Alle elementari avevamo lei, Miss Mary.
Era una vera donna inglese, vestita di colori pastello, la piccola borsa al gomito e i capelli sempre raccolti.
Quando entrava in classe sussurrava: "Good morning, children!" e noi, in risposta, urlavamo: "Good morning miss Maaaaary!!!"
Non ho molti ricordi di lei eccetto i tantissimi compiti delle vacanze che noi svolgevamo spesso in montagna sui tavolini del "bosco delle fate", intrattenendo tutti gli astanti o mettendoli in fuga a causa dei nostri capricci.
Al biennio del liceo c'era la temutissima prof. V. che ci teneva in scacco con il terrore, mettendoci alla prova con i tremendi "sheet of paper" cioè dei compiti in classe a sorpresa.
Di lei ricordo l' incubo delle tabelle dei verbi irregolari su cui ci interrogava incessantemente tutto l'anno.
Nel triennio invece passammo alla prof. F. che parlava con uno spiccato accento genovese provocando grande ilarità tra noi studenti.
La grammatica lasciò il posto alla letteratura e a quel punto ci venne il dubbio se fossero peggio i verbi da sapere a memoria o la traduzione di un sonetto di Geoffrey Caucher
Nonostante tutto, il mio amore non si è mai spento e dopo aver sospirato per sette anni il corso di inglese per adulti che tengono a scuola delle bimbe...questa volta sono riuscita ad iscrivermi.
Così ora volteggio felice come una ragazzina innamorata al primo appuntamento e mi godo queste due ore, seduta al mio banchetto con i libri nuovi e un pesantissimo manuale di grammatica.
Ma l'altra sera, sfogliando le pagine ho provato un brivido davanti a quella tabella e mi sono trovata a ripetere "come, came, come...give, gave, given...throw, threw, thrown"