domenica 18 giugno 2017

Cugini

Siete dodici,  quasi tutti con lo stesso cognome,  tutti diversi ma con qualche piccolo pezzo di DNA che vi accomuna.
La più grande l'ho conosciuta che aveva sei anni e si divertiva a tenermi sollevato un lembo di una lunga giacca di lana nera che mettevo sempre in quel periodo. Poi c'era la seconda,  piccola e con due occhi furbetti.
Anno dopo anno vi abbiamo visti nascere uno dopo l'altro,  per un certo periodo tutti maschi,  finché anche noi abbiamo dato il nostro contributo,  riportando la parità e facendo poi pendere la bilancia verso il rosa.
L'anno scorso sembrava che la grande famiglia G. avesse messo un punto agli eredi con la nascita di Matilde e invece,  dieci mesi dopo, ecco l'ultimo fagotto rosa,  la minuscola cuginetta che porta il nome del nonno,  principio e radice di quest'albero con tanti rami.
Ora la maggiore ha vent'anni e la più piccola nemmeno due mesi.
Ieri eravate tutti insieme,  al dodicesimo battesimo della famiglia, mescolati nelle panche a messa e impolverati a giocare sul campo da calcio, chiamandovi come se vi vedeste ogni giorno, annullando gli anni che vi separano forse in virtù di quei geni che condividete.
Ogni volta mi incanto a vedervi, allegra,  chiassosa e affettuosa tribù in cui i piccoli ammirano i grandi e questi si prendono cura dei piccini,  in cui anche il più timido e chiuso si scioglie alla vista di un sorriso sdentato e due appassionati di fumetti passano un pomeriggio intero dividendo la stessa poltrona con il naso affondato nei Topolini.
Ogni volta ringrazio per questo regalo che avete perché forse adesso non ve ne rendete conto.
Ogni volta mi chiedo quanto ancora durerà questa magia di voi dodici cugini,  perché so che presto i grandi prenderanno altre strade e forse a Natale e a Pasqua qualche sedia rimarrà vuota...
Per adesso non mi resta che riempirmi gli occhi dei vostri sguardi complici per poi raccontarvi questa magia ancora,  quando sarete tutti cresciuti.

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