Intorno al fuoco, durante le serate del mio passato scout, qualche volta si cantava questa canzone, che in realtà non sembrava molto gettonata. Anche se un po’ malinconica mi dava un’ idea di grande tenerezza: un papà che torna da un lungo viaggio e che si dedica a giocare con il figlio invece che sprofondare in poltrona…
Non so per quale motivo mi sono sempre immaginata che questo papà dovesse essere appena tornato da un viaggio e non da una semplice giornata di lavoro; forse avendo dei genitori che al pomeriggio erano in casa non mi potevo certo immedesimare nella gioia di un bambino che riabbraccia il proprio genitore dopo una giornata intera.
In verità leggendo il testo non riesco a capire bene quale sia in effetti la storia che si voleva raccontare ma forse il bello della canzone è che ognuno poi ci legge quello che vuole…
Tutto ciò mi è venuto in mente in questi giorni perché Marta, in ascensore, alla domanda di una signora “dov’è il tuo papà?” ha risposto non solamente che era a lavorare ma che appena tornato avrebbe prima giocato con loro e poi cenato.
Questa conversazione mi ha molto colpita perché in effetti papà arriva tardi, con la cena quasi nel piatto, ma riesce sempre a dedicare qualche minuto alle bimbe, magari facendosi inseguire per tutta la casa o giocando sul letto fino al reciproco sfinimento…anche se il tutto dura davvero poco è talmente intenso e divertente per le bimbe (e non solo per loro, in verità) da restare impresso come uno dei momenti principali della giornata.
Capisco allora questo concetto del “tempo di qualità” perché davvero nel caso di Marco in settimana la quantità non gioca a suo favore.
Non importa allora se si può dedicare al gioco solo una breve parte della giornata, se anche noi riusciamo a divertirci e a tornare bambini loro lo sentono e apprezzano!
Sapessi quante volte me la sono detta questa cosa. Stando a tempo pieno con loro a volte, spesso, il tempo per giocare lo devo proprio ritagliare perchè: quando c'è da lavare, quando da cucinare, quando da... insomma, c'è da fare! E la stanchezza si fa sentire e la scontatezza di poterli avere sempre vicini pure e si rischia di diventare una mamma-discount: grande quantità ma qualità scadente!
RispondiEliminaGrazie per la riflessione!
Quello che è successo mi ha fatta riflettere perchè anche io mi chiedo...del tempo che passo con loro...quanto è effettivamente è quello di "qualità"? Però da qualche parte ho letto una cosa confortante, a cui non avevo mai pensato....anche il tempo che passiamo a cucinare, pulire, stirare ecc....è tempo che impieghiamo per loro, è una cosa che facciamo per loro....insomma, che se ne farebbero di una mamma che gioca tutto il giorno ma non li fa mangiare? Questo ovviamente non dev'essere usato per nasconderci e giustificarci ma secondo me bisogna considerare che "il prendersi cura dei nostri figli" passa anche attraverso un pranzo preparato con amore...
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