venerdì 17 maggio 2013

Crescendo...

Ciao bimba morbida,
ogni giorno che passa ti vedo perdere quell'aspetto da piccola panciuta e paffutella, i tuoi polsi non sono più solcati dalle righe di ciccia e anche i buchini sulle nocche stanno scomparendo; piano piano stai diventando anche tu dritta su quelle gambette che fino a qualche mese fa erano ancora un po' storte e grassottelle...
Ormai parli e ti spieghi bene, se non fosse che sostituisci le s con f, e le r con le l, facendo assomigliare la tua parlata a quella di un puffo cinese; d'altra parte è ormai noto che i tuoi piedi puffano, come più volte verifichi afferrando la caviglia e portandotela al naso come quando da piccola ti ciucciavi l'alluce.
Tu che incanti tutti con il tuo sorriso furbetto, che conquisti la platea con lo zaino della mamma sulle spalle e gli occhiali da sole di papà al rovescio sul naso; che ci chiami mammina, papino, Martina e nonnini, fai credere di essere uno zuccherino ma sai trasformarti in una testolina ribelle; ci sfidi e poi piangi senza lacrime dicendo "voio andale all'asilo dalle mie maestle", minando per qualche attimo la mia autostima, che fai i capricci dicendo "sto facendo un capliccio", ma poi ti redimi quasi subito mandandoti in castigo da sola.
Hai scoperto l'esistenza del cappeciappe (ketchup) e vorresti metterlo anche sul gelato, mangi coppette piene di fragole sorseggiando il sughetto come un sommelier, divori pomodori e formaggio e quando nominiamo qualcosa di cui ignori il significato la tua domanda è sempre: "cos'è? si mangia?"
Sei la mia valida aiutante nello stendere, trascini la sedia vicino al lavandino per guardarmi preparare la cena, saluti "i fioli che fi chiamano come me" sul tuo balcone, ami fare il bagnetto e abbracciare tua sorella nell'acqua.
Dai dei bacini leggeri leggeri ma solo quando vuoi tu, saluti tutti con la tua vocina squillante e hai un debito con il "signore della frutta" che ogni giorno ti regala qualcosa.
Quando la sera ti addormenti ciucciando forte realizzo che in fondo sei ancora piccola e a volte me ne dimentico..

lunedì 13 maggio 2013

Tempo al tempo

Una delle cose che la maternità mi ha insegnato è stata quella di riconsiderare completamente il tempo, la sua importanza, le cose di cui lo dovrei/vorrei riempire.
Prima di diventare mamma ero molto più rigida: verso quello che c'era da fare, che non poteva essere assolutamente rimandato, verso i miei doveri (o quelli che consideravo tali), verso me stessa.
Con l'arrivo delle bimbe ho faticato molto, in un primo momento, ad accettare il fatto di non poter essere più così perfettamente programmata, precisa, puntuale.
Il tempo per fare tutte quelle cose che, secondo me, dovevano essere fatte (per la casa, per le persone che ci stavano intorno, per me) non bastava mai, rincorrevo sempre tutti questi doveri non concedendomi mai di "perdere tempo" a fare qualcosa di non strettamente necessario in quel momento.
Finchè Marta era molto piccola la mia preoccupazione era concentrata sopratutto sul continuare a tenere la casa pulita e ordinata come prima, sul riuscire, nonostante la stanchezza e le difficoltà di gestione, a frequentare amici e parenti come se lei fosse ancora nella pancia...
Quando ha iniziato a crescere e ad interagire di più si è affacciata un'altra "difficoltà": questa bimba aveva bisogno anche di attenzioni che non rientravano nel semplice cambio pannolino-pappa-nanna, aveva bisogno di una mamma che giocasse con lei e avesse piacere nel trascorrere un po' di tempo libero insieme...ma ecco, le parole "tempo libero" non facevano più parte del mio vocabolario!
Quindi oscillavo tra un senso di colpa e l'altro: "se lavo i piatti non sto con lei, se gioco con lei chi stira tutta quella montagna di roba?"
Per non parlare poi del fatto che con un bambino piccolo si possono avere tanti piccoli contrattempi che, ovviamente, facevano saltare tutta la mia perfetta organizzazione minuto per minuto...

Non posso dire di aver smesso di fare programmi, la mia natura è questa e sicuramente non riesco a cancellarla; però ho imparato (mente diabolica?) a fare più piani di modo da cambiare programma in corsa senza stressarmi (troppo), ho imparato a tollerare di più i miei errori, ad essere più morbida prima di tutto con me stessa: se quella cosa così urgente non riesco a farla oggi, la farò domani..e probabilmente domani capirò che non era poi così fondamentale!
Sono diventata sveltissima nelle faccende di casa, ho scoperto che le montagne di roba da stirare scompaiono se, mentre stiro, guardo un film; sono capace ad organizzarmi meglio in cucina, preparando un polpettone per la sera mentre cucino a mezzogiorno, così al sabato pomeriggio si può prolungare una passeggiata fino a tardi, tanto la cena è mezza pronta!
Ho scoperto che avere due figli semplifica la vita perchè trascorrono tanto tempo insieme e io riesco a fare il "dovere" più velocemente, guadagnando del tempo per loro senza avere la testa altrove.

Quando Marta aveva pochi mesi ero convinta che tutto il resto della mia vita sarebbe rimasto così: senza tempo, senza sonno, con tanta stanchezza addosso; mi chiedevo come fosse possibile tornare a lavorare, a preparare una cena per gli amici, a dedicarmi con calma a qualsiasi cosa....
Ora ho capito che bisogna dare tempo al tempo, che bisogna avere pazienza che il momento "tragico" passi; ho imparato a godermi di più il tempo che passo con le mie bimbe e a sentirmi meno in colpa per quello che passo lontana da loro.
Ho deciso, non senza un certo sforzo, che a volte è meglio anteporre il piacere al dovere, per la mia salute mentale...e per quella di tutta la famiglia!

Questo post partecipa al blogstorming

domenica 5 maggio 2013

Tratti distintivi

"Mamma, io fono un mafchio"
"Ma cosa dici marghe? Tu sei una bambina, una femmina!"
"No, no mamma! Io fono un mafchio pelchè puffo!" (puzzo)

mercoledì 1 maggio 2013

Riflessioni intorno ad una giornata al PS

Se nelle ultime 24 ore sei rimbalzata tra  ospedale e giardinetti, tra persone inquietanti e infermieri gentili, tra lui, febbricitante all'inverosimile e loro, da intrattenere, tranquilizzare, sistemare, ascoltare.
Se hai capito che il peggior momento in cui varcare la soglia del pronto soccorso è la sera di un giorno prefestivo
Se nel momento in cui scoprivi che il codice di tuo marito da verde diventava giallo e invece che preoccuparti ti sei sentita -per un attimo- sollevata perchè l'attesa si riduceva a pochi minuti
Se sei riuscita a restare digiuna quasi venti ore senza percepire il benchè minimo brontolio allo stomaco
Se ti è capitato di benedire circa 20.000 volte i nonni che si sono presi cura dei tuoi fiorellini e di te
Se hai incrociato lo sguardo della tua bimba grande, quella che ti scruta a fondo con i suoi occhioni e -è un mistero ma è così- capisce tutto senza bisogno di spiegazioni, se con quello sguardo ti ha detto "lo so che sei preoccupata, ma ora ti dò un bacino così i brutti pensieri vanno via", se quel bacino sulla tua fronte ha sciolto un nodo in gola e ti ha un po' sollevata

Se alla fine della giornata, quando tra vari altri rimbalzi, riesci a metterle a letto e vieni chiamata da lei, che al buio ti sussurra: "è bello stare con te e papà"
Tutto acquista un senso e, ancora una volta, sono grata.

giovedì 25 aprile 2013

Fiori rosa...

Ho sempre desiderato una bambina.
Non solo perchè ai tempi in cui aspettavo Marta i maschi della famiglia di Marco erano nettamente prevalenti (3 fratelli e una sorella; 4 nipotini e 2 nipotine) e temevo che ci fosse una certa "predisposizione" genetica a sfornare fagotti azzurri.
Le femmine si possono vestire e agghindare, si possono pettinare con codini, treccine, mollette, cappellini, cerchietti...
Il vestiario dà una gamma di possibilità molto maggiore e anche solo con un piccolo particolare le puoi rendere davvero irresistibili: è un divertimento anche per me che non amo passare ore davanti allo specchio a scegliere abbinamenti e accostare colori.
Lo so, me lo hanno detto in tanti che con due femmine siamo spacciati, che tra una decina di anni faranno (faremo) le lotte per il bagno, che in certi periodi del mese sarà meglio -per papà- chiudersi in un bunker antiatomico ad aspettare che gli ormoni impazziti siano passati; Che quando inizieranno ad uscire ci consumeremo dall'ansia e dalla preoccupazione, che se saranno troppo belle sarà un problema e se lo saranno troppo poco saranno guai ugualmente...

Però.
Però sono certa che nessun maschietto di due anni e mezzo, uscito dal bagno avrebbe mai detto una cosa del genere:
"Mamma ho fatto la cacca, ho fatto due fiori di pesco"

martedì 16 aprile 2013

Felicità è...

Felicità è dondolarsi sedute sulla stessa altalena
Divorare piatti di pasta fredda sedute sul prato
Raccogliere margherite
Far volare le macchinine di un bambino galantuomo che ha pensato anche a loro, infilandone tre nel suo zainetto
Far fare il bagnetto alle pietre lanciandole a mucchietti nel fiume
Camminare svelte su un sentiero nel bosco:"che fatica mamma! Pelò sono blava!"
Accaparrarsi furbette il pezzo più grosso di cioccolata
Rincorrere l'amichetto M.chiamandolo a gran voce, ridere tutti e tre girando vorticosamente su una giostra, tenersi per mano camminando davanti ai papà
Fare pipì sulle formiche
Parrucchiarsi a vicenda nella vasca piena di schiuma e pesci di plastica
Addormentarsi felici e stanchissime

Felicità è...guardarle e chiedersi se ci meritiamo tutto questo...

mercoledì 10 aprile 2013

Motivatrice/2

Già qualche mese fa (vedi qui) ci svelava le sue doti di coach...
...uno dei giorni scorsi ha mostrato di saper motivare anche la sorella....senza tenere conto delle conseguenze, però!

Mamma e Marta in bagno. Entra Marghe.
"Voio vedere la Marta che fa la cacca, poffo mamma?"
"Se proprio ci tieni, resta pure!"
La scruta con attenzione, gira un po' a destra del water, un po' a sinistra..per monitorare la situazione.
Poi si piazza di fronte a Marta, chiude le mani  pugnetto e si piega un pochino sulle ginocchia; culetto in fuori e aria contrita:
"Fpingi Marta, così: mmmmmmh!"

Il coaching fa il suo effetto e la sorella produce.
Marghe è tutta soddisfatta: "Brava, hai fatto la caaaaacca!"
Poi si ferma, si guarda intorno:
"Fi, Pelò che puffa,eh!"

E se ne va disgustata.

domenica 7 aprile 2013

Fino ad esaurimento scorte

"Mamma ma se arriva un altro fratellino poi giochiamo tutti insieme?"
"Certo Marta, tutti e tre insieme....saresti contenta?"
"Si....però non lo so se in cielo sono rimasti ancora fratellini da mandare da noi!"

giovedì 4 aprile 2013

Quattro/quattro

Dieci anni fa i tuoi appostamenti alla fermata finivano, così come i trepidanti incitamenti della tua futura suocera che cercava di accelerare le mie operazioni di trucco e parrucco; Io ancora ignara di tutti gli autobus che nel frattempo tu lasciavi passare per aspettare me e lei che dalla finestra osservava e, da tempo, aveva già capito tutto.
Allora ho iniziato ad essere più puntuale e, un pomeriggio di Aprile, ti ho seguita fino al mare per mangiare il primo gelato della stagione, poi su su a vedere la città dall'alto e di nuovo a casa, ad attendere un tuo messaggio, che per le prime volte finiva sempre così: "a presto. O no?"
E io che non sapevo se preoccuparmi o offendermi...ma era solo una tua tattica, avrei dovuto capirlo subito!
Dieci anni fa iniziavamo il nostro cammino insieme, fatto di progetti e sogni già concreti: anche se le parole ci facevano un po' paura erano chiare dentro di noi. E così è stato.
Sono stati anni che ci hanno portati lontani, telefonate veloci e mail lunghissime, le prime scelte, un matrimonio preparato a distanza; Anni che ci hanno fatto provare il dono di vivere le difficoltà insieme, da troppo lontani a sempre vicini e ancora non so come abbiamo fatto a non litigare quasi mai.
Due fiorellini che ci riempiono il cuore, le giornate e le braccia.
Dieci anni e la vita con te è così facile.
Grazie mio gigante buono; una sera, ai giardini ci siamo chiesti come saremmo stati dopo vent'anni.
Siamo già a metà strada e spero che la prossima metà sia altrettanto piena e bella.

lunedì 25 marzo 2013

Stagione nuova, vita nuova!

La primavera che si sta timidamente affacciando con un sole caldo in mezzo a giornate piene di pioggia
Fare spazio sul balcone per i fiori e potare i rami vecchi
Scorgere lungo il mio solito tragitto mattutino le prime foglioline verdi e sentire i profumi della primavera
Il lavoro ritrovato per Marco, la routine a cui dovremo abituarci di nuovo, un po' di respiro dopo mesi di apnea
Tempo di ripartire con nuovi progetti
Il sogno di una casa nuova che ora vediamo un po' più vicino
Il mio corso di pasticceria che sta riempendo le mattine di questo Marzo; che mi porta da una parte all'altra della città, sempre di corsa ma leggera e felice; un mondo nuovo nel quale si sta così bene che è proprio difficile staccarsi e tornare con i piedi per terra
Vedere la felicità delle persone intorno a noi, gioire per tanti piccoli traguardi raggiunti da quelli a cui vogliamo bene
Disegni pieni di farfalle
Nuove canzoncine cantate all'unisono
Un desiderio che continuo a portarmi dentro, un'assenza che riempie...con la sua presenza.