ma anche come Marta, Margherita e Matilde, i miei tre fiorellini e come Marco, il mio gigante buono!
lunedì 30 aprile 2012
Dulcis in fundo...papà!!!
La mia recente trasferta marsigliese mi ha dato un bello spunto per riflettere sull' argomento proposto per il tema del mese di Genitoricrescono: Papà!!! (pronunciato con trasporto e passione, come farebbero le mie due marmocchie).
Non che ci fosse bisogno di andar via due giorni per confermare le sue doti di massaio provetto però questa è stata la prima volta che Marco restava da solo con entrambe le bimbe per un tempo cosi lungo.
Devo ammettere che sono partita piuttosto preoccupata perchè gestirne due, cosi piccole, richiede molta organizzazione, 100 occhi, 200 braccia e 300 orecchie...ma per fortuna le mie paranoie da madre-chioccia-pianificatrice sono state presto sedate.
Con un pò di aiuto da parte dei nonni se l'è cavata benissimo, a riprova del fatto che se io prendessi la gestione con più serenità mi stresserei molto meno e le cose andrebbero bene ugualmente.
Come ho avuto modo di dire ai colleghi che erano con me, posso definirmi "emancipata" solo perchè ho un marito "emancipato", che fin da subito ha diviso con me la gestione della casa e delle bambine, che non si è limitato a cambiare pannolini ma che si interessa e discute tutto quello che riguarda l'educazione, le regole, le esigenze e la crescita delle proprie figlie.
Un uomo che riesca a liberarsi dalla figura paterna vecchio stampo, dal pensiero-ancora radicato in molti-che certe cose le debbano proprio fare le donne, un padre che accetti la fatica e l'impegno anche mentale di occuparsi dei figli non contribuisce semplicemente a sollevare la mamma da qualche incombenza. Penso che questo nuovo modo di porsi all'interno della famiglia possa veramente aumentare l'armonia nel vivere la quotidianità, la stima dei figli nei confronti di un padre che si interessa delle loro vite e dei problemi, possa rappresentare comunque un arricchimento anche per l'uomo stesso che riesce a dare un senso maggiore al suo "portare lo stipendio a casa".
Credo che il cambiamento della figura paterna non stia solamente nella collaborazione pratica ma sopratutto nella condivisione della crescita dei figli: discutendo con Marco mi accorgo che la visione dei papà è sempre molto diretta, semplice e razionale, molto radicata a ciò che sta accadendo nel momento presente, priva di tutte le ansie con cui noi mamme infarciamo gli avvenimenti, del nostro proiettarci nel futuro che contribuisce a ingrandire i problemi.
Impegnandomi ad affidarmi più spesso al suo modo di affrontare i problemi mi accorgo che molte volte le cose effettivamente si risolvono senza tutte quelle terribili conseguenze che mi ero immaginata...
Questo post partecipa al blogstorming
giovedì 19 aprile 2012
M come Marsiglia
L'odore forte del porto, i rumori e il colore bianco che ti fanno sentire a casa, una lingua che ti era ostica e che pian piano si insinua nelle orecchie, i colleghi che diventano semplicemente amici con cui passare una serata di chiacchiere, un tailleur rimasto tanto tempo nell'armadio ma che ancora ti dà soddisfazioni, un buffet in cui c'è poco da abbuffarsi, mashmallows e liquirizie che ti fanno inorridire ma che tanto piacerebbero a qualcuno che nel frattempo sta sfoderando il kit del papà multitasking.
Libertà inaspettatamente leggera, senza sensi di colpa anche se non si può più viverla come quando loro non c'erano, pensiero costante ma sereno, voglia di riempirsi gli occhi e tornare piena di ricordi da sfoderare al momento giusto...
Una giostra antica, profumo di sapone, balconi in ferro battuto, una cattedrale dai colori familiari, tanti papà in giro con i propri figli.
Telefonate rapide, tenere, surreali
"mamma? lalla...lalla...lalla!"
"mamma, la mia soella non ha mangiato la frittata"...
Ritorno di soppiatto per non svegliare chi dovrebbe dormire ma invece ti aspetta, ti abbraccia con uno sguardo e ride con gli occhi, la bocca e la pancia...e poi può tornare nel lettino con la sua bambola.
Una piccola che dorme beata e che si stropiccia gli occhi dopo un carezza.
Un papà stanco ma felice che cucina per te e realizza quanto può essere bello avere due marmocchie tutte per sè.
Libertà inaspettatamente leggera, senza sensi di colpa anche se non si può più viverla come quando loro non c'erano, pensiero costante ma sereno, voglia di riempirsi gli occhi e tornare piena di ricordi da sfoderare al momento giusto...
Una giostra antica, profumo di sapone, balconi in ferro battuto, una cattedrale dai colori familiari, tanti papà in giro con i propri figli.
Telefonate rapide, tenere, surreali
"mamma? lalla...lalla...lalla!"
"mamma, la mia soella non ha mangiato la frittata"...
Ritorno di soppiatto per non svegliare chi dovrebbe dormire ma invece ti aspetta, ti abbraccia con uno sguardo e ride con gli occhi, la bocca e la pancia...e poi può tornare nel lettino con la sua bambola.
Una piccola che dorme beata e che si stropiccia gli occhi dopo un carezza.
Un papà stanco ma felice che cucina per te e realizza quanto può essere bello avere due marmocchie tutte per sè.
venerdì 13 aprile 2012
Lasciateli annoiare!
Da qualche settimana a questa parte, per strada, mi imbatto in alcuni volantini che sponsorizzano non la solita festa organizzata ma la festa di compleanno con LABORATORIO!
Per una modica cifra che aumenta quanti più bambini partecipano viene offerta un'ora di attività sottoforma di laboratorio, appunto, e... il taglio della torta. (che già da solo mi lascia allibita!)
Ora, mi sorgono varie domande e considerazioni...
Sorvolando sull'opportunità di festeggiare ogni compleanno con una festa organizzata, affittando una sala e invitando tanti bambini ecc...ecc..., quello che proprio mi lascia perplessa è questa esigenza-dei genitori, della società, degli adulti in generale- di organizzare ogni singolo minuto del tempo dei nostri bambini, come se la noia fosse una malattia da cui proteggerli e, nel contempo, di inculcar loro a tutti i costi qualcosa.
Al di la del fatto che adesso pagherei per annoiarmi qualche ora anche io, credo che cercando di riempire freneticamente le giornate ai nostri figli non li proteggiamo dalla noia ma impediamo loro di imparare a gestirla; Proponendo attività e passatempi di ogni tipo non lasciamo spazio alla loro fantasia, non li mettiamo in grado di inventarsi quello che più piace per riempire i "tempi morti" (che termine orribile!) che, inevitabilmente, prima o poi faranno l'esperienza di vivere.
Sono circondata da mamme stressate di figli stressati che, tra sport, compiti e corsi vari non hanno il tempo di giocare (parola delle suddette mamme!)
Noi ci annoiavamo ma ci sforzavamo anche di riempire questo tempo che certi pomeriggi sembrava non passare; Abbiamo inventato giochi, altri ci sono magari stati suggeriti, qualche ora di troppo davanti alla televisione sicuramente l'abbiamo passata....ma io non ricordo di essere stata stressata da bambina!
La seconda questione che mi lascia ancor più perplessa è legata al dover insegnare sempre più cose e sempre più precocemente ai nostri bambini. Noi ancora ne siamo esenti, avendo le bimbe troppo piccole...ma ogni giorno mi arrivano voci di corsi di teatro, lingue e musica anche per piccolissimi...e quel che è peggio è che a volte non ci si può esimere dal frequentarli!
Se da una parte vogliamo bambini che a tre anni contano fino a 30, che a cinque anni già leggono e scrivono, che alle elementari imparano la seconda e terza lingua quando poi arriva il momento in cui è giusto che facciano tutte queste cose, che si applichino, che si sforzino per imparare allora, al contrario, si cerca in tutti i modi di giustificarli se per caso proprio non ne vogliono sapere di studiare.
Non è che, bombardati come sono fin da pochi anni di vita, arrivano "scoppiati" alla soglia delle elementari?
Non potremmo lasciarli tranquilli semplicemente a giocare finchè possono?
Per una modica cifra che aumenta quanti più bambini partecipano viene offerta un'ora di attività sottoforma di laboratorio, appunto, e... il taglio della torta. (che già da solo mi lascia allibita!)
Ora, mi sorgono varie domande e considerazioni...
Sorvolando sull'opportunità di festeggiare ogni compleanno con una festa organizzata, affittando una sala e invitando tanti bambini ecc...ecc..., quello che proprio mi lascia perplessa è questa esigenza-dei genitori, della società, degli adulti in generale- di organizzare ogni singolo minuto del tempo dei nostri bambini, come se la noia fosse una malattia da cui proteggerli e, nel contempo, di inculcar loro a tutti i costi qualcosa.
Al di la del fatto che adesso pagherei per annoiarmi qualche ora anche io, credo che cercando di riempire freneticamente le giornate ai nostri figli non li proteggiamo dalla noia ma impediamo loro di imparare a gestirla; Proponendo attività e passatempi di ogni tipo non lasciamo spazio alla loro fantasia, non li mettiamo in grado di inventarsi quello che più piace per riempire i "tempi morti" (che termine orribile!) che, inevitabilmente, prima o poi faranno l'esperienza di vivere.
Sono circondata da mamme stressate di figli stressati che, tra sport, compiti e corsi vari non hanno il tempo di giocare (parola delle suddette mamme!)
Noi ci annoiavamo ma ci sforzavamo anche di riempire questo tempo che certi pomeriggi sembrava non passare; Abbiamo inventato giochi, altri ci sono magari stati suggeriti, qualche ora di troppo davanti alla televisione sicuramente l'abbiamo passata....ma io non ricordo di essere stata stressata da bambina!
La seconda questione che mi lascia ancor più perplessa è legata al dover insegnare sempre più cose e sempre più precocemente ai nostri bambini. Noi ancora ne siamo esenti, avendo le bimbe troppo piccole...ma ogni giorno mi arrivano voci di corsi di teatro, lingue e musica anche per piccolissimi...e quel che è peggio è che a volte non ci si può esimere dal frequentarli!
Se da una parte vogliamo bambini che a tre anni contano fino a 30, che a cinque anni già leggono e scrivono, che alle elementari imparano la seconda e terza lingua quando poi arriva il momento in cui è giusto che facciano tutte queste cose, che si applichino, che si sforzino per imparare allora, al contrario, si cerca in tutti i modi di giustificarli se per caso proprio non ne vogliono sapere di studiare.
Non è che, bombardati come sono fin da pochi anni di vita, arrivano "scoppiati" alla soglia delle elementari?
Non potremmo lasciarli tranquilli semplicemente a giocare finchè possono?
mercoledì 11 aprile 2012
Anche la mamma impara
Durante queste vacanze la mamma ha imparato:
1. Che a volte anche papà ha ragione: partire, nonostante il trasloco che ne deriva, vuol dire riposarsi perchè non c'è proprio niente da stirare, pulire, risistemare ma ci si deve solo arrendere a leggere sul divano come da tempo non si faceva più.
2. Che l'aria di montagna volatilizza (o quasi) i capricci...non ha ancora capito se il motivo è da ricercare nel fatto di avere mamma e papà a disposizione tutto il giorno o nell'aria rarefatta che dà alla testa...
3. Che le bolle di sapone possono risolvere un pomeriggio sui prati.
4. Che il mare è una coperta di lana blu e azzurra stesa sul lettone sulla quale tuffarsi urlando "splash". Anche se fuori c'è il temporale.
5. Che è un pò dipendente da internet ma non a livelli preoccupanti come pensava.
6. Che cucinare tutto il pomeriggio può scacciare il suo malumore.
7. Che certe volte Qualcuno ti acchiappa per i capelli e ti porta dove dice Lui, perchè avevi fatto passare davvero troppo tempo.
8. Che avere sempre tutto programmato qualche volta è più stressante dell'improvvisazione.
1. Che a volte anche papà ha ragione: partire, nonostante il trasloco che ne deriva, vuol dire riposarsi perchè non c'è proprio niente da stirare, pulire, risistemare ma ci si deve solo arrendere a leggere sul divano come da tempo non si faceva più.
2. Che l'aria di montagna volatilizza (o quasi) i capricci...non ha ancora capito se il motivo è da ricercare nel fatto di avere mamma e papà a disposizione tutto il giorno o nell'aria rarefatta che dà alla testa...
3. Che le bolle di sapone possono risolvere un pomeriggio sui prati.
4. Che il mare è una coperta di lana blu e azzurra stesa sul lettone sulla quale tuffarsi urlando "splash". Anche se fuori c'è il temporale.
5. Che è un pò dipendente da internet ma non a livelli preoccupanti come pensava.
6. Che cucinare tutto il pomeriggio può scacciare il suo malumore.
7. Che certe volte Qualcuno ti acchiappa per i capelli e ti porta dove dice Lui, perchè avevi fatto passare davvero troppo tempo.
8. Che avere sempre tutto programmato qualche volta è più stressante dell'improvvisazione.
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