortunatamente c'era con me anche mia madre, alta più o meno come me, due parti veloci e senza problemi (mio fratello era anche un discreto vitellino).
Insomma, dopo nove mesi di lavaggio del cervello con questo cesareo, dopo che al corso preparto avevo marinato le lezioni sulle fasi del travaglio perchè tanto a me non sarebbero toccate (!!!),  in 5 minuti ho dovuto scegliere se provare un parto naturale o dirigermi verso la sala operatoria-dove peraltro c'era il luminare che aspettava affilando il bisturi-

Sarò stata incosciente o coraggiosa, chissà.
Forse davvero certe cose te le senti.
Forse poi le persone che incontri nel tuo cammino ti aiutano a fare quelle scelte.

Non sarò mai abbastanza grata all'ostetrica M. per il corso di respirazione riassunto in cinque minuti, per avermi saputa consigliare lasciandomi libera di scegliere, per avermi guardata negli occhi e avermi detto "ce la puoi fare, devi solo volerlo", sottraendomi al bisturi del luminare...
Il parto è stato un pò complicato ma rifarei la scelta 1000 altre volte.
Tutto è andato bene e si è svolto anche abbastanza velocemente per essere la prima gravidanza.

Con questo post voglio ringraziare l'ostetrica M. e tutte le altre che guardano le future mamme non come malate da "sbrigare" presto ma come persone in una condizione normale, fisiologica.

Vorrei anche dedicare un pensiero gentile al ginecologo che, dopo un'ora di "cucitura" concluse dicendo: "Non vedo l'ora di andare in pensione; non ne posso più di sentire donne che urlano"

venerdì 18 novembre 2011

Ciao piedini


Ciao piedini che procedete ancora timidi, infagottati nelle calzine antiscivolo…
Ciao gambette meravigliosamente storte, che fate 3 passi, meditate un po’, poi ripartite, vi distraete e si finisce per terra e si deve ricominciare da capo…
Ciao culetto impannolinato e pancino rotondo…che date equilibrio a questo birillo traballante…
Ciao braccine che state dritte dritte in avanti per affondare, finita la corsa, tra quelle altrettanto piccole ma più sicure di una sorellina grande…
Ciao occhietti furbi che ridete e cercate il prossimo abbraccio…
Da ieri avete capito che mettendosi d’accordo si funziona meglio…da ieri anche la nostra bimba piccola cammina!!!

lunedì 14 novembre 2011

Goditele adesso che poi crescono. Ed è peggio.

Questa è la frase (incoraggiante, obviously!) che mi sento ripetere più spesso quando sono in giro con le bimbe, magari nel bel mezzo di una crisi di pianto o di un capriccio…
Quando erano più piccole era una delle cose che contribuivano a farmi ulteriormente innervosire, come se non bastassero già le loro scenate, ma da qualche mese a questa parte sto rivalutando la situazione.
Va bene, c’è la fatica, il sonno arretrato, il tempo che non basta mai, però devo dire che adesso stanno diventando davvero divertenti: Marta con tutti i suoi perché, i primi ragionamenti, le piccole manie, il suo carattere solare; Marghe che si sta conquistando il suo spazio nella famiglia e nel cuore della sorellona, che mostra anche lei i suoi tratti caratteriali, l’essere buffa e giocherellona pur senza parole.
Goditele adesso..che la colonna sonora delle nostre giornate è fatta di quarantaquattrogatti, latartarugauntempofu, cisonduecoccodrilli, questaèladanzadelserpente, che ormai passiamo più tempo a cantare che a parlare.
Goditele adesso..che vestirle al mattino è come giocare con le bambole.
Goditele adesso..che guardarle ridere, inseguirsi a gattoni, fare il cavallino l’una sull’altra, abbracciarsi, rubarsi per gioco il ciuccio, imitarsi, è il passatempo più divertente.
Goditele adesso..quando Marta sgrida Marghe e le dice “e non sto ridendo!” (chissà mai da chi l'avrà sentito…)
Goditele adesso..quando Marghe si fa portare per tutta la casa a pancia in giù trascinata per i piedi.
Goditele adesso..quando te le vedi camminare per mano, una con passetti ancora incerti e l’altra che le dice “brava, brava!!!”
Goditele adesso..perchè, come dicevano i miei amati OASIS, "these could be the best days of our lives".
Sto cercando di farlo, di non lasciar fuggire questi momenti, di non farmi travolgere dalle cose di tutti i giorni, fermandomi a osservarle spesso di nascosto e senza intervenire, perché mi rendo conto che stiamo vivendo un periodo meraviglioso e non voglio ritrovarmi anche io tra qualche anno a dire con nostalgia…goditele adesso che poi crescono.

mercoledì 9 novembre 2011

Dammi tre...pezzi di lego

Dopo aver cambiato svariati pannolini a tutte le bambole in dotazione, dopo aver letto un numero infinito di volte Biancaneve, GiulioConigliofailbagnetto, gli animali della fattoria, il vitellino che cerca la sua mamma (vitellino con dei forti problemi d’identità e di vista poichè la scambia per una gallina, una scrofa, una pecora..e riesce a trovarla solo al quarto tentativo), dopo aver giocato con i lego grandi, piccoli, con le macchinine, dopo aver disegnato e cancellato sulla lavagna magica tutti i membri della nostra numerosa famiglia, dopo aver fatto quintali e quintali di spesa finta tra cui spiccavano soprattutto cachi, carote e zucchine ( che figlia salutista!), dopo essermi anche inventata una specie di percorso ginnico degno di una esercitazione militare…
…arriva LUI che con tre (dico TRE) pezzi di lego e un po’ di spago costruisce nientepopòdimenoche una fantastica teleferica che sicuramente rimarrà il ricordo migliore di questi giorni di clausura causa maltempo.

La prossima volta rinasco ingegnere.

lunedì 7 novembre 2011

La mia alluvione

Quando metti a letto le tue bambine e pensi: potevano esserci loro in mezzo a quella Apocalisse. Quando ti fermi a constatare la serie di circostanze miracolose per cui tutta la tua famiglia, in un modo o nell’altro, è riuscita a scampare a quel fiume, perché a quell’ora mia madre e mio padre solitamente tornano a casa percorrendo esattamente quelle vie, perché il raziocinio di Marco ha prevalso sulla mia impulsività e ha fatto si che le bambine restassero al sicuro all’asilo finchè il grosso della piena non è passato.
Quando guardi quegli occhi chiari sul giornale e pensi che dietro quel ciuccio grande c’era una piccolina di quasi un anno, come Margherita, nel pieno della sua scoperta del mondo.. mi vengono i brividi ad immaginare un corpicino senza vita che poche ore prima era sdraiato li, da qualche parte in quel portone, dietro quel cancello vicino cui passi ogni mattina.
E poi i negozi, quelli presenti da una vita, il panettiere che faceva la focaccia migliore, la macelleria di due anziani signori che chissà se avranno la forza di ricominciare, una pasticceria storica, un negozio di motorini il cui proprietario ti ha vista passare davanti alla sua vetrina con il grembuile delle elementari, poi con lo zaino, poi con la borsa di danza, mattina e sera, poi mano per la mano con il fidanzato…poi con il passeggino. La rosticceria con quel cartello beffardo “martedì lumache in umido”, il bar dei miei vicini di casa, la vecchia drogheria ristrutturata da soli due mesi, uno di quei negozi magici pieni di profumi e oggetti meravigliosi…E poi tutte le nuove attività che stavano iniziando ad avviarsi: l’agenzia immobiliare di un ragazzo giovane, il negozio dell’usato per bambini…
L’ acqua si è portata via tutto, locali vuoti…il lavoro di una vita scomparso in pochi attimi.
E le macchine accatastate, il fango, il silenzio irreale.
Un rumore domina su tutto: quello del rio Fereggiano, che continua a scorrere incurante della devastazione che ha provocato.

martedì 25 ottobre 2011

Sorelle

Stamattina, quando Marta è uscita di casa con il nonno per andare all'asilo, Marghe ha gattonato fino all' ingresso e,  tiratasi in piedi, batteva con le manine sulla porta urlando disperata: "Tatta!!!" (Marta)

Quando la sera porto Marghe in cucina per darle la cena, interrompendo i giochi con la sorellona, Marta si ribella: " Dammi la MIA Lalla!" (Marta la chiama Lalla dal primo momento che l'ha vista in ospedale)

Quanto siete belle?

lunedì 24 ottobre 2011

Quello che le (tante) mamme non dicono.

Tante, perchè sono 7 su 10.
La notizia della mamma accusata della morte del figlio di 16 mesi, annegato al largo del mare di Grosseto lo scorso Agosto mi fa riflettere ulteriormente sull’argomento baby-blues.
Quando sei incinta tutti ti parlano dei mille aspetti postivi e negativi della maternità ma questo argomento resta tabù. Forse si affronta un po’ durante il corso pre-parto, ma non ho mai conosciuto nessuna che mi abbia raccontato la propria esperienza…e mi chiedo come sia possibile visto che, ripeto, 7 donne su 10 soffrono di depressione post-partum. Certo, senza arrivare agli estremi di Cogne o di questo nuovo caso…ma non è possibile che io abbia sempre incontrato quelle 3 fortunate mamme che hanno vissuto i primi mesi con serenità e gioia.
Ho la sensazione che ci si vergogni un po’, non lo si voglia ammettere…che il senso di colpa che accompagna le mamme si faccia vivo anche e soprattutto su questo argomento. E si taccia.
Per me non va così: dopo averlo vissuto sulla mia pelle, sia la prima che la seconda volta, ho il desiderio di raccontarlo alle neo-mamme perché, quando è successo, mi avrebbe fatto piacere che qualcuno mi avesse detto che era NORMALE.
È normale sentirsi tristi, inadeguate, spaventate. Perchè l’istinto materno non arriva per tutte subito, come un colpo di fulmine quando vedi tuo figlio. Perché il senso di colpa ti opprime quando tutti intorno a te sono euforici e tu, che dovresti essere quella più felice non lo sei.
È normale desiderare di tornare indietro, quando le attenzioni erano per te, mentre adesso le persone si accorgono solo che sei distrutta e ti dicono “E riposati, che ne hai bisogno!” (ma và? Pensa che invece mi diverto ad alzarmi 3-4 volte la notte”!), “ ma quanta pancia che ti è rimasta, come mai?” ( forse perché ho partorito solo da due mesi?),  “E va bè, che sarà mai, i figli li abbiamo avuti tutti”.
È normale piangere per delle sciocchezze, perché fuori piove, perché sono le sei di sera e sai che tra poco inizierà quell’ora tremenda in cui le coliche trasformeranno tuo figlio in un mostro urlante, disperato, inconsolabile e renderanno te ansiosa, impotente ed esausta.
La depressione post-partum ti trasforma in qualcosa che non pensavi mai di poter diventare: sono una persona sempre di buon umore, mi è facile vedere il bicchiere mezzo pieno…ma in quel periodo ho pianto tutti i giorni, più volte al giorno, mi hanno ferito frasi e commenti che, a ragionarci dopo, dovevano essere presi con molta più serenità, dando il peso giusto ( a volte nullo, viste le persone da cui provenivano).
Odio sentire la frase “ io non avevo tempo di farmi venire la depressione”, come se fosse uno stato che colpisce le mamme più “fortunate” e assistite…anche io non avevo tempo, neanche di farmi una doccia in pace, ma la depressione mi è venuta lo stesso.
Di quel periodo ricordo però con tenerezza gli gnocchi al pesto fatti da Marco con le sue mani…lo devo ringraziare perchè ha sempre consolato i miei pianti e ascoltato le mie paranoie….
Più che puntare il dito contro queste madri assassine bisognerebbe allora prendersela con i mariti, le neo-nonne, le amiche…quanti, alla vista di una mamma con un neonato alzano lo sguardo e le chiedono “come stai?”  prima di tuffarsi con la testa nella carrozzina? Quanti si interrogano sugli effetti di un banale consiglio, di una innocua osservazione?
Dopo esserci passata sinceramente non me la sento di incolpare più di tanto queste madri;  certo, chi ci ha rimesso sono i loro piccoli…ma quanto dev’essere infelice una madre che annega un bambino di 16 mesi, che parla, cammina, mostra già una propria personalità?
(Non che sia meno grave uccidere un neonato, ma mi fa impressione pensare ad una disperazione così grande da portarti ad uccidere un bambino all’inizio di quella che sarà l’eta più tenera e dolce…quando inizia a chiamarti mamma e mostra affetto per te).
Alle neo-mamme dico di tirare fuori tutto quello che provano, di non spaventarsi e di avere pazienza…fortunatamente in un mese o poco più tutto passa e si torna più felici di prima.

venerdì 14 ottobre 2011

Quando una nonna diventa bisnonna, quando una mamma diventa una nonna...

La mia nonna, dunque. La nonna-bis delle mie bimbe. La donna più maschilista che io conosca: “il mondo va male da quando le donne vogliono comandare!”.
Colei che mi ha insegnato a pregare, che ha giocato infinite volte con noi nipoti a carte, tentando invano di farci scoprire nuovi giochi oltre rubamazzetto (ricordo vagamente un sicilianissimo “ti vitti”), che ci faceva fare il girotondo nell’ingresso, che ci raccontava filastrocche in dialetto con qualche parolaccia nascosta e –allora- incomprensibile; La classica nonna del “mangia, mangia che sei giovane e devi crescere, mica come me che ormai son vecchia” pur essendo una nonna con poco più di 50 anni.
Di lei ricordo le notti nel lettone morbidissimo (altro che doghe e materassi con la memoria), le passeggiate in montagna durante le quali si aggirava per i prati in cerca di qualche erbetta da “ruminare”, l’uovo sbattuto come panacea per tutti i malesseri, un orologio a pendolo che suona ad ogni ora del giorno e della notte, la collezione di elefanti di vetro, la caparbietà nell’insegnarci l’uncinetto, la sua spudorata preferenza per mio fratello, unico nipote maschio;
Ricordo una sera, ormai grande, trascorsa da lei come tappa intermedia tra la vacanza al mare e quella in montagna, in cui dopo la doccia si mise a pettinarmi i capelli che sembrava una scena d’altri tempi…fu un momento in cui chiusi gli occhi e decisi di assaporare ogni colpo di spazzola, perché sapevo che sarebbe rimasto uno dei momenti più preziosi da ricordare.
In questo momento porto una collanina che mi regalò per la maturità dicendo che non avrebbe badato a spese per la sua prima nipote diplomata.. “che chissà se per la laurea ci sarò ancora”…e son passati 10 anni e una laurea, un matrimonio e due bis-nipotine!
Ecco, le bis-nipotine…quando le abbiamo dato la notizia che sarebbe diventata bis-nonna la sua reazione non fu proprio entusiasta (forse si è sentita davvero vecchia), anche perché-maschilista com’è-avrebbe avuto una bis-nipote fimmina…ma qualche tempo fa, riferendosi a  Marta, ha detto qualcosa che la ha pienamente riscattata: “è proprio una gioia, non mi stancherei mai di guardarla!”

Ma nonni sono anche i miei genitori…
Mio papà, uomo di ghiaccio fuori casa, pezzo di pane dentro casa, da quando è nonno è caduto in vortice di gioiosa irresponsabilità che lo rende compagno di giochi perfetto, alleato omertoso nelle monellerie, zerbino consapevole e schiavo di due nanette che fanno neanche 4 anni insieme…
Essere diventato nonno gli ha dato più  gioia ancora del vedermi cresciuta, laureata e sistemata…credo che una delle sue paure più grandi fosse quella di andarsene senza aver conosciuto i suoi nipoti visto che ha perso suo papà prima ancora di sposarsi…

Mia mamma è stata una sorpresa in evoluzione perché pur avendo perso la testa anche lei per le marmocchie, il suo atteggiamento nei miei confronti è passato gradualmente da mamma ad alleata, come se all’inizio avesse paura che io non potessi farcela mentre adesso ha capito che può rilassarsi e fare la nonna e non la mamma al quadrato.
Con le nipotine è mooolto paziente e  dolce ma sa anche far rispettare le regole e poi da brava prof  trova gusto nel spiegare il perché e il percome di tante cose…
Certo, anche lei spesso si perde nel vortice e diventa zerbino (ma con dignità), anche lei si trasforma nella nonna-melassa: “queste bambine sono precocissime/intelligentissime/ha detto “nonna” (a due mesi) gliel’ho insegnato io!/io non ho MAI visto una bambina così sveglia!” (grazie)

Questo post lo dedico a loro, alla loro gioia e al loro entusiasmo ma anche alla loro forza che è in parte anche la mia.

martedì 4 ottobre 2011

Vivere per lavorare o lavorare per vivere?

Lavorare per vivere.
Decisamente.
Cioè, una persona lavora per assicurarsi una vita decente, per togliersi anche qualche sfizio...ma per quanto piaccia, il lavoro dev'essere un mezzo e non il fine. Non la ragione di vita, il primo pensiero quando ci si alza, ciò che riempie le giornate festive, Natale e domeniche comprese.
Purtroppo da quattro anni a questa parte lavoro in un posto (ma forse ce ne sono tanti di posti così...) in cui, sopratutto chi sta in alto (ma non solo, ahimè) pensa esattamente il contrario.
La vita per la ricerca, per il titolo, per apparire e farsi un nome...che poi diciamocelo: ma la ricerca, in Italia, quanto vale? Quando mai sentiamo di strabilianti scoperte nate dalle brillanti università italiane?
Comunque, dicevo, da quando ho il privilegio di contribuire anche io a questo grande progresso della scienza ho avvertito sempre più frequentemente intorno a me una incredulità prima, uno sdegno poi, che è sfociato infine nella umiliazione (mobbing?) per il fatto di aver messo al primo posto la mia vita privata.
Ora, chiariamo: ho messo al primo posto ma ciò non vuol dire che io abbia tolto qualcosa al mio lavoro, quando sono stata a casa per maternità ho fermato la borsa di studio (cioè non ho preso lo stipendio, non ho rubato niente all'università italiana...men che meno al mio illuminato, anzi "chiarissimo", professore!), ho fatto pochissime assenze a causa delle bimbe, ho sempre cercato di propormi e farmi avanti, proprio per far capire che anche se ero diventata mamma questo non mi impediva di pensare come prima alla mia attività di ricerca.
Nonostante il mio comportamento non sia cambiato, a mano a mano che passava il tempo mi sono accorta che il trattamento che mi veniva riservato era sempre peggiore e che più io cercavo di propormi più questo veniva preso come un atteggiamento arrogante (dovevo solo eseguire gli ordini, senza usare la testa!) finchè il dialogo si è affievolito sempre più, le cose di cui occuparmi sono diminuite, arrivando, dopo qualche scenata per futili motivi alla situazione in cui alcuni professori, incontrandomi, non mi salutano nemmeno!
D'altra parte cosa aspettarsi da uno che, all'annuncio che la bimba sarebbe nata a marzo mi disse: ”Ah, bene, allora può tornare tranquillamente a metà Aprile!”; oppure da una che, nel pieno della calura estiva, si compiace con una collega senza figli perché “noi si che siamo fortunate che possiamo dedicarci alla ricerca,  pensi a quest’ora tutte quelle madri in spiaggia con i bambini!”.
Che sfiga, eh!
Purtroppo da quanto sento in giro la situazione è molto comune…è che noi donne abbiamo questo brutto vizio di fare figli!
Ma al di là del discorso maternità credo che per quanto un lavoro sia appassionante non debba essere altrettanto totalizzante, per un uomo come per una donna!
La vita è altro!
Fa solo molta tristezza pensare di essere giudicati, ostacolati e pressati psicologicamente per una scelta che dovrebbe restare una questione personale e non un indice della propria dedizione lavorativa.

mercoledì 14 settembre 2011

Margherita

Tu, che nella pancia eri un uragano, che mi hai svegliata alle 2 di notte e alle 2.50 eri già tra le nostre braccia, che non eri ancora uscita tutta e già urlavi…
Tu, che sei nata piccola e con i capelli scuri, che preferivi dormire invece che mangiare…
Tu…sei sempre la stessa bimba di un anno fa?
Sei sempre tu, che adesso sei quasi finta, che ti addormenti cantandoti da sola chissà quali ninne-nanne, che ora sei bionda, rotonda e piena di buchini di ciccia, che ti piace sempre dormire ma ora preferisci mangiare?

Ciao salsiccetta della mamma, che ridi e fai ridere Marta in un modo che è già solo vostro, e giochi e gareggi a gattoni con lei, che ti fai strapazzare, accarezzare, baciare, annusare, strizzare come solo una sorellina di due anni e mezzo può fare, che indichi tutto con il tuo ditino, che fai la ventosa sulla mia guancia e ti accoccoli sulla spalla, che sei come un gattino quando aspetta i grattini.

Ciao Piccolina, che hai scoperto che i tuoi piedi cicciotti sono buoni da ciucciare ma ti servono anche per camminare e non vorresti mai smettere, che quando papà ti fa ridere apri tutte le dita a ventaglio…

Oggi fai un anno e io ti voglio ringraziare perché sapevo che un fratello è una cosa preziosa ma vedere la “sorellanza” dal mio ruolo di madre mi riempie di una gioia incontenibile.

martedì 23 agosto 2011

Totti Docet

Che il Francesco e la Ilary nazionali siano un modello per milioni di Italiani ne siamo ormai consapevoli.
A dirla tutta forse non sono neanche un cattivo esempio...ormai trovare una coppia che duri da tanto tempo nel mondo dello spettacolo è una rarità.
Purtoppo qualche anno fa hanno avuto la brillante idea di chiamare la secondogenita Chanel.
Da quel momento è stato un pullulare di dolci creaturine chiamate con lo stesso nome, magari messo per secondo visto che i papà in queste cose sono un pò più tradizionalisti delle mamme ( e per fortuna!).
Durante la  mia quasi quotidiana frequentazione dei giardinetti in questi giorni di vacanza, mi capita di sentire chiamare questi poveri bambini con appellativi di questo tenore..ma stamattina abbiamo raggiunto vette di originalità con Domitilla Chanel.
Ora, magari noi siamo stati un pò "banalotti" con le nostre bambine ma questi nomi fantasiosi mi irritano non poco..
Intanto vorrei puntualizzare che Chanel è un cognome; Avete capito???State chiamando vostra figlia con un cognome!!! Come se in Francia chiamassero una bambina, chessò, Brambilla perchè suona bene...anzi, già che siamo in Francia diciamo Brambillà, con l'accento sulla a!
Poi vorrei davvero sapere come faceva di cognome la Domitilla...Domitilla Chanel Mangiafreni?
Ma dai, povera creatura!
Per non parlare poi di coloro che, ignorando le lingue straniere, decidono di chiamare il figlio Michael ma all'anagrafe viene registrato così come si pronuncia: MAICOL...si, proprio lui, quello del GF! Sarei curiosa di sapere se i genitori ignorassero lo spelling o lo abbiano chiamato così di proposito.
Ma si, chi se ne frega della grammatica, chiamiamoli  Misciel, Gion, Endriu, Sciaron....

mercoledì 27 luglio 2011

Marta

A due anni sei già una sorella maggiore
A due anni sei la bambina più dolce e ubbidiente, ma sai essere anche testarda e ostinata
A due anni metti tutto " aaa posto", chiudi le porte e i cassetti
A due anni mangi con il cucchiaio e la forchetta dei grandi
A due anni ti piace più il salato che il dolce
A due anni vivresti di formaggio
A due anni non dai bacini a nessuno, solo a tua sorella
A due anni Margherita è "lalla-ita"
A due anni papà è sempre PaPà!!!
A due anni non ti interessa la tv  ma hai una passione per i lego
A due anni non ti piace stare a lettone
A due anni vuoi sempre lavarti i denti
A due anni mi aiuti a mettere a posto la spesa
A due anni ogni tua risata mi apre il cuore
A due anni sei proprio buffa
A due anni ..."mamma de tei?" (mamma dove sei?)
A due anni... non so proprio come facevamo quando non c'eri




martedì 26 luglio 2011

Come trascorrere il tempo tra le 3 e le 5 del mattino in compagnia dei vicini vecchi, sordi e insonni...

Premessa 1: Con ciò non voglio essere offensiva nei confronti di questi 2 vecchietti che mi fanno un pò di tristezza, nè tantomeno nei confronti della loro figlia e del marito che, da qualche anno a questa parte, fanno una vita estenuante fisicamente e psicologicamente. Non scambierei neanche mezz'ora delle nostre "movimentate" notti con le bimbe con altrettanto tempo delle loro..
Premessa 2: Da quando sono mamma ho sviluppato una straordinaria capacità ad addormentarmi in 3 picosecondi, che siano le 11 di sera, le 3 di notte o 2 minuti prima che suoni la sveglia...quando sei in debito di sonno ogni momento di riposo va sfruttato al massimo.
Premessa 3: Stanotte però, il siparietto che praticamente OGNI notte siamo costretti a sorbirci per il fatto di avere la camera da letto attigua a quella dei suddetti vecchi, sordi e insonni ha preso pieghe inedite, che mi hanno impedito di riaddormentarmi subito...
Scena classica:
LUI-urlando- : Linaaaaaaaaaaaaaa
LEI: ...
LUI: Linaaaaaaaaaa
LEI: ...
alla decima volta lei risponde-sempre urlando- Cosa vuoiiii? dormi!!!!
LUI: ...
Dopo 2 minuti si ricomincia, lui chiama, lei chiede " cosa vuoi" ..lui, improvvisamente preso da amnesia, non risponde e lei lo ricopre di improperi finchè tra le 4 e le 4.30 decidono che la conversazione può anche avere fine.
Poichè la tattica dello sfinimento (della moglie ma anche nostra) non sortisce evidentemente gli effetti sperati (quali poi?) stanotte LUI ha cambiato strategia:
LUI: Linaaaaaaaaaaaaaa
LEI: ...
LUI: AIUTOOO
LEI: cosa hai? perchè chiedi aiuto? (più scocciata che allarmata, in verità)
LUI: ...  (non sa/ non dice)

LUI: AIUTOOOOOOOO
LEI: Se non la pianti ti dò un pugno in faccia così hai un buon motivo per chiedere aiuto!

Il dialogo si è protratto fino alle 5 di stamattina.
La sveglia di marco suona alle 5.40.