Il primo ricordo che ho di te risale ai tempi degli scout, quando avevamo la mania dei ciucci attaccati al fazzolettone: in barba a tutte le norme igieniche li tenevamo appesi lì a raccogliere ogni sorta di microorganismo per poi metterli in bocca nei momenti di noia.
Un pomeriggio entrammo quindi in farmacia per sceglierne di nuovi e tu, attirata dal nostro vociare, eri venuta a controllare se avessimo bisogno di qualcosa.
Parecchi anni dopo iniziai il mio tirocinio sempre in quella farmacia e la tua figura mi ispirò subito ammirazione e simpatia.
A mano a mano che il tempo passava scoprivo dei lati buffi di te: la merenda a metà mattina, il tuo proverbiale sbuffare, il mugugno dietro i clienti più noiosi, il tuo terrore per tutto ciò che riguardava il computer, la passione per il francese e lo spagnolo, i tuoi modi di dire e i proverbi piemontesi.
A poco a poco per me sei diventata "Annuzza" e io "la tua collega ideale", ci siamo fatte molte risate, ci siamo aiutate a vicenda e affezionate l'una all'altra anche se rimaniamo molto diverse.
Da dieci giorni sei in pensione, dopo averla sospirata per anni interi, dopo aver lavorato gli ultimi mesi nel bel mezzo della pandemia e aver rischiato di dover tornare dopo pochi giorni a causa di qualche infortunio di troppo delle tue colleghe.
Il tuo posto adesso è quasi sempre vuoto, come in segno di rispetto.
Ci manchi tanto anche se ancora ci sembra che tu sia solo in ferie.
Buona pensione Annuzza cara, speriamo che i nostri clienti non ti inseguano in maniera insistente anche per strada!