lunedì 13 febbraio 2012

La legge di Murphy di mamma e papà

Se esistesse una legge di Murphy dei genitori il primo punto direbbe:
"Non importa che tu stia accanto al letto di tuo figlio 1 minuto, mezz'ora o 2 ore  aspettando che si sia riaddormentato, stai pur certo che appena ti sdraierai finalmente nel tuo, lui comincerà a piangere di nuovo. "
Postilla al primo punto: " questo è tanto più vero quanto più freddo fa fuori dalle tue coperte"

Sarà che negli ultimi 3 mesi, complici due episodi di febbre e qualche dente nuovo di notte marghe ci sta facendo penare ma mi sento molto vicina al tema del mese di genitoricrescono.

Sin da quando erano piccole abbiamo cercato di far addormentare le bimbe nel loro letto, magari stando un pò vicino e poi allontanandoci pian piano in modo da abituarle ad essere "autonome". Devo dire che loro sono state sempre molto brave e grossi problemi di addormentamento e sonno non ne abbiamo mai avuti.  Questo però ha richiesto un grosso sacrificio da parte nostra anzi, mia (non per prendermi il merito, ma in effetti le cose stanno così....) che, durante alcuni periodi “ricchi” di risvegli notturni,  mi sono sempre fiondata nella loro cameretta cercando di farle riaddormentare magari prendendole anche in braccio (rigidi si, ma fino ad un certo punto!) senza cedere alla tentazione di portarle con noi nel letto.
Questo ha significato (e significa tutt’oggi) adattarsi a dormire sul divano, ai piedi del letto di Marta cercando di coprirsi bene per evitare una broncopolmonite, accartocciata sulla sedia....per essere loro vicine e "sedare" i pianti magari mettendo solo una mano sulla schiena per far sentire la mia presenza ma evitando di doversi alzare 4, 5, 6 volte per notte, proprio quando, come dicevo prima, mi sono appena infilata sotto le coperte e ho ripreso una temperatura corporea normale.....
Bisogna riconoscere al papà il grande aiuto che mi ha dato quando, appena nata Marghe, Marta ha espresso la sua gelosia svegliandosi più volte di notte: solo lui riusciva a calmarla, io mi agitavo e il risultato era disastroso.
Inoltre il suo intervento è sempre prezioso quando il pianto di una sveglia l'altra (molto raramente, per fortuna) o quando, presa dalla stanchezza e dall'esasperazione, perdo qualsiasi forma di ragionevolezza: ci pensa lui a riportarmi alla praticità. Tutte le volte che ho seguito il suo istinto non abbiamo mai sbagliato.

Nonostante la fatica sono convinta che questo atteggiamento funzioni e che, come diceva la mia ostetrica del cuore al consultorio, un sacrificio in più adesso si traduce in molti sacrifici in meno dopo. Sicuramente è fondamentale il fatto che io e Marco la pensiamo nello stesso modo e ci comportiamo in maniera simile. L’alleanza tra genitori non è utile solo per i bambini ma –forse anche di più- ai genitori stessi.


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