lunedì 11 maggio 2015

Aieie

Aieie lo abbiamo chiamato perché così ci sembrava lo avessi definito con i tuoi primi balbettamenti.
Lui prima stava in una scatola a righe bianche e rosa, proprio come il suo pigiama, mentre tu stavi nella mia pancia.
Io tiravo il suo cappello e lui rispondeva con una piccola e lenta canzoncina che ancora adesso a sentirla mi sembra di tornare indietro di sei anni..
Chissà se lo sentivi e già sgranavi gli occhi come fai adesso quando senti qualcosa che ti incuriosisce, chissà se ti facevi cullare e ti abbandonavi ad una dormitina, chissà se ti immaginavi che sarebbe diventato il tuo amico inseparbile della notte, che l' avremmo infilato in valigia, che avrebbe assistito alle tue prime febbri, alle notti agitate dagli incubi, che avrebbe strizzato l' occhio al topolino del ciuccio e a quello dei denti che per ora con te si è già guadagnato la pensione dal tanto lavorare!
Chissà se ti saresti immaginata di addormentarti quasi ogni sera abbracciata a lui, incurante di quanti gradi ci fossero fuori e dentro il letto, di quante capriole in lavatrice gli avremmo fatto fare e quanti raggi di sole ci sarebbero voluti ogni volta per farlo asciugare bene, appeso per le orecchie..


Lui è sempre li, che sorride paziente da sopra il tuo letto, anche adesso da questo nuovo a casa della nonna R., in attesa di conoscere la casa nuova.
Lui sta tranquillo, anche se a volte lo strapazzi un po', anche se a volte lo abbandoni, lo schiacci, lo lanci o lo tiri per le orecchie..
Lui è li, pronto a farsi abbracciare da te anche domani, come ogni sera da sei anni a questa parte.

Nessun commento:

Posta un commento