Quattro pinguini che da mesi mi chiedi di mettere sulla tua torta
Quattro, come i tuoi nomignoli: in principio Martoli, poi Martolina, Martoletta e Martolotti e li abbiamo declinati tutti, alla faccia del nome corto ("così nessuno lo può abbreviare e storpiare")
Quattro, come il giorno di Luglio in cui abbiamo avuto la certezza che eri con noi
Quattro, gli anni passati da quel giorno, nove mesi più tardi, da quel mattino in cui ti dissi "oggi si nasce" e tu, già con un altissimo senso del dovere, mi hai obbedita subito
Quattro come tre più uno o due più due, i conti che fai giocando con i mandarini sulla tavola
Quattro, le parole che mi vengono in mente pensandoti: Solare, precisa, canterina, affettuosa
Quattro come le tue amiche del cuore
Quattro, abbracciati di notte in quel lettino che è stato il mio: tu, la bambola Francesca, il coniglio Aieie e il cane Chinocane
Auguri allora, fatina della festa -come ti sei autodefinita domenica scorsa-, bimba grande di mamma e papà, tenerina -come ti piace farti chiamare-, occhioni spalancati e sorriso grande
Auguri e grazie per essere così cristallina, ingenua, buona e generosa con tutti, grazie per avermi insegnato ad ascoltarti, a pazientare, a fare anche io un passo indietro per far emergere te.
Grazie perchè in questi quattro anni ho capito che, davvero, la vita non è nelle nostre mani e che anche le cose inaspettate sono splendide
ma anche come Marta, Margherita e Matilde, i miei tre fiorellini e come Marco, il mio gigante buono!
mercoledì 27 febbraio 2013
lunedì 18 febbraio 2013
Educare (non) è facile
Oggi pomeriggio abbiamo avuto il colloquio con le maestre di Marghe; Ovviamente non si è parlato solo di lei ma anche di Marta, che loro hanno avuto l'anno scorso, e del rapporto tra le sorelle.
Quasi un'ora di chiacchiere che mi hanno portato a fare diverse riflessioni.
Educare -per l'esperienza di questi primi anni di vita- è facile. Alcune regole, ben chiare e facilmente assimilabili, su cui bisogna essere piuttosto fermi; Cercare di essere compatti e concordi sempre, di fronte al bambino (salvo poi discutere fino ad ore improbabili la sera...); Affrontare i "terrible two" come una fase più o meno lunga ma comunque passeggera, in cui più che attuare un braccio di ferro con il bambino bisognerebbe cercare di mettersi dal suo punto vista, senza però cedere al ricatto del capriccio (si, anche nel negozio pieno di gente dove tutti mi guardano come se fossi una madre snaturata!); Infine, cosa che mi piace più di tutte, cercare di ascoltare, di mettersi nei panni dei propri figli, sintonizzarsi su loro, capire cosa c'è dietro ad un certo comportamento, farsi piccoli piccoli come loro...
Educare però è davvero difficile! Difficile per me non alzare la voce all'ennesimo capriccio ma cercare di mantenere quella calma zen di cui Marco è campione indiscusso; Molto complicato non cedere alla stanchezza, ai commenti delle persone, alla fretta della quotidianità che porterebbe spesso ad assecondare un capriccio pur di calmare le urla o l'insistenza di una richiesta; Pensandoci, mi sembra una cosa più grande di me l'immedesimarmi nei caratteri già così diversi delle mie bimbe, cercare di cogliere le sfumature di tutto quello che c'è dietro a certi comportamenti, guidarle senza forzarle, accompagnarle senza imporre le mie aspettative, educarle secondo i nostri principi e lasciarle libere di scegliere...
Quello che mi è piaciuto è stato il confronto aperto e sincero con le maestre con le quali, per fortuna ci troviamo concordi su moltissimi aspetti; Parlando con loro mi è sembrato che tutti i puntini si allineassero a formare una bella riga dritta...siamo sulla strada giusta, facile no?
Si, ma che sfida!
Quasi un'ora di chiacchiere che mi hanno portato a fare diverse riflessioni.
Educare -per l'esperienza di questi primi anni di vita- è facile. Alcune regole, ben chiare e facilmente assimilabili, su cui bisogna essere piuttosto fermi; Cercare di essere compatti e concordi sempre, di fronte al bambino (salvo poi discutere fino ad ore improbabili la sera...); Affrontare i "terrible two" come una fase più o meno lunga ma comunque passeggera, in cui più che attuare un braccio di ferro con il bambino bisognerebbe cercare di mettersi dal suo punto vista, senza però cedere al ricatto del capriccio (si, anche nel negozio pieno di gente dove tutti mi guardano come se fossi una madre snaturata!); Infine, cosa che mi piace più di tutte, cercare di ascoltare, di mettersi nei panni dei propri figli, sintonizzarsi su loro, capire cosa c'è dietro ad un certo comportamento, farsi piccoli piccoli come loro...
Educare però è davvero difficile! Difficile per me non alzare la voce all'ennesimo capriccio ma cercare di mantenere quella calma zen di cui Marco è campione indiscusso; Molto complicato non cedere alla stanchezza, ai commenti delle persone, alla fretta della quotidianità che porterebbe spesso ad assecondare un capriccio pur di calmare le urla o l'insistenza di una richiesta; Pensandoci, mi sembra una cosa più grande di me l'immedesimarmi nei caratteri già così diversi delle mie bimbe, cercare di cogliere le sfumature di tutto quello che c'è dietro a certi comportamenti, guidarle senza forzarle, accompagnarle senza imporre le mie aspettative, educarle secondo i nostri principi e lasciarle libere di scegliere...
Quello che mi è piaciuto è stato il confronto aperto e sincero con le maestre con le quali, per fortuna ci troviamo concordi su moltissimi aspetti; Parlando con loro mi è sembrato che tutti i puntini si allineassero a formare una bella riga dritta...siamo sulla strada giusta, facile no?
Si, ma che sfida!
mercoledì 13 febbraio 2013
Il claaaun
"Lalla, vuoi che ci insegno la poesia del claaun?"
"..."
"Ripeti insieme a me: il claaaun -che vuol dire paiaccio in inglese- il claaaun, buffo amico dei bambiiini, ride e schersa coi picciiini
"..."
"Lalla, dici insieme a me: il claaaun, buffo amico dei bambiiini, ride e schersa coi picciiini, di sorridere mai sei stanco...Lalla!"
"si, si"
"Vuoi dire insieme a me ilclaunbuffoamicodeibambini?"
"si, si"
"Allora: mai sei stanco, io ti guardo con incanto....il claaaun..."
"..."
"Lalla! il claaun...risate squillanti, applausi stroscianti, faccette ridenti..."
"Uffa!"
"Mamma, la dici tu insieme a me? Lalla non ha capito!"
"Va bene, dai. Il clown, buffo..."
Alza la testa dal disegno e, con aria scocciata: "State un po' gitte voi due!"
"..."
"Ripeti insieme a me: il claaaun -che vuol dire paiaccio in inglese- il claaaun, buffo amico dei bambiiini, ride e schersa coi picciiini
"..."
"Lalla, dici insieme a me: il claaaun, buffo amico dei bambiiini, ride e schersa coi picciiini, di sorridere mai sei stanco...Lalla!"
"si, si"
"Vuoi dire insieme a me ilclaunbuffoamicodeibambini?"
"si, si"
"Allora: mai sei stanco, io ti guardo con incanto....il claaaun..."
"..."
"Lalla! il claaun...risate squillanti, applausi stroscianti, faccette ridenti..."
"Uffa!"
"Mamma, la dici tu insieme a me? Lalla non ha capito!"
"Va bene, dai. Il clown, buffo..."
Alza la testa dal disegno e, con aria scocciata: "State un po' gitte voi due!"
domenica 10 febbraio 2013
Da sempre
Conoscersi da sempre e non conoscersi per niente
Incontrarsi casualmente dopo anni e rivedersi da li in poi ...volutamente
La paura per una strada che si apriva davanti, una scottatura troppo fresca alle spalle, piccoli passi che fanno intravvedere una luce nuova
Il timore che si scioglie in primavera, prendersi per mano con occhi increduli e girarsi a guardare lontano
Dieci anni conservati in un biglietto del cinema nascosto nel portafoglio, che ogni volta mi fa sorridere e ripensare al sole nuovo di quella primavera, ai colori e agli angoli della nostra città esplorati insieme, alle mimose in tasca, ai gabbiani, ad un libro letto per fargli piacere
Dieci anni quest'anno, domani, da quel timido inizio.
Incontrarsi casualmente dopo anni e rivedersi da li in poi ...volutamente
La paura per una strada che si apriva davanti, una scottatura troppo fresca alle spalle, piccoli passi che fanno intravvedere una luce nuova
Il timore che si scioglie in primavera, prendersi per mano con occhi increduli e girarsi a guardare lontano
Dieci anni conservati in un biglietto del cinema nascosto nel portafoglio, che ogni volta mi fa sorridere e ripensare al sole nuovo di quella primavera, ai colori e agli angoli della nostra città esplorati insieme, alle mimose in tasca, ai gabbiani, ad un libro letto per fargli piacere
Dieci anni quest'anno, domani, da quel timido inizio.
martedì 5 febbraio 2013
Piccolalla
PiccoLalla, il nuovo soprannome che ti ha dato la tua sorellona.
Piccola-Lalla, come ti chiamò il secondo giorno che ti vide in quella culletta d'ospedale.
Piccola, che dormi ancora con le gambe piegate a ranocchia e i pugnetti chiusi come i bimbi neonati, che hai il profilo rotondo e panciuto, i piedi cicci e le guance piene.
Piccola ma forte quando ridi sotto il ciuccio nonostante la febbre a 40, piccola e grande quando vuoi vestirti da sola, piccola piccola quando ti accoccoli abbandonata tra le braccia di papà.
Piccola ma risoluta se discuti con Marta, tenera quando giochi e fai le vocine, donnina quando maneggi con destrezza il passeggino pieno dei tuoi bimbi.
Piccola intellettuale quando leggi a te stessa i libri e, ad ogni pagina, ricominci dicendo: "un giolno..."
Piccolina mia, che ormai sei troppo pesante da tenere in braccio e stai diventando lunga lunga anche tu, che segui la strada tracciata dalla tua Matta e questo ti ha resa indipendente, sveglia e dagli occhi furbi
Mi accorgo che una parte di me vorrebbe tenerti ancora così, piccina e paffuta...
Ancora per un po'...piccolalla.
Piccola-Lalla, come ti chiamò il secondo giorno che ti vide in quella culletta d'ospedale.
Piccola, che dormi ancora con le gambe piegate a ranocchia e i pugnetti chiusi come i bimbi neonati, che hai il profilo rotondo e panciuto, i piedi cicci e le guance piene.
Piccola ma forte quando ridi sotto il ciuccio nonostante la febbre a 40, piccola e grande quando vuoi vestirti da sola, piccola piccola quando ti accoccoli abbandonata tra le braccia di papà.
Piccola ma risoluta se discuti con Marta, tenera quando giochi e fai le vocine, donnina quando maneggi con destrezza il passeggino pieno dei tuoi bimbi.
Piccola intellettuale quando leggi a te stessa i libri e, ad ogni pagina, ricominci dicendo: "un giolno..."
Piccolina mia, che ormai sei troppo pesante da tenere in braccio e stai diventando lunga lunga anche tu, che segui la strada tracciata dalla tua Matta e questo ti ha resa indipendente, sveglia e dagli occhi furbi
Mi accorgo che una parte di me vorrebbe tenerti ancora così, piccina e paffuta...
Ancora per un po'...piccolalla.
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Margherita,
Quello che non voglio dimenticare
domenica 3 febbraio 2013
Motivatrice
In bagno.
"Dai, dai, dai culetto!!! Daiiiiiiiii esci!"
Marghe cercava di motivare una produzione difficile.
Senza successo, almeno per stasera.
"Dai, dai, dai culetto!!! Daiiiiiiiii esci!"
Marghe cercava di motivare una produzione difficile.
Senza successo, almeno per stasera.
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