Passeggiate nei boschi inseguendo le tracce dei càlloli (cavalli), raccogliendo foglie,
fiori e sassolini, giocando con il nonno a chi si siede per primo sulle
panchine e poi aspetta che gli si dica “andiamo!”, ascoltando le storie della
nonna che rapiscono e non fanno pensare alla fatica.
Mucche, asinelli, galli che cantano per svegliare pulcini
dormiglioni, caprette con la barba come
il mio papà, agnellini piccoli ma già golosi di erbetta del prato.
Giochi sul poggiolo tra le tovaglie stese ad asciugare,
conversazioni con un Nemo ripieno di elio che svolazza (“come mai oggi sei agitato?”), libri nuovi e vecchie attività (“nonna, ti aiutiamo noi a stendere!”).
Scorpacciata di more, lamponi e…di uno zio abituato al
silenzio che è stato catapultato per dieci giorni nel nostro frullatore fatto
di corse, canzoni, urli, pianti, capricci, divieti ripetuti alla nausea,
giochi, sveglie all’alba, abbracci, bacini e sorrisi che fanno dimenticare
tutta la fatica.
Telefonate mattutine aspettando il sabato per riabbracciare
papà, resoconti discutibili (“papà, stamattina Lalla ha fatto la cacca!”),
pensieri costanti a chi è lontano solo geograficamente (“Papà seia brumma?” –papà arriva stasera con la macchina?- “quando arriva papà torniamo qui?” “poi domani glielo raccontiamo?”)
Gite in seggiovia, sole, pilloli
(scivoli) e altalene, altalene, ancora altalene…
E per me…tempo dilatato, giornate lunghissime, momenti di inaspettata
incredibile bellissima noia, libertà di sudare a lezione di spinning, di
meditare progetti futuri…
La montagna ha fatto lo stesso effetto anche a me ... incredibile bellissima noia: la frase giusta!
RispondiEliminaEra da tanto tempo che non la provavo e una volta non la apprezzavo a dovere! è stato bello annoiarsi un pò...
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