mercoledì 21 aprile 2021

Toppe e stupore

Quando io e mia cugina eravamo piccole siamo state instradate precocemente da nostra nonna alle faccende prettamente femminili: cucire, ricamare e usare l' uncinetto.
Passavamo mattine intere a fare cornicette a punto croce o ad abbellire pezzi di stoffa con contorni all'uncinetto.
Abbiamo imparato ad attaccare bottoni e, più grandi, a sferruzzare gomitoli di lana.
Per anni ho ricamato bavaglini per tutti i nuovi nati e ancora adesso ci scaldiamo sotto una coperta a quadri azzurri e blu, costata mesi di fatica e scuciture.
Nonostante ciò, ormai tenere un ago in mano è diventato una delle cose che sopporto di meno, così accumulo calzini bucati, bottoni saltati e pantaloni da rattoppare per mesi finché una sera ogni tanto mi ci dedico presa dal senso di colpa o, nel migliore dei casi, l'agonia termina per mano di mia mamma.
È così raro quindi vedermi seduta a cucire che l'altro pomeriggio è successo più o meno così:
"Mamma mi si sta staccando la toppa a forma di granchietto sui jeans!"
"Non ti preoccupare Maty, poi te la cucio di nuovo!"
"Ma cosa dici? Tu non sai cucire!"


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