lunedì 10 marzo 2014

Di lavoro, ricordi e speranze inattese

Una mattina di sole, alle soglie della primavera passeggio per le strade del centro e mi raggiunge un ricordo. Mi rivedo seduta su una di quelle panchine gelide, imbaccuccata nella sciarpa mentre addento un panino e ti aspetto, al freddo.
Aspetto che tu scenda ed esca da quel portone, aspetto quei venti minuti di pausa in cui scambiare due chiacchere e poi riprendere ognuno una direzione diversa, io ancora verso le lezioni all'università e tu già al lavoro, il tuo primo, quello che forse hai fatto gratis per un paio di mesi prima di iniziare a fare sul serio.
Quanti bivii, quante scelte da quel momento, quante valigie, aerei, trasferte, reperibilità notturne, quante feste interrotte dal telefono che squillava, quanti colleghi e posti nuovi hai conosciuto, quanti cibi strani hai provato, quante colazioni ti sei gustato seppur in solitaria...
Quante telefonate ad ore impensabili e squilli per dirmi che eri partito o eri arrivato.
Hai dovuto cambiare e ricominciare, fermarti e ripartire.

Adesso un altro cambiamento è alle porte, arrivato rapido e inatteso.
Adesso forse è di nuovo ora di ricominciare.
Spero che questa sia la tua meritata quiete. 

2 commenti: