Lo abbiamo scoperto per caso, una mattina andando all'asilo: fischiettava tranquillo sul bordo di un cancello e con la sua testa a scatti guardava un po' noi e un po' in giro.
Poi un'altra mattina vicino alla chiesa e ancora un' altra volta quasi dal portone del nostro palazzo.
Era li che osservava curioso quel lunedì che le bimbe sono uscite prima, qualche volta ci ha accompagnate con piccoli voletti fino a casa dei nonni.
Un giorno ha rischiato di finire sotto le ruote della nostra macchina ma una frenata provvidenziale gli ha permesso di scappare via.
Un pomeriggio ci ha scovate all'uscita della piscina e noi tutte stupite a chiederci come facesse a sapere che eravamo proprio li.
Ogni giorno si faceva trovare e salutare, ci guardava con quegli occhi curiosi e volava via prima di farsi avvicinare..
...lui, il merlo Pietro-come l'ha ribattezzato Margherita-riuscirà a trovare le sue due amiche che da una settimana non escono più dallo stesso portone ma corrono verso l'asilo da una strada diversa?
ma anche come Marta, Margherita e Matilde, i miei tre fiorellini e come Marco, il mio gigante buono!
lunedì 30 marzo 2015
mercoledì 18 marzo 2015
Addio, addio.
Addio casetta, prima culla della nostra neonata famiglia
Addio vista imprendibile come era scritto sull'annuncio del giornale, addio finestra grande della camera da letto che mi hai fatta innamorare, che ci hai regalato tramonti rosa e viola, fuochi d'artificio a fine anno e volo di rondini nelle sere di settembre
Addio poggiolo lungo nel quale le bimbe hanno passato i loro primi pomeriggi d'estate, su cui hanno imparato ad andare in bici e sui pattini. Addio poggiolo corto che hai ospitato le nostre cene, stretti stretti ma baciati dall'ultimo sole che si ciuffava dietro il monte
Addio corridoio odiato da noi grandi per tutto lo spazio sprecato ma amato dalle bimbe per le corse e le passeggiate con i passeggini, addio a te che hai assistito ai primi passi incerti, ai giochi divertenti con papà che camminava portandole nelle bustone di stoffa della spesa, una di qua e l'altra di là...e la mamma che, guardandole, invidiava molto tutto quel divertimento
Addio cucina, che hai assistito ai miei primi piatti bruciati, insipidi, troppo caldi, troppo freddi, che mi hai accompagnata nella preparazione delle innumerevoli torte, che sei stata invasa dal profumino del pane appena cotto di prima mattina.
Addio anche a te, senza rimpianto, bagno dalle piastrelle imbarazzanti, che hai assistito a infiniti cambi di pannolini, sveglie notturne, pipì nel vasino e cadute di dentini
Addio cameretta che all'inizio eri una sala e hai accolto i nostri ospiti prima che le voci chiassose si tramutassero in piccoli vagiti; Il divano che rendeva comode le nostre serate davanti alla tv ha dovuto fare spazio ad una culla e poi ad un lettino e poi a due; I primi mesi da mamma ad allattare nel silenzio della notte, guardando tutta quella vita che anche a notte fonda animava la strada, a spiare luci accese in lontananza e sentirsi meno sola immaginando dall'altra parte della finestra un'altra mamma assonnata con un piccolo fagotto affamato in braccio
Addio addio casa piena, allegra e chiassosa, addio silenzio serale scandito dai loro piccoli respiri pesanti, addio vicini molesti e permalosi, addio vicini gentili e premurosi
Addio ascensore che adesso ci mancherai già dopo la prima rampa a piedi, addio vento gelido ogni mattina dietro la curva della strada, addio uccellini che ci svegliavate con il vostro cinguettio
Addio ad un pezzo di vita
Addio, addio.
Addio vista imprendibile come era scritto sull'annuncio del giornale, addio finestra grande della camera da letto che mi hai fatta innamorare, che ci hai regalato tramonti rosa e viola, fuochi d'artificio a fine anno e volo di rondini nelle sere di settembre
Addio poggiolo lungo nel quale le bimbe hanno passato i loro primi pomeriggi d'estate, su cui hanno imparato ad andare in bici e sui pattini. Addio poggiolo corto che hai ospitato le nostre cene, stretti stretti ma baciati dall'ultimo sole che si ciuffava dietro il monte
Addio corridoio odiato da noi grandi per tutto lo spazio sprecato ma amato dalle bimbe per le corse e le passeggiate con i passeggini, addio a te che hai assistito ai primi passi incerti, ai giochi divertenti con papà che camminava portandole nelle bustone di stoffa della spesa, una di qua e l'altra di là...e la mamma che, guardandole, invidiava molto tutto quel divertimento
Addio cucina, che hai assistito ai miei primi piatti bruciati, insipidi, troppo caldi, troppo freddi, che mi hai accompagnata nella preparazione delle innumerevoli torte, che sei stata invasa dal profumino del pane appena cotto di prima mattina.
Addio anche a te, senza rimpianto, bagno dalle piastrelle imbarazzanti, che hai assistito a infiniti cambi di pannolini, sveglie notturne, pipì nel vasino e cadute di dentini
Addio cameretta che all'inizio eri una sala e hai accolto i nostri ospiti prima che le voci chiassose si tramutassero in piccoli vagiti; Il divano che rendeva comode le nostre serate davanti alla tv ha dovuto fare spazio ad una culla e poi ad un lettino e poi a due; I primi mesi da mamma ad allattare nel silenzio della notte, guardando tutta quella vita che anche a notte fonda animava la strada, a spiare luci accese in lontananza e sentirsi meno sola immaginando dall'altra parte della finestra un'altra mamma assonnata con un piccolo fagotto affamato in braccio
Addio addio casa piena, allegra e chiassosa, addio silenzio serale scandito dai loro piccoli respiri pesanti, addio vicini molesti e permalosi, addio vicini gentili e premurosi
Addio ascensore che adesso ci mancherai già dopo la prima rampa a piedi, addio vento gelido ogni mattina dietro la curva della strada, addio uccellini che ci svegliavate con il vostro cinguettio
Addio ad un pezzo di vita
Addio, addio.
giovedì 12 marzo 2015
Sei entrata qui
Sei entrata qui con il tuo bellissimo vestito color champagne (o almeno così ti avevano detto si chiamasse quel colore non perfettamente bianco), in braccio al tuo fresco marito tra gli sguardi pettegoli e curiosi delle tue neo-vicine di sopra; ne uscirai in maniera molto meno romantica, con in mano scatole e sacchetti, probabilmente qualcuno anche di rumenta.
Sei entrata qui e pensavi di saper fare (quasi) tutto...ma un marito esigente ti ha smontato le certezze culinarie facendoti imparare il giusto ordine con cui si aggiungono gli ingredienti durante la preparazione del sugo, la lavatrice ti ha restituito asciugamani multicolori, maglie ristrette, calzini spaiati, il ferro da stiro ha vinto la sua battaglia e ancora non sai impiegare meno di 20 minuti per stirare una camicia, la pentola a pressione ti ha convinta che non è proprio il caso di cuocerci i fagioli dentro se non vuoi ritrovarteli sparsi per tutta la cappa dopo l'esplosione della valvola di sicurezza.
Però consolati: ora sei molto più veloce a fare tutto e sai calcolare benissimo il tempo che ci vorrà a fare le faccende da brava massaia così da non rimanere più con gli stracci in mano e gli ospiti alla porta.
Sei entrata e l'ansia da prestazione ti pervadeva ogni volta che c'era qualcuno a cena, avevi bisogno di vari giorni di preavviso e il menù era studiato e calcolato nei minimi dettagli. Ora butti una tovaglia e qualche piatto, improvvisi un polpettone con molto formaggio che dà il buon sapore, con il minimo sforzo ti godi la vita.
Sei entrata e non sapevi se e quando saresti diventata mamma, non sapevi se mai sarebbe arrivata una femmina, come tanto desideravi: hai scoperto che la vita a volte si diverte a prendersi gioco di te ("piuttosto che non averne preferirei arrivassero in un momento "sbagliato") ma che quella frase la ripeteresti un milione di volte ancora e che non c'è stato momento migliore di quello.
Esci da questa casa preceduta da due piccole donnine che canticchiano e sorridono sempre, che ancora giocano a chiamare l'ascensore con la voce, che fanno a gara per accendere la luce nelle scale, che giocano davanti allo specchio del portone facendo le facce buffe.
Sei entrata qui ed era tutto silenzioso, ordinato, preciso. Esci adesso e ti porti dietro una bella confusione.
Siete entrati in due e non sapevate quanto tempo ci avreste passato, dopo sette anni uscite in quattro ma non passerà giorno, credo, che dalla strada lo sguardo non si alzi verso queste finestre.
Sei entrata qui e pensavi di saper fare (quasi) tutto...ma un marito esigente ti ha smontato le certezze culinarie facendoti imparare il giusto ordine con cui si aggiungono gli ingredienti durante la preparazione del sugo, la lavatrice ti ha restituito asciugamani multicolori, maglie ristrette, calzini spaiati, il ferro da stiro ha vinto la sua battaglia e ancora non sai impiegare meno di 20 minuti per stirare una camicia, la pentola a pressione ti ha convinta che non è proprio il caso di cuocerci i fagioli dentro se non vuoi ritrovarteli sparsi per tutta la cappa dopo l'esplosione della valvola di sicurezza.
Però consolati: ora sei molto più veloce a fare tutto e sai calcolare benissimo il tempo che ci vorrà a fare le faccende da brava massaia così da non rimanere più con gli stracci in mano e gli ospiti alla porta.
Sei entrata e l'ansia da prestazione ti pervadeva ogni volta che c'era qualcuno a cena, avevi bisogno di vari giorni di preavviso e il menù era studiato e calcolato nei minimi dettagli. Ora butti una tovaglia e qualche piatto, improvvisi un polpettone con molto formaggio che dà il buon sapore, con il minimo sforzo ti godi la vita.
Sei entrata e non sapevi se e quando saresti diventata mamma, non sapevi se mai sarebbe arrivata una femmina, come tanto desideravi: hai scoperto che la vita a volte si diverte a prendersi gioco di te ("piuttosto che non averne preferirei arrivassero in un momento "sbagliato") ma che quella frase la ripeteresti un milione di volte ancora e che non c'è stato momento migliore di quello.
Esci da questa casa preceduta da due piccole donnine che canticchiano e sorridono sempre, che ancora giocano a chiamare l'ascensore con la voce, che fanno a gara per accendere la luce nelle scale, che giocano davanti allo specchio del portone facendo le facce buffe.
Sei entrata qui ed era tutto silenzioso, ordinato, preciso. Esci adesso e ti porti dietro una bella confusione.
Siete entrati in due e non sapevate quanto tempo ci avreste passato, dopo sette anni uscite in quattro ma non passerà giorno, credo, che dalla strada lo sguardo non si alzi verso queste finestre.
Etichette:
About me,
famiglia,
Quello che non voglio dimenticare,
ricordi
lunedì 9 marzo 2015
Questione di coordinazione
Mattina presto.
La mamma si cambia e Marghe si intrufola zitta zitta in camera.
Nota subito che la biancheria della mamma non è assolutamente "coordinata" e, con le sue solite manine a paletta esclama: "ma mamma! il sopra e il sotto devi metterli dello stesso colore!"
Questa non l'ha presa certo da me.
La mamma si cambia e Marghe si intrufola zitta zitta in camera.
Nota subito che la biancheria della mamma non è assolutamente "coordinata" e, con le sue solite manine a paletta esclama: "ma mamma! il sopra e il sotto devi metterli dello stesso colore!"
Questa non l'ha presa certo da me.
mercoledì 4 marzo 2015
Ore contate
"Mamma, quanto manca alla nonna bis?"
"Quanto manca in che senso, Marta?"
"Quanto manca a che vada in cielo?"
"Quanto manca in che senso, Marta?"
"Quanto manca a che vada in cielo?"
Iscriviti a:
Post (Atom)