Ciao mia piccola bimba grande,
che domani fai tre anni e ancora non ci sembra vero. Tu che quando non parli canti e quando non canti parli, che ridi arricciando il naso, che corri e salti, che ora mi abbracci forte e distribuisci bacini a tutti.
Il regalo piu' grande forse e' stato quello di aver trascorso questi giorni con il tuo zio preferito a cui non hai fatto altro che dire "bello zio!"...
In questo weekend hai soffiato le candeline e ti sei cantata tanti auguri sulla torta di cioccolato con un 3 fatto di mentine, come ti avevo promesso, ti sei trasformata in apina, hai fatto un puzzle difficile attorniata dai nonni e dalla nonna-bis e poi, sfinita, ti lamentavi "sono stanca".
Tu che adesso mi dici "senti una cosa, mamma", che mi racconti il tuo mondo, ora parlare insieme e' bello perche' mi ascolti stupita e so che ti ricorderai le cose che ti spiego.
Tu che stai diventando una vera sorellina maggiore di quella che chiami "la mia soella", che proteggi e sgridi, che cerchi e imiti di continuo.
Se mi guardo indietro mi rendo conto che ci abbiamo messo tanto impegno per diventare una mamma e una figlia, testarda io e ostinata tu, ma stamattina quando sei venuta a svegliarmi accarezzandomi le guance con le tue manine leggere ho pensato che la strada che abbiamo intrapreso e' quella giusta e che insieme andremo lontano.
Mano nella mano, sorridendo come fai tu sempre.
.
ma anche come Marta, Margherita e Matilde, i miei tre fiorellini e come Marco, il mio gigante buono!
domenica 26 febbraio 2012
martedì 21 febbraio 2012
Simpatia portami via
Una mattina come tante, aspettando l’ascensore che da casa mia porta giù alla strada principale, Marghe nel passeggino imbaccuccata nel copertone con cerniera, volgarmente detto “copri gambe”.
Una vecchietta come tante che, appena arrivata, lancia occhiate di terrore verso il passeggino.
“Ma cos’è? Un letto?”
“Ehm, no, è una specie di coperta che si aggiunge al passeggino”
“Ma guarda te, che esagerazione!!! Ai miei tempi ce li portavamo in braccio, adesso avete tutti questi passeggini ingombranti, e ve li portate anche sugli autobus!”
“…eh, già” (Non prendo autobus quando son da sola, figuriamoci se provo a salirci con un passeggino!)
“E adesso va a lavorare?!?”
“Ehm, si!”
“E certo! Ah, io non ho mai lavorato! Stavo a casa e mi crescevo i figli! Noi ci accontentavamo di poco sa? Ed eravamo più felici di voi! Questo è sicuro!”
….sorriso imbarazzato (Io ho i miei dubbi, soprattutto visto il tono incarognito che hai)
Il cortese “scambio” di opinioni è purtroppo terminato qui visto che l’ascensore a questo punto è arrivato giù e le nostre strade si son divise.
venerdì 17 febbraio 2012
Consultiamoci al consultorio
Prima di restare incinta avevo un' idea totalmente sbagliata del consultorio. Per me era un luogo misterioso, anche un pò pericoloso, frequentato da persone con mille problemi che, in mancanza d'altro, cercavano rifugio lì.
Al consultorio potevi presentarti e, in maniera anonima, raccontare che bevevi, ti drogavi, facevi altre cose strane: qualcuno stava li a sentirti e se poteva ti dava una mano.
Con il corso preparto invece ho scoperto che tutte queste idee da adolescente perbenista e diffidente erano sbagliate.
Ovviamente posso parlare solo della mia esperienza al "percorso nascita" ma credo che lo stesso si possa dire di tutti gli alti progetti che vengono portati avanti.
Il "percorso nascita" accoglie donne panzute e le accompagna da li fino a quando, molti mesi dopo il parto, si sentono sicure e fiduciose delle proprie capacità.
Il corso è servito molto e ha fatto nascere amicizie tra le future mamme che durano tutt'oggi; Durante i primi mesi dei nostri bambini, complice la primavera alle porte e la vicinanza di un parco nel quartiere vicino, avevamo l'appuntamento fisso del mercoledi per stare qualche ora insieme e confrontarci.
Anche questo è stato di fondamentale importanza per me perchè con la nascita di Marta mi sono scoperta molto insicura e vulnerabile ai commenti altrui: stare con mamme che vivevano le mie stesse paure e preoccupazioni mi ha aiutata a sentirmi meno "marziana".
Ciò che però mi ha davvero sostenuta è stato frequentare il "dopo-nascita": un giorno a settimana le mamme venivano accolte insieme ai loro bambini in una sala grande piena di tappeti e cuscini dove, sedute in cerchio, condividevano le cose accadute i giorni precedenti. La presenza di una ginecologa, di una puericutrice e di alcune psicologhe tirocinanti aiutava ad avere delle risposte meno soggettive e più qualificate.
Credo comunque, che al di là delle conscenze che queste persone mettessero in gioco, la risorsa più grande fosse l'ascolto.
Quando mi sedevo con Marta prima e con Marghe dopo su quei cuscini, avevo la certezza che, una volta arrivato il mio turno, sarei stata ascoltata senza essere giudicata, sarei stata incoraggiata e consigliata.
Per Marta le difficoltà maggiori erano dovute all'allattamento, alle coliche e, più in generale, ad una insicurezza di fondo che pian piano, anche con il loro aiuto, sono riuscita in parte a superare. Quando è nata Marghe il problema che si è manifestato subito e che mi dava davvero tormento era la gelosia di Marta che i primi mesi la ha trasformata in una bambina capricciosa e incomprensibile, con scatti d'ira imprevedibili per eventi assolutamente banali. Vederla soffrire così, nonostante tutti gli sforzi per cercare di risolvere questa situazione, non mi dava pace.
Mettendo in pratica i loro consigli e pazientando qualche mese, l'emergenza è rientrata.
Con il rientro al lavoro non mi è stato più possibile seguire quest "post-nascita", sono però felice di constatare che almeno qualche struttura e progetto utile riescano a sopravvivere nella nostra città.
Al consultorio potevi presentarti e, in maniera anonima, raccontare che bevevi, ti drogavi, facevi altre cose strane: qualcuno stava li a sentirti e se poteva ti dava una mano.
Con il corso preparto invece ho scoperto che tutte queste idee da adolescente perbenista e diffidente erano sbagliate.
Ovviamente posso parlare solo della mia esperienza al "percorso nascita" ma credo che lo stesso si possa dire di tutti gli alti progetti che vengono portati avanti.
Il "percorso nascita" accoglie donne panzute e le accompagna da li fino a quando, molti mesi dopo il parto, si sentono sicure e fiduciose delle proprie capacità.
Il corso è servito molto e ha fatto nascere amicizie tra le future mamme che durano tutt'oggi; Durante i primi mesi dei nostri bambini, complice la primavera alle porte e la vicinanza di un parco nel quartiere vicino, avevamo l'appuntamento fisso del mercoledi per stare qualche ora insieme e confrontarci.
Anche questo è stato di fondamentale importanza per me perchè con la nascita di Marta mi sono scoperta molto insicura e vulnerabile ai commenti altrui: stare con mamme che vivevano le mie stesse paure e preoccupazioni mi ha aiutata a sentirmi meno "marziana".
Ciò che però mi ha davvero sostenuta è stato frequentare il "dopo-nascita": un giorno a settimana le mamme venivano accolte insieme ai loro bambini in una sala grande piena di tappeti e cuscini dove, sedute in cerchio, condividevano le cose accadute i giorni precedenti. La presenza di una ginecologa, di una puericutrice e di alcune psicologhe tirocinanti aiutava ad avere delle risposte meno soggettive e più qualificate.
Credo comunque, che al di là delle conscenze che queste persone mettessero in gioco, la risorsa più grande fosse l'ascolto.
Quando mi sedevo con Marta prima e con Marghe dopo su quei cuscini, avevo la certezza che, una volta arrivato il mio turno, sarei stata ascoltata senza essere giudicata, sarei stata incoraggiata e consigliata.
Per Marta le difficoltà maggiori erano dovute all'allattamento, alle coliche e, più in generale, ad una insicurezza di fondo che pian piano, anche con il loro aiuto, sono riuscita in parte a superare. Quando è nata Marghe il problema che si è manifestato subito e che mi dava davvero tormento era la gelosia di Marta che i primi mesi la ha trasformata in una bambina capricciosa e incomprensibile, con scatti d'ira imprevedibili per eventi assolutamente banali. Vederla soffrire così, nonostante tutti gli sforzi per cercare di risolvere questa situazione, non mi dava pace.
Mettendo in pratica i loro consigli e pazientando qualche mese, l'emergenza è rientrata.
Con il rientro al lavoro non mi è stato più possibile seguire quest "post-nascita", sono però felice di constatare che almeno qualche struttura e progetto utile riescano a sopravvivere nella nostra città.
martedì 14 febbraio 2012
Stella stellina
Ore 7.15 del mattino, minuto più, minuto meno.
Marghe con in mano un notobiscottoconlestelle che guarda più incuriosita che affamata.
"Quetto?"
"è un stella!"
"Quetto?"
"è un'altra stella!"
"Quetto?"
"è sempre una stella!!!"
Ci pensa un pò, poi come illuminata..."ella ella ella!"
...Meraviglia dei tuoi 17 mesi!
Marghe con in mano un notobiscottoconlestelle che guarda più incuriosita che affamata.
"Quetto?"
"è un stella!"
"Quetto?"
"è un'altra stella!"
"Quetto?"
"è sempre una stella!!!"
Ci pensa un pò, poi come illuminata..."ella ella ella!"
...Meraviglia dei tuoi 17 mesi!
lunedì 13 febbraio 2012
La legge di Murphy di mamma e papà
Se esistesse una legge di Murphy dei genitori il primo punto direbbe:
"Non importa che tu stia accanto al letto di tuo figlio 1 minuto, mezz'ora o 2 ore aspettando che si sia riaddormentato, stai pur certo che appena ti sdraierai finalmente nel tuo, lui comincerà a piangere di nuovo. "
Postilla al primo punto: " questo è tanto più vero quanto più freddo fa fuori dalle tue coperte"
Sarà che negli ultimi 3 mesi, complici due episodi di febbre e qualche dente nuovo di notte marghe ci sta facendo penare ma mi sento molto vicina al tema del mese di genitoricrescono.
Sin da quando erano piccole abbiamo cercato di far addormentare le bimbe nel loro letto, magari stando un pò vicino e poi allontanandoci pian piano in modo da abituarle ad essere "autonome". Devo dire che loro sono state sempre molto brave e grossi problemi di addormentamento e sonno non ne abbiamo mai avuti. Questo però ha richiesto un grosso sacrificio da parte nostra anzi, mia (non per prendermi il merito, ma in effetti le cose stanno così....) che, durante alcuni periodi “ricchi” di risvegli notturni, mi sono sempre fiondata nella loro cameretta cercando di farle riaddormentare magari prendendole anche in braccio (rigidi si, ma fino ad un certo punto!) senza cedere alla tentazione di portarle con noi nel letto.
Questo ha significato (e significa tutt’oggi) adattarsi a dormire sul divano, ai piedi del letto di Marta cercando di coprirsi bene per evitare una broncopolmonite, accartocciata sulla sedia....per essere loro vicine e "sedare" i pianti magari mettendo solo una mano sulla schiena per far sentire la mia presenza ma evitando di doversi alzare 4, 5, 6 volte per notte, proprio quando, come dicevo prima, mi sono appena infilata sotto le coperte e ho ripreso una temperatura corporea normale.....
Bisogna riconoscere al papà il grande aiuto che mi ha dato quando, appena nata Marghe, Marta ha espresso la sua gelosia svegliandosi più volte di notte: solo lui riusciva a calmarla, io mi agitavo e il risultato era disastroso.
Inoltre il suo intervento è sempre prezioso quando il pianto di una sveglia l'altra (molto raramente, per fortuna) o quando, presa dalla stanchezza e dall'esasperazione, perdo qualsiasi forma di ragionevolezza: ci pensa lui a riportarmi alla praticità. Tutte le volte che ho seguito il suo istinto non abbiamo mai sbagliato.
Nonostante la fatica sono convinta che questo atteggiamento funzioni e che, come diceva la mia ostetrica del cuore al consultorio, un sacrificio in più adesso si traduce in molti sacrifici in meno dopo. Sicuramente è fondamentale il fatto che io e Marco la pensiamo nello stesso modo e ci comportiamo in maniera simile. L’alleanza tra genitori non è utile solo per i bambini ma –forse anche di più- ai genitori stessi.
Questo post partecipa al blogstorming
"Non importa che tu stia accanto al letto di tuo figlio 1 minuto, mezz'ora o 2 ore aspettando che si sia riaddormentato, stai pur certo che appena ti sdraierai finalmente nel tuo, lui comincerà a piangere di nuovo. "
Postilla al primo punto: " questo è tanto più vero quanto più freddo fa fuori dalle tue coperte"
Sarà che negli ultimi 3 mesi, complici due episodi di febbre e qualche dente nuovo di notte marghe ci sta facendo penare ma mi sento molto vicina al tema del mese di genitoricrescono.
Sin da quando erano piccole abbiamo cercato di far addormentare le bimbe nel loro letto, magari stando un pò vicino e poi allontanandoci pian piano in modo da abituarle ad essere "autonome". Devo dire che loro sono state sempre molto brave e grossi problemi di addormentamento e sonno non ne abbiamo mai avuti. Questo però ha richiesto un grosso sacrificio da parte nostra anzi, mia (non per prendermi il merito, ma in effetti le cose stanno così....) che, durante alcuni periodi “ricchi” di risvegli notturni, mi sono sempre fiondata nella loro cameretta cercando di farle riaddormentare magari prendendole anche in braccio (rigidi si, ma fino ad un certo punto!) senza cedere alla tentazione di portarle con noi nel letto.
Questo ha significato (e significa tutt’oggi) adattarsi a dormire sul divano, ai piedi del letto di Marta cercando di coprirsi bene per evitare una broncopolmonite, accartocciata sulla sedia....per essere loro vicine e "sedare" i pianti magari mettendo solo una mano sulla schiena per far sentire la mia presenza ma evitando di doversi alzare 4, 5, 6 volte per notte, proprio quando, come dicevo prima, mi sono appena infilata sotto le coperte e ho ripreso una temperatura corporea normale.....
Bisogna riconoscere al papà il grande aiuto che mi ha dato quando, appena nata Marghe, Marta ha espresso la sua gelosia svegliandosi più volte di notte: solo lui riusciva a calmarla, io mi agitavo e il risultato era disastroso.
Inoltre il suo intervento è sempre prezioso quando il pianto di una sveglia l'altra (molto raramente, per fortuna) o quando, presa dalla stanchezza e dall'esasperazione, perdo qualsiasi forma di ragionevolezza: ci pensa lui a riportarmi alla praticità. Tutte le volte che ho seguito il suo istinto non abbiamo mai sbagliato.
Nonostante la fatica sono convinta che questo atteggiamento funzioni e che, come diceva la mia ostetrica del cuore al consultorio, un sacrificio in più adesso si traduce in molti sacrifici in meno dopo. Sicuramente è fondamentale il fatto che io e Marco la pensiamo nello stesso modo e ci comportiamo in maniera simile. L’alleanza tra genitori non è utile solo per i bambini ma –forse anche di più- ai genitori stessi.
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giovedì 9 febbraio 2012
Ce l'ho fatta.
E dottorato fu.
Ricevere un messaggio alle 7 del mattino in cui leggi che il ricercatore che ti ha aiutata ad arrivare fino alla discussione, che ti ha impedito di mollare tutto a metà per 2 volte, che ha speso le sue vacanze di Natale a correggere la tua tesi, che ha fatto da scudo per tutto questo tempo….è a letto con la febbre.
Accompagnare Marta all’asilo raccontandole che nel pomeriggio i nonni l’avrebbero portata al lavoro della mamma, in una sala grande e piena di sedie, per dirle “brava!” quando un signore l’avrebbe chiamata per darle un foglio molto importante.
Incontrare tua nonna, tutta verde e imbaccuccata che ti fa il suo in bocca al lupo di persona e pensare a come è bello avere ancora una nonna.
Essere tranquilla fino a due passi prima di varcare la porta del dipartimento, sentire lo stomaco aggrovigliato ma poi pensare che hai affrontato il parto due volte…e chi ti ammazza più?
Venire accolta dai colleghi di sempre che fanno il tifo per te.
Ascoltare le altre dottorande e cercare di ripassare mentalmente il discorso senza farsi prendere dall’ansia.
Andare incontro a Marco ed essere felice come se non lo vedessi da mesi.
Parlare per ultima, quando tutti stanno già pensando al pranzo, e stupirti di come la voce esca calma e rilassata.
Andare a mangiare con Marco, come fidanzatini, al ristorante giapponese in cui passano Lunapop e Tiziano Ferro e quasi commuoverti pensando ai tempi del liceo quando forse certe cose erano più facili ma sicuramente davano meno soddisfazione.
Attendere la proclamazione per mostrare a tutti i tuoi fiorellini che verranno ad applaudirti.
Ce l’ho fatta.
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