La signora Maria del piano di sotto ha due figli, maschi, che vanno a trovarla un paio di volte a settimana.
Ogni tanto riceve la visita della vicina di casa, anche lei piena di acciacchi e, quando fa molto caldo, mettono le sedie sul pianerottolo parlando dei fatti loro senza curarsi del viavai di tutti gli altri condomini.
Per il resto del tempo è sola, perciò quando io scendo per cambiarle il cerotto della medicina è sempre felice di fare due chiacchiere.
La signora Maria è una persona semplice e tenace ("certe volte sto male ma se penso che potrei morire...mi rincresce!"), cresciuta in un mondo completamente diverso da quello di oggi. Nonostante ciò racconta quella vita come se fosse stata una passeggiata e io la ascolto a bocca aperta, realizzando l'abisso che c'è tra noi.
Per lei è stato normale a dodici anni andare a vivere con una coppia di amici di famiglia, lasciando genitori e fratellini per tornare a rivederli solo due settimane in estate.
È stata una fortuna, anzi, perché era trattata bene, nutrita e vestita come a casa sua non sarebbe stato possibile.
A diciotto anni poi si è trasferita nuovamente, non senza aver prima procurato un'altra figlia adottiva a quella coppia, e ha iniziato a fare la babysitter.
È stato poi normale sposarsi e andare subito in un altra città, senza feste, pranzo o regali, dormendo la prima notte di nozze a casa di sua sorella, in quattro in un letto matrimoniale perché non c'era altro posto.
Partorire un figlio e tornare in una casa nuova dove non c'era nulla ma almeno suo marito aveva dato il bianco e tutto sembrava più ordinato.
Per la signora Maria sono state normali tante cose che mi fanno sgranare gli occhi e stringere il cuore...ma lei è felice perché tante persone le hanno sempre voluto bene: "Non mi sono mai lamentata e sono sempre stata contenta"
Forse è questo il segreto della signora Maria. Chissà se lo imparerò anche io.
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