Quando ti ho conosciuta avrai avuto dieci, dodici anni, eri sempre allegra ed attorniata da bimbe più piccole di te.
Ho capito subito di che pasta eri fatta perché nemmeno quella malattia che ti fa andare la glicemia sulle montagne russe ti poteva fermare e continuavi i tuoi giochi dopo esserti fatta l'insulina da sola senza fiatare.
Ti ho accompagnata per un pezzetto del tuo cammino quando le nostre vite si sono incrociate.
Hai suonato emozionata al nostro matrimonio e hai predetto, insieme alla tua inseparabile amica M., che avremmo presto allargato la famiglia.
Sei stata determinata sul tuo futuro, senza paura di trasferirti lontana per inseguire quello che volevi fare.
Hai trovato il tuo principe azzurro gentile e sorridente come te e al vostro matrimonio mi hai commossa perché quando si condividono le cose importanti non conta davvero il tempo che scorre in mezzo.
Da qualche mese sei mamma e hai scoperto che queso nuovo ruolo può essere bellissimo ma anche difficilissimo: ci siamo riavvicinate e io sono felice dei nostri rari momenti di confidenze, di quando scendi a trovare i tuoi e trovi sempre il tempo per cercare me, di una passeggiata e di un caffè un venerdì mattina di primavera.