Tutto è iniziato in una giornata di luglio di otto anni fa, dopo essermi fatta coraggio e due risate leggendo i blog di altre mamme, stanche e provate come me.
Grazie a queste letture quotidiane avevo capito che non ero l'unica ad essere perennemente stanca, a sentirmi fallita per ogni capriccio delle mie bimbe, a sentire il terreno che mancava sotto i piedi al pensiero dell'ennesima febbre, delle notti insonni, di un pomeriggio di pioggia da riempire per tenerle buone.
Un giorno d'estate ho deciso che sarebbe stato bello scrivere qui tutto quello che vivevo perché sarebbe stata una valvola di sfogo, come una chiacchierata con un'amica.
Da quel giorno tante cose sono cambiate, loro sono cresciute e io con loro; mi piace pensare che un giorno avrò il tempo di copiare tutti questi piccoli scorci della nostra vita in un foglio di carta che resti loro come ricordo...
Per adesso festeggio il mio post numero 500!
ma anche come Marta, Margherita e Matilde, i miei tre fiorellini e come Marco, il mio gigante buono!
sabato 30 novembre 2019
lunedì 25 novembre 2019
Anteprima
"Oggi nello spogliatoio M. e A. litigavano perché M. dice che A. le sta troppo appiccicata, a scuola e qui a calcio...mentre A. diceva che non ha amiche perché tutte la prendono in giro, quindi vuol stare solo con M."
"Uh che problemi Marta, ma tu non ti immischiare mi raccomando!"
"No, no, tranquilla mamma. Però oggi sono stata ad ascoltare perché voglio capire cosa mi succederà quando andrò anche io alle medie!"
"Uh che problemi Marta, ma tu non ti immischiare mi raccomando!"
"No, no, tranquilla mamma. Però oggi sono stata ad ascoltare perché voglio capire cosa mi succederà quando andrò anche io alle medie!"
mercoledì 20 novembre 2019
Stereotipi di genere
Ci sono cose che, per natura, per indole, per poca voglia non si impareranno mai.
La pallavolo, per esempio.
Quando ero alle superiori, durante l'ora di educazione fisica, i due capi squadra sceglievano i compagni e io restavo sempre per ultima.
Ero negata e lo sono rimasta.
Oppure i lavoretti manuali: ci sono mamme che passano i pomeriggi di pioggia in divertentissimi art-attack in compagnia dei figli. Io mi annoio, non sono capace.
Il mio vero tallone d'Achille però è il parcheggio.
Ma lì mi impegno, ci credo, ci provo ogni volta...con immutata fede ed entusiasmo.
Ricordo ancora le lunghissime lezioni di scuola guida, in cui tra le lacrime e i rimbrotti dell'istruttore tentavo queste manovre che, viste da fuori, sembravano così banali.
Niente.
Non so ancora per quale intervento divino io sia riuscita a parcheggiare il giorno dell'esame.
Comunque in questi due mesi di nuovi orari e spostamenti tra calcio e danza ho dovuto barcamenarmi più volte in quest'arte.
Un pomeriggio, alla fine di 20 minuti di ricerca, ecco il famigerato parcheggio: stretto e in curva. Dopo innumerevoli manovre esco trionfante ad ammirare l'opera tra i complimenti delle bambine...
"Brava mamma, hai visto che ce l'hai fatta?
Secondo me se qualcuno passa e vede come l'hai messa bene non può immaginarsi che è stata una donna a parcheggiare così!"
Anni di lotta femminista buttati al vento.
La pallavolo, per esempio.
Quando ero alle superiori, durante l'ora di educazione fisica, i due capi squadra sceglievano i compagni e io restavo sempre per ultima.
Ero negata e lo sono rimasta.
Oppure i lavoretti manuali: ci sono mamme che passano i pomeriggi di pioggia in divertentissimi art-attack in compagnia dei figli. Io mi annoio, non sono capace.
Il mio vero tallone d'Achille però è il parcheggio.
Ma lì mi impegno, ci credo, ci provo ogni volta...con immutata fede ed entusiasmo.
Ricordo ancora le lunghissime lezioni di scuola guida, in cui tra le lacrime e i rimbrotti dell'istruttore tentavo queste manovre che, viste da fuori, sembravano così banali.
Niente.
Non so ancora per quale intervento divino io sia riuscita a parcheggiare il giorno dell'esame.
Comunque in questi due mesi di nuovi orari e spostamenti tra calcio e danza ho dovuto barcamenarmi più volte in quest'arte.
Un pomeriggio, alla fine di 20 minuti di ricerca, ecco il famigerato parcheggio: stretto e in curva. Dopo innumerevoli manovre esco trionfante ad ammirare l'opera tra i complimenti delle bambine...
"Brava mamma, hai visto che ce l'hai fatta?
Secondo me se qualcuno passa e vede come l'hai messa bene non può immaginarsi che è stata una donna a parcheggiare così!"
Anni di lotta femminista buttati al vento.
giovedì 14 novembre 2019
Calciatrice
Il primo anno eri piccola e un po' impaurita.
Hai esordito in una squadra di tutti maschi più grandi di te, che si stupivano per una femmina che giocava a calcio e si sentivano in diritto di non passarti mai la palla.
Il secondo anno siamo capitati in una nuova società, sempre tra i maschi ma con Alice-l'allenatrice, simpatica e comprensiva.
Hai imparato e ti sei fatta coraggio anche se la tua scelta di fare il difesore per paura di sbagliare i gol ci faceva capire che la strada verso l'autostima era ancora lunga.
Quest'anno un imprevisto ci ha portato a cambiare ancora ma, come a volte succede, il nuovo è stato molto meglio del vecchio.
Finalmente giochi in una squadra femminile, in cui tutte si concentrano quando l'allenatore parla ("i maschi non ascoltavano mai, si facevano i dispetti e dicevano stupidaggini"), in cui si scherza e ci si impegna, in cui hai trovato delle nuove amiche e hai scoperto che se stai sulla fascia puoi azzardare qualche tiro in porta o ritirarti verso la difesa per limitare i danni.
Non so dove ti porterà questa avventura, stramba bimba mia...ma so che sono davvero orgogliosa della mia calciatrice!
Hai esordito in una squadra di tutti maschi più grandi di te, che si stupivano per una femmina che giocava a calcio e si sentivano in diritto di non passarti mai la palla.
Il secondo anno siamo capitati in una nuova società, sempre tra i maschi ma con Alice-l'allenatrice, simpatica e comprensiva.
Hai imparato e ti sei fatta coraggio anche se la tua scelta di fare il difesore per paura di sbagliare i gol ci faceva capire che la strada verso l'autostima era ancora lunga.
Quest'anno un imprevisto ci ha portato a cambiare ancora ma, come a volte succede, il nuovo è stato molto meglio del vecchio.
Finalmente giochi in una squadra femminile, in cui tutte si concentrano quando l'allenatore parla ("i maschi non ascoltavano mai, si facevano i dispetti e dicevano stupidaggini"), in cui si scherza e ci si impegna, in cui hai trovato delle nuove amiche e hai scoperto che se stai sulla fascia puoi azzardare qualche tiro in porta o ritirarti verso la difesa per limitare i danni.
Non so dove ti porterà questa avventura, stramba bimba mia...ma so che sono davvero orgogliosa della mia calciatrice!
venerdì 8 novembre 2019
Tre anni e tre mesi
Tre anni fa eravamo in montagna, come quest'anno, in cerca di castagne.
Tu eri un fagotto rosa, avvolto nella tutona pesante e te ne stavi tranquilla a sonnecchiare scaldata dai timidi raggi di sole che filtravano dalle foglie del bosco.
Le tue sorelle riempivano sacchetti e ogni tanto venivano a darti un' occhiata per vedere come passassi il tempo.
Lentamente ci stavamo abituando alla tua presenza perché, dopo tanto tempo nella formazione a quattro, questo nuovo assetto ci stupiva un po'.
Dopo tre anni sei qui, rumorosa, chiacchierona, travolgente. Ci hai aiutato a controllare i buchini nelle castagne, hai portato la tua borsa di Frozen per collaborare alla raccolta, hai fatto uno scivolone nel fango insieme a me,hai innaffiato le foglie gialle e rosse con la tua pipì, hai salutato le mucche e ti sei divorata la pizza con i "gustel" prima di ritornare a casa.
In macchina, mentre guardavi un cartone con le tue sorelle, hai decretato che eri stanca e non ce la facevi più..quindi hai chiuso gli occhi e ti sei addormentata istantaneamente.
Oggi hai tre anni e tre mesi...e possiamo dire di essere davvero usciti dal tunnel: ora la strada è liscia, illuminata e in discesa...
Tu eri un fagotto rosa, avvolto nella tutona pesante e te ne stavi tranquilla a sonnecchiare scaldata dai timidi raggi di sole che filtravano dalle foglie del bosco.
Le tue sorelle riempivano sacchetti e ogni tanto venivano a darti un' occhiata per vedere come passassi il tempo.
Lentamente ci stavamo abituando alla tua presenza perché, dopo tanto tempo nella formazione a quattro, questo nuovo assetto ci stupiva un po'.
Dopo tre anni sei qui, rumorosa, chiacchierona, travolgente. Ci hai aiutato a controllare i buchini nelle castagne, hai portato la tua borsa di Frozen per collaborare alla raccolta, hai fatto uno scivolone nel fango insieme a me,hai innaffiato le foglie gialle e rosse con la tua pipì, hai salutato le mucche e ti sei divorata la pizza con i "gustel" prima di ritornare a casa.
In macchina, mentre guardavi un cartone con le tue sorelle, hai decretato che eri stanca e non ce la facevi più..quindi hai chiuso gli occhi e ti sei addormentata istantaneamente.
Oggi hai tre anni e tre mesi...e possiamo dire di essere davvero usciti dal tunnel: ora la strada è liscia, illuminata e in discesa...
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