venerdì 27 febbraio 2015

I tuoi anni non stanno più su una sola mano

Cara Martoletta,

i tuoi anni non stanno più su una sola mano e questo vuol dire che stai inesorabilmente crescendo.
Riguardo la tua foto a quattro mesi mentre ridi a pancia in giù sul nostro lettone e penso che per certe cose sei sempre uguale, osservi tutto con i tuoi occhioni grandi e sorridi.
Sei sempre sulle nuvole ma quando scendi sei così attenta e concreta da farci tremare, capisci senza bisogno di parole, vorresti accontentare tutti e questo a volte mi spaventa un po'.
Passi ore sui Topolini anche se non sai ancora leggere, hai deciso che vuoi essere Pippo e in effetti la coordinazione non è la tua dote migliore fin'ora; a settembre inizierai la scuola che è stata quella di mamma e papà e questo sarà un grande cambiamento, tu da sola senza la tua piccola ombra chiacchierona...
Ti sei appassionata ai cartoni del corpo umano e pensi sempre a quanto dev'essere stanco il tuo omino nel cervello perchè lo fai lavorare in continuazione; con le tue amiche avete capito che dentro siete maschi e fuori femmine ed è per questo che ami Cars, Spongebob e il colore blu.
Cara martoletta, oggi compi sei anni e hai già perso sei denti, ti mancano 40 centimetri per raggiungermi in altezza e forse anche qualcosa in meno, ci separano solo 5 numeri di piede e tutto questo mi sconvolge...
Cara signorina mia, ieri eri emozionata e felice perchè ti saresti addormentata di 5 anni e risvegliata di 6, hai capito che questo è un compleanno importante e ti auguro di godertelo con quella semplicità che ti contraddistingue, con quella gioia che solo chi ha il cuore libero e sereno come te può provare.
Ti voglio tanto, tanto bene
Mamma.

domenica 22 febbraio 2015

Scatole e scatoloni

Scatole e scatoloni iniziano a popolare questa casa: il conto alla rovescia è arrivato a meno un mese e una sottile ansia strisciante inizia a impossessarsi di me.
Una sera passata a togliere quadri e fotografie, ogni pezzo incartato e riposto suscita un ricordo di un momento, una persona, un periodo felice.
Le pareti ora sono bianche e vuote così avremo il tempo di dis-affezionarci a questi muri.
Una domenica trascorsa selezionando le cose da buttare e quelle da tenere, scoperte casuali di oggetti rimasti tanti anni in una scatola, bambole che dalla mamma passano alle bimbe e ricominciano a vivere in altre mani piccole, partecipazioni di matrimonio che fanno capolino da una carta blu e che suscitano tanti pensieri.
Sette anni di vita passata in un soffio, sette anni di amici che sono entrati ed usciti, parenti in visita, annunci emozionati, silenzi notturni rotti dal pianto di piccole neonate, risate cristalline, canzoni cantate a tutte le ore, urlacci della mamma, mattine di festa a giocare nel lettone.
Sette anni a costruire una famiglia che ora è qui e a volte non ce ne capacitiamo, sette anni che ci sembra di esserci sposati ieri e invece...sono passati quasi sette anni.
Ed è ora di andare.

martedì 17 febbraio 2015

Cronache di ogni lunedì

Prima le corse per strada perchè si è sempre quasi in ritardo o perchè loro fanno finta di essere in sella alla bici o alla moto.
Poi trafelata tu e sudate loro aprite quella porta: in quel girone dei dannati dove si passa da 5 a 25 gradi in tre secondi vieni raggiunta dall'aria umida e intrisa dell' odore tremendo di cloro che ogni volta risveglia brividi irrisolti.
E poi gli occhiali che si appannano impedendoti di vedere dove sono schizzate le due schegge impazzite, bambini che si rotolano sul pavimento umidiccio, inquietanti sovrascarpe blu, il rumore costante dei phon che rappresentano l'altra tortura di questa faccenda che si ripete ogni lunedì: troppo caldi per poterle asciugare entrambe senza finire in un bagno di sudore ma troppo tiepidi per non richiedere l'impiego di un terzo gettone (da brava genovese il bis viene fatto tenendole entrambe strette strette vicine vicine sotto lo stesso phon)
Si aspetta la sirena che indica il cambio turno, le porte degli spogliatoi si aprono, inizia la corsa per cercare di accaparrarsi un posto sgomitando nella folla.
Svestiti, togli la ciabatta, metti la ciabatta, guai se metti i piedi per terra, mi scappa la pipì, mamma la cuffia mi schiaccia le orecchie, corri che gli altri sono già andati, vieni qui che non hai l'accappatoio, dov'è l'altra? ecco la maestra dei piccoli, prendi lo zaino, lascia i vestiti, tieni le scarpe, togli i sovrascarpe e guadagna l'uscita.

Esci. Uscite.
Esauste e provate, tu e le tue due amiche vi guardate complici negli occhi: avete una buona ragione per sopportare tutto questo.
Una mezz'ora di chiacchiere davanti al caffè!

martedì 10 febbraio 2015

Un nonno molto, molto fotogenico

Marghe: "Marta, mettiamo via le carte dei puffi, giochiamo al gioco del selfie!"
Mamma: "il gioco del selfie? ma lo sai che cosa è il selfie?"
Marta: "Io lo so, mamma...è quello che fa sempre il nonno!!!"

venerdì 6 febbraio 2015

Una sobria Sirenetta

"Mamma, adesso mi metto giù a dormire, faccio come la Sirenetta in fondo al mare!"
"Brava Marghe, allora allunga bene la tua coda azzurra...o verde?"
"No, che dici mamma? La mia coda è fuxia...anzi rosa shocking!"

lunedì 2 febbraio 2015

Di asilo, castighi e budini al cioccolato

Ho frequentato l'asilo in due posti diversi: il primo anno più vicino a casa, una struttura piccola e familiare, gli ultimi due in un edificio grande, in cui avevo il terrore di perdermi tra un piano e l'altro o di cadere da quelle scale così larghe e lunghe!
Non ricordo le maestre del primo asilo...in realtà non mi ricordo quasi nulla, a parte che mia cugina aveva convinto sua mamma a farle frequentare il mio stesso asilo pur abitando in tutt'altra zona e che insieme ne combinavamo in continuazione. Spesso infatti ci mettevano in castigo in due angoli della classe con la faccia verso il muro ma io, spavalda, facevo le linguacce alla maestra mentre lei, molto più timida e paurosa viveva queste mie iniziative tra l'ammirazione e il terrore di una punizione peggiore.
Sapevamo tuttavia renderci simpatiche e amabili infatti eravamo entrambe fidanzate con dei bambini che, per dimostrarci quanto tenessero a noi, passavano il tempo tentando maldestramente di prenderci in braccio per portarci via dalle ingiuste punizioni delle maestre.
Del secondo asilo ho qualche ricordo in più, il vino fatto con i nostri piedini, lunghi vermoni di pongo-gioco tabù in casa nostra-, una compagna lamentosa che ogni mattina piangeva perchè voleva la mamma e da un momento all'altro le scendevano due mocciconi lunghissimi dal naso che facevano orripilare tutti quanti.
Mi ricordo "C'era un bel dì la battaglia di Magenta" cantata a squarciagola in corridoio (e la mia gioia molti, molti anni dopo nello scoprire che Magenta esisteva davvero), "Ero in bottega tic-e-tac" che ad un certo punto parlava di piedini fatti di grissini e la cosa non mi piaceva affatto, ricordo l'odore del budino al cioccolato, la mia merenda preferita e mio papà che, arrivando in ritardo a prendermi mi faceva credere che la causa fosse il suo essersi attardato a mangiarne un intero carrello. Era anche questo il motivo per cui non si poteva mai fare il bis di quella prelibatezza.
Tra i vari lavoretti che avemo fatto c'era una rosa di cartapesta per la festa della mamma che era accompagnata da una poesia. Nutro sentimenti contrastanti al riguardo perchè adesso la ricordo con tanta tenerezza ma ai tempi mi aveva creato un certo disappunto: era come una lettera alla mamma in cui le dicevo che avevo preparato una bella rosa per lei ma poi l'avevo persa sul'autobus quindi tanti auguri tanto amore ma tornavo a mani vuote! La cosa non mi era andata giù, intanto perchè dopo tanto lavoro avevo perso tutto e sopratutto perchè noi l'autobus per tornare a casa non lo prendevamo mai, abituati come eravamo a trottare a piedi...insomma, oltre il danno la beffa!
Altra nota dolente di quel periodo fu proprio il famoso fidanzato, anche lui migrato con me nel nuovo asilo e dopo un anno passato alle elementari: a settembre, incontrandolo per i corridoi mi sentii dire con aria di sufficienza che non potevamo più essere fidanzati perchè lui ormai aveva raggiunto la maturità della prima elementare mentre io ero ancora ai piani bassi!!!

sabato 24 gennaio 2015

Cosa resterà nei ricordi

Cosa resterà nei ricordi delle vostre testoline,
quale sbiadita immagine lascerà la sua traccia in voi?
Ripensando a questi anni chissà a quale ricordo sorriderete intenerite, chissà cosa ci racconteremo intorno ad un tavolo tra qualche anno, voi lunghe lunghe come papà e io sempre ferma qui, al mio metro e cinquanta scarso?
Ricorderete il corridoio che, buio, percorrevate tutto d'un fiato proprio come me quando da piccola dovevo scappare dalla cameretta alla cucina con i fantasmi dietro che mi rincorrevano...
Ricorderete i pomeriggi d'estate passati a giocare sul poggiolo, all'ombra della tenda verde, le cene fuori tra il rumore delle cicale e il cinguettio delle rondini al tramonto
Forse anche le orribili piastrelle rosa del bagno, una dispensa così grande da potersi nascondere dentro, la vostra cameretta che prima era una sala e piano piano si è trasformata, le coccole nel lettone, il pianto di un neonato vicino di casa, le unghiette di un cane che scorrazzava al piano di sopra
Non so cosa resterà nella memoria quando tra qualche anno parleremo della casa vecchia, forse un abbraccio stretto da dietro alla mamma che lava i piatti, una guancia schiacciata contro la schiena: "come sei mordida....e anche profumata!", forse il ricordo di qualche sera accanto a papà che prepara la pizza e voi inginocchiate sulla sedia che, canticchiando e facendo mille domande, lo assistete fedeli e attente
Forse solo rumori e profumi, solo i tramonti rosa e viola, solo alcuni momenti di tutta questa vita che abbiamo passato qua dentro e che tra poco cambierà.

lunedì 19 gennaio 2015

Frullatore

Il blocco dello scrittore
L'influenza che ha colpito e affondato i tre quarti della famiglia (e indovinate chi è l' unico quarto che non si è ammalato?)
Il tiraemolla della compravendita
Quattro preventivi pendenti tra cui scegliere per i lavori
Mattinate infinite tra piastrelle e sanitari
I saldi che aspettano
I programmi che saltano
Due mattine di lavoro in più
Bimbe malaticce da coccolare
Chiavi dimenticate
Telefonate rimandate
Inviti da dribblare
Richieste d'aiuto cadute nel vuoto
Cucina terapeutica
Riunioni insensate
L'arte di arrangiarsi
Appuntamenti irrinunciabili
Bollette in scadenza

Sono felice, poi isterica, poi efficiente, poi demotivata, poi speranzosa...ma sono sempre qua.

domenica 11 gennaio 2015

Trapasso nozioni

Mia piccola grande bambina biondo cenere che tra poco più di un mese fai sei anni e tutto ciò mi sconvolge
Mia piccola bimba delicata, magra e lunga, agile e goffa insieme
Incredibilmente padrona sugli sci, spavalda e decisa ("mamma ora vado a bombazza!"), quest'anno mi hai fatto un bellissimo regalo: tante discese insieme a te su quella neve un po' finta ma soffice, con il sole a colorarci le guance
Tu che l'anno scorso hai mosso i tuoi primi passi in questo sport, che non sapevi dire altro che "c'ho paura" e solo la mia cocciutaggine ha permesso che non demordessimo
Tu che anche questa volta avevi iniziato con i lamenti -subito repressi dalla parte meno materna di me- e che poi hai preso confidenza con i bastoncini, le gambe ingarbugliate, il culetto freddo per le tante cadute, la neve nei guantini, i tornelli che si aprivano magicamente al tuo passaggio
Tu che hai iniziato scoordinata e tutta storta per finire poi elegante e dritta come un fiorellino che sbuca dalla neve, che mi hai sgridata perchè "dovevi dirmelo che poi mi divertivo così tanto!"
Incurante dei tanti sciatori che ti sfrecciavano da tutti i lati sei scesa calma, canticchiando serena tra una curva e un altra, ti sei persa un po' d'animo quando, in un punto davvero difficile per te, la paura l'ha fatta da padrona facendo vacillare anche me...ma il training autogeno ha aiutato entrambe
Hai sfrecciato veloce nella parte finale, larga e poco affollata, per poi arrivare in fondo con una bella frenata e, guardandomi con i tuoi occhioni mi hai detto: "va bè, la rifacciamo no?"
Hai preferito un' altra giornata di sci ai gonfiaboli dove invece la tua piccola fotocopia si è rilassata con papà l'ultimo giorno
Siamo state strette strette sulla seggiovia a guardare il cielo azzurro senza una nuvola e gli sciatori coraggiosi che facevano i salti sotto di noi, ci siamo godute un bel silenzio e una risalita mano nella mano, entrambe felici di questa giornata solo nostra, il più bel trapasso nozioni che abbia mai fatto!

martedì 6 gennaio 2015

Buoni, buonissimi propositi

1. Riuscire a mettere tutti i tasselli nell'ordine giusto: vender casa prima di comprare la nuova (per non pagare uno sproposito di tasse e balzelli) ma poter avere il tempo di fare lavori e trasloco nella nuova prima di essere buttati fuori di qui.
2. Godersi gli ultimi tramonti, i panorami, la luce accecante del sole da quella finestra dalla vista definita "imprendibile" sull'annuncio immobiliare e che mi ha fatto innamorare di questa casa.
3. Stare calma. Molto calma.
4. Affrontare l'iscrizione di Marta alle elementari e poi a settembre il suo primo giorno di scuola senza smoccicare troppi fazzoletti, dando la definitiva dimostrazione di essermi rammollita anche io, come quelle mamme che tanto deprecavo quando mamma non ero.
5. Tenere duro nel tuffarmi senza indugi nella polmonazza calda e umida dello spogliatoio della piscina fino a Giugno, con l'odore del cloro che risveglia ansie infantili mai sopite e con l'amara certezza che "un anno di corso non basta per imparare a nuotare: deve mandarle almeno altri 2 o 3 anni!"
6. Più libri e meno facebook.
7. Riuscire a sperimentare ricette nuove senza ripiegare sui soliti, consolidati cavalli di battaglia con la scusa di non avere tempo.
8. Dedicarmi con più attenzione a certe persone.
9. Stirare le camicie di Marco senza lasciarle mesi e mesi in attesa finchè qualche anima gentile si trovi a passare di qui e, impietosita, impugni il ferro e completi l'opera.
10. Godersi la famiglia. Tutta quanta: zii, cugine e nonna-bis compresa, che oggi, facendo ingresso nell'anno dei suoi 90 anni, ha offerto il pranzo alle tre generazioni dopo di lei; Ha poi passeggiato svelta sul lungomare per una buona mezz'ora, riposandosi alla fine su una panchina con il sole in faccia e le figlie accanto, una di qua e l'altra di là, che a vederle così erano proprio belle.