lunedì 31 dicembre 2012

Un anno in un post

Gennaio è iniziato con un elenco di ciò che mi aspettavo e, rileggendolo, mi accorgo che si è avverato quasi tutto e molto di più
Febbraio è stato scandito dalla fine del mio dottorato e si è concluso con il compleanno della nostra bimba grande
A Marzo collezionavo lezioni di autostima
Aprile mi ha regalato una trasferta francese in solitaria
A Maggio meditavo sui miei primi trent'anni
A Giugno ho scoperto la storia di una santa dei nostri giorni e quasi non passa giorno che io non pensi a lei...
Luglio mi ha portato il mio primo blog award  :)  L'abbandono del nido e del ciuccio
Ad agosto Marghe iniziava a sfoderare il suo caratterino e Marta proponeva improbabili ragionamenti
A settembre sono arrivati i secondi due anni
Ottobre e una maestra ingombrante
Novembre e l'uscita dal tunnel
A Dicembre si tirano le somme di un anno intenso, non proprio sereno ma vissuto insieme guardando sempre nella stessa direzione.

E adesso....ti aspettiamo anno nuovo!

martedì 25 dicembre 2012

Auguri auguri

Auguri auguri a chi passa di qui per caso e chi viene a sbirciare di proposito, a chi legge silenziosamente e a chi lascia una traccia; Auguri a chi mi segue da tanto e a chi mi ha scoperta da poco tempo...auguri anche a questo blog che mi fa compagnia da un anno e mezzo!
Auguri alle mie piccole che in questi giorni ci cantano "Signor Pino di Natale" a nastro, intervallato da "ui ui uiui in e iello sammarin" ("we all live in a yellow submarine") e auguri anche al nonno, artefice di tutto ciò.
Auguri alle nonne, affaccendate in cucina, e alla nonna bis che si appresta a vivere il suo 87° Natale;
Auguri al nonno G. che anche quest'anno mugugnerà contro il trambusto dei nipotini, auguri alle frotte di zii, zie, pro-zii e pro-zie che ad elencarli tutti arriva capodanno.
Auguri ai cuginetti tremendi e alle cuginette, auguri sopratutto ad uno speciale, piccolo-piccolo, che abbiamo aspettato tanto tempo ma che finalmente ha deciso di tenere compagnia al suo fratellino P. e diventerà il nipotino n°10!
Auguri a fratel-zio e alla mia quasi cognata che ci stiamo allenando a chiamare zia G.
Auguri a tutti gli amici, quelli con cui dividiamo quasi quotidianamente la fatica e le gioie e quelli lontani ma ugualmente preziosi; Auguri a G. che, dall'altro capo del mondo festeggia il suo primo Natale da mamma e a  Suor M. prof innanzitutto ma poi amica e guida, che con un disegno strappato mi ha insegnato a perseverare.
Auguri al signore della frutta che ce ne regala sempre, anche quando passiamo davanti al suo negozio e non compriamo niente; auguri all'edicolante dei portici che si traveste da Babbo e ogni anno che passa la sua pancia lo fa sembrare sempre più autentico; Auguri alla signora del caffè e alla fioraia, al macellaio e a due postine: questo quartiere è davvero un piccolo paesello e ormai ci avete adottati.
Auguri ai miei colleghi che ad ogni festa mi fanno regali interessati per indurmi ad affinare la mia arte culinaria e alle mie due tesiste che sto adottando come terza e quarta figlia.
Auguri alle maestre, quelle nuove e quelle vecchie che abbiamo rivisto ieri mattina: le nostre piccole conservano un'impronta dell'amore che avete dato loro.
Auguri anche a te, signor N. che un mese fa hai lasciato a casa il mio gigante buono; sono sicura che a tutto quel che ci capita c'è una spiegazione...bisogna guardare solamente con fiducia un po' più avanti per capirlo, e stiamo cercando di farlo.

Auguri a noi, allora...quest'anno ce li meritiamo davvero!

venerdì 21 dicembre 2012

Oggi no, dai. C'ho da fare.

Da qui ai prossimi...ehm, 50 anni avrei giusto in programma qualche cosuccia da fare:

-Il corso completo di pasticceria base. La mia pazzia di questa fine anno, che forse parte a Gennaio o forse a Febbraio, chi può dirlo.
-Vedere mio fratello all' altare, che il solo pensiero mi fa venire il groppo in gola dall' emozione
-Volare in America
-Ricevere in maniera del tutto inaspettata l' anello tuttotempestatodidiamanti, che sto facendo il conto alla rovescia e ormai mancano SOLO 5 anni e qualche mese
-Studiare con le mie figlie la geografia e, finalmente, impararla
-Vedere di nuovo felice una persona a cui voglio davvero bene
-Festeggiare comeminimo le nozze d 'oro con il mio ingegnere (ehm, sono ottimista, che ci posso fare?)
...quindi cara fine del mondo passa un' altra volta!

lunedì 17 dicembre 2012

Quindi grazie

Grazie mamma, per esserti seduta sul divano accanto a me e avermi fatta sfogare, grazie perchè anche se a volte vorrei nasconderti le mie preoccupazioni alla fine cedo sempre e il motivo è che so che tu sei lì e ti siederai ancora una volta ad ascoltarmi. Grazie perchè non è così scontato, e chissà quante volte, quando è toccato a te, hai desiderato di essere accolta ancora come figlia...

Grazie papà, che ti sei trasformato in un folletto veloce e silenzioso e in una mattina hai rimesso in sesto una stanza che erano settimane che aveva bisogno di essere sistemata. Grazie per i tuoi silenzi e i tuoi sguardi che ho imparato ad interpretare, pieni dell'affetto che non mi dici. 

Grazie gigante buono della mia vita, che mi accetti come sono, che mi sgridi quando esagero, che non mi fai mai sentire fuori posto, che in questo terremoto sei sempre fermo, magari un po' traballante ma forte come sempre.

Grazie fratel-zio perchè anche se i chilometri ci separano ti sento sempre vicino, perchè parlare con te mi ricorda il sapore della nostra famiglia; grazie perchè ci sei, anche se stanco, preoccupato, stressato, fagocitato dalle nipotine.

Grazie "famiglie giovani", perchè dopo sabato ho ritrovato la tranquillità e il sorriso, perchè so che anche se sparsi e distanti il pensiero ci unisce costantemente e, davvero, è un gran conforto.

Grazie bimba mia grande, che mi sorvegli da lontano, mi dai i bacini e mi stringi finchè non torno la tua mamma allegra; Grazie per le tue linguacce ieri sulla giostra, ancora una volta vederti ridere mi apre il cuore e fa tornare al posto giusto le preoccupazioni. Grazie per quando ci dici: "datevi la mano così vi volete più bene", per quando ti intrufoli tra i nostri abbracci, perchè esclami "oggi siamo tutti contentoni!"

Grazie piccolina di casa, perchè sai conquistarci anche dopo una sgridata, perchè mi mangi il naso e ridi, perchè mi chiami con la vocina e dici "io voglio tu", perchè anche tu mi stringi e mi studi, perchè sei dolcissima e tremenda.

Grazie, perchè a volte mi dimentico di aprire gli occhi e rendermi conto di cosa ho: per fortuna ci siete voi a ricordarmelo.


venerdì 14 dicembre 2012

Tempus fugit

Si passa la mano tra i capelli.
Poi scruta quello che le è rimasto tra le ditine: "Mamma, ho un capello bianco"

Davanti allo specchio, tira un po' su la canottiera.
Si osserva anche di profilo.
Poi, indicando il petto, con aria circospetta e complice: "Mi stanno spuntando quelle!"

mercoledì 12 dicembre 2012

01.01.01-12.12.12

01.01.2001: Inizia l'anno che mi vedrà impegnata nella maturità, anno di scelte, di separazioni dagli amici storici, di cocenti delusioni amorose ("non mi sposerò mai, io di uomini non ne voglio più sapere!")

02.02.2002: Pochi giorni mi separano dal mio primo esame all'università, matematica e fisica

03.03.2003: Alle soglie dell'avventura con il mio Ingegnere, che mi dà la caccia da mesi....la mia capitolazione avverrà da li a poco

04.04.2004: Una gita alle Cinque Terre per festeggiare il nostro primo anno insieme

05.05.2005: La mia ultima gara del mio ultimo anno di danza che ne chiude ben 15 passati in quella stanzetta accanto alla sbarra e davanti ad un giudice spietato: lo specchio!

06.06.2006: Vedo la fine dell'università, ultimi esami e qualche mese alla Laurea

07.07.2007: Prima estate da lavoratrice, pochissime vacanze ma un' esperienza fuori dalla mia città che mi ha fatta crescere e vedere orizzonti nuovi

08.08.2008: Prima estate da sposina, già con Marta nella pancia

09.09.2009: Torno a lavorare dopo la maternità, Marta al nido e inizio della mia vita nel frullatore

10.10.2010: La nostra piccola Marghe con noi da nemmeno un mese, Marco licenziato..periodo di fuoco!

11.11.2011: Ultimi mesi di dottorato con un prof che mi mobba all'inverosimile, Marco fa la spola da Milano, stanchezza tremenda

12.12.2012: Si avvicina la conclusione di un anno pieno di sorprese belle e brutte, tre cambi di lavoro e un' idea che sembra una pazzia ma che forse porterà qualcosa di nuovo...

sabato 8 dicembre 2012

Con te che sei la mia passione io faccio il gioco del barbone

Da qualche mese a questa parte le bimbe hanno iniziato a giocare insieme, spesso anche senza litigare troppo e hanno due o tre giochi preferiti che ripetono quasi tutti i giorni.
Uno di quelli che le tiene occupate consiste nell' inforcare il cavallo e la melanzana a dondolo e aggirarsi, borsina al braccio, per il corridoio. Una ricorda all'altra le cose da comprare e i sacchetti vengono riempiti di tutti gli oggetti che trovano in giro.
A questo punto spesso segue il passaggio alla cucinetta e tutto il repertorio di pentole, padelle, bottiglie e contenitori viene sfoderato. Sono fantastiche le verdure e la frutta di stoffa di Ikea, talmente realistiche che ti verrebbe da mangiarle davvero! Così le mie piccole cuoche si cimentano in piatti alternativi e fantasiosi che poi la sottoscritta deve assaggiare e, ovviamente, approvare!
Il lavandino della cucina viene anche usato all'occorrenza come bidet per lavare il culetto ai bambolotti e le pentole si trasformano in pratici e igienici vasini sui quali i piccoli bambini incontinenti vengono posizionati e lasciati a produrre in libertà.
Infine c'è quello che io definisco "il gioco del barbone": dopo aver tirato fuori dei pannelli di cartone con disegnata sopra la Pimpa ne appoggiano due per terra, ognuno con un cuscino all'estremità e, dopo esservisi sdraiate sopra, si "coprono" con un altro pannello e fingono di dormire.
A questo punto esistono due varianti:
- Marta si trasforma in mamma solerte e urla "sveglia! sveglia!" nelle orecchie di Margherita; si alza e comincia a prepararle la colazione. La sorella si cala nei panni della figlia adolescente che la sera prima ha fatto tardi e inizia a lamentarsi che vuole dormire ancora.
Alle insistenze della mammina amorevole risponde buttando all'aria tazze e tazzine e tutto finisce-tragicamente-in lite.
-la seconda variante è quella in cui Margherita alza un po' la testa dal cuscino e, con la faccina tenera, chiede:" Matta dammi coccole". La sorella quindi inizia ad accarezzarle la testa dicendo "sei la mia amore" e Margherita incalza "coola coccole, coola". Possono andare avanti così per una mezz'ora intera...

mercoledì 5 dicembre 2012

La “corrazzata Potëmkin” di casa nostra

Tra le cose che amavo di più sentire raccontare dai miei genitori e da mia nonna c’erano le storie della loro infanzia, un mondo per me diverso e lontanissimo, che facevo un po’ di fatica a immaginare; Per questo mi piaceva “ripassare” quei racconti più e più volte.

Le avventure di mio papà piccolino che attraversava l’oceano al seguito dei suoi genitori in cerca di fortuna in America e, una volta arrivato lì con un febbrone altissimo, veniva salvato con un bagno in un catino di acqua ghiacciata; I racconti sulla guerra, di come mia nonna al suono della sirena durante la cena ritardasse qualche minuto a mettersi in salvo per finire a grandi cucchiaiate la minestra….che altrimenti avrebbe ritrovato fredda e piena di macerie; Un peluche, Giacomino, che mia mamma ancora conserva gelosamente in casa, il suo preferito da bambina…

Da mamma mi piace qualche volta raccontare a Marta cosa facevamo io e lo zio quando avevamo la sua età e vedo che lei mi ascolta curiosa e attenta, chiedendomi lo stesso episodio mille volte…

Di questo periodo Natalizio ho molti ricordi: la vigilia di Natale dalla zia M. dove si mangiava, si giocava con le nostre cugine e si aprivano i regali prima di scendere alla messa di Natale con i Branco dei Lupetti che aveva l’onore di stare nelle prime file; Il 31 Dicembre trascorso con tanti zii, zie e cugini di mia mamma seduti ad un tavolo lunghissimo su cui arrivavano innumerevoli portate di una cena infinita; poi la tombola e i botti a cui si assisteva rigorosamente da dietro il vetro mentre i grandi fuori davano “fuoco alle polveri”! Una befana particolarmente crudele che lasciava dalla nonna aglio e cipolle marce per spaventare nipotine "vivaci"...
Quello che maggiormente mi impegnava in quel periodo era la preparazione della recita di Natale home-made: come se non bastassero quelle scolastiche i nostri genitori erano costretti a sorbirsi anche una seconda rappresentazione inventata e messa a punto dalla sottoscritta che –ovviamente- era convinta di essere una magnifica regista e sottoponeva il fratello e le cugine ad estenuanti prove fino alla vigilia quando la recita veniva messa in scena a casa delle cugine, appunto.
La parte principale veniva assegnata casualmente a me, mia cugina I. era spesso il braccio destro, l’altra cugina L., ai tempi molto piccola, faceva brevi comparse e a mio fratello toccavano, sempre casualmente, delle parti “alternative” tipo la renna, il bambino cattivo che non riceveva neanche un regalo, la slitta di babbo natale, l’albero carico di palline.
Pur avendo tali parti per cui erano previste poche, misurate battute, il poveretto era costretto a ripetere la recita fino alla nausea per essere certi che la performance fosse brillante e tutto andasse bene.
Io mi divertivo tantissimo perché dovevo scrivere il copione e creare i costumi, dirigere gli attori e pensare alle scene…tutti gli altri-genitori compresi- credo che tutt’oggi ricordino queste mie recite come la “corrazzata Potëmkin” di Fantozziana memoria….

Penso che tramandare questi racconti e queste tradizioni sia importante per creare un vero senso di appartenenza perchè certi riti sono unici per ogni famiglia. Anche la memoria degli avvenimenti passati crea un legame con quelli che ci hanno preceduto: penso che mi ricorderò di molte persone della mia famiglia non solo per i frammenti di vita vissuti insieme ma anche per quello che mi è stato raccontato.

Questo post partecipa al blogstorming

martedì 27 novembre 2012

La donzelletta

Se dovessi descrivere Marta con un'immagine sceglierei sicuramente quella di una damina posata e tranquilla che scruta intorno a sè con gli occhioni sgranati e prima di parlare sceglie accuratamente le parole da usare.
Io sinceramente non so come sia stato possibile che sia venuta fuori così e più passa il tempo più consolida questo lato del suo carattere. Alle soglie dei quattro anni ha una certa proprietà di linguaggio e spesso snocciola locuzioni inusuali che, credo, sente all'asilo in vari contesti per poi riciclarle in maniera molto buffa!
Cosi' la sera, accompagnandola a letto possiamo sentirci dire:
"Adesso mi addormento dolcemente, va bene?" oppure, appena sussurrato in un orecchio: "fel favole parlate piano così dormo in pace" -che, detta così suona anche un po' macabra!-
I complimenti più strani che qualcuno può ricevere sono: "ha la faccia belicata (delicata)" e "è proprio una bellezza!" e poi dovete sapere che all'asilo di amici ne ha "in quantità!"
Ovviamente è molto sensibile al rumore e portarla ai giardini può essere una tortura perchè "i bambini fanno troppo chiasso e non posso giocare", così me la trovo accozzata ad una gamba senza possibilità di muovermi; Anche tornare pochi giorni quest'estate al nido con i bambini più piccoli è stata un'esperienza traumatica perchè "facevano molta confusione e non mettevano a posto i giochi!"
E son problemi!
Per non parlare di quanto la disturba sua sorella: Marta con le mani sulle orecchie e la faccia contrita si avvicina e mi urla: "mi sembleva di sentire il lùmole di Lalla!"
Ti sembrava? Rumore???
Ma sta urlando come un'ossessa!!!

Povera la mia bambina belicata!

martedì 20 novembre 2012

Fattene una ragione

"Mamma, oggi ho aiutato il mio compagno M. a fare la casetta con i lego!"
"Brava Marta! E lui era contento?"
"Si, mi ha abbracciata e ha detto che mi vuole sposare!"
"E tu cosa gli hai risposto?"
"Io no."

"Mamma, stamattina il mio compagno M. mi tirava per il braccio e voleva darmi i bacini"
"E tu cosa hai fatto?"
"Gli ho detto di lasciarmi stare perchè stavo parlando con la mia amica"

giovedì 15 novembre 2012

Alla me stessa di due anni fa

Mia cara Chiara,

si, tu. Cioè io. Proprio tu con le occhiaie e l'occhio tremulo, con la lacrima facile e l'urlo sempre pronto.
Va bene, sei giustificata: hai una bimba di 60 giorni che, non ti illudere, continuerà a svegliarsi la notte per mangiare ancora per due mesi buoni e una di quasi due anni che è nel pieno della ribellione, condita da rabbia e gelosia...
No, per favore, non ricominciare a frignare che poi ti si gonfiano gli occhi a pesce palla e sei inguardabile!
Lascia perdere i sensi di colpa: Marta rideva sempre e adesso è sempre arrabbiata...però ti assicuro che tra poco tornerà la bimba allegra che era prima....abbi pazienza, dalle tempo....
Va bene, la pazienza non è il tuo forte...però fidati, qualcuno ti dirà "da quando Marghe ha iniziato a sorridere, anche Marta ha riconquistato il buonumore".
E poi si vorranno bene e giocheranno insieme, si abbracceranno e ti commuoverai a vederle scambiarsi i bacini e chiedersi le carezze a vicenda.
Lo so, adesso è una gran fatica e non vedi la luce alla fine del tunnel ma non ti preoccupare che quella luce c'è e arriverà anche prima che tu creda. 
Sarà tutto più facile: insegnarle ad addormentarsi, a mangiare, sopportare i capricci ( anche Marghe si ribellerà, e non avrà neanche l'alibi di aver appena dovuto fare spazio ad una sorella nuova...quindi, ribadisco, chiudi in un cassetto i tuoi sensi di colpa) e -incredibile- a togliere il pannolino!
Poi insomma guardami: non sono bella fresca come una rosa? Riesco a pettinarmi e truccarmi tutte le mattine sai? E ieri sera sono andata a dormire ad un'ora indegna. Lo so che non potrai crederci ma ho ricominciato a sfornare torte e invasettare marmellate rigorosamente dalle 21.30 in poi.
Poi sono diventata bravissima a fare tutto molto velocemente..insomma quando penso a quanto tempo impiegavo a pulire casa prima che ci fosse Marta mi vergogno di me stessa, e di te....che poi siamo la stessa cosa insomma! 
Sai cosa ti dico? Che avrai più tempo di prima perchè loro si faranno compagnia e tu non sarai più così necessaria come credi; ricomincerai a prenderti i tuoi spazi facendoti meno problemi e delegando di più! Ecco, questa parola ti ha messo i brividi, lo so...."delegando, delegando!"
Ti sembro impazzita? 
Coraggio che tra due anni sarà più facile e quando camminerai con le loro manine che afferrano le tue capirai che la fatica si è trasformata tutta in felicità!

Sinceramente tua, Chiara

domenica 11 novembre 2012

Farewell

Addio caro passeggino, fedele e instancabile compagno di camminate, àncora di salvezza delle mattine tormentate dalle coliche, complice nelle fughe dalle persone moleste, alleato portaborse, nel senso letterale del termine.
Insieme a te abbiamo camminato in città su marciapiedi stretti, provocando mugugni e proteste perchè "una volta ce li portavamo in braccio", in sentieri sterrati di montagna dove hai resistito incurante della polvere e dei sassi, hai fatto da sdraio in spiaggia, hai viaggiato stipato in un bagagliaio troppo piccolo e ci hai seguiti anche in terra straniera.
Grazie a te ho ritrovato la forma dopo essermi trasformata due volte in una palla, insieme a te le mie bimbe hanno imparato a memoria la strada di casa.
Ti abbiamo anche cambiato l'intero treno di gomme rimettendoti in sesto più scattante di prima, ma adesso è il momento di riposarti, dopo quasi quattro anni di onorato servizio.

Addio biberon, amato, odiato,  lanciato, caduto, dimenticato, troppo caldo, troppo freddo, pieno di farina lattea, poi di brodo, poi di latte e biscotti.

Addio pannolino, per gli amici pannollo. Piccolissimo all'inizio, fasciavi quelle pancine e buona parte delle gambette da pollo che uscivano magre e rannicchiate. Negli ultimi tempi ti sei trasformato in una autentica bomba chimica e credo proprio che non ci mancherai!

Addio body: mi ricordo quando, pochi giorni prima di iniziare questa avventura da mamma vi avevo impilati ordinati, stirati (!) e profumati nel ripiano che avevamo creato apposta per Marta e la commozione di un quasi zio nell'osservare tutte quelle cose minuscole, rosa e bianche, piene di conigli, cuoricini e fiorellini.

Le nostre bambine hanno fatto grandi passi per arrivare qui....

Addio.
O arrivederci?

mercoledì 7 novembre 2012

Lalla e l'arte di spannolinarsi da sola

Dopo lo svezzamento, una delle tappe più stressanti e delicate è rappresentata dall'abbandono del pannolino. Margherita ha fatto due anni a settembre, mese antipatico per buttarsi in una avventura del genere in quanto coincideva con l'inizio del nuovo asilo.
In realtà fin dalle prime settimane dopo l'inserimento le maestre hanno inizato a proporle il vasino che lei ha subito accettato con entusiasmo: essendo tra le più piccole della sua classe assisteva ogni giorno al "trenino della pipì" che portava tutti i compagni sui gabinetti piccoli mentre lei e pochi altri venivano ancora cambiati sul fasciatoio. Sicuramente anche il fatto di avere una sorella di poco più grande e partecipare spesso e volentieri alle sue produzioni fisiologiche l'ha aiutata ad accogliere con più naturalezza questa novità.
Così, dopo poco tempo le maestre mi hanno suggerito di tirare fuori il vasino anche a casa in previsione di uno spannolinamento totale per Natale.
Al dire il vero a questo punto ero un po' scettica...con Marta avevamo usato il metodo drastico per cui, dopo aver comprato vasino e stock di mutandine insieme e averle spiegato come funzionava il tutto, abbiamo tolto il pannolino definitivamente, senza ripensamenti, asciugando laghetti quasi ogni mezz'ora i primi giorni, restando reclusi in casa per l'intero w/e e trionfando solamente dopo due settimane (primo giorno senza nemmeno una pipì addosso!).
Questo mi sembrava quindi un approccio un po' confuso e confondente...però ho cercato di fidarmi perchè in effetti lei mi sembrava piccola ma comunque piuttosto collaborativa.
Quindi, ai primi successi casalinghi abbiamo improvvisato cori da stadio (alèèè oh oh! alèèè oh oh! Mutande siiii, pannollo noooo!), salutato la pipì che spariva nel gabinetto, fatto sedute collettive insieme a Marta.....
Prima di questo ponte mi è stato suggerito di sfruttare i quattro giorni in casa per seguirla con calma e provare anche con lei il metodo drastico.
Dopo un solo giorno e mezzo di laghetti....incredibile ma vero...è diventata autonoma, non c'è quasi bisogno di chiederle niente perchè lei sa quando deve andare sul vasino e vuole addirittura la sua privacy: "mamma vai i là, chiamo io!"
Ah, bè!
Non mi sembra vero che sia andato tutto cosi' liscio! Ancora una volta  ho capito che è bene fidarsi delle maestre -che davvero a volte sono molto più intuitive di noi genitori- e che non sempre c'è una ricetta universalmente valida per ogni bambino.
Credo che abbia molto influito anche il mio atteggiamento decisamente più rilassato rispetto all'ansia che provavo (e che probabilmente trasmettevo) quando fu il momento di Marta.
Davvero mi sembra che Lalla si sia spannolinata da sola!

domenica 4 novembre 2012

I wanna be an octopus!

"mamma! fel favòle mi dai l`acqua?
"mamma! vollacqua"
"mamma! ho le noccole nel naso!"
"mamma! pipì!!!"
"mamma! ho plepalato la pasta con i cachi, la vuoi assaggiare?" -mmm che prelibatezza-
"mamma! Lalla anche pasta! tenta, soffi che brucia!"
"mamma! voglio fare un dineio" (disegno)
"mamma! ti devo dare un bacino!" -un bisogno impellente!-
"mamma! vollacqua"

"uuh! ma quante mani ha la mamma?"

"cinquantamila!"

Voglio rinascere polpo!

lunedì 29 ottobre 2012

Scontro di culture

Lei, la nostra piccola, dolce e scostante, accattivante e indipendente, buffa, tenera e sorridente salvo poi girarti le spalle e abbandonarti senza preavviso.

Lui, che ha un nome italiano e un cognome cinese, che è piccolo -come lei- e buffo -come lei-. Lui che sembra gentile e silenzioso, come è tipico della sua cultura.

Lei, che -dicono- gioca sempre con il suo amico Pranci ma è contornata da maschietti, che redarguisce e comanda.

Lui, che in un guizzo di intrapredenza le si avvicina e con voce timida le sussurra qualche frase. In cinese.

"Batta, batta! Parla bene!" E se ne va.

Sicuramente non la iscriveremo a Scienze Diplomatiche e Internazionali.

mercoledì 24 ottobre 2012

Si, maestade!

Dopo quasi due mesi di scuola materna ho avuto l'illuminazione, la rivelazione.
Ve la ricordate la Regina di Cuori del cartone "Alice nel paese delle meraviglie"? Bassa, grassotta, truccatissima e terribilmente dispotica? Ecco, la maestra di Marta le assomiglia in modo inquietante.
Una cara donna, per carità! Il fatto che i bambini le siano affezionati e che anche Marta al mattino le corra incontro mi fa ben sperare però l'impatto è stato traumatico.
Primo particolare affatto trascurabile: lei urla. Sempre. Quando ti sgrida, quando ti accoglie con il sorriso, quando ti saluta per strada, quando ti spiega le cose, quando parla ai genitori.
Secondo particolare: lei detta le regole. Uno dei primi giorni Marta torna a casa e, tutta orgogliosa, mi dice che ha imparato le regole.
Annoveriamo tra le regole: non si lecca il banco, le sedie e le scale; quando la maestra parla bisogna guardarla negli occhi; Si prende un pennarello alla volta e lo si ripone prima di prenderne un altro; quando si lavora si sta zitti; quando si mangia si sta zitti; non si beve finchè non si è finito il primo piatto...e poi non me le ricordo più perchè son troppe.
Per alzarsi e andare in fila c'è una scaletta ben precisa da seguire:
Uno: ci si alza
Due: si mette a posto la seggiolina
Tre: si va in fila senza correre
Uno dei primi giorni, andandola a prendere li vedo tutti seduti in cerchio, zitti e occhi bassi;
Maestra: "Vi ho fatti sedere perchè stavate giocando in modo troppo agitato. E se giocate così vi fate male. E se vi fate male saltate l'asilo e rimanete indietro (ma siamo all'asilo, non a scuola!), non potete disegnare, imparare e fare l'insiemistica (?!?). E voi non volete rimanere indietro, vero?"
Tutti in coro: "noooooo!"
Poi si è seduta al pianoforte e ha fatto cantare i  pikkoli pampini per farli calmare. Composti, senza alzarsi o battere le mani quando non è richiesto.
Volevo scappare.

Nonostante questo inizio un po' duro e direi anche pittoresco mi pare che Marta sia felice di andare all'asilo, sta imparando tante cose e la vedo serena. Ogni giorno mi racconta tutto quello che ha fatto, così le chicche sulla maestra aumentano quotidianamente.
Per esempio ieri mi diceva che non si deve dire "ok" ma "va bene".
Gulp! Reminescenze fasciste?!?

Tagliatele la testaaaaa! Per ordine della Regina.
E del Re, ovviamente!

lunedì 22 ottobre 2012

Lui, lei e l'altra

Lui e lei, che lo chiama papiiino; Lui e l'altra per cui è la papà.
Lui che le fa volare, rotolare, le ribalta sul lettone, che si nasconde per la casa rischiando di rimanere dietro l'armadio per ore perchè se non lo trovano subito si distraggono e se ne dimenticano.
Lui che con lei si lancia in spiegazioni su come riconoscere la scarpa destra dalla sinistra (solo un ingegnere poteva arrivare a tale deduzione), sul fatto che due più due fa quattro ma anche tre più uno (ma se le somme le imparano a sei anni ci sarà un motivo?).
Lui che con l'altra canta e ride, che un attimo prima sono in bagno a vestirsi e un momento dopo arrivano in cucina con le magliette ribaltate sulla testa come fossero capelli lunghissimi.
Lui che fa la (finta) voce grossa, che le coccola e si perde nei loro sorrisi, che le pettina e le acconcia con mollette e codini e poi si compiace della bellezza delle sue bambine.
Lui che schiva i complimenti ma le mostra come trofei, che è irremovibile e severo ma poi sa sciogliersi quando cantano insieme.
Lui che ancora non sa distinguere i vestiti di una da quelli dell'altra, che vorrebbe far assaggiare la senape, che aspetta la neve per giocare con lo slittino insieme a loro, che viene sgridato: "a tavola non si canta", "spegni la luce!", "quello non è il mio spazzolino!", che pensa con orrore a quando loro avranno 12 anni e lui perderà il possesso del bagno, che vorrebbe farle uscire di casa a 35 anni, che quasi si dispiace che siano belle..chissà quanti pretendenti...
Lui che tampona le ansie, ridimensiona i problemi, semplifica i pensieri contorti, che sa sopportare un capriccio infinito canticchiando, che strappa un sorriso anche quando l'umore è proprio nero.
Lui, che ancora sopravvive con tre donne.

lunedì 15 ottobre 2012

Di punchi, muppe e cagne

Ritrovare paesaggi che d'estate conosciamo a memoria trasformati dall'autunno, boschi verdi e fitti diventati radi e vestiti di rosso, giallo e marrone;
Odori nuovi, di foglie umide sul terreno morbido, di punchi (funghi) ancorati ad ogni tronco, piccoli e vicini vicini o grandi e sparsi quasi ad arte sui prati ancora verdi, odore di muppa (muffa-muschio), di fuoco acceso in un giardino, di biscotti all'anice appena sfornati in pasticceria.
Suoni e silenzi, il vento che fa scendere foglie lente come fiocchi di neve, i passi leggeri su quel tappeto in terra, i canti allegri e stonati di due vocine felici, il tonfo deciso dei ricci...
Manine che frugano alla ricerca di cagne cicciotte (castagne cicciotte), un saluto al nanetto nel prato vicino, una bambina ipocondriaca ("mamma, mi fa male il piede/l'orecchio/il dito/la guanciotta") e un cappottino-con-le-gambe che trotta felice dietro la sorellona.
Andar via due giorni e tornare che sembra passato un mese, salire a mille metri e scendere rilassati, straniti, disturbati dalla frenesia del quotidiano che ci aspetta, ripensare a quante volte, da fidanzata ho immaginato una macchina viaggiare di sera con dei piccoli passeggeri addormentati dietro che ora hanno gli occhi, i respiri, i profumi delle nostre bimbe.
Ritrovarsi, ancora una volta, famiglia.

mercoledì 10 ottobre 2012

Io niente vitti.

"Oggi a tavola il bimbo M. metteva la pasta nel piatto del bimbo I. e poi I. la metteva di nuovo nel piatto di M."
"Ah si? Ma alla fine chi se l'é mangiata quella pasta?"
"Non lo so. Io c'ero ma non ho visto niente!"
"Ecco! Però potevi dirlo alla maestra!"
"La maestra dice che quando si mangia si sta zitti!"

venerdì 5 ottobre 2012

O mangi questa minestra...


Quante volte ce lo siamo sentiti dire?
Forse per nessun' altra questione come quella dell'educazione alimentare esistono così tanti modi diversi di  affrontarla: quelli che incatenano a tavola i figli finchè non hanno finito tutto, quelli che li lasciano mangiare come, quanto e quando vogliono, quelli che "pensa ai bambini che muoiono di fame", quelli che danno mille alternative purchè il bambino mangi qualcosa, quelli che cantano canzoncine e raccontano storielle, quelli che minacciano, quelli che promettono premi in cambio dell'ultimo boccone, quelli che "siamo costretti a dargli la coca cola purchè assuma un po' di zucchero"(!)...
Io e Marco amiamo mangiare e cambiare spesso, ci piace provare gusti nuovi e ci sono davvero pochissimi alimenti che detestiamo. Penso che questo ci abbia molto facilitato con le bambine che-almeno per ora- apprezzano anch'esse quasi tutto,  mangiano frutta in quantità industriali e, anche se a volte un po' restìe ad assaggiare le cose sconosciute spesso si fanno convincere a provarne almeno un pezzettino. Le verdure più ostiche vengono "camuffate" con il formaggio (stracchino e spinaci è un piatto veloce che gradiscono molto) e i dolci per ora non le attirano più di tanto...
Non credo assolutamente che sia tutto merito nostro -mia suocera racconta sempre di quanto si reputasse brava per il fatto che i suoi primi tre figli mangiassero di gusto....finchè è arrivato il quarto che invece non ne voleva sapere!- però un atteggiamento che si è rivelato azzeccato è stato il fatto di non dare alternative: il famoso detto della minestra, insomma!
O si mangia quello che oggi c'è nel piatto oppure niente. Se hai fame mangi, sennò mangerai di più al prossimo pasto. Se una cosa non ti piace ne assaggi poca e poi puoi lasciarla, ma almeno si deve provare.
Quando si è presentata una situazione di rifiuto spesso si è risolta in due modi: effettivamente le bimbe non avevano fame quindi saltavano il pasto per poi arrivare un po' più affamate a quello successivo (le prime volte ero terrorizzata che si svegliassero alle 3 di notte chiedendo la colazione, ma non è mai successo!), oppure di fronte ad un piatto allontanato o messo in frigo magicamente i capricci svanivano così come il cibo in esso contenuto.
Non so se questo è un metodo valido per tutti i bambini: probabilmente come molte altre situazioni ogni genitore trova quello più adatto al proprio figlio.
Devo ammettere che non è sempre facile restare fermi e decisi, sopratutto per me che dopo qualche minuto di strilli inizio a farmi andare di traverso quello che sto mangiando ma, come in altre situazioni, spalleggiandoci a vicenda con Marco siamo riusciti a non cedere quasi mai.
La cosa che mi ha stupito è che in effetti i bambini hanno una capacità di autoregolarsi che noi abbiamo perso: ormai non c'è davvero da spaventarsi quando vivono qualche settimana di inappetenza...una volta tornato l'appetito non c'è minestra che tenga!

Questo post partecipa al blogstorming

martedì 2 ottobre 2012

Par condicio

"Mamma questo letto e' troppo piccolo per Lalla, bisogna dargliene uno piu' dlande"
"E di questo lettino cosa ne facciamo?"
"Lo usiamo per l'altro bambino, quello che poi sta nella tua pancia"
"Ah, ma tu pensi sempre a questo fratellino! Ma se mettiamo Lalla in un letto grande vicino al tuo e il fratellino nuovo in quello piccolo, qui non avete piu' posto per giocare!"
"Allora lo pottiamo mettere a dormire in corridoio!"
-che cara!-
"Ehm, mi sembra un'ottima soluzione! Ma sei proprio sicura di volerlo? Tu e Lalla litigate sempre...poi con questo fratellino nuovo come fate?"
"Litighiamo tutti e tre insieme!"
-che domanda sciocca, mamma!-

domenica 30 settembre 2012

Il complesso di Edipo: non pervenuto.

"Mamma, io c'ho tanto amore per te!!!"

martedì 18 settembre 2012

E vaglielo un po' a spiegare....

Tornato a casa, papà racconta di un suo collega "strigliato" dal capo.
"Il tuo collega è stato monello e lo hanno sgridato?"
"Brava Marta, hai capito....è stato proprio monello!"
"Allora lo mettono in castigo?"
"In un certo senso si!"
"Ho capito: domani non gioca!"

Domenica pomeriggio, gita in un parco dove si possono vedere i daini e dar loro da mangiare.
"Mamma, guarda! Ha fatto la pipì!"
"Eh si, Marta! Anche i daini devono fare la pipì!"
"Però non hanno la carta per asciugarsi!"

"Ma questi daini sono proprio pussoni!"
"Bhe, poverini, sono animali..."
"Sono pussoni perchè mangiano l'erba ma poi non si lavano i denti!"

venerdì 14 settembre 2012

Buon compleanno gattino!

Buongiorno gattina,
che al mattino scavalchi le sbarre e ti preannunci con lo "splat splat" dei tuoi piedini sul pavimento, sbuchi con gli occhietti da sonno e la faccia stranita per poi illuminarti con un sorriso appena ci vedi.
Oggi fai due anni anche se con le dita ne indichi quattro e dici sette, anche se parli come se ne avessi tre.
Due anni fa mi hai fatto vivere scene da film e a quest'ora avevi passato la tua prima notte dentro il letto della mamma che si era lasciata vincere dalla stanchezza e si era goduta qualche ora di sonno con te..
L' anno scorso  avevi iniziato ad esplorare il mondo sorretta dalle nostre braccia, oggi sei una signorina che mi prende la mano e mi dice "tenta a brumme" (attenta alle macchine); Un anno fa iniziavi a parlottare e oggi sei un fiume di parole, canti e pretendi di fare i discorsi come tua sorella. Come un anno fa ti perdi nelle coccole dell' unico uomo della famiglia, la papà, perchè non hai ancora capito bene l'uso degli articoli; vuoi la Matta per giocare e correre in tutta la casa; mi fai intenerire quando la cerchi: "e la Matta? uvè la Matta?", " Matta, beeeni giocare!"
Come l'anno scorso hai momenti in cui sei tenera, dolce e ubbidiente "ciii, mamma" ma poi ti ricordi di essere indipendente proprio come i gatti e non dai confidenza, nè bacini, nè soddisfazione a chi vorrebbe strapazzarti un pò.
Anche tu vivresti di formaggio e frutta: "ciii, guiiia!" (si, anguria!), bevi ancora il latte dal biberon che qualche mattina ti fa arrabbiare "no cioona" (non funziona!) ma usi le posate dei grandi anche se le chiami con i nomi invertiti e non c'è verso di correggerti.
Comandi il nonno "nonno! beeni!..eh, cugia!" che si lascia torturare gioioso, fai sospirare i bacini alla nonna che cerca di conquistarti con le mentine...

Mi hanno detto che ti abbiamo impastata col sorriso e oggi, a due anni, questa è la descrizione più bella che potevano fare di te.
Auguri piccoletta mia, stasera finalmente potrai cantarti "tun-tu-luli a Lalla" e soffiare sulla tua totta.

lunedì 10 settembre 2012

Chi ben comincia..

Abbiamo salito per mano quelle scale lunghissime mentre tu, felice, urlavi: " 'silo, abibo!"; Una volta arrivate hai subito riconosciuto il tuo amico Pranci e sei stata baciata in bocca da un focoso Paolo mai visto ne' conosciuto ma che evidentemente era gia' a suo agio in questo nuovo asilo.
Hai salutato la Marta che passava insieme ai suoi compagni grandi facendo il trenino dal bagno alla classe e poi sei stata distratta dalle maestre che erano venute a conoscerti.
Abbiamo giocato in mezzo ad altri 9 bambini che non hanno attratto per niente la tua curiosita', ti ho portato al tavolo ambulanze e brumme e tottoooli; hai salvato una povera pecora distratta che cadeva sempre in un buco pieno di Lego; hai stirato con un ferro fuxia sui fornelli della cucina; hai risposto ai complimenti della maestra L. dicendo "mamma beella, anche"; hai finto noncuranza quando ci hanno detto che era il momento di andare via, e hai urlato perche' questa prima mattinata di asilo era durata troppo poco...
Siamo andate a prendere Marta nella sua classe e hai finito con una scorpacciata di mentine, il premio della nonna per due bimbe bravissime...

Anche Marghe oggi ha fatto il suo ingresso nell'asilo dei piccoli-un-po'-piu'-grandi, la sezione Primavera!

martedì 4 settembre 2012

Ricominciaaaaamo!

Settembre è un pò come un inizio d'anno; Finite le vacanze, il caldo, il chiaro fino a sera tardi ci ritroviamo quasi improvvisamente catapultati nell'autunno, le pioggie, le finestre di nuovo chiuse, la luce accesa mentre si cena.
Le vacanze mi hanno restituito due bambine che giocano insieme, senza litigare, per mattinate intere...una che propone e l'altra che coglie l'idea, una che inventa un gioco e l'altra che segue a ruota.
Settembre per noi è anche un mese di festeggiamenti perchè i compleanni si susseguono uno dietro l'altro e il mio forno sforna a ciclo continuo.
Tra qualche giorno Marghe taglierà il traguardo dei due anni. Due anni pieni, faticosi per colpa di un lavoro che ha portato papà lontano ogni giorno, ma anche quasi miracolosi per l'armonia, la gioia e la complicità che hanno creato nella nostra famiglia.
Oggi Marta ha cominciato la scuola materna: è stato bello vederla per la prima volta con il grembiulino a quadretti rossi, felice e curiosa, pianto d'ordinanza attaccata al mio collo ma poi subito consolata dalla sua amica C.
Da poche settimane Marco ha iniziato un nuovo lavoro qui vicino a casa e ancora non ci capacitiamo di quanto sia bello svegliarsi insieme e far colazione tutti allo stesso tavolo e averlo poi con noi già alle 6 di sera...


Domani si ricomincia e, sinceramente, nella situazione in cui siamo (crisi, lavoro che manca, ecc...) non riesco proprio a lamentarmi...poi questo nuovo inizio è così pieno di novità che tornare alla vita di tutti i giorni non mi sembrerà una vera e propria routine!

sabato 1 settembre 2012

Pesciolino

Ciao pesciolino,
un anno fa eri avvolta ancora in un corpo da bambina piccola, avevi scoperto che nel tuo mondo c'era anche la mamma e non mi hai più lasciata, eri capace di far ridere tua sorella ma a volte una rabbia incompensibile ti prendeva senza senso e non c'era modo di farti ragionare.
Quest estate ti sei trasformata in una farfallina esile ma dalle gambette forti e sempre in movimento, sai dirmi in continuazione "io voglio te" e ami tua sorella di un amore dolce e irruento, sei diventata obbediente e docile, premurosa e attenta.
Ti abbiamo vista camminare per ore sui sentieri di montagna, ti abbiamo portato in cavalletta e hai approfittato del passeggino di Lalla per farti trasportare un pò... "come quando c'ero piccola"
Ti sei fatta conquistare dal mare e hai danzato con papà al largo, sei stata con me sotto l'ombrellone, paziente e tranquilla, a giocare canticchiando e guardando gli altri bambini monelli che alle due del pomeriggio facevano il bagno con il sole rovente mentre tu...
Hai scoperto che papà è belliccimo e che i piatti che cucina la mamma sono buoniccimi, ti sei autodefinita braviccima ...ed è proprio vero (d'altra parte son 3 anni e mezzo che la nonna me lo dice...)
Mi aiuti ad apparecchiare e a stendere, sorvegli tua sorella e qualche volta anche papà, corri veloce ma ti fermi al momento giusto, ti terrorizzano cani, gatti e ogni altra forma animale; fai ginnastica a testa in giù, hai imparato ad arrampicarti così in alto da farmi sbiancare, sei cresciuta tanto da arrivare ad accendere la luce e a lavarti le mani senza sgabellino...
Ti metti le calze da sola e le ciabatte sempre, rigorosamente al contrario; pretendi di parlare al telefono con chiunque ("Ciao, io sono qui!") salvo poi abbandonarlo senza tanti convenevoli.
Con la tua amica C. ti sei vestita da principessa e lo sembravi veramente, correndo su e giù per il corridoio leggera e posata come sei.
Vorresti essere decisa "se dicio si è si, ma se dicio no è si" ...ma sei sempre nel tuo mondo: "vuoi la pesca?" "mamma, ora ci penso!"

Quando ti guardo e mi vedo riflessa nei tuoi occhi grandi e colorati come i miei ti vorrei fermare lì, con quell'espressione stupìta e sorridente per essere sicura che la gioia di questa estate ti accompagni per tutta la vita, pesciolina mia.

giovedì 30 agosto 2012

Istantanee dal mare

Pancine nude e sporgenti, piedi che fremono alla vista dell'acqua, gambe impanate dalla sabbia appiccicata su strati e strati di crema.
Secchielli e palette, via vai continuo dal mare all'ombrellone, castelli che non reggono neanche pochi minuti sotto i colpi di due artiste dalle manine poco delicate.
Un papà in vacanza che gioca come un bambino e si lamenta che le sue opere non sono abbastanza apprezzate...
Papere gialle su braccioli gialli, un salvagente ben presto abbandonato da chi si trova nuda, libera e fresca in 30 cm di acqua e si ricorda come ha nuotato bene per 9 mesi
Schizzi ad uno zio della mamma che si improvvisa "polpaccio" e le fa ricordare i tempi in cui, piccola, la rincorreva per la casa facendole il gioco del "mangiaculetti"...le risate e gli urli felici sono gli stessi, una generazione dopo.
Pranzi sotto l'ombrellone mangiando pasta fredda tutti e quattro dallo stesso piatto, gioia inaspettata vedere come una soluzione pratica si trasformi in divertimento e complicità
Caldo e venticello leggero in riva al mare, acqua pulitissima e tranquilla, tempo per leggere, per nuotare in solitaria, per raccontare di quando la mamma e lo zio erano piccoli e stavano anche loro all'ombra dopo pranzo a giocare al gioco dell'oca sull'asciugamano...
Stupore per un paese piccolo, ordinato, pulito e colorato, per gli ulivi ancorati caparbiamente sulle colline, per un vicino che ti offre le sue mollette per stendere i costumi e ti chiede ogni giorno come sta andando la permanenza lì.
Breve vacanza per ricordarci di come si vive bene insieme, di come è bello anche discutere e litigare, se poi il ricominciare è sempre migliore, di quanto è meraviglioso sentirle cantare, vederle dormire, camminare tenendoci tutti per mano.

mercoledì 15 agosto 2012

All that she wants....

"Mamma, io voglio un altro bambino"
"Come un altro? In che senso, Marta?" (gulp!)
"Nella tua pancia!"
"Ah! vorresti un fratellino o una sorellina!"
"Si, però femmina!"
"Bene, e come la chiamiamo questa sorellina?"
"Marta!"
"Ehm, no....non può avere il tuo stesso nome! Dobbiamo scegliene uno nuovo!"

.....ci pensa un pò......

"Coniglio!"

Qui in montagna, complice un'esplosione di pance, bimbi neonati, agnellini neonati, mucche incintissime...la testolina di Marta è stata messa in movimento: forse però le idee sono ancora un pò confuse!

sabato 11 agosto 2012

Istantanee dalla montagna


Passeggiate nei boschi inseguendo le tracce dei càlloli (cavalli), raccogliendo foglie, fiori e sassolini, giocando con il nonno a chi si siede per primo sulle panchine e poi aspetta che gli si dica “andiamo!”, ascoltando le storie della nonna che rapiscono e non fanno pensare alla fatica.
Mucche, asinelli, galli che cantano per svegliare pulcini dormiglioni, caprette con la barba come il mio papà, agnellini piccoli ma già golosi di erbetta del prato.
Giochi sul poggiolo tra le tovaglie stese ad asciugare, conversazioni con un Nemo ripieno di elio che svolazza (“come mai oggi sei agitato?”), libri nuovi e vecchie attività (“nonna, ti aiutiamo noi a stendere!”).
Scorpacciata di more, lamponi e…di uno zio abituato al silenzio che è stato catapultato per dieci giorni nel nostro frullatore fatto di corse, canzoni, urli, pianti, capricci, divieti ripetuti alla nausea, giochi, sveglie all’alba, abbracci, bacini e sorrisi che fanno dimenticare tutta la fatica.
Telefonate mattutine aspettando il sabato per riabbracciare papà, resoconti discutibili (“papà, stamattina Lalla ha fatto la cacca!”), pensieri costanti a chi è lontano solo geograficamente (“Papà seia brumma?” –papà arriva stasera con la macchina?- “quando arriva papà torniamo qui?” “poi domani glielo raccontiamo?”)
Gite in seggiovia, sole, pilloli (scivoli) e altalene, altalene, ancora altalene…
E per me…tempo dilatato, giornate lunghissime, momenti di inaspettata incredibile bellissima noia, libertà di sudare a lezione di spinning, di meditare progetti futuri…

sabato 4 agosto 2012

Lapalissiana!


A tavola.
“Marghe, vuoi una prugna?”
“Si! Gegia!”
“Non è una ciliegia, si chiama prugna!”
Voio gegia!”
“No, non ciliegia, come si chiama questa?”
Guardandomi con aria di sfida:“Cocca!
“Macchè albicocca! Pru-gna pru-gna dillo bene, pruuu-gna!”
“…”
“Dai, se mi dici come si chiama te ne do un’altra. Allora, cos’ è questa?”
Aria furba e sorrisino compiacente: “Uuuutta!”

Frutta. Mi ha fregata.

venerdì 27 luglio 2012

Educare all'amore

Ho ben impressa l'immagine di mia mamma che, dopo aver sedato l'ennesima lite tra me e mio fratello, in preda allo sconforto, esclama: "Dovete volervi bene!!!"
La cosa mi lasciava un pò perplessa e mi faceva quasi sorridere....non capivo proprio perchè volersi bene potesse essere anche un dovere.
Come per tante altre cose, da quando sono mamma il mio punto di vista è un pò cambiato e ho iniziato a meditare anche su questo.
Ovviamente l'amore tra fratelli non deve essere una cosa forzata e costruita ma credo che, da genitori, si possa fare qualcosa per favorire questo rapporto così importante e speciale, sia cercando di non creare gelosie sia educando al rispetto e alla valorizzazione dell'altro.
Se un fratello è una risorsa da bambini, perchè diventa il primo compagno di giochi, la "palestra" su cui ci si allena a condividere i giochi, gli spazi e a volte anche il cibo (chi se la mangia l'ultima caramella?) è tanto più un punto di riferimento da adulti quando magari i problemi diventano simili, quando bisogna occuparsi dei genitori, o quando semplicemente si vuole ritrovare un pezzettino di casa: mio fratello condivide con me moltissimi ricordi ed è sempre bello ritrovarsi a parlare di quello che ci è successo negli anni passati.
Credo davvero che tra i ruoli del genitore ci sia anche quello di insegnare ai figli ad apprezzarsi tra loro, a coltivare quel piccolo tesoro che è un rapporto tra fratelli, forse il rapporto più lungo che si possa vivere nel corso della vita.

martedì 24 luglio 2012

Ironia, questa sconosciuta.

Sera, appena finita la cena. Tavola ancora apparecchiata. Bimbe sedute ma con le mani troppo in movimento:
Marta mette le briciole nel suo bicchiere...vorrà misurare la solubilità del pane nell'acqua?
Margherita tenta, fortunatamente invano, di sperimentare su se stessa un nuovo shampoo al succo di melone, dal piatto al capello...oplà!
Papà fa sparire tutto quanto il più velocemente possibile per evitare ulteriori danni: "ma perchè non vi mettete quelle manine in tasca?" Canticchia amorevolmente
Marta, canticchiando a sua volta: "Perchè non le abbiamo!"

Le tasche.

E neanche l'ironia.

venerdì 20 luglio 2012

Estate: tempo di...puppi e cocche!

Estate, tempo di lunghi bagnetti insieme nella vasca dande, in compagnia di papera mamma e paperotta, un coccodrillo verdino, un cigno giallo pallido, un pescecane rosa, un delfino, un pesce pagliaccio e uno blu con gli occhi sporgenti
Ore trascorse sul poggiolo mentre la mamma cucina e spia di nascosto i giochi e i discorsi, nanna in body, piedini nudi, sandalini in fila sulla porta di casa
Cocche (albicocche) a merenda, manine impiastricciate di succo dell'anguria, gelati sulla passeggiata vicino al mare
Scampoli di asilo e giornate trascorse con i nonni, ginocchia sporche, giardinetti e pappeggiate su per i monti
Sveglie e ninnenanne salutando i puppi (le rondini) che volano vicinissimi alle nostre finestre, odore di zampirone in tutta la casa per scacciare ospiti pungenti ("ieri mi hanno zanzarata!") e di borotalco giù per la schiena
Tempo di abbandonare il passeggino e camminare tenendosi per mano, tempo di complicità nuove, tempo di giochi, risate e scherzi che appartengono solo a loro, tempo di un affetto che sta mettendo le sue basi e sboccia e cresce di giorno in giorno...

lunedì 16 luglio 2012

Ricordi in cucina

Strano che tra i momenti in compagnia di mia madre che ricordo con maggiore tenerezza ci siano proprio quelli trascorsi in cucina.
Strano perchè a lei non piace molto cucinare e, complice il poco tempo che poteva dedicarvi, non lo ha mai reso un hobby con cui riempire pomeriggi invernali o giornate casalinghe.
Forse però proprio questo ha reso quei momenti particolarmente "speciali", sopratutto da quando, cresciuta, ho potuto darle una mano e partecipare attivamente alla preparazione di qualche piatto.
Ricordo un periodo in cui la domenica faceva la pasta all'uovo, pomeriggi prima di Pasqua a tirare sfoglie per la torta pasqualina, le immancabili torte di frutta, focaccine in montagna, serate intorno al tavolo a sbucciare castagne per fare la marmellata, la sua insuperabile maionese, zuppe inglesi ben inzuppate, le frittelle di san Giuseppe....

Così ieri pomeriggio, mentre lei mescolava la crema pasticcera e io stendevo la pastafrolla, mentre lei versava e io modellavo striscioline per la crostata, mentre io le appoggiavo in maniera poco precisa e lei le allineava ("sennò così son tutte storte!") ho ritrovato lo stesso clima familiare, a stessa calma e complicità di qualche tempo fa...

venerdì 13 luglio 2012

Ciuccio addio!

Caro topino del ciuccio,
che nei giorni scorsi mi hai spiata cercando di cogliere qualche mio ripensamento, una nostalgia, un capriccio sospetto...volevo ribadire il concetto che ho gia' scritto con la mamma nella letterina viola:

io sono grande e il ciuccio non lo voglio piu'.

Sai, anche se papa' e mamma dicono che i bimbi non ti possono vedere io ti ho scoperto, tutto giallo e con il naso luuungo luuungo che mi scrutavi anche mentre mi asciugavo i capelli; lo so che mi controllavi durante la pennichella pomeridiana e che di notte sei stato zitto zitto sotto al mio letto per vedere se invocavo quell'oggetto da bambini piccoli.
Ma, caro il mio topo, non scambierei mai l'avvenieristica lavatrice in miniatura con tanto di oblo' che gira, rumori e lucine che mi hai lasciato domenica mattina in cameretta.
Al ciuccio non ci penso piu', in compenso ho rinfrescato piu' e piu' volte il vestito di Chicco, un bambolotto evidentemente puzzone.

Sinceramente tua,
Marta

mercoledì 11 luglio 2012

Ultimo giorno di nido

Care maestre dell'asilo dei piccoli,


ci avete accolte quando avevamo pochi mesi ed ogni mattina ci avete sorriso, abbracciato, coccolato, avete cercato di distrarci dalla partenza della nostra mamma o del nostro papa' con subdole offerte di biscotti quando proprio eravamo disperate per il distacco.


Ci avete nutrite ogni giorno con quegli orribili papponi finche', circondate da altri bambini piu' grandi, abbiamo capito che la pasta al sugo era piu' gustosa e la banana piu' divertente da spalmare nei capelli.


Ci avete pulite, cambiate, cosparse di borotalco cantando canzoncine, avete assistito ai primi timidi tentativi di gattonamento e ai nostri passetti incerti.


Ci avete cullate, dondolate, scrollate per farci addormentare, ci avete riempite di bacini al nostro risveglio.


Abbiamo imparato i versi degli animali, la canzone di Heidi, gli abbracci forti


Avete asciugato le nostre lacrime e la nostra pipi', ci avete insegnato ad usare i gabinetti piccoli cantando le strofe dei 44 gatti


Avete ascoltato, consigliato e asciugato le lacrime anche della nostra mamma quando gli ormoni e la stanchezza l'hanno fatta intristire


Avete sopportato i nostri capricci, le scene da donnine isteriche, i nostri terrible two


Ci avete sgridate e messe in castigo, ci avete insegnato che l'amore passa anche per le regole, ripetute fino alla nausea


Abbiamo dondolato su quei cavallini la cui irribaltabilita' e' stata messa a dura prova, abbiamo letto e strappato libri, svuotato e riempito scatole di giochi, corso sul terrazzo, ci siamo chiuse nel castello e nascoste dietro le tende piene di animali


Ci avete aiutato a crescere e ora, dopo quasi tre anni, sara' difficile non deviare verso il vostro cancello quando passeremo li vicino...


Grazie maestre, ora siamo pronte per camminare un pochino da sole...ci mancherete tanto!


Marta e Marghe

martedì 10 luglio 2012

Onoratissima!

Sono molto onorata...onoratissima direi, per aver vinto da caterina (con cui condividiamo uno dei nomi delle nostre bimbe) questo premio:

Adesso dovrei girarlo a 5 blog che mi piacciono....

la solita mamma   contofinoa3  murasaki  seavessi  seicuori

Alcuni li seguo da un pò, altri sono delle nuove, piacevoli scoperte!

Le regole da rispettare per accettare il premio sono:
-segnalare sul proprio sito di 5 blog con meno di 200 lettori;
-Lasciare un commento su questi blog per avvisarli del premio;
-ringraziare chi vi ha assegnato il premio (GRAZIEEEEE)
-condividere con i lettori 5 cose di sè che le persone non conoscono

mumble mumble....
1) Sono molto molto molto golosa, sopratutto di cioccolato
2) Dopo le gravidanze mi si è "ristretto" il piede, dal numero 36 al 35 (adesso si che potete dormire tranquilli, vero?!)
3) Ho un ribrezzo totale, un terrore folle dei vermi nella frutta...e indovinate in famiglia chi è che li trova sempre?
4) Non sopporto il film "Dirty Dancing" (avrò detto un'eresia?)
5) Quando, nel lontano 1996 i Take That si sciolsero, ho passato 5 minuti di incredulità: avevo capito che si fossero sciolti nel vero senso della parola (faceva molto caldo, quell'estate). Non so come sia possibile....a volte mi perdo in un gorgo di stupidità!



martedì 3 luglio 2012

Estate: tempo di...caccia al tesoro!

La caccia al tesoro è stata una delle torture con cui tediavo mio fratello e le mie cugine da piccola, quando al sabato mattina ci recapitavano tutti da mia nonna: essendo io la più grande mi sentivo ovviamente investita del compito di intrattenere tutti, anche chi non voleva essere intrattenuto, chi se ne sarebbe stato in pace in un angolo a dormire, chi a guardare la nonna che cucinava, chi a sgranocchiare biscotti e guardare cartoni animati...
E invece no! Io, organizzatrice di eventi in erba, mi davo da fare come e peggio di quei simpaticissimi animatori dei villaggi che, prendendoti per sfinimento, ti convincono a partecipare ai giochi e ai balli più imbarazzanti che esistano....
Grazie a queste doti chiaramente manageriali abbiamo giocato alla caccia al tesoro, al gioco dell'oca formato gigante (con il percorso fatto di fogli stesi per terra, ognuno con un numero scritto sopra e dado enorme che poteva essere lanciato; Noi eravamo le pedine), a giochi senza frontiere edizione casalinga ecc...ecc...
Quindi, cara mammafelice, non posso che essere entusiasta di partecipare:

"ecco la prima tappa della Caccia al Tesoro 2012: scrivere un post in cui raccontate qualcosa di voi, e dite ai vostri lettori come seguirvi al meglio."

Allora, come dice Marta: "Plonti, i posti, viaaaaa!"

Carta d'identità:  Chiara, 30 anni freschi freschi, negli ultimi 6 anni non mi sono certo annoiata: Laurea, un anno di lavoro bellissimo lontano da casa, ritorno nella mia città per un lavoro un pò meno bellissimo, un matrimonio e 2 bimbe.....e non credo sia ancora finita!
Nome del blog e obiettivi: mcomemamma..e come l'iniziale del nome di tutti i componenti della mia famiglia! Ho iniziato a scrivere quando mi son resa conto che gli esserini urlanti che avevo tra le braccia si stavano trasformando in donnine buffe e che tra qualche anno mi piacerà andare a rileggere la nostra vita incasinata ma felice di adesso!
Senza contare che, con due marmocchie che fanno 5 anni scarsi in due, i miei spazi sono molto limitati quindi questo blog è anche un modo per fare qualcosa solo per me!
Un buon motivo per seguirmi: mmm...sicuramente a me è stato molto d'aiuto leggere le storie di altre mamme alle prese con i miei stessi problemi, quindi spero che qualcuna, leggendomi, possa capire che siamo un pò tutte nella stessa barca!
Due post che vale la pena leggere: Questo che racconta le mie quotidiane avventure con la gente che non vede l'ora di farmi sapere quello che pensa di me e delle mie figlie; e questo in cui racconto il mio "indimenticabile" parto.
Come seguirmi: ovviamente qui: http://mcomemamma.blogspot.it/

:)

martedì 26 giugno 2012

Ultimo giorno di...Primavera

Buongiorno martoletta,
oggi è il tuo ultimo giorno di asilo! Questo asilo dei piccoli-un-pò-più-grandi come lo chiamavamo quando hai iniziato, per farti capire che ormai non eri più così minuscola da andare ancora con tua sorella e non abbastanza "dande" per andare alla materna.
Sei entrata entusiasta e curiosa, nonostante un inserimento che mi ha fatto temere che due anni di nido si fossero persi dentro un'estate ma poi, come al solito, hai capito che la faccenda si faceva interessante e, dopo aver fatto pasticciare anche i nonni con i pennelli e la pasta di sale, ci hai lasciati andare...
Hai impastato, tuffato le mani nella schiuma da barba mischiata al colore, pitturato, colorato, hai fatto pic-nic su una tovaglia stesa in classe, imparato a disegnare, letto libri e ascoltato storie....hai capito che il lupo di Cappuccetto Rosso non fa proprio per te.
Hai suonato cucchiai e da fiocco di neve ci hai incantati, mi hai insegnato la canzone del Rosso Pesciolino, hai imparato tutti i nomi dei tuoi amici ("i miei bambini"), ti sei fatta coccolare e hai riempito di bacini le tue maestre.
Hai confezionato regali e lasciato l'impronta delle tue mani che è stata trasformata in pesce, pinguino, fiore e ragnetto, hai piantato semini di margherite a Pasqua per vederle fiorire a Giugno, hai scelto il giallo come tuo colore flefelito e l'hai usato per ogni cosa.
Hai preso il treno e siamo andate in gita, ti sei fatta spaventare da un pagliaccio e hai guardato stupita la mamma che saltava insieme alle altre nella corsa con i sacchi.
Hai abbracciato quasi ogni pomeriggio il nonno che veniva a prenderti, lo hai raggirato per mesi facendoti portare in braccio su e giù per le scalette, ti sei fatta incantare dalla nonna che il mercoledi mattina, accompagnandoti, ti faceva salutare il sole che stava sorgendo...
Sei cresciuta tanto e adesso che vuoi fare sempre più cose "la sola" sei pronta per accompagnare Lalla tra i piccoli-un-pò-più-grandi e scappare di là, nella classe vicino...dei grandi.

martedì 19 giugno 2012

Su Enrico.

In questi giorni di riflessioni sulla vicenda di Chiara ho pensato anche a lui, suo marito Enrico.
Vederlo così sereno e forte cantare al funerale di sua moglie, suonare concentrato la chitarra circondato dagli amici che sembravano più scossi di lui, sentire la sua voce ferma mentre legge quello che Chiara ha scritto per Francesco, il loro bambino..
Mi pare che anche lui ci stia dando una grande esempio, anche lui sia una testimonianza vivente di quel totale affidamento che non lascia spazio alla rassegnazione, di quella gioia che Chiara ha chiesto come grazia per lui e Francesco.
Ritrovo in lui quel coraggio che già aveva manifestato in occasione della prima gravidanza di Chiara, quando dovevano decidere se far nascere una bambina che non aveva nessuna possibilità di vivere o abortirla.
Se lei è giunta a fare quello che ci è stato raccontato è anche grazie ad Enrico che l'ha sostenuta e accompagnata sino alla fine.
Quelle parole: "La lascio andare da Chi la ama più di me" sono la traduzione di quello che ci chiede il sacramento del matrimonio cioè di farsi santi insieme, di aiutarsi a vicenda a raggiungere quello che Chiara ci ha mostrato in questi giorni.

lunedì 18 giugno 2012

Perfetta letizia

"sopportare il male senza mormorare,
con pazienza e gioia saper sopportare.
Aver vinto su te stesso
Sappi, questa è letizia."

A.Branduardi - la predica della perfetta letizia







Grazie Chiara!
Di te porto solo il nome.

lunedì 11 giugno 2012

Giù le mani!

"Mamma, quando saliamo le scale per andare a fare la pappa, il bambino E. mi fa "chilichili" nella schiena per farmi il solletico"

"Oggi il bambino N. mi chiamava passerotto"

"Quando il nonno è venuto a prendermi, il mio amico J. si è messo a piangere e mi tirava per la maglietta perchè non voleva che me ne andassi"

OOOH! Giù le mani da mia figlia! Dopotutto siete ancora alla sezione Primavera, praticamente asilo N-I-D-O!

lunedì 4 giugno 2012

Il rumore dei ricordi

Il rumore della cerniera di una tenda che mi ha riportato indietro di anni, quando molti week end li trascorrevo indossando quella uniforme di cui mi resta solo il fazzolettone che portavo al collo ieri; Le voci, gli urli, il fischio che raduna tutti intorno al cerchio ("mamma perchè fanno il girotondo?"); i canti di una messa chiassosa e festosa, il voga per salutarsi alla fine della nostra prima festa di gruppo da famiglia ("facevano tanto lumòle").
Le risate delle mie bimbe che si rotolano felici in tenda, il suono dell'erba fresca sotto le scarpe di prima mattina, sussurrare per non svegliare quelli che ancora vorrebbero dormire intorno a te.
Il rumore delle margherite raccolte da mani piccole, il vento che muove i pali piantati in terra, addormentarmi al suono del "ciuc-ciuc" e in lontananza i canti del fuoco serale...respirare la serenità di un bivacco che ci ha riportato indietro di molti anni, scorgere nei suoi occhi gioia e malinconia, orgoglio di mostrare la sua famiglia a quell'altra grande famiglia che ha cresciuto un pò anche lui...
Pensare che dall'ultima volta in tenda ad una festa di gruppo è passato tanto tempo e che non mi sarei immaginata di ripetere l'esperienza da mamma. E da moglie. Sua!

mercoledì 30 maggio 2012

Non scambierei i miei 30 anni per i miei 20

Non scambierei il compleanno di oggi con quello di 10 anni fa perchè ancora non c'era il gigante buono nella mia vita e non sapevo che cosa volevo farne, della vita.
Non scambierei gli amici di allora, forse più numerosi, con quelli di oggi...anche se qualcuno di loro c'è ancora. E ci sarà un motivo.
Non vorrei indietro per nulla al mondo la mia vita di studentessa con il pensiero sempre fisso ai libri, preferisco il mio lavoro in bilico che seppur incerto mi permette di staccare la testa una volta finito.
Non vorrei tornare confusa, insicura, presuntuosa e testarda come ero. Lo sono ancora, ma il tempo e le esperienze hanno limato un pò i difetti.
Non tornerei indietro perchè, ad un certo punto, ho capito davvero quanto amore ho ricevuto dai miei genitori e dieci anni fa non lo apprezzavo a sufficienza.
Non scambierei la libertà dei 20 anni per le responsabilità di questi miei nuovi 30, se responsabilità si traduce in due fiorellini che vedo crescere, amarsi e ridere ogni giorno, se vuol dire tracciare quotidianamente la strada nuova da percorrere con chi ti è sempre al fianco, da nove anni a questa parte.

Io che corro sempre, con i piedi e la testa, che programmo e immagino quello che succederà, come sarà e cosa verrà ancora dopo...oggi voglio stare ferma e godermi questo compleanno speciale, dal primo all'ultimo minuto.

martedì 22 maggio 2012

Ora che...

Ora che i tuoi "qua" si sono trasformati in tante parole, ora che hai imparato ad abbracciarci dicendo anche tu "mmoe", ora che le tue mani morbide fanno "caia, caia" sul mio viso, che ti fai mangiare la pancia e ridi e dici "coola" (ancora)
Ora che abbiamo scoperto il tuo lato dispotico quando, con la manina sollevata a paletta, urli "mamma, pappe!" per ordinarmi di mettere le scarpe, quando discuti nel tuo modo incomprensibile con Marta, quando scacci le formiche "bia! bia!", quando riprendi il nonno se per caso si allontana un pochino da te, quando scuoti la testa facendo ballare i tuoi riccetti
Ora che riveli sempre di più la tua dolcezza, che ti accoccoli ancora sulla mia spalla, che ascolti con gli occhi socchiusi le cose che ti sussurro all'orecchio, che ti godi le coccole in silenzio come un amore clandestino
Ora che stai diventando anche tu grande, che alla vista di ogni torta, dolce o salata che sia, canti "tanti auguri" e poi soffi su immaginarie candeline, che mi chiedi di cantare Heidi, che sai giocare assorta, che sfogli attentamente libretti come fossero trattati di filosofia; ora che cerchi la mano di Marta per camminare insieme, che provi a infilarti le sue ciabatte, che come lei alla tua età distribuisci bacini con parsimonia
Ora che sei tutto questo e tanto altro, ora che ti vedo sbocciare, a volte diffidente, a volte solare, inizio a capire che non siete più una piccola e l'altra grande ma che entrambe sapete essere le due cose insieme, che anche tu adesso mi capisci e cerchi di farti capire e che il tuo carattere, spesso molto diverso da quello di Marta, è altrettanto meraviglioso e complesso.
Ora che stai diventando una bimba anche tu voglio prenderti per mano e iniziare a correre. Il bello sta per arrivare!

martedì 15 maggio 2012

Usa e getta

Tu, proprio tu bambino dei giardinetti.
Tu che l'hai vista, rincorsa e presa per mano durante un secondo di mia distrazione. Tu che l'hai accompagnata più volte su per le scale dello scivolo, che da vero galantuomo le hai lasciato il passo per scendere per prima e quelle rare volte che te ne sei dimenticato hai sempre rimediato aspettandola giù, pazientemente.
Tu che le dicevi "vieni con me" e scappavi avanti...e lei felice che ti seguiva rapita, ridendo e facendo ballare i codini al vento, svelta sulle gambette magre e dritte, ormai da bimba.
Tu che hai coinvolto anche una bambina, bionda e riccioluta...che si è poi scoperto essere tuo fratello Mirko (!?!) in questo gioco di "corri corri- seguimi seguimi"...
Tu, piccolo uomo in fieri, spiegami -ti prego- spiegami perchè l'hai fatto....dimmi cosa avete nel DNA, da dove proviene questa pesante eredità, questo marchio indelebile, tecnicamente questa sequenza altamente conservata da cui forse non vi libererete più e che ti ha spinto a farlo.
Anche tu. Che avrai 6 anni ma forse anche meno.

Perchè lei, la mia bambina, si è polverizzata, dissolta, sparita dal tuo campo visivo appena hai visto una palla?

sabato 12 maggio 2012

Donne, piccole.

Mollette e cerchietti e codini. Quanti? Due, anzi tre, come dei miei anni, domani cinque a me e cinque a Lalla.
Si guardano allo specchio e si sorridono, si piacciono e aspettano i complimenti. Si pettinano da sole e a vicenda anche se papà è il parrucchiere incontrastato della famiglia.
Sanno già che con la gonna vanno le scarpe belle, e un vestito al posto dei soliti pantaloni può aggiustare una mattina iniziata con il piede sbagliato...
Cercano il buiio di cacao nella borsa della mamma e ogni oggetto circolare si trasforma in braccialetto.
Scorrazzano per il corridoio con il passeggino e la borsetta al braccio, poi compare un telefono immaginario, iniziano conversazioni frettolose.
Nutrono instancabilmente orde di bambole (matildi o alici..la fantasia finisce qui) per poi metterle in fila e coprirle per fare la nanna, ognuna con il suo pupazzetto...che già il ciuccio non c'è, povere piccole!

giovedì 10 maggio 2012

Pedagogia spicciola

Giardinetti della piazza:
Un papà: "A. vieni via da quello scivolo, andiamo a casa!"
A., bimba coetanea di Marta: "bastardo!"
Papà, un pò scosso ma risoluto: "Va bene, io vado da solo e ti lascio qui così stasera ti mangiano i lupi!"
-Tata lucia avrebbe qualche appunto da fare...-

Via piena di negozi: una mamma cerca di convincere il figlio di 8-10 anni ad entrare in un negozio di biancheria intima: "Dai, accompagnami così ti rifai gli occhi"
-Poi ci stupiamo se a 14 anni stuprano le ragazzine-

Bambina e nonna per mano
"Guarda nonna cos'è questo?"
"Ahhh! Lascialo giù! Invece che mettere quelle mani dappertutto, dovresti mettertele in XXXX!" (censurato qui, ma la parola è stata urlata!)
-Tata Lucia a questo punto rischierebbe seriamente un infarto!-

giovedì 3 maggio 2012

Chi lascia la strada vecchia per la nuova....

Stamattina ho deciso di cambiare il percorso verso il lavoro, passando "sui monti" invece che in mezzo al traffico come faccio solitamente...
Il bello della mia città è che con due passi sei in alto, tra i prati, gli orti, i forti per poi ridiscendere giù fino al mare...oggi è stato esattamente così: la salita di buon passo, tra le case ancora mezze chiuse, gli orti addormentati, qualche cane che abbaiava da dietro i cancelli, la visione della città tutta rosa e gialla, lo stadio, il traffico lontano.
Arrivare su al santuario e vedere aprirsi davanti il mare, il porto e la lanterna.
Scendere giù quasi di corsa e sentire il rumore familiare della città che prendeva sempre più il sopravvento sul silenzio della salita.

Chi lascia la strada vecchia per la nuova a volte arriva prima e di umore migliore!

mercoledì 2 maggio 2012

Presenze inquietanti

Non si sa esattamente quando è apparso, silenzioso e mansueto.
Si è inerpicato con noi fino ai giardinetti, ha giocato un pò in disparte finchè Marta non si è ricordata della sua presenza. Ha camminato pazientemente vicino a lei fino a casa dei nonni dove ci ha aspettato in un angolo, all'ingresso, perchè uno come lui non poteva girare libero per tutto l'appartamento.
Lo abbiamo portato anche in macchina e, dopo un pomeriggio di compere sotto la pioggia, riaprendo la portiera Marta ci ha ricordato che lui era sempre li: "Ciao! Sei stato blavo! Ci hai aspettati!"
Durante il viaggio di ritorno abbiamo scoperto che anche Lalla ne ha uno, tutto suo, anche se è troppo piccola per capirlo...

Marta da ieri ha un amico immaginario.
Un cavallo.
Giallo.

lunedì 30 aprile 2012

Dulcis in fundo...papà!!!


La mia recente trasferta marsigliese mi ha dato un bello spunto per riflettere sull' argomento proposto per il tema del mese di Genitoricrescono: Papà!!! (pronunciato con trasporto e passione, come farebbero le mie due marmocchie).
Non che ci fosse bisogno di andar via due giorni per confermare le sue doti di massaio provetto però questa è stata la prima volta che Marco restava da solo con entrambe le bimbe per un tempo cosi lungo.
Devo ammettere che sono partita piuttosto preoccupata perchè gestirne due, cosi piccole, richiede molta organizzazione, 100 occhi, 200 braccia e 300 orecchie...ma per fortuna le mie paranoie da madre-chioccia-pianificatrice sono state presto sedate.
Con un pò di aiuto da parte dei nonni se l'è cavata benissimo, a riprova del fatto che se io prendessi la gestione con più serenità mi stresserei molto meno e le cose andrebbero bene ugualmente.
Come ho avuto modo di dire ai colleghi che erano con me, posso definirmi "emancipata" solo perchè ho un marito "emancipato", che fin da subito ha diviso con me la gestione della casa e delle bambine, che non si è limitato a cambiare pannolini ma che si interessa e discute tutto quello che riguarda l'educazione, le regole, le esigenze e la crescita delle proprie figlie.
Un uomo che riesca a liberarsi dalla figura paterna vecchio stampo, dal pensiero-ancora radicato in molti-che certe cose le debbano proprio fare le donne, un padre che accetti la fatica e l'impegno anche mentale di occuparsi dei figli non contribuisce semplicemente a sollevare la mamma da qualche incombenza. Penso che questo nuovo modo di porsi all'interno della famiglia possa veramente aumentare l'armonia nel vivere la quotidianità, la stima dei figli nei confronti di un padre che si interessa delle loro vite e dei problemi, possa rappresentare comunque un arricchimento anche per l'uomo stesso che riesce a dare un senso maggiore al suo "portare lo stipendio a casa".
Credo che il cambiamento della figura paterna non stia solamente nella collaborazione pratica ma sopratutto nella condivisione della crescita dei figli: discutendo con Marco mi accorgo che la visione dei papà è sempre molto diretta, semplice e razionale, molto radicata a ciò che sta accadendo nel momento presente, priva di tutte le ansie con cui noi mamme infarciamo gli avvenimenti, del nostro proiettarci nel futuro che contribuisce a ingrandire i problemi.
Impegnandomi ad affidarmi più spesso al suo modo di affrontare i problemi mi accorgo che molte volte le cose effettivamente si risolvono senza tutte quelle terribili conseguenze che mi ero immaginata...

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giovedì 19 aprile 2012

M come Marsiglia

L'odore forte del porto, i rumori e il colore bianco che ti fanno sentire a casa, una lingua che ti era ostica e che pian piano si insinua nelle orecchie, i colleghi che diventano semplicemente amici con cui passare una serata di chiacchiere, un tailleur rimasto tanto tempo nell'armadio ma che ancora ti dà soddisfazioni, un buffet in cui c'è poco da abbuffarsi, mashmallows e liquirizie che ti fanno inorridire ma che tanto piacerebbero a qualcuno che nel frattempo sta sfoderando il kit del papà multitasking.
Libertà inaspettatamente leggera, senza sensi di colpa anche se non si può più viverla come quando loro non c'erano, pensiero costante ma sereno, voglia di riempirsi gli occhi e tornare piena di ricordi da sfoderare al momento giusto...
Una giostra antica, profumo di sapone, balconi in ferro battuto, una cattedrale dai colori familiari, tanti papà in giro con i propri figli.
Telefonate rapide, tenere, surreali
"mamma? lalla...lalla...lalla!"
"mamma, la mia soella non ha mangiato la frittata"...
Ritorno di soppiatto per non svegliare chi dovrebbe dormire ma invece ti aspetta, ti abbraccia con uno sguardo e ride con gli occhi, la bocca e la pancia...e poi può tornare nel lettino con la sua bambola.
Una piccola che dorme beata e che si stropiccia gli occhi dopo un carezza.
Un papà stanco ma felice che cucina per te e realizza quanto può essere bello avere due marmocchie tutte per sè.

venerdì 13 aprile 2012

Lasciateli annoiare!

Da qualche settimana a questa parte, per strada, mi imbatto in alcuni volantini che sponsorizzano non la solita festa organizzata ma la festa di compleanno con LABORATORIO!
Per una modica cifra che aumenta quanti più bambini partecipano viene offerta un'ora di attività sottoforma di laboratorio, appunto, e... il taglio della torta. (che già da solo mi lascia allibita!)
Ora, mi sorgono varie domande e considerazioni...
Sorvolando sull'opportunità di festeggiare ogni compleanno con una festa organizzata, affittando una sala e invitando tanti bambini ecc...ecc..., quello che proprio mi lascia perplessa è questa esigenza-dei genitori, della società, degli adulti in generale- di organizzare ogni singolo minuto del tempo dei nostri bambini, come se la noia fosse una malattia da cui proteggerli e, nel contempo, di inculcar loro a tutti i costi qualcosa.
Al di la del fatto che adesso pagherei per annoiarmi qualche ora anche io, credo che cercando di riempire freneticamente le giornate ai nostri figli non li proteggiamo dalla noia ma impediamo loro di imparare a gestirla; Proponendo attività e passatempi di ogni tipo non lasciamo spazio alla loro fantasia, non li mettiamo in grado di inventarsi quello che più piace per riempire i "tempi morti" (che termine orribile!) che, inevitabilmente, prima o poi faranno l'esperienza di vivere.
Sono circondata da mamme stressate di figli stressati che, tra sport, compiti e corsi vari non hanno il tempo di giocare (parola delle suddette mamme!)
Noi ci annoiavamo ma ci sforzavamo anche di riempire questo tempo che certi pomeriggi sembrava non passare; Abbiamo inventato giochi, altri ci sono magari stati suggeriti, qualche ora di troppo davanti alla televisione sicuramente l'abbiamo passata....ma io non ricordo di essere stata stressata da bambina!
La seconda questione che mi lascia ancor più perplessa è legata al dover insegnare sempre più cose e sempre più precocemente ai nostri bambini. Noi ancora ne siamo esenti, avendo le bimbe troppo piccole...ma ogni giorno mi arrivano voci di corsi di teatro, lingue e musica anche per piccolissimi...e quel che è peggio è che a volte non ci si può esimere dal frequentarli!
Se da una parte vogliamo bambini che a tre anni contano fino a 30, che a cinque anni già leggono e scrivono, che alle elementari imparano la seconda e terza lingua quando poi arriva il momento in cui è giusto che facciano tutte queste cose, che si applichino, che si sforzino per imparare allora, al contrario, si cerca in tutti i modi di giustificarli se per caso proprio non ne vogliono sapere di studiare.
Non è che, bombardati come sono fin da pochi anni di vita, arrivano "scoppiati" alla soglia delle elementari?
Non potremmo lasciarli tranquilli semplicemente a giocare finchè possono?

mercoledì 11 aprile 2012

Anche la mamma impara

Durante queste vacanze la mamma ha imparato:
1. Che a volte anche papà ha ragione: partire, nonostante il trasloco che ne deriva, vuol dire riposarsi perchè non c'è proprio niente da stirare, pulire, risistemare ma ci si deve solo arrendere a leggere sul divano come da tempo non si faceva più.
2. Che l'aria di montagna volatilizza (o quasi) i capricci...non ha ancora capito se il motivo è da ricercare nel fatto di avere mamma e papà a disposizione tutto il giorno o nell'aria rarefatta che dà alla testa...
3. Che le bolle di sapone possono risolvere un pomeriggio sui prati.
4. Che il mare è una coperta di lana blu e azzurra stesa sul lettone sulla quale tuffarsi urlando "splash". Anche se fuori c'è il temporale.
5. Che è un pò dipendente da internet ma non a livelli preoccupanti come pensava.
6. Che cucinare tutto il pomeriggio può scacciare il suo malumore.
7. Che certe volte Qualcuno ti acchiappa per i capelli e ti porta dove dice Lui, perchè avevi fatto passare davvero troppo tempo. 
8. Che avere sempre tutto programmato qualche volta è più stressante dell'improvvisazione.

giovedì 22 marzo 2012

Basta poco, che ce vò?

Stamattina, mettendo le collant a Marta mi accorgo che quelle che le stavano un pò grandi solo fino a qualche mese fa adesso le vanno giuste...
"Marta, queste calze ti sono quasi piccole! Se continui a crescere così, tra poco diventi più alta della mamma!"
Ride, mi guarda con gli occhioni e, quasi compatendomi, esclama:
"Ma mamma, tu sei un pò bassa!"

Come dire, non mi freghi mica, che ce vò a diventare un metro e cinquanta?

martedì 20 marzo 2012

...E pensare che era tra i temi della mia maturita'!

Il tema del mese di genitoricrescono questa volta e' proprio tosto...la nuova questione femminile.
Argomento difficile e complesso, per il quale e' facile cadere in luoghi comuni o generalizzazioni. Ho cercato di restringere il campo alla "sola" questione lavorativa che negli ultimi tempi e' un tema per me molto sentito.
Dopo un primo sforzo teso all'emancipazione della donna mi pare che negli ultimi anni i passi avanti siano stati molto scarsi.
Va bene, adesso siamo emancipate, possiamo scegliere se stare a casa "a far la calza" o lavorare, se sposarci o meno, possiamo prendere in mano la nostra vita senza dipendere dal padre prima e dal marito dopo. Ma siamo davvero libere di fare tutto cio'?
La mia esperienza quotidiana, quello che mi capita di leggere e di sentire mi danno l'idea che la strada sia ancora lunga. Chi ci dirige, chi ci assume appartiene ancora per la maggior parte ad una generazione di uomini "vecchio stampo", poco propensi a lasciare spazio ai giovani, e men che meno alle giovani: le poche donne che sono riuscite a far carriera hanno scelto di rinunciare o di mettere in secondo piano la famiglia quindi non possono capire gli sforzi per conciliare il lavoro con la vita familiare.
Non siamo effettivamente libere se ancora ai colloqui viene domandato se abbiamo intenzione di sposarci e di fare dei figli, se una mamma lavoratrice viene considerata una dipendente di serie b, se una gravidanza e' ancora una delle cause per cui, in assenza di un contratto a tempo indeterminato, si viene licenziate-o meglio- non rinnovate.
Come possiamo definirci emancipate se in Italia, per paura di essere mandate via o declassate nelle mansioni tante donne desiderano due figli ma si fermano ad uno, se quando sei giovane non vai bene perche' potresti rimanere incinta e quando i figli ce li hai gia' non vai bene ugualmente perche' si sa che i bambini piccoli sono rogne? Perche' tantissime donne dopo la prima gravidanza restano a casa e raramente si trovano tri-mamme che lavorano?
Come possiamo progredire se il sostegno alle famiglie e' scarso, costoso e difficile da ottenere? Come si fa a conciliare il lavoro con la famiglia se la maternita' obbligatoria ti copre solo fino al terzo mese di vita del bambino e per trovare posto al nido si aspettano mesi e mesi?
Nonostante tutto penso sia inutile puntare unicamente il dito verso chi ci ha preceduto. Credo che dobbiamo riprendere in  mano la questione e dimostrare che si puo' rendere bene anche se non si lavora 12 ore al giorno, che le doti di organizzazione, pianificazione, mediazione e coordinazione che si sviluppano in famiglia si possono far fruttare anche nell'ambiente lavorativo, che una donna che lavora non e' per forza una che si vuole togliere gli sfizi...
Per contro bisogna ammettere che c'e' ancora da migliorare nella solidarieta' tra di noi, nel cercare di sfatare con i fatti l'immagine proposta dai media della donna disposta a tutto pur di far carriera, dobbiamo avere il coraggio di fare scelte scomode ma piu' giuste. Bisogna ancora imparare a delegare, a fidarci dei papa', a mettere a tacere quel senso di colpa che ti classifica come una mamma degenere perche' lavori e una lavoratrice mediocre perche' pensi a chi e' all'asilo; dobbiamo imparare a fare pace con noi stesse e capire che tutto non si puo' fare, che la vita ha delle priorita' e che le scelte si pagano, ma hanno anche molti lati positivi.
E dobbiamo imparare a goderci questi lati positivi.

Questo post partecipa al blogstorming

mercoledì 14 marzo 2012

Un buon non compleanno a te!!!

Dolce, buffa, affamata, indipendente, stupìta, dormigliona, chiacchierina, snodata, morbida, capelli ribelli, coccolona di papà, occhietti verde-grigi del nonno, panzotta, decisa, ordinata, vanitosa, tenera, sorridente

18 aggettivi per descrivere la nostra piccola che oggi fa 18 mesi!

lunedì 12 marzo 2012

Caccapride

 Questo post e quest'altro mi hanno fatto venire in mente quante volte anche io mi sono "limitata", trattenuta, censurata per paura di annoiare tutti con i discorsi sulle mie figlie e quante volte invece mi sono sorbita disquisizioni su motori e fumetti, problemi di cuore, smalti, shopping e scarpe senza che l'interlocutore di turno si sia mai chiesto se per caso l'argomento sviscerato fosse effettivamente di cosi alto interesse per me...
Seavessi ha avuto una bellissima idea per rivendicare tutte noi povere mamme alle prese con cacche e risvegli notturni...il caccapride day!

Le mamme se parlano di problemi da mamme rompono.
Seavessi non ci sta.
Le mamme rompono né più né meno degli altri.

Quindi posso dire di essere assolutamente, pateticamente, smielosamente orgogliosa anche io:
Di Marta che, alla mia domanda:"perche' vuoi sempre la mamma?" mi dice: "perche' tu sei mia!"
Di Marghe che fa la bocca a cavalluccio marino e  schiocca bacini
Di Marta che sgrida papa' quando lascia le luci accese e le cose fuori posto
Di Marghe che canta Aidi
Di Marta che abbraccia la sorellina dicendo baciamoci
Di Marghe che infila il ditino nell'ombelico della sorellona facendola ridere
Di entrambe che cantano e ballano il valzer del moscerino con alette e antennine da apina e farfalla, che camminano mano nella mano, che si aiutano reciprocamente a svestirsi al momento del bagnetto, che si infilano una nel letto dell'altra, che si abbracciano dentro la scatola dei lego, che giocano a cucu' da dietro i piattini colorati, che usano gli stampini dei biscotti come braccialetti, che si sistemano una per gamba e si fanno leggere le storie accoccolate su di me.

giovedì 8 marzo 2012

Quella carezza della sera e tempo di qualità

Intorno al fuoco, durante le serate del mio passato scout, qualche volta si cantava questa canzone, che in realtà non sembrava molto gettonata. Anche se un po’ malinconica mi dava un’ idea di grande tenerezza: un papà che torna da un lungo viaggio e che si dedica a giocare con il figlio invece che sprofondare in poltrona…
Non so per quale motivo mi sono sempre immaginata che questo papà dovesse essere appena tornato da un viaggio e non da una semplice giornata di lavoro; forse avendo dei genitori che al pomeriggio erano in casa non mi potevo certo immedesimare nella gioia di un bambino che riabbraccia il proprio genitore  dopo una giornata intera.
In verità leggendo il testo non riesco a capire bene quale sia in effetti la storia che si voleva raccontare ma forse il bello della canzone è che ognuno poi ci legge quello che vuole…
Tutto ciò mi è venuto in mente in questi giorni perché Marta, in ascensore, alla domanda di una signora “dov’è il tuo papà?” ha risposto non solamente che era a lavorare ma che appena tornato avrebbe prima giocato con loro e poi cenato.
Questa conversazione mi ha molto colpita perché in effetti papà arriva tardi, con la cena quasi nel piatto, ma riesce sempre a dedicare qualche minuto alle bimbe, magari facendosi inseguire per tutta la casa o giocando sul letto fino al reciproco sfinimento…anche se il tutto dura davvero poco è talmente intenso e divertente per le bimbe (e non solo per loro, in verità) da restare impresso come uno dei momenti principali della giornata.
Capisco allora questo concetto del “tempo di qualità” perché davvero nel caso di Marco in settimana la quantità non gioca a suo favore. 
Non importa allora se si può dedicare al gioco solo una breve parte della giornata, se anche noi riusciamo a divertirci e a tornare bambini loro lo sentono e apprezzano!

venerdì 2 marzo 2012

L'autostima prima di tutto

In macchina, mentre sistemo le bimbe sui seggiolini:
“Chi guida oggi?”
“Papà”
“Papà guida bene!”
“Ah, si? E la mamma come guida?”
“mmm…così così”

Dopo il bagnetto, al momento di asciugarle i capelli
“Chi vuoi che ti pettini?”
“Papà! Papà è bravo, la mamma non è tanto capace!”

Ieri sera, dentro la casetta di cartone della Pimpa, leggo le storie insieme alle bimbe.
Quando si stufano cerco di uscire dalla porticina facendo attenzione a non strappare tutto vista la fragilità della dimora Pimpesca
“Mamma non ci passi! Hai il culetto grande!!!”

Son soddisfazioni.

domenica 26 febbraio 2012

Piccola Grande

Ciao mia piccola  bimba grande,

che domani fai tre anni e ancora non ci sembra vero. Tu che quando non parli canti e quando non canti parli, che ridi arricciando il naso, che corri e salti, che ora mi abbracci forte e distribuisci bacini a tutti.
Il regalo piu' grande forse e' stato quello di aver trascorso questi giorni con il tuo zio preferito a cui non hai fatto altro che dire "bello zio!"...
In questo weekend hai soffiato le candeline e ti sei cantata tanti auguri sulla torta di cioccolato con un 3 fatto di mentine, come ti avevo promesso, ti sei trasformata in apina, hai fatto un puzzle difficile attorniata dai nonni e dalla nonna-bis e poi, sfinita, ti lamentavi "sono stanca".
Tu che adesso mi dici "senti una cosa, mamma", che mi racconti il tuo mondo, ora parlare insieme e' bello perche' mi ascolti stupita e so che ti ricorderai le cose che ti spiego.
Tu che stai diventando una vera sorellina maggiore di quella che chiami "la mia soella", che proteggi e sgridi, che cerchi e imiti di continuo.
Se mi guardo indietro mi rendo conto che ci abbiamo messo tanto impegno per diventare una mamma e una figlia, testarda io e ostinata tu, ma stamattina quando sei venuta a svegliarmi accarezzandomi le guance con le tue manine leggere ho pensato che la strada che abbiamo intrapreso e' quella giusta e che insieme andremo lontano.
Mano nella mano, sorridendo come fai tu sempre.

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martedì 21 febbraio 2012

Simpatia portami via

Una mattina come tante, aspettando l’ascensore che da casa mia porta giù alla strada principale, Marghe nel passeggino imbaccuccata nel copertone con cerniera, volgarmente detto “copri gambe”.
Una vecchietta come tante che, appena arrivata, lancia occhiate di terrore verso il passeggino.
“Ma cos’è? Un letto?”
“Ehm, no, è una specie di coperta che si aggiunge al passeggino”
Ma guarda te, che esagerazione!!! Ai miei tempi ce li portavamo in braccio, adesso avete tutti questi passeggini ingombranti, e ve li portate anche sugli autobus!”
“…eh, già” (Non prendo autobus quando son da sola, figuriamoci se provo a salirci con un passeggino!)
E adesso va a lavorare?!?”
“Ehm, si!”
“E certo! Ah, io non ho mai lavorato! Stavo a casa e mi crescevo i figli! Noi ci accontentavamo di poco sa? Ed eravamo più felici di voi! Questo è sicuro!”
….sorriso imbarazzato (Io ho i miei dubbi, soprattutto visto il tono incarognito che hai)

Il cortese “scambio” di opinioni è purtroppo terminato qui visto che l’ascensore a questo punto è arrivato giù e le nostre strade si son divise.